Muhammad VI del Marocco

attuale re del Marocco
(Reindirizzamento da Mohammed VI (Marocco))

Muhammad VI del Marocco (in arabo محمد السادس?, Muḥammad al-Sādis; in berbero ⵎⵓⵃⵎⵎⴷ ⵡⵉⵙⵙ ⵚⴹⵉⵚ, Muḥmmd wiss ṣḍiṣ; Rabat, 21 agosto 1963) è l'attuale re del Marocco.

Muhammad VI del Marocco
Re del Marocco
Stemma
Stemma
In caricadal 30 luglio 1999
(25 anni e 97 giorni)
PredecessoreHasan II
EredeHassan
Nome completoarabo: محمد السادس
berbero: ⵎⵓⵃⵎⵎⴷ ⵡⵉⵙⵙ ⵚⴹⵉⵚ
TrattamentoSua Maestà
NascitaRabat, Marocco, 21 agosto 1963 (61 anni)
Casa realeAlawide
PadreHasan II del Marocco
MadreLatifa Amahzoune
ConsorteSalma Benanni
FigliHassan
Khadija
ReligioneSunnismo

Il sovrano è appartenente alla dinastia alawide ed è salito al trono il 30 luglio 1999, succedendo a suo padre, il Re Hassan II. Ha un fratello minore, il principe Mulay Rachid, e 3 sorelle: Lalla Meryem, Lalla Asma e Lalla Hasna.[1]

È reputato un "modernizzatore"[2] per le numerose politiche atte a emancipare la nazione dall'ipoteca religiosa, soprattutto nel campo del diritto familiare. Nel 2022 il suo patrimonio personale è stato stimato in circa 8,2 miliardi di dollari.[3]

Biografia

modifica

Infanzia e formazione

modifica
 
Mohammed VI nel 2004

Muhammad VI è nato a Rabat il 21 agosto 1963, primogenito del re Hasan II e della sua seconda moglie Lalla Latifa Hammou, di origini berbere. A quattro anni di età, ha incominciato a frequentare per volontà di suo padre la scuola coranica del Palazzo reale.

Muhammad VI è laureato in giurisprudenza all'Università Mohammed V di Rabat, nel 1985. Ha poi conseguito il dottorato all'Università di Nizza-Sophia Antipolis con una dissertazione dal titolo "Cooperazione tra la Comunità Europea e il Maghreb". Già a partire dagli anni settanta aveva cominciato a sostituire suo padre nei viaggi ufficiali all'estero in qualità di principe ereditario, partecipando a diverse riunioni e conferenze nazionali e internazionali.

Muhammad VI è salito al trono il 23 luglio 1999, poco dopo la morte del padre Hasan. Il 22 giugno 2000 ha ricevuto il dottorato honoris causa dalla George Washington University.

Nel suo regno Muhammad VI è rimasto fedele a una linea politica più moderata rispetto a quella di suo padre. Immediatamente dopo la sua incoronazione ha tenuto un discorso televisivo in cui ha promesso di adoperarsi per combattere i problemi che affliggono il suo paese, come la povertà e la corruzione. Del pari ha garantito di voler migliorare la situazione economica e quella dei diritti umani. Successivamente ha quindi decretato la fine del regime poliziesco ereditato dal padre. Politicamente ha aperto al dialogo con l'opposizione, liberando numerosi prigionieri politici e richiamando dall'esilio diversi dissidenti politici.

Il 30 luglio 2001 Muhammad VI, nel discorso alla nazione, ha sottolineato il carattere plurale dell'identità nazionale marocchina e ha annunciato la creazione dell'Istituto Reale per la Cultura Amazigh, incaricato della salvaguardia e della promozione della lingua e della cultura amazigh. La modernità di Muhammad VI gli ha provocato contrasti con le forze conservatrici del paese, ma ciò non gli ha impedito nel 2004 di introdurre una riforma liberale del diritto di famiglia, la "Mudawwana", che garantisce maggiori diritti alle donne.

