Isonami
L'Isonami (磯波? lett. "Onde sulla spiaggia")[4], sino al 1º agosto 1928 denominato 39-Gō kuchikukan (第39駆逐艦? lett. "cacciatorpediniere Numero 39"), è stato un cacciatorpediniere della Marina imperiale giapponese, seconda unità appartenente alla classe Fubuki. Fu varato nel novembre 1927 dal cantiere di Uraga.
Isonami | |
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Isonami, 1939 | |
Descrizione generale | |
Tipo | Cacciatorpediniere |
Classe | Fubuki |
Proprietà | Marina imperiale giapponese |
Ordine | 1926 |
Cantiere | Uraga |
Impostazione | 18 ottobre 1926 |
Varo | 24 novembre 1927 |
Completamento | 30 giugno 1928 |
Destino finale | Affondato il 9 aprile 1943 da un sommergibile a sud-est dell'isola di Wangi-wangi (Celebes sud-orientale) |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | ~ 1978 t A pieno carico: 2090 t |
Lunghezza | 118,41 m |
Larghezza | 10,36 m |
Pescaggio | 3,2 m |
Propulsione | 4 caldaie Kampon e 2 turbine a ingranaggi a vapore Kampon; 2 alberi motore con elica (50000 shp) |
Velocità | 35 nodi (66,5 km/h) |
Autonomia | 4700/5000 miglia a 15/14 nodi (8700/9200 chilometri a 28,5/26,6 km/hh) |
Equipaggio | 197 |
Armamento | |
Armamento |
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Note | |
Dati riferiti all'entrata in servizio, tratti da: [1][2][3] | |
Fonti citate nel corpo del testo | |
voci di cacciatorpediniere presenti su Wikipedia |
Appartenente alla 19ª Divisione, all'inizio del conflitto nel Pacifico operò in seno alla 2ª Flotta di scorta a vari convogli e poi, aggregato alla forza del viceammiraglio Jisaburō Ozawa, coprì gli sbarchi su Giava, su Sumatra e nelle isole Andamane. Nell'aprile 1942 rientrò in Giappone, fu revisionato e quindi, con la divisione, fu presente alla decisiva battaglia delle Midway (4-6 giugno) senza però prendervi effettivamente parte. Danneggiato piuttosto gravemente da una collisione con il gemello Uranami, rimase in cantiere un mese e quindi in autunno attese ad addestramenti con portaerei nelle acque nazionali. In ottobre fu trasferito al fronte nel Pacifico sud-occidentale, operando in difesa della portaerei Hiyo; sullo scorcio dell'anno fu quindi impegnato in varie missioni di trasporto truppe per lo più verso la Nuova Guinea. Nel 1943 attese a numerose missioni di scorta a convogli di mercantili o trasporti e fu poi trasferito alla Flotta dell'Area sud-occidentale: mentre serviva sotto questo comando, fu centrato e affondato da un sommergibile statunitense il 9 aprile, poco lontano dalla propaggine sud-orientale di Celebes.
Servizio operativo
modificaCostruzione
modificaIl cacciatorpediniere Isonami fu ordinato nell'anno fiscale edito dal governo giapponese nel 1926, inizialmente con la denominazione "cacciatorpediniere No. 39" (39-Gō kuchikukan in lingua giapponese). La sua chiglia fu impostata nel cantiere navale di Uraga, gestito dalla compagnia omonima, il 18 ottobre dello stesso anno e il varo avvenne il 24 novembre 1927; fu completato il 30 giugno 1928 e il 1º agosto assunse il suo nome definitivo, avendo la Marina imperiale abbandonato alla data il sistema di nomenclatura del naviglio leggero con soli numeri[3]
1941-1942
modificaAlla fine degli anni trenta l'Isonami era passato al comando del capitano di fregata Ryokichi Sugama e aveva formato con l'Uranami, lo Shikinami e lo Ayanami la 19ª Divisione, dipendente dalla 3ª Squadriglia della 1ª Flotta. Il 20 novembre 1941 seguì la divisione d'appartenenza e l'intera 3ª Squadriglia da Kure a Samah sull'isola di Hainan, raggiunta il 26. Dal 4 dicembre all'11 gennaio 1942 fu coinvolto nella difesa ravvicinata dei convogli che, da Samah, dalla base militare di Mako e dalla baia di Cam Ranh, trasportarono la 25ª Armata in Malaysia e Borneo britannico. Per il resto di gennaio e gran parte di febbraio l'Isonami fu incaricato della difesa degli incrociatori pesanti della 7ª Divisione (Mogami, Mikuma, Suzuya, Kumano), che costituirono il fulcro della scorta a distanza dei reparti che sbarcarono sulle isole Anambas, a Bangka e a Palembang. Il 27 febbraio fu aggregato al gruppo d'invasione