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SodaStream International Ltd. è un'azienda israeliana con sede a Kfar Saba, dal 2018 di proprietà della multinazionale PepsiCo, specializzata nella produzione di gasatori e di concentrati a base di anidride carbonica per ottenere a domicilio acqua e bevande analcoliche frizzanti.

SodaStream International Ltd.
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StatoIsraele (bandiera) Israele
Forma societariaSocietà controllata
ISINIL0011213001
Fondazione1903
Fondata daGuy Hugh Gilbey
Sede principaleKfar Saba
GruppoPepsiCo
SettoreAlimentare
ProdottiGasatori per bevande frizzanti
Utile netto74,40 mln USD (2017)
Dipendenti3800[1] (2023)
Sito websodastream.com/

Il primo apparecchio per la gassificazione dell'acqua venne ideato nel 1903 a Londra da Guy Hugh Gilbey, il quale gli diede il nome di Apparatus for aerating liquids ("apparecchio per aerare i liquidi"). I suoi prodotti venivano venduti alle famiglie benestanti, tra cui la famiglia reale britannica.[2] I primi concentrati apparvero negli anni 1920, mentre la prima macchina per la produzione di acqua gassata per uso domestico fu prodotta nel 1955. Inizialmente venduta solo nel Regno Unito, la macchina venne poi esportata anche in altri Paesi, tra cui l'Australia e la Germania.

SodaStream, che inizialmente era una filiale della distilleria W&A Gilbey, in cui lavorava il suo inventore, e che successivamente passò di mano in mano a diversi proprietari, venne ceduta nel 1985 a Cadbury Schweppes.[3] Nel 1998 venne rilevata da Soda-Club,[4] azienda israeliana fondata nel 1991 e distributrice esclusiva di SodaStream in Israele tra il 1978 e il 1991.

Il 20 agosto 2018 SodaStream è stata acquistata da PepsiCo per 3,2 miliardi di dollari.[5][6][7][8]

A causa di un calo delle vendite a livello mondiale, tra il 2021 e il 2023 l'azienda ha disposto il licenziamento di circa 500 dipendenti complessivi (300 ad ottobre 2021, 120 a dicembre 2022 e tra i 70 e gli 80 a maggio 2023).[1]

Prodotti

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I gasatori SodaStream producono bevande gassate aggiungendo anidride carbonica, immagazzinata sotto pressione in una bombola proprietaria. Oltre alla macchina e alla cartuccia del gas, il set è dotato di una o più bombole riutilizzabili, ma con data di scadenza indicata sulle bombole, che di conseguenza devono essere sostituite.

SodaStream adotta il marketing verde nelle sue campagne pubblicitarie, focalizzando l'attenzione sulla non proliferazione delle bottiglie di plastica grazie all'impiego dei suoi prodotti: ad esempio nell'aprile 2023, in occasione della Giornata della Terra, l'azienda dichiarò che nel 2022, con il sistema dell'acqua frizzante fai da te, erano stati risparmiati 5 miliardi di bottiglie di plastica.[9]

Al 2023 SodaStream vende i suoi prodotti in 45 Paesi del mondo.[10]

Controversie

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La Corte di giustizia dell'Unione europea stabilì nel 2010 che i gasatori SodaStream non potevano essere definiti "Made in Israel" in quanto venivano prodotti in Cisgiordania, escludendoli pertanto dagli accordi di cooperazione doganale tra Israele e Unione europea.[11]

Nel gennaio 2014 l'attrice Scarlett Johansson rinunciò al suo ruolo di ambasciatrice dell'associazione umanitaria Oxfam, che ricopriva dal 2005, dopo essere divenuta una testimonial pubblicitaria per SodaStream, ricevendo a causa di ciò numerose critiche dovute alle attività dell'azienda condotte in Cisgiordania.[12][13][14][15]

A partire dal 2014, SodaStream è stata oggetto di una campagna pluriennale di boicottaggio (in cui vengono presi di mira anche altri marchi come Eden Springs, Uzi, Airbnb e Jaffa[16]) da parte di diverse associazioni e movimenti internazionali, tra cui Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS)[17][18][19], che denunciano l'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele. L'azienda era accusata all'epoca di avere la sua fabbrica principale a Mishor Adumim, zona industriale dell'insediamento israeliano di Ma'aleh Adumim, in Cisgiordania,[20] in cui dava lavoro a 1300 lavoratori, di cui 350 ebrei israeliani, 450 arabi israeliani e 500 palestinesi della Cisgiordania.[21][22]