Rimane tuttora irrisolta la questione del Sahara Occidentale, il cui territorio è occupato dal Marocco e rivendicato dal Fronte Polisario. Attualmente è presente nel territorio la missione MINURSO, che mantiene un cessate il fuoco tra il Fronte Polisario e il Marocco raggiunto nel 1991. Muhammad VI ha decretato la creazione del CORCAS, un consiglio composto da 140 membri che è responsabile per la negoziazione con il Fronte Polisario e lo sviluppo economico e sociale del Sahara Occidentale. In risposta agli appelli del Consiglio di Sicurezza ONU alle parti per porre fine alla situazione di stallo politico, il Marocco ha presentato l’11 aprile 2007 al Segretario Generale l’"iniziativa marocchina di negoziazione di uno status d’autonomia per la regione del Sahara",[4] considerata dagli osservatori internazionali il miglior compromesso accettabile per la soluzione di questo conflitto[5]. L'ONU ha suggerito alle parti di entrare in negoziati diretti e incondizionati sul tema.[6]

Le proteste del 2011-2012 hanno espresso l'insofferenza crescente nei confronti del potere monarchico e il desiderio di riforme costituzionali che aumentino il potere delle istituzioni elette (Parlamento e governo) rispetto a quello del re. Muhammad VI, intercettando il malcontento sociale, ha promosso nel 2011 un referendum costituzionale, a seguito del quale è tenuto a indicare come primo ministro il leader del partito di maggioranza relativa.

Nel 2023 ha decretato un piano trentennale di contrasto alla siccità, incrementando i finanziamenti per migliorare le reti idriche nazionali per uso domestico e agricolo e salvaguardare l'approvvigionamento idrico dai cambiamenti climatici.[7] Il piano prevede di aumentare la capacità di stoccaggio a 6,6 miliardi di metri cubi di acqua dolce, attraverso la costruzione di nuove dighe e la transizione verso fonti idriche non convenzionali come l'acqua di mare desalinizzata.[7]

Politica estera

modifica
 
Mohammed VI incontra George Bush nello Studio Ovale il 23 aprile 2002
 
Incontro tra Mohammed VI e Vladimir Putin al Cremlino il 15 marzo 2016

Dall'ottobre 2000 il Marocco ha interrotto le relazioni diplomatiche con Israele per ribadire il suo fermo sostegno alla Palestina. Nel marzo 2003 il Marocco si è espresso contro l'intervento anglo-americano in Iraq, segnando in questo modo un momentaneo raffreddamento nelle relazioni con i suoi tradizionali alleati occidentali. Muhammad VI si è schierato apertamente contro il fondamentalismo islamico, specialmente dopo gli attentati di Casablanca del 16 maggio 2003. Proprio l'attuazione di attente politiche di contrasto al terrorismo da parte del governo ha reso il Marocco il più sicuro tra i paesi del Nordafrica, sommato alla solida collaborazione dei servizi segreti marocchini con quelli europei sul fronte dell'antiterrorismo.[8]

Solidi sono i rapporti con gli Stati Uniti e la Francia, mentre quelli con la Spagna sono occasionalmente tesi, a causa degli ultimi possedimenti spagnoli in territorio marocchino lungo la costa mediterranea e di tematiche legate all'immigrazione e alla pesca; i due stati hanno inoltre sfiorato lo scontro armato nel luglio 2002 per il possesso dell'isolotto di Perejil. Parallelamente, sono in forte sviluppo anche i rapporti con la Russia[9] e la Cina.[10]

Nel Maghreb sono rimasti tesi i rapporti con l'Algeria (sempre per via del nodo irrisolto del Sahara Occidentale, essendo l'Algeria il principale sostenitore del Fronte Polisario), mentre più positivi sono i rapporti con la Tunisia.

Il sovrano si è speso nella rinnovata edificazione di buoni rapporti con gli altri Stati africani, con frequenti visite ufficiali e la firma di diversi accordi, arrivando a riammettere il Marocco all'interno dell'Unione africana il 30 gennaio 2017, organizzazione (che precedentemente aveva il nome di Organizzazione dell'unità africana) da cui il suo paese si era ritirato il 12 novembre 1984 a seguito del riconoscimento dell'indipendenza della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (autoproclamata dal Fronte Polisario) e della sua entrata nell'Organizzazione[11][12].

