1ª edizione del campionato cadetto della Lega Nord
La Seconda Divisione 1922-1923 fu la prima edizione del torneo cadetto del campionato italiano di calcio organizzata a livello interregionale dalla Lega Nord.
4 provenienti dalla Seconda Divisione CCI (i 4 campioni regionali, poi divenuti i 3 campioni più il Vicenza dalla Prima Divisione sconfitto nelle qualificazioni, ed infine a causa di fusioni e scioglimenti si ricorse alle seconde classificate dei campionati regionali)
6 provenienti dalla Promozione FIGC (i 6 campioni regionali)
2 provenienti dalla Venezia Giulia
1 indicata dalla CCI
1 indicata dalla FIGC
In seguito allo scioglimento o la mancata iscrizione di ben dieci delle aventi diritto a parteciparvi, furono ammesse al loro posto le seconde classificate dei campionati regionali di Promozione FIGC e Seconda Divisione CCI.[2] Il quadro definitivo divenne dunque il seguente:
28 provenienti dalla Prima Categoria FIGC, compresi i federali perdenti gli spareggi previsti dal Compromesso Colombo
3 provenienti dalla Seconda Divisione CCI più il Vicenza sconfitto dalla vincente di detto torneo
12 provenienti dalla Promozione FIGC (i 6 campioni regionali e i 6 vicecampioni)
2 provenienti dalla Venezia Giulia
1 indicata dalla CCI, ossia il Venezia perdente gli spareggi previsti dal Compromesso Colombo
1 indicata dalla FIGC, ossia la vincente della qualificazione fra Monfalconese e Triestina.
Era dunque il totale trionfo della CCI, dato che 43 della 48 squadre finite in cadetteria giunsero dalla FIGC. Sennonché per questa stagione la Prima Divisione, a titolo transitorio e per favorire l'accordo fra le due federazioni, vide la partecipazione di ben 36 società, da ridursi però di lì ad un anno a 24. Per far spazio alle 12 retrocesse che a fine stagione sarebbero dunque giunte dalla massima categoria, si decise che in Seconda Divisione ci sarebbero state altrettante relegate - cioè due per girone - senza nessuna promozione, mentre le seste classificate di ogni raggruppamento avrebbero dovuto sfidare le vincitrici dei sei[3] campionati regionali nord costituenti la Terza Divisione.[4]
Per quanto concerne l'Italia meridionale, la Seconda Divisione fu ivi ancora strutturata su gironi gestiti dai Comitati regionali. Tra Nord e Sud, diviso soltanto fra Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, non c’era relazione alcuna: se come detto nella prima area la Seconda Divisione succedeva alla parte riformata e declassata della Prima Categoria, al Meridione era una pura ridenominazione della Promozione. Solo nel 1926 si riallineeranno i due campionati.
48 squadre partecipanti, suddivise in sei gironi interregionali.[5] Le ultime due classificate di ogni raggruppamento retrocedono direttamente in Terza Divisione, mentre le terzultime si incontrano in gare di andata e ritorno con le vincitrici dei tornei regionali costituenti il campionato inferiore, onde confermarsi nella categoria.[6] Le prime classificate accedono ai due triangolari di semifinale adibiti a designare le due finaliste per il titolo di categoria, riconoscimento puramente onorifico stante il blocco delle promozioni per la riduzione dei ranghi della Prima Divisione.
Le sei squadre partecipanti alla fase finale furono: Sestrese, Biellese, Atalanta, Carpi, Edera Pola e Viareggio. Furono divise in due gironi di tre. Non era prevista nessuna promozione a causa della riduzione dei ranghi della Prima Divisione.
Il Sud aveva anch'esso dei tornei chiamati di Seconda Divisione, ma non avevano nulla a che fare con sopra esposto campionato nazionale in quanto si ponevano in successione alla Promozione, e non alla frazione più debole della vecchia Prima Categoria. Era infatti suddiviso in campionati separati, gestiti dai Comitati Regionali, nei quali le prime classificate avevano la possibilità di essere promosse nei rispettivi tornei locali di Prima Divisione, anche se l'ascesa era subordinata, oltre che ai risultati, alla soddisfazione di requisiti economici e infrastrutturali, non essendo stato qui introdotto neppure il titolo sportivo.
