Obizzo III d'Este

marchese di Ferrara e signore di Modena e Parma

Obizzo III d'Este (14 luglio 129420 marzo 1352) è stato un politico italiano, marchese d'Este e signore di Ferrara dal 1317 al 1352, di Modena dal 1336 al 1352 e di Parma dal 1344 al 1346[5].

Obizzo III d'Este
Obizzo III d'Este in una miniatura
Consignore, poi signore, di Ferrara
Stemma
Stemma
In carica1317 –
1352 (dal 1344 signore unico)
PredecessoreAldobrandino II
SuccessoreAldobrandino III
Signore di Modena
In carica1336 –
1352
PredecessoreObizzo II
SuccessoreAldobrandino III
Signore di Parma
In carica1344 –
1346
PredecessoreAzzo da Correggio
SuccessoreLuchino Visconti
Nascita14 luglio 1294
Morte20 marzo 1352 (57 anni)
Casa realeEste
PadreAldobrandino II
MadreAlda Rangoni
ConiugiGiacoma Pepoli[1][2][3][4]
Lippa Ariosti
FigliViolante
Beatrice
Alda
Rinaldo
Aldobrandino
Elisa
Niccolò
Azzo
Folco
Costanza
Ugo
Alberto
Rinaldo (ill.)
Giovanni (ill.)
ReligioneCattolicesimo

Biografia

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Infanzia

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Aldobrandino II d'Este in una miniatura
 
Jacopa Pepoli

Figlio di Aldobrandino II e di Alda Rangoni. Aveva una sorella: Elisa, morta a Ferrara nel 1329, già moglie di Rinaldo dei Bonacolsi, ultimo Signore di Mantova della sua casata, spodestato e ucciso coi propri figli dai Gonzaga l'anno prima.

Aveva inoltre due fratelli maschi, Rinaldo e Nicolò, con i quali condivise i titoli fino alla morte rispettiva.

Signore di Ferrara, Modena e Parma

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Obizzo e Nicolò ottennero da Manfredo I Pio, nel 1336, il dominio sulla città di Modena in cambio di Carpi e San Marino.

Nel 1339 appoggiò Azzone Visconti contro il tentativo di Lodrisio Visconti di usurpare la Signoria di Milano, una truppa di militari da aggregare alle milizie ambrosiane, che uscirono vittoriose nella Battaglia di Parabiago del 21 febbraio 1339.

Il vicariato di Ferrara fu concesso ad Obizzo ed alla sua discendenza nel 1344 da papa Clemente VI. Il pontefice inviò a tal fine a Ferrara il vescovo Beltramino Parravicini, e per la stipulazione dell'investitura si pattuì un canone annuale molto elevato. Tale riconciliazione col papa fu quindi ottenuta a caro prezzo, ma questa permise agli Estensi di riprendere in pochi anni il controllo della città ferrarese[5][6]. L'investitura fu formalizzata assieme ad altre Bolle favorevoli agli Estensi, con le quali si concedeva loro la nomina dei Canonici in tutte le collegiate di Ferrara, la sanatoria di tutti i contratti stipulatisi in Ferrara e distretto al tempo della scomunica e l'annullamento di tutti i processi celebrati contro gli estensi da Ludovico il Bavaro.

Ottenuto quindi il pieno governo di Ferrara, ormai morti i fratelli (Rinaldo nel 1335 e Nicolò nel 1344), divenne alla fine l'unico signore della città.

Sempre nel 1344 espanse i suoi domini verso Parma, che acquistò dai Correggeschi[7].

Tentò in varie occasioni di conquistare la città di Reggio Emilia ma non riuscì nell'impresa.

Morì il 20 marzo 1352, quando aveva 58 anni, amato e stimato. Al suo funerale, celebrato nella chiesa di San Francesco, partecipò tutta la corte estense, tre vescovi e quattro abati. Gli succedette il figlio Aldobrandino III, di soli 17 anni[8].

Discendenza

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Obizzo sposò nel maggio 1317 Jacopa Pepoli (morta il 3 marzo 1341), da cui ebbe[9]:

Alla morte di questa si unì alla sua amante Lippa Ariosti e la sposò, forse prima della morte di lei, al fine di ulteriormente legittimare i figli, già tutti resi legittimi da una Bolla pontificia nel febbraio 1346:[5][10]

Ebbe anche due figli naturali:

  • Rinaldo (?-1347)
  • Giovanni (?-1389)

Riconoscimenti

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Ludovico Ariosto rese omaggio a questo importante antenato della casata estense con una prima opera, l'Obizzeide, che iniziò a comporre dal 1503 ma interruppe nel 1504. Nel suo poema più noto, l'Orlando furioso, lo ricordò definendolo uno degli «spiriti magni» degli Este.[5]

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Rinaldo I d'Este Azzo VII d'Este  
 
Giovanna  
Obizzo II d'Este  
 
 
 
Aldobrandino II d'Este  
 
 
 
Jacopina Fieschi  
 
 
 
Obizzo III d'Este  
 
 
 
Tobia Rangoni  
 
 
 
Alda Rangoni  
 
 
 
Caracosa di Ugolino Lupi  
 
 
 
 
  1. ^ Luciano Chiappini, p. 78.
  2. ^ Giacoma Pepoli, su geneee.org. URL consultato il 24 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2020).
  3. ^ Rivista, Volume 11 Di Collegio araldico, su books.google.it. URL consultato il 24 marzo 2020.
  4. ^ Eugenio Gamurrini, Istoria geneaologica delle famiglie nobili Toscane, et Umbre, su books.google.it. URL consultato il 24 marzo 2020.
  5. ^ a b c d C.M.Goldoni, p.69.
  6. ^ C.Bassi 2, p.43.
  7. ^ Girolamo Tiraboschi, Memorie storiche modenesi col codice diplomatico illustrato con note dal cavaliere abate Girolamo Tiraboschi ... Tomo 1. [-5. ed ultimo], Volume 5, su books.google.it, Società Tipografica, 1795. URL consultato il 25 febbraio 2016.
  8. ^ G.Gruppioni 2, p.43.
  9. ^ Anna Francioni, Le donne di casa Malatesti. Volume 1, B.Ghigi, 2005, pp.311 e sgg. Maternità incerta
  10. ^ Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. D'Este, Torino, 1835.

Bibliografia

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  • Carlo Bassi, Breve ma veridica storia di Ferrara, Ferrara, 2G Libri, 2015, ISBN 88-89248-06-8.
  • Luciano Chiappini, Gli estensi. Storia di mille anni, Ferrara, Corbo Editore, 2001, ISBN 9788882690298.
  • Claudio Maria Goldoni, Atlante estense - Mille anni nella storia d'Europa - Gli Estensi a Ferrara, Modena, Reggio, Garfagnana e Massa Carrara, Modena, Edizioni Artestampa, 2011, ISBN 978-88-6462-005-3.
  • Graziano Gruppioni, LA NOSTRA STORIA Storie di storia ferrarese, in Documenti per la storia di Ferrara 2, Ferrara, 2G Editrice, 2010, ISBN 978-88-89248-19-5.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. D'Este, Torino, 1835, ISBN non esistente.

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Collegamenti esterni

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