Sassetta (Italia)

comune italiano

Sassetta è un comune italiano di 475 abitanti della provincia di Livorno in Toscana. Il paese è uno dei comuni facenti parte del circondario della Val di Cornia.

Sassetta
comune
Sassetta – Stemma
Sassetta – Bandiera
Sassetta – Veduta
Sassetta – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Toscana
Provincia Livorno
Amministrazione
SindacoAlessandro Guarguaglini (lista civica Sassetta democratica) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate43°08′N 10°39′E
Altitudine330 m s.l.m.
Superficie26,75 km²
Abitanti475[2] (31-7-2023)
Densità17,76 ab./km²
FrazioniFornaci, Valcanina
Comuni confinantiCastagneto Carducci, Monteverdi Marittimo (PI), Suvereto
Altre informazioni
Cod. postale57020
Prefisso0565
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT049019
Cod. catastaleI454
TargaLI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona D, 1 897 GG[4]
Nome abitantisassetano, sassetani[1]
PatronoSan Rocco
Giorno festivo16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sassetta
Sassetta
Sassetta – Mappa
Sassetta – Mappa
Posizione del comune di Sassetta all'interno della provincia di Livorno
Sito istituzionale

Il toponimo è attestato per la prima volta nel 1115, allorché un Benedetto, signore della Sassetta fu governatore pisano a Maiorca (Jacopo Arrosti, Cronica di Pisa), e deriva probabilmente dal latino saxum, «roccia», per cui Sassetta è la «piccola roccia».

Geografia fisica

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Sassetta fu un importante castello della Repubblica Pisana, abbattuto nel 1503 dopo la conquista fiorentina. Nel 1516 furono anche esiliati gli originali Signori del luogo, i pisani Orlandi della Sassetta.
Il borgo appartenne dal XVI secolo alla famiglia di origine spagnola Ramirez de Montalvo, giunta a Firenze con la corte di Eleonora da Toledo che andò in sposa al granduca di Toscana Cosimo I de' Medici.

Sede dell'orfanotrofio israelitico di Livorno (1943-44)

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Durante la seconda guerra mondiale, Sassetta vive una pagina importante della sua storia, quando ai primi di gennaio 1943 si decide di trasferirvi l'orfanotrofio israelitico che aveva sede a Livorno in via Paoli 36, per sfuggire ai massicci bombardamenti della città.[5] A Villa Biasci, in località Il Poggio (la "casa nel bosco" come veniva chiamata), che sovrastava il paese, giungono 21 bambini (tra i 6 e i 17 anni), accompagnati da quattro educatori.[6] I ragazzi e i loro accompagnatori sono ben accolti e integrati in paese. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana nel settembre 1943, lo status dei ragazzi si trasforma di fatto in quello di internati. Il 21 dicembre sono loro sequestrate tutte le masserizie (che sono però lasciate in uso all’Orfanotrofio). La loro vita non subisce apparenti cambiamenti, tanto che all'arrivo dei primi soldati tedeschi il 14 gennaio 1944 è uno dei piccoli orfani, di origine tedesca, Sigfrido Libson, a fungere da interprete tra le truppe di occupazione e la popolazione locale. La situazione precipita però ai primi di aprile 1944.[7] Il 1 aprile l'insegnante Liliana Archivolti viene arrestata nel comune limitrofo di Monteverdi Marittimo. Pochi giorni dopo, su ordine delle autorità tedesche, i carabinieri si presentano alla Villa per ordinarne lo sgombero. I bambini sono caricati su un camion e condotti a Vada, da dove sarebbero dovuti partire in treno per il campo di Fossoli, preludio alla deportazione in Germania. I ragazzi sono già sul treno quando un provvidenziale attacco aereo ne impedisce la partenza. Il parroco di Vada, don Antonio Vellutini, accorso in loro aiuto, trova per loro un ricovero provvisorio presso il Bar Impero onde poi accoglierli presso famiglie locali. Dopo qualche giorno i ragazzi vengono trasferiti - sempre su camion - nelle aule della Scuola "Carducci" ad Ardenza, una frazione a sud della città di Livorno. Qui rimasero per circa una settimana.[8] A questo punto dei ragazzi ne sono rimasti solo una decina: alcuni - i più grandi - sono scappati; altri - di famiglia "mista" - sono riconsegnati ai loro parenti "ariani". Quando però si presenta alla scuola la madre ebrea del piccolo Benito Attal essi vengono entrambi arrestati; assieme a Liliana Archivolti saranno deportati 16 maggio ad Auschwitz, dove troveranno tutti la morte.[9] Intanto, su insistenza di don Vellutini, i ragazzi rimasti assieme alla direttrice Coen sono riaccompagnati dagli stessi carabinieri a Sassetta e qui affidati al parroco don Carlo Bartolozzi. Provvisoriamente sistemati nella soffitta e poi nella cantina della stessa villa Biasci, i ragazzi sono poi ospitati nei giorni del passaggio del fronte dallo stesso parroco, fino alla Liberazione del paese il 27 giugno 1944 ad opera di truppe giapponesi-americane.[10]

Simboli

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Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 18 ottobre 1973.[11]

«Di rosso, alla torre d'argento, torricellata di un pezzo del medesimo, aperta a metà del campo, murata di nero e merlata alla ghibellina. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma rappresenta la storica torre costruita dagli Orlandi di Pisa nel XIV secolo.

