Quinto Giunio Bleso (console 28)
Quinto Giunio Bleso (in latino Quintus Iunius Blaesus; ... – 36) è stato un politico e militare romano.
Quinto Giunio Bleso | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Quintus Iunius Blaesus |
Morte | 36 |
Consorte | Domizia maggiore |
Gens | Giunia |
Padre | Quinto Giunio Bleso |
Tribuno militare | 14 in Pannonia |
Consolato | 28 (suffectus) |
Origini familiari
modificaBleso era il figlio di Quinto Giunio Bleso, un homo novus, proveniente da una famiglia non nobile.[1] Sappiamo che era cugino materno di Seiano, prefetto del pretorio sotto Tiberio, attraverso la sorella del padre Giunia, moglie prima di Quinto Elio Tuberone e poi di Lucio Seio Strabone (padre di Seiano).[2] Aveva certamente un fratello, di cui però nulla è noto, se non il suicidio contemporaneo nel 36[3].
Biografia
modificaNel 14, anno in cui morì Augusto, Bleso si trovava in Pannonia come tribuno militare insieme al padre,[4] legato a capo delle legioni VIII Augusta, VIIII Hispana e XV Apollinaris;[5] queste legioni, dopo la morte dell'imperatore, si ribellarono al nuovo Principe, istigate da un certo Percennio.[6] Quando il padre di Bleso venne a sapere dell'intenzione dei suoi soldati riuscì a calmarli con i suoi discorsi, ma questi volevano comunque che le loro richieste venissero accordate da Tiberio.[4] Allora la parola dei legionari venne portata a Roma proprio dal figlio del legato.[4] Tiberio venne quindi a sapere della rivolta e decise allora di inviare il figlio Druso minore che riuscì a mettere fine alle insurrezioni uccidendo i sobillatori.[7]
Nel 21 il padre di Bleso diventò proconsole d'Africa,[8] mentre era in corso la rivolta di Tacfarinas.[9] Bleso lo seguì, anche questa volta come tribuno.[10] Il padre di Bleso, per sconfiggere l'esercito di Tacfarinas, organizzò una nuova tattica militare: poiché i ribelli non volevano una battaglia ma facevano scorribande in tutti i territori romani, l'esercito venne diviso in tre parti, una comandata dal proconsole, una dal figlio e l'altra dal tribuno Publio Cornelio Lentulo Scipione.[10] In questo modo il romani respinsero sempre di più le forze avversarie e, catturato il fratello di Tacfarinas, Tiberio decise di concedere al padre di Bleso l'onore di essere chiamato imperator.[10]
Bleso sposò Domizia maggiore, figlia di Lucio Domizio Enobarbo e Antonia maggiore, dalla quale ebbe un figlio ucciso nel 69 da Vitellio.[11] Nel 28 Bleso diventò console suffectus[12] e nel 31 Seiano, che aveva aiutato la sua famiglia, cadde e venne condannato a morte; in quello stesso anno il padre di Bleso, colpevole di essere stato un amico del rinnegato perfetto del pretorio decise di uccidersi, per non incorrere nella furia del Principe.[13] Sia Bleso che il fratello, poiché temevano anche loro di incappare nella vendetta di Tiberio, che li stava spogliando di ogni onore dopo la morte di Seiano e del padre, si suicidarono nel 36.[3]
Note
modifica- ^ Syme 1989, pag. 100-101.
- ^ Tacito, Annales, III, 35; Gardner 1998, pag. 135; Syme 1989, pag. 304.
- ^ a b Tacito, Annales, VI, 40.
- ^ a b c Tacito, Annales, I, 19.
- ^ Cassio Dione, LVII, 4.
- ^ Tacito, Annales, I, 16.
- ^ Tacito, Annales, I, 29-30.
- ^ Tacito, Annales, III, 35.
- ^ Tacito, Annales, III, 32.
- ^ a b c Tacito, Annales, III, 74.
- ^ Lightman 2008, pag. 104; Syme 1989, pag. 163.
- ^ AE 1987, 163.
- ^ Tacito, Annales, V, 7.
Bibliografia
modifica- Fonti primarie
- (GRC) Cassio Dione, Historia Romana. ((EN) Roman History — traduzione in inglese su LacusCurtius).
- Tacito, Annales.
- Fonti storiografiche moderne
- Jane F. Gardner, Family and Familia in Roman Law and Life, Clarendon Press, 1998, ISBN 978-0-19-158453-4.
- Marjorie Lightman, Benjamin Lightman, A to Z of Ancient Greek and Roman Women, Infobase Publishing, 2008, ISBN 978-1-4381-0794-3.
- Robin Seager, Tiberius, John Wiley & Sons, 2008, ISBN 978-0-470-77541-7.
- Ronald Syme, Augustan Aristocracy, Clarendon Press, 1989, ISBN 978-0-19-814731-2.