^In realtà i gironi componenti la Terza Divisione erano sette, e si dovette dunque procedere ad un'eliminatoria fra i campioni del Comitato Regionale Veneto (fondato nel 1910) e quelli del Comitato Regionale Giuliano (fondato nel 1920): a Venezia, 24 giugno 1923, Veneziana Virtus-Olympia Fiume 1-7; i veneziani diedero quindi forfait per la gara di ritorno in programma a Fiume la settimana successiva.
^La norma fu copiata dal nuovo regolamento elaborato dalla C.C.I. nella precedente stagione 1921-22, ma non applicato a causa del Compromesso Colombo.
^Il numero era pari a quello dei comitati regionali, ma il passaggio sotto la Lega Nord permise una più facile composizione e gestione degli organici non dovendosi più preoccupare dei confini amministrativi.
^G.C. O.E.M. iscritto in virtù della fusione con i Giovani Calciatori, che disputarono la Prima Categoria FIGC 1921-1922.
^Chiamarla Miani & Silvestri è sbagliato. La Soc. Anonima Officine Meccaniche era nata nel 1899 dalla fusione di due società che producevano carrozze ferroviarie e carrozzeria per carrozze ippotrainate, autovetture e camion: la Miani Silvestri & C. e A.Grondona, Comi & C. entrambe di Milano. Entrò nello sport attivo nel 1919 con la creazione del Gruppo Sportivo Officine Meccaniche ricavando dal proprio impianto sito in Via Vittadini nel "Riparto di Vigentino" (al quartiere Vigentino) una rientranza (ora chiusa) dell'attuale Via Tibaldi lungo lo scalo di Porta Romana in cui edificò un impianto sportivo di almeno 100x60 con relativa pista di atletica. Rimase attiva con la sezione calcio all'incirca fino al 1928 arrivando fino alla Seconda Divisione, mentre anche l'omonima O.M. di Brescia mise in campo una squadra che disputò i campionati regionali di Terza Divisione. Per saperne di più consultate la pagina Officine Meccaniche (azienda).
^Il Monfalcone protestò sul posto assegnato d’ufficio dalla FIGC alla Triestina in rappresentanza del capoluogo, a calendario già compilato, avendo raggiunto una posizione migliore nella Coppa Giulia rispetto agli alabardati. Chiese dunque di giocarsi sul campo il posto verificando la forza reale delle due squadre, ed ebbe infine ragione dopo aver vinto una gara di qualificazione il 5 novembre 1922 a Gorizia: Monfalconese-Triestina 1-0.
^Retrocesso dopo spareggio: a Saronno, 20 maggio 1923, Monza-Chiasso 1-0.
^Un punto di penalizzazione per rinuncia all'ultima gara.
^Retrocesso dopo spareggio: a Ferrara, 6 giugno 1923, Grion-Vicenza 3-1.
^La Fortitudo dichiarò forfait rinunciando alle ultime 2 partite e subendo la decurtazione di 2 punti in classifica.
^La Juventus Massa diede forfait definitivo dopo aver disputato la terza giornata di andata. Secondo regolamento vigente all'epoca, le furono date perse tutte le gare rimanenti 0-2 a tavolino. L'esclusione alla quarta rinuncia fu introdotta solo dalla stagione 1928-29.
^0-2 a tavolino causa partita sospesa per incidenti al 43' del secondo tempo sullo 0-0.
^L'Edera di Pola rinuncia alle semifinali in data 10 maggio 1923 a calendario già stilato (doveva riposare alla prima giornata).
^abGazzetta di Puglia del 14 marzo 1923, p.2. Citata un'amichevole fra lo Sporting Club Taranto e il Foot-Ball Club Garibandino (vinta 3-1 dallo Sporting), ove le squadre sono citate rispettivamente come rosso-bleu e bleu-stellati.