Taidone (o Taido; ... – post 774) fu un gasindio del re dei Longobardi Desiderio.

Vissuto presso Bergamo, era figlio di Terudolfo (o Teodorolfo), fratello di Teudaldo ed era sposato con una giovane di nome Lamperta[1]. Era un gasindio del re longobardo Desiderio, ovvero faceva parte della piccola nobiltà legata al re da patti di protezione.

La Donazione di Taidone

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È ricordato per la cosiddetta Donazione (o Testamento) di Taidone, conservata presso la Biblioteca civica di Bergamo, nella quale compare il più antico riferimento alla Val Camonica. Taido lasciava i suoi beni alla chiesa di Bergamo perché fosse di sostegno ai poveri dopo la sua morte. I territori detti corte di Berzo comprendevano le terre aldionali al confine della Val Cavallina in su per la Valcamonica, quindi una zona grande e non vicina. I terreni furono poi donati da Carlo Magno nel 774, dopo che furono da lui acquisiti per diritto detto fisco regio, conseguente la vittoria sul re Desiderio, alla basilica di San Martino di Tour, città che Carlo Martello aveva salvato nel 732.[2]

Il documento fu redatto quando Taido era ancora in giovane età e forse appena sposato ma, conseguenza dell'avanzata dei franchi, vedeva la fine del regno longobardo nelle terre di sua proprietà, come si desume dall'incipit:

«Ideoque ego cui supra Taido, qui pensans varietatem insurgentium calamitatum et vite humane defluentes casu … per presente paginam ordinationis mee previdi distribuere rebus meis(“Pertanto io Taido, di cui sopra, riflettendo sulla varietà delle sventure che continuano a crescere di giorno in giorno e sulla labilità della vita umana … con il presente documento ho previsto di distribuire i miei averi”)»

e sancisce la donazione dei terreni in Val Camonica da parte di Taidone:

(LA)

«insuper et curte domoculta iuris mei quam habere uideor in Bergis seo et massaricias et aldionalis fine Cauelles in suso per ualle Camonense, in integrum mea portione ubi ubi inuentum fuerit post meum decessum intra suprascripta ualle fine Cauellas in suso, uolo ut omnia a presenti die obiti mei uenundatum fieri debeat per pontifice ecclesie Bergomensis, et precio ipso distributum et erogatum per sacerdotibus et Christi pauperibus.»

(IT)

«Inoltre, anche la corte domoculta in mio diritto che risulta da me posseduta in Berzo, come pure i possessi massaricii e aldionali della Val Cavallina in su per la Val Camonica, integralmente per quanto riguarda la mia parte, quando e non appena saranno inventariati dopo la mia morte, debbano essere venduti dal vescovo alla chiesa di Bergamo ed il ricavato distribuito ai sacerdoti e ai poveri di Cristo.»

  1. ^ Eugenio Fontana, Quaderni Camuni - n. 11, Brescia, Vannini, 1980., p. 232.
  2. ^ Il testamento del longobardo, su carolusmagnus.it, Carlo Magno la leggendaria spedizione da Bergamo in Val Camonica e Trentino. URL consultato il 30 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 7 novembre 2017).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Donazione di Taidone, su oeaw.ac.at. URL consultato il 19-1-2008 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2006).