Nell'ottobre 2015, SodaStream procedette alla chiusura del suo stabilimento principale a Ma'ale Adummim e al suo trasferimento in una nuova fabbrica a Lehavim, nei pressi di Rahat, nel deserto del Negev.[23][24] A seguito di tale provvedimento, l'azienda annunciò nel febbraio 2016 il licenziamento di 74 lavoratori palestinesi, poiché non era riuscita a ottenere dal governo israeliano i permessi per poterli impiegare nella sua nuova fabbrica;[22] nel maggio 2017, però, il governo israeliano rinnovò i permessi ai 74 lavoratori palestinesi, che così poterono essere reintegrati nell'azienda.[25] Il nuovo stabilimento, denominato Island of Peace ("isola della pace"), impiega indifferentemente ebrei eritrei, musulmani e donne dei villaggi beduini, ha quattro sale di preghiera islamiche e una sinagoga.[16]

Nel dicembre 2018 SodaStream annunciò la creazione di uno stabilimento produttivo nella Striscia di Gaza.[26]

  1. ^ a b (EN) Zachy Hennessey, SodaStream to fire another 70+ workers in three-year layoff streak, su The Jerusalem Post, 4 maggio 2023. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  2. ^ (EN) Sodastream, su waitrose.com, Waitrose Food Illustrated (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2006).
  3. ^ (EN) Carbonated drinks: a report on the supply by manufacturers of carbonated drinks in the United Kingdom (PDF), Competition commission, 15 agosto 1991 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2007).
  4. ^ (EN) Getting busy with the fizzy, su www1.auspost.com.au, Australia Post, maggio 2004 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2009).
  5. ^ (EN) PepsiCo Is Acquiring SodaStream for $3.2 Billion, su Fortune. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  6. ^ Corinna De Cesare, PepsiCo, avanti con la svolta salutista: acquisita l’israeliana SodaStream, su Corriere della Sera, 21 agosto 2018. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  7. ^ PepsiCo compra SodaStream, azienda che trasforma l'acqua del rubinetto in minerale, su la Repubblica, 20 agosto 2018. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  8. ^ PepsiCo rileva SodaStream per 3,2 miliardi di dollari, su www.teleborsa.it. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  9. ^ Nel 2022 risparmiati 5 miliardi di bottiglie di plastica - Infrastrutture & Città - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 18 aprile 2023. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  10. ^ Chi siamo, su sodastream.it, SodaStream (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2023).
  11. ^ (EN) EU court: West Bank, Gaza not Israeli - UPI.com, su UPI, 26 febbraio 2010. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  12. ^ Johansson testimonial di una società israeliana finisce nel mirino degli attivisti per i diritti umani, su Corriere della Sera, 26 gennaio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  13. ^ «Io non boicotto i coloni» Scarlett (l’attivista) se ne va, su Corriere della Sera, 31 gennaio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  14. ^ Scarlett Johansson, Israele e le bibite, su Il Post, 27 gennaio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  15. ^ Scarlett Johansson dopo le polemiche lascia Oxfam, su rainews, 30 gennaio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  16. ^ a b (FR) Jean-François Arnaud, Pourquoi SodaStream s’accroche à son rêve de paix en Israël, su Challenges, 29 giugno 2019. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  17. ^ Ben&Jerry's con i palestinesi: scatta il boicottaggio dei gelati contro Israele, su la Repubblica, 20 luglio 2021. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  18. ^ È rimasto qualcuno a boicottare Israele?, su Il Post, 6 giugno 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  19. ^ Il boicottaggio contro Israele funziona?, su Il Post, 6 giugno 2016. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  20. ^ (FR) SodaStream crée des remous à Angoulême, su Le Figaro, 1º febbraio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  21. ^ (FR) Elhanan Miller, A SodaStream, les Palestiniens espèrent que leurs bulles ne vont pas exploser, su fr.timesofisrael.com, The Times of Israel, 4 febbraio 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  22. ^ a b (FR) David Horovitz, Quand le BDS gagne, des employés palestiniens de SodaStream perdent leurs emplois, su fr.timesofisrael.com, The Times of Israel, 1º marzo 2016. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  23. ^ (EN) Marcy Oster, SodaStream to shut West Bank factory, su Jewish Telegraphic Agency, 29 ottobre 2014. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  24. ^ La fabbrica di Sodastream in Palestina sta per chiudere, su Il Post, 3 settembre 2015. URL consultato il 12 febbraio 2024.
  25. ^ (EN) SodaStream's Palestinian employees to receive renewed work permits, The Jerusalem Post, 22 maggio 2017. URL consultato il 13 febbraio 2024.
  26. ^ (FR) Shoshanna Salmon, Le PDG de SodaStream annonce l’ouverture d’une usine à Gaza, su The Times of Israel, 21 dicembre 2018. URL consultato il 12 febbraio 2024..

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