Salve a tutti... Io sono Niky e ho 13 anni. Contribuisco soprattutto ad ampliare le pagine di Disney Channel... Sono così tante!!! Lasciatemi un messaggio, se volete... Ciau!!!!
Questo utente sa suonare il pianoforte, frequentando il 4° corso del Conservatorio di Musica della città in cui abita.
Questo utente gioca a pallavolo, ma deve ancora specializzarsi!
Questo utente non può sopportare gli errori grammaticali più comuni nella lingua italiana, soprattutto gli errori del congiuntivo che fanno anche sui giornali, e sulla prima pagina, scritti in grande!
Questo utente è contrario all'aborto, all'etaunasia e ai dico (che poi non erano pacs??!!)
Durante la sua carriera — discussa e controversa per la sfrontatezza con cui stava tra i pali, per i difficili rapporti con allenatori e dirigenti e per fatti legati alla presunta o effettiva vendita di partite — vestì le maglie di nove squadre di club e fece parte della Nazionale italiana ai mondiali del 1950.
Considerato uno degli estremi difensori più estrosi e spettacolari della storia del calcio italiano, molto apprezzato per la classe e l'appariscenza dei suoi interventi, era dotato di indubbie capacità fisiche e psicologiche che culminavano nei calci di rigore, la sua specialità: in Serie A riuscì a neutralizzarne 16 su 44. È anche ricordato per il suo rendimento altalenante e per le sue inspiegabili papere.
Lo sgabello d'oro (in lingua ashanti-twisika dwa kofi) è un oggetto sacro del popolo Akan, in particolare della tribù degli Ashanti.
Risalente al tardo XVII o primo XVIII secolo, secondo la leggenda lo sgabello d'oro apparve per volontà divina e fu consegnato a Osei Tutu I, fondatore dell'impero ashanti, e divenne presto un simbolo nazionale. Nel 1900 i britannici, per tentare di abbattere l'impero ashanti e sottomettere l'intero popolo, cercarono di requisire l'oggetto sacro, facendo scoppiare la guerra dello sgabello d'oro. Il conflitto risultò in una sconfitta africana e nella scomparsa dello sgabello, nascosto dietro ordine della regina Yaa Asantewaa. Lo sgabello fu rinvenuto per caso solo vent'anni più tardi, e dal 1935 è di proprietà del sovrano ashanti.
Adoperato nelle cerimonie più importanti, il re può adoperare lo sgabello d'oro solo in determinati modi e occasioni, e mai per sedercisi. L'artefatto è diventato oggetto di venerazione per tutti gli akan, e di conseguenza ha portato ogni sgabello ad acquisire valenza mistico-religiosa.
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Nell'affresco, realizzato dall'artista di corte Franz Nikolaus Streicher nel 1770 sul soffitto della chiesa di san Michele (Michaelskirche) a Salisburgo, in Austria, è raffigurato l'arcangelo Michele in adorazione di Dio con altri angeli. Gli stucchi, in stile rococò, furono realizzati da Benedikt Zopf. Oggi, la Chiesa cattolica, festeggia San Michele.