In matematica, il teorema fondamentale del calcolo integrale, detto anche teorema di Torricelli-Barrow, stabilisce un'importante connessione tra i concetti di integrale e derivata per funzioni a valori reali di variabile reale.
In particolare, dimostra che calcolare il valore dell'integrale di una funzione, a partire da un punto fisso fino ad un punto variabile del suo dominio, equivale esattamente a trovare una primitiva della funzione stessa.
La prima parte del teorema è detta primo teorema fondamentale del calcolo, e garantisce l'esistenza della primitiva per funzioni continue, ossia che qualsiasi funzione continua è la derivata di qualche altra funzione. La seconda parte del teorema è detta secondo teorema fondamentale del calcolo, e consente di calcolare l'integrale definito di una funzione attraverso una qualsiasi delle sue primitive.
Una prima versione del teorema è dovuta a James Gregory,[1] mentre Isaac Barrow ne fornì una versione più generale.[2]Isaac Newton, studente di Barrow, e Gottfried Leibniz completarono successivamente lo sviluppo della teoria matematica in cui è ambientato il teorema.
Se è integrabile in , allora vale la proprietà di additività dell'integrale. Si consideri, all'interno dell'intervallo un piccolo intervallo contenente il punto generico. Si può scrivere:
e quindi:
Se è limitata, allora esiste un valore in modo che su tutto l'intervallo si verifica:
Dal secondo teorema se su se è integrabile, allora per ogni
Definiamo
Poiché è somma di funzioni derivabili ma dunque Se assumiamo addizionalmente l'ipotesi di continuità di si deriva precisamente il primo teorema dal secondo e dalle proprietà basilari della derivata.
Viceversa il primo teorema fondamentale del calcolo ha un'ipotesi in più del secondo (la continuità di ), dunque questo non può seguire (nel suo caso generale) dall'altro.
Facendo un esempio concreto, la formula fondamentale del calcolo, usando solo il primo teorema, non si potrebbe applicare a
che è integrabile e ammette primitiva ma è discontinua in , mentre è ancora valida per il secondo teorema.
Teorema fondamentale del calcolo integrale di Lebesgue
In modo equivalente, esiste una funzione su integrabile secondo Lebesgue tale che:
Tale definizione di assoluta continuità è detta teorema fondamentale del calcolo integrale di Lebesgue. Se le precedenti condizioni equivalenti sono verificate si ha quasi ovunque.
Si supponga di avere un punto che si muove lungo una retta la cui posizione al tempo è individuata dalla funzione . La velocità istantanea in ogni momento è pari alla derivata. Lo spazio percorso nell'intervallo di tempo che va da a è dato dalla differenza tra le posizioni occupate negli istanti e , e d'altra parte lo spazio percorso sarà anche uguale alla somma degli spazi percorsi in ogni istante. Se quindi si divide l'intervallo di tempo in intervallini molto piccoli:
si può trattare il moto in ciascun intervallo di tempo come se la velocità fosse approssimativamente costante, quindi lo spazio percorso nell'-esimo intervallo di tempo è:
Lo spazio percorso in tutto l'intervallo di tempo è uguale alla somma degli spazi percorsi in tutti gli intervalli di tempo cioè:
e analogamente nell'altra notazione:
Grazie alla definizione di integrale di Riemann, la somma al secondo membro tende a quando gli intervalli di tempo considerati hanno lunghezze arbitrariamente piccole.
Data una somma e una successione tale che allora grazie alla proprietà associativa dell'addizione la somma si semplifica:
cioè si riduce alla differenza di sugli "estremi" dell'insieme su cui varia Questo tipo di somme che si possono "accorciare" vengono chiamate somme telescopiche. L'analogia con la formula fondamentale del calcolo:
non è casuale. Si supponga di approssimare l'integrale della derivata mediante una somma finita di aree di rettangolini di base lunga e altezza immaginando di aver diviso l'intervallo in sottointervalli lunghi , con e . L'integrale approssimato è dato dalla sommatoria:
ed è possibile approssimare le derivate che compaiono nella sommatoria con i rapporti incrementali, dal momento che:
Rimpiazzando queste quantità approssimate nella sommatoria si ha:
e semplificando si ottiene:
In conclusione, semplificando tutti gli addendi di segno opposto si ha:
L'argomento appena presentato può essere usato (con piccole modifiche) per dimostrare la formula fondamentale del calcolo. Si consideri per ogni un'approssimazione dell'integrale di Riemann di simile alla precedente, ma in cui si calcola su valori interni a ciascun intervallo :
D'altra parte, dalla definizione di integrale di Riemann l'integrale approssimato che si è considerato deve convergere (se è integrabile secondo Riemann) per all'integrale ; e dunque è dimostrata la formula fondamentale del calcolo.
Nell'ambito dell'integrazione secondo Lebesgue il teorema fondamentale del calcolo diviene più generale e potente ed asserisce che l'integrale di una funzione sommabile è una funzione assolutamente continua (e pertanto differenziabile quasi ovunque), la cui derivata debole è l'integranda stessa. Naturalmente, nel caso in cui si assumano maggiori ipotesi di regolarità (per esempio, la continuità dell'integranda), si ottiene immediatamente il teorema fondamentale del calcolo di cui sopra.
Cambiando ancora il genere di metodo di integrazione coinvolto si ottengono versioni del teorema ancora più potenti: utilizzando il cosiddetto "integrale di gauge", definito in vari modi da Denjoy, Perron, Henstock e Kurzweil, infatti si può dimostrare che il secondo teorema vale senza alcuna ipotesi sulla funzione .
^Marlow Anderson, Victor J. Katz, Robin J. Wilson, Sherlock Holmes in Babylon and Other Tales of Mathematical History, Mathematical Association of America, 2004, p. 114.