Olimpia Ludovisi

principessa sovrana di Piombino

Olimpia Ludovisi (Piombino, 1656Roma, 27 novembre 1700) è stata una nobildonna italiana.

Olimpia Ludovisi
Principessa di Piombino
Stemma
Stemma
In carica9 marzo 1700 - 27 novembre 1700
PredecessoreNiccolò II Ludovisi
SuccessoreIppolita Ludovisi
NascitaPiombino, 1656
MorteRoma, 27 novembre 1700
SepolturaChiesa di Santa Maria Annunziata a Tor de' Specchi, Roma
DinastiaLudovisi
PadreNiccolò I Ludovisi
MadreCostanza Pamphili
ReligioneCattolicesimo

Biografia

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Ippolita Ludovisi e Principato di Piombino.
 
La chiesa di Tor de' Specchi (Roma)
dove Olimpia visse e fu sepolta

Figlia del principe di Piombino Niccolò I Ludovisi e della terza moglie Costanza Pamphili, nonché nipote e omonima della famosa donna Olimpia, Olimpia apparteneva a due grandi famiglie: era congiunta dei pontefici Innocenzo X e Gregorio XV, di Orazio Ludovisi e Olimpia Aldobrandini[1].

Pur in possesso di un forte temperamento, adatto a governare, nel 1666 fu avviata alla alla vita religiosa nell'ordine delle oblate di Santa Francesca Romana della chiesa di Santa Maria Annunziata a Tor de' Specchi in Roma, dove vivrà per 34 anni: scelse il nome di Suor Anna Maria, senza dimenticare, però, il proprio posto in linea di successione al trono del principato di Piombino.[2]

Morti in rapida successione il fratello Giovan Battista (r. 1664-1699) e il di lui infante erede, Niccolò II (r. 1698-1700)[3], il 17 gennaio 1700 Olimpia, malgrado la condizione monacale, succedette legittimamente come principessa regnante di Piombino; il 9 marzo 1700 ottenne la subinfeudazione del piccolo Stato, facendosi rappresentare dal governatore generale don Dionisio De Costa nella formale presa di possesso e durante il rito di giuramento agli Anziani piombinesi.

La principessa fu duramente ostacolata dalle recriminazioni dei Gambacorti di Limatola, discendenti collaterali in linea maschile dai vecchi signori di Piombino, nonché dalla sorella minore Ippolita, che contrastò con ogni mezzo, anche legale.

La monaca Sua Altezza Serenissima ebbe comunque la meglio e continuò a governare il suo principato dalla clausura della chiesa romana di Tor de' Specchi, dove tuttavia morì il 27 novembre 1700, dopo un regno di soli otto mesi e diciotto giorni.[4]

Il 27 gennaio 1701 la sorella minore Ippolita e suo marito Gregorio Boncompagni, duca di Sora, presero possesso del feudo; la loro posterità lo amministrerà fino al 1805.[5]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Pompeo Ludovisi, conte di Samoggia Ludovico Ludovisi  
 
Bernardina Sassoni  
Orazio Ludovisi, I duca di Fiano  
Camilla Bianchini Alessandro Bianchini, patrizio bolognese  
 
Ippolita Legnani  
Niccolò I Ludovisi, IV principe di Piombino  
Fabio Albergati, patrizio bolognese Filippo Albergati  
 
Giulia Bargellini  
Lavinia Albergati  
Flaminia Bentivoglio Antonio Bentivoglio, conte palatino  
 
Alessandra Desideri  
Olimpia Ludovisi, VII principessa di Piombino  
Camillo Pamphili Pamphilio Pamphili  
 
Orazia Mattei  
Pamphilio Pamphili  
Flaminia Cancellieri del Bufalo Fulvio Cancellieri del Bufalo  
 
Antonia Serlupi  
Costanza Pamphili  
Sforza Maidalchini Andrea Maidalchini  
 
Pacifica Feliziani  
Olimpia Maidalchini, principessa di San Martino al Cimino  
Vittoria Gualtiero Giulio Gualtiero  
 
Giulia Gherardi  
 
  1. ^ Carrara, pp. 46-47
  2. ^ Cappelletti, p. 87
  3. ^ Carrara, p. 47
  4. ^ Cappelletti, p. 90
  5. ^ Carrara, p. 50

Bibliografia

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  • L. Cappelletti, Storia della città e dello Stato di Piombino, Livorno 1997.
  • M. Carrara, Signori e Principi di Piombino, Pontedera 1997.

Voci correlate

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