Il gonfalone è un drappo troncato di rosso e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

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A sud, verso il fiume Cornia, si estende un percorso del trekking in un'area boschiva di notevole interesse naturalistico, che comprende il monte Calvi a est e le colline di Castagneto Carducci a nord.

Nel comune di Sassetta, nell'ambito del sistema dei Parchi della Val di Cornia, è stato creato il Parco forestale di Poggio Neri e il Museo del Bosco.
Sulla cima del monte Bufalaio, nei pressi di una piccola cava, è presente una parete rocciosa, con un crepaccio largo circa un metro che scende a picco per una trentina di metri: si tratta di siti di interesse speleologico. Nelle vicinanze del nuovo acquedotto, lungo il corso del fosso dei mulini, ci sono i ruderi di un vecchio mulino.

Società

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Evoluzione demografica

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Negli ultimi settanta anni, a partire dal 1951, la popolazione residente è diminuita del 60 %.

Abitanti censiti[12]

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 la popolazione di Sassetta è per circa l'84,29% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 74 persone, il 15,71% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente[13] erano:

  1. Bosnia ed Erzegovina, 22 – 4,67%
  2. Macedonia del Nord, 13 – 2,76%

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 luglio 1985 2 giugno 1990 Saverio Baldassarri Partito Comunista Italiano Sindaco [14]
2 giugno 1990 24 aprile 1995 Saverio Baldassarri - Sindaco [14]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Saverio Baldassarri centro-sinistra Sindaco [14]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Rodolfo Anselmi centro-sinistra Sindaco [14]
14 giugno 2004 9 dicembre 2006 Fausto Lorenzelli lista civica Sindaco [14]
29 maggio 2007 7 maggio 2012 Luciano Cencioni Democratici di Sinistra Sindaco [14]
7 maggio 2012 12 giugno 2017 Luciano Cencioni Sindaco [14]
12 giugno 2017 13 giugno 2022 Alessandro Scalzini lista civica di centro-sinistra Sassetta democratica[15] Sindaco [14]
13 giugno 2022 in carica Alessandro Guarguaglini lista civica di centro-sinistra Sassetta democratica Sindaco [14]
  1. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p. 525.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 3 ottobre 2023. URL consultato il 7 ottobre 2023.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Valeria Galimi, "Arresti nel Pisano", in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI (Roma: Carocci, 2007), pp. 204, 230-231, 376.
  6. ^ Giancarlo Cremisi, Silvano Tacconi, Elvio Millul, David Baruch, Sigfrido Libson, Romano Spizzichino, Armando Acco, Giacomo Baruch, Giuseppe Sitri, Guido Della Torre, Giuseppe Finzi, Leone Carmi, Benito Attal, Ugo Bassano, Beniamino Gabai, Elio Fornai, Ines Cecchi, Laura Gerstenfeld, Luciana Bassano, Marco Finzi, Tina Giaconi: questi i nomi dei 21 bambini. Assieme a loro erano la direttrice Olga Coen, le inservienti Palmira Finzi e Stefania Molinari e la maestra Liliana Archivolti. Cfr. Andrea Rocchi, "Gli orfani ebrei sopravvissuti all'orrore della guerra", Il Tirreno (12 gennaio 2015).
  7. ^ Paola Lemmi, “Finché non sono venuti a prenderci”: le vicende dell'Orfanotrofio Israelitico di Livorno durante la seconda guerra mondiale, Regione Toscana, 2005.
  8. ^ "Sassetta, così furono salvati tanti piccoli ebrei", Toscana Oggi, 1 febbraio 2005.
  9. ^ "Pietra su pietra. Storie d’inciampo", Toscana Novecento.
  10. ^ 27 giugno 1944: strani americani a Sassetta, I QUADERNI DEL CIRCOLO. Pubblicazioni del Circolo Culturale "E.Agostini", Sassetta.
  11. ^ Sassetta, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 17 luglio 2023.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  13. ^ Dati Istat stranieri 2018, su demo.istat.it. URL consultato il 7 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2017).
  14. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
  15. ^ https://www.quinewsvaldicornia.it/amp/sassetta-sindaco-alessandro-scalzini.htm

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN155093898 · LCCN (ENno99033876 · BNF (FRcb123558294 (data) · J9U (ENHE987007494129305171
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