Affari e ricchezza

modifica

Muhammad VI è il principale uomo d'affari e banchiere del Marocco[13] e la famiglia reale ha una delle più grandi fortune al mondo.[14] Insieme, detengono le quote di maggioranza della holding Al Mada, precedentemente denominata Société Nationale d'Investissement (SNI), che era originariamente di proprietà statale, ma è stata fusa nel 2013 con Omnium Nord Africain (Gruppo ONA), per formare un'unica holding che è stata tolta dalla Borsa di Casablanca, con conseguente ristrutturazione per un equivalente di 50 miliardi di Dirham Marketcap (circa 6 miliardi di dollari USA).[15]

Al Mada ha un portafoglio diversificato composto da molte importanti attività in Marocco, operanti in vari settori, tra cui Attijariwafa Bank (bancario), Managem (minerario), Onapar, SOMED (turismo/immobiliare e distributore esclusivo di Maserati), Wafa Assurance (assicurazioni), Marjane (catena di ipermercati), Wana-Inwi (telecomunicazioni), SONASID (siderurgia), Lafarge Maroc, Sopriam (distributore esclusivo Peugeot-Citroën in Marocco), Renault Maroc (distributore esclusivo Renault in Marocco) e Nareva (energia).[16][17]

SNI e ONA possedevano entrambe partecipazioni in Brasseries du Maroc, il più grande produttore di bevande alcoliche e distributore di marchi come Heineken nel paese.[18] Nel marzo 2018 la SNI ha adottato il nome attuale, Al Mada.[19][20]

Muhammad VI è anche un importante produttore agricolo e proprietario terriero in Marocco, dove l'agricoltura è esentata dalle tasse.[16] La sua holding personale SIGER ha partecipazioni nel grande gruppo agricolo "Les domaines agricoles" (originariamente chiamato "Les domaines royaux", ora comunemente noto come "Les domaines"), fondato da Hassan II.[16] Nel 2008 Telquel ha stimato che "Les domaines" ha avuto un fatturato di 157 milioni di dollari, con 170.000 tonnellate di agrumi esportati in quell'anno;[16] secondo la stessa rivista, la società possiede ufficialmente 12.000 ettari di terreni agricoli.[16] "Chergui", produttore di prodotti lattiero-caseari, è il marchio più riconoscibile del gruppo.[16] Tra il 1994 e il 2004 il gruppo è stato gestito dal cognato di Muhammad VI, Khalid Benharbit, marito della principessa Lalla Hasna.[16] "Les domaines" possiede anche il "Royal Golf de Marrakech", che originariamente apparteneva a Thami El Glaoui.[16]

Secondo Forbes, il budget operativo giornaliero del suo palazzo è di 960.000 dollari, che viene pagato dallo stato marocchino;[21] gran parte è dovuto alle spese di personale, vestiti e riparazioni auto.[14]

Nel 2012 il 20,7% di 2M (un canale televisivo satellitare pubblico) è di proprietà di Muhammad VI, mentre circa il 68% è controllato dal governo marocchino.[22]

Vita privata

modifica

Il 21 marzo 2002 Muhammad VI ha sposato l'informatica Salma Bennani, originaria di Fès, che con le nozze è diventata principessa (per la prima volta nella storia della monarchia alawide) col nome di Lalla Salma. L'8 maggio 2003 la principessa ha dato alla luce il primogenito della coppia, il principe ereditario Moulay Hassan. Il 28 febbraio 2007 è nata la principessa Lalla Khadija, secondogenita della coppia reale.

Ascendenza

modifica
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Sultano Yusuf del Marocco Sultano Hasan I del Marocco  
 
Lalla Ruqiya  
Re Mohammed V del Marocco  
Lalla Yaqut  
 
 
Re Hasan II del Marocco  
Moulay Mohammed bin Hassan Sultano Hasan I del Marocco *  
 
 
Lalla Abla bint Mohammed al-Tahar  
 
 
 
Re Mohammed VI del Marocco  
Mouha ou Hammou Zayani Mouha ou Aqqa  
 
 
Hassan ould Mouha ou Hammou Zayani  
Hennou  
 
 
Lalla Latifa Hammou  
 
 
 
 
 
 
 
 