occidentale per Giava (viceammiraglio Jisaburō Ozawa) e il 12 marzo, occupata l'isola, seguì la formazione di scorta verso la Sumatra settentrionale, dove avvenne un ennesimo sbarco. Subito dopo penetrò nell'Oceano Indiano e fu presente alla facile occupazione delle isole Andamane (23 marzo): per circa due settimane l'Isonami condusse dunque pattugliamenti e servizio di scorta da Port Blair, quindi rientrò a Singapore e il 13 aprile lasciò la base assieme al resto della divisione; fatta rotta per il Giappone, il 22 aprile si fermò a Kure e fu subito ormeggiato per una revisione generale. Con i cacciatorpediniere gregari scortò dunque il grosso della 1ª Flotta, guidata dall'ammiraglio Isoroku Yamamoto comandante anche la Flotta Combinata, nel corso della battaglia delle Midway (4-6 giugno), ma essa rimase troppo distante dal combattimento. Il 9 giugno, nel corso del rientro, fu speronato dal gemello Uranami riportando danni piuttosto gravi allo scafo e alle macchine: alla velocità di 11 nodi riuscì a raggiungere Yokosuka e qui rimase in bacino di carenaggio dal 17 giugno al 23 luglio, periodo durante il quale il comandante Sugama fu rimpiazzato dal capitano di corvetta Masao Nishimura.[5]
Rimesso in efficienza, l'Isonami non raggiunse i suoi gemelli nelle acque delle isole Salomone, bensì rimase nel Mare interno di Seto per partecipare, in agosto e settembre, a esercitazioni combinate con le portaerei Junyo e Hiyo appena entrate in servizio. Tra il 4 e il 9 ottobre salpò assieme alle due unità da Saeki e le scortò sino alla base aeronavale di Truk; proseguì quindi in mare aperto per condurre un pattugliamento a nord delle Salomone. Il 22 ottobre partì assieme alla 2ª e 3ª Flotta dalla rada, incaricate di intervenire subito dopo la cattura di Henderson Field, ma il giorno successivo la Hiyo accusò danni alle caldaie; inutilizzabile in battaglia, la portaerei fu accompagnata indietro dall'Isonami. Dal 9 al 17 novembre il cacciatorpediniere fu impegnato nella difesa della nave appoggio idrovolanti Nisshin che, partita da Truk, fece tappa a Woleai nelle isole Caroline e alle isole Shortland dove scaricò materiali logistici, quindi rientrò alla base. Spostatosi dunque a Rabaul entro il 22 novembre, l'Isonami intraprese il giorno successivo un viaggio di trasporto truppe per le postazioni nipponiche di Lae e Salamaua, tuttavia annullato dopo che era stato attaccato da alcuni velivoli nemici; anche l'8 dicembre il tentativo di recare truppe a Buna fallì per l'opposizione aerea e anzi lo Isonami subì danni leggeri, mentre tra l'11 e il 14 dicembre completò andata e ritorno da Buna senza incidenti, passando per la rotta più settentrionale delle isole dell'Ammiragliato. Viste le difficoltà delle forze giapponesi in Nuova Guinea, l'8ª Flotta a Rabaul organizzò un'altra missione di trasporto truppe: un battaglione fu suddiviso tra due mercantili armati (Gokoku Maru, Aikoku Maru) difesi dall'incrociatore leggero Tenryu e dai cacciatorpediniere Suzukaze, Inazuma, Arashio e Isonami. Le truppe furono portate a destinazione ma, sulla rotta del ritorno, il Tenryu fu centrato da alcuni siluri e colò a picco; l'Isonami si impegnò nel salvataggio dei superstiti e trasse a bordo anche il comandante della 18ª Divisione incrociatori, contrammiraglio Mitsuharu Matsuyama. Tornato a Rabaul, ne partì il 26 dicembre a tutta forza, sbarcò un nucleo di fanteria in Nuova Georgia e il 27 rientrò alla rada.[5]
1943 e l'affondamento
modificaIl 2 gennaio 1943 l'Isonami condusse a termine una missione di rifornimento a Guadalcanal adoperando il metodo dei contenitori stagni. Rientrato senza problemi a Rabaul, il 5 salpò alla volta di Truk e qui si unì ai cacciatorpediniere Ariake, Inazuma, Asashio e Yugure, formando lo schermo difensivo per la portaerei Zuikaku, la nave da battaglia Mutsu e l'incrociatore pesante Suzuya, in rotta per Kure. Il 12 gennaio la città fu raggiunta e lo Isonami rimase per un mese circa ormeggiato, oggetto di revisioni:[5] aggiunse anche un terzo impianto doppio di mitragliatrici Type 93 da 13,2 mm, installato davanti alla plancia, e a poