Il Macchi M.4 fu un idrovolante biplano a scafo centrale, multiruolo ad uso militare, biposto e monomotore in configurazione spingente, sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Aeronautica Macchi nei tardi anni dieci del XX secolo.

Macchi M.4
Un Macchi M.4 in acqua
Descrizione
Tipoidrovolante multiruolo
Equipaggio2
ProgettistaCarlo Felice Buzio
CostruttoreItalia (bandiera) Macchi
Data primo volo1917
Utilizzatore principaleItalia (bandiera) Regia Marina
Esemplari2
Sviluppato dalMacchi M.3
Dimensioni e pesi
Lunghezza9,95 m
Apertura alare16,00 m
Altezza3,22 m
Superficie alare49,0
Peso a vuoto1 100 kg
Peso carico1 700 kg
Passeggeri2
Capacità600 kg
Propulsione
Motoreun Fiat A.12bis
Potenza300 CV (221 kW)
Prestazioni
Velocità max165 km/h
Autonomia660 km
Tangenza6 000 m
Armamento
Mitragliatriciuna Lewis calibro 7,7 mm o
una Fiat Mod. 14 tipo Aviazione calibro 6,5 mm
Cannoni1 Vickers antisom
Bombe1 lancia bombe
NoteDati riferiti all'esemplare motorizzato con il Fiat A.12

Dati tratti da I velivoli Macchi dal 1912 al 1963[1]

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Costruito nel 1917 su progetto di Carlo Felice Buzio per sostituire il meno prestazionale Macchi M.3 da cui derivava[1], venne realizzato in piccolissima serie e utilizzato dai reparti aerei della Regia Marina durante la prima guerra mondiale fino al suo avvicendamento con modelli più avanzati.

Storia del progetto

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Derivato dal precedente M.3 cercò di superare in prestazioni lo stesso, viste le aumentate esigenze belliche. Esso fu costruito in due soli esemplari e rappresenta l'ultimo esponente della tecnologia costruttiva che partì dal modello Macchi L.1.

Agli inizi del 1918 venne abbandonato in favore del concettualmente più moderno Macchi M.9.[1]

Tecnica

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Esso era un biplano, biposto, monomotore costruito in legno e tela con impennaggi in acciaio rivestiti in tela, secondo la tecnologia dell'epoca. Aveva come l'M.3 due piccoli galleggianti laterali.

Venne sperimentato con due motori diversi: il Fiat A.12 da 300 CV e il F.T.[non chiaro] da 420 CV, che consentivano al velivolo velocità rispettivamente di 165 km/h e di 190 km/h; utilizzava una elica bipala in legno di tipo spingente.

Era capace di un carico utile di 600 kg di bombe; venne studiata, su uno dei due esemplari, la possibilità di montare un cannoncino Vickers antisommergibile.[1]

  1. ^ a b c d Abate e Lazzati 1963, pp. 38-9.

Bibliografia

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Collegamenti esterni

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