Onorificenze

modifica

Onorificenze marocchine

modifica

Onorificenze straniere

modifica
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 18 marzo 1997[26]
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 11 aprile 2000[27]
— 25 ottobre 2002
  1. ^ Royal Ark.
  2. ^ Sergio Romano, 14/5/2009.
  3. ^ Meet the 10 richest billionaire royals in the world right now, su travel365.it.
  4. ^ Nuovo piano marocchino per l'autonomia del Sahara Occidentale, su unipd-centrodirittiumani.it. URL consultato il 1º settembre 2024.
  5. ^ Sahara Occidentale: piace all’Onu la strategia del Marocco, su notiziegeopolitiche.net, 19 maggio 2017. URL consultato il 1º settembre 2024.
  6. ^ Report of the Secretary-General on the situation concerning Western Sahara (13 April 2007) (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2009).(ped). UN Security Council.
  7. ^ a b Siccità, il re del Marocco accorda aumento fondi statali - Cronaca, su Agenzia ANSA, 11 maggio 2023. URL consultato l'11 maggio 2023.
  8. ^ Il miracolo del Marocco sotto re Mohammed VI: cresce e resiste alla Jihad.
  9. ^ Russia. Re Mohammed VI del Marocco in visita ufficiale, su notiziegeopolitiche.net, 13 marzo 2016. URL consultato il 1º settembre 2024.
  10. ^ Mohammed VI del Marocco a Pechino firma accordi di partenariato, su notiziegeopolitiche.net, 14 maggio 2016. URL consultato il 1º settembre 2024.
  11. ^ Dopo 33 anni il Marocco torna nell’Unione Africana, su NenaNews, 31 gennaio 2017. URL consultato il 1º settembre 2024.
  12. ^ Notizie da paura: Presentato il V° Rapporto Carta di Roma, su Nigrizia, 11 dicembre 2017. URL consultato il 1º settembre 2024.
  13. ^ (EN) MOROCCAN ROYAL FAMILY HOLDING ONA FIRES CEO, in Consulate Casablanca, 24 aprile 2008. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2013).
  14. ^ a b (EN) Devon Pendleton e Tatiana Serafin, In Pictures: The World's Richest Royals, in Forbes, 30 agosto 2007.
  15. ^ (FR) Fahd Iraqi e Mehdi Michbal, SNO - Le nouveau visage du business royal, in Telquel, 14 giugno 2013. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2013).
  16. ^ a b c d e f g h (FR) Fédoua Tounassi, Enquête. Les jardins du roi, in Telquel, 12 dicembre 2008. URL consultato il 18 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2013).
  17. ^ (FR) Ahmed Reda Benchemsi e Fahd Iraqi, Le Businessman (PDF), in TelQuel, 18 luglio 2009. URL consultato il 18 novembre 2013 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2013).
  18. ^ (FR) Nouaim SQALLI, Bourse: Les filiales de l'ONA boostent le marché de blocs, in l'Economiste, 3 gennaio 2006. URL consultato il 18 novembre 2013.
  19. ^ (FR) SNI devient Al Mada, et nourrit des ambitions panafricaines, in Telquel, 28 marzo 2018. URL consultato il 3 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2018).
  20. ^ (FR) La holding royale SNI change de nom et devient Al Mada, in Le Desk, 28 marzo 2018. URL consultato il 3 agosto 2022.
  21. ^ (FR) Ahmed Benseddik, Benkirane a bien augmenté le budget royal de " Sidna ", in Demain Online, 12 novembre 2013. URL consultato il 15 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2013).
  22. ^ (FR) Cdvm.gov.ma (PDF). URL consultato il 1º agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2013).
  23. ^ (Wam), Morocco King honoured with Order of Zayed - Khaleej Times, su khaleejtimes.com. URL consultato il 24 novembre 2016.
  24. ^ (EN) King Mohammed VI Awarded Grand Cross of the Order of La Pleiade, in Morocco World News, 25 maggio 2017. URL consultato il 12 settembre 2017.
  25. ^ (EN) Guinean Pres. offers official dinner in honor of HM the King, su mapnews.ma, 4 marzo 2014. URL consultato il 9 settembre 2021.
  26. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato..
  27. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato..
  28. ^ HM the King, Portuguese President Hold Tête-à-Tête Talks. URL consultato il 17 aprile 2018 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2018). - website of Ministry of Culture and Communication of the Kingdom of Morocco
  29. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF).
  30. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF).
  31. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF).
  32. ^ Bollettino Ufficiale di Stato.
  33. ^ Ellis Island.
  34. ^ Legion of Merit.

Bibliografia

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN1066511 · ISNI (EN0000 0001 1465 9461 · LCCN (ENn00029052 · GND (DE128508922 · BNF (FRcb125606842 (data) · J9U (ENHE987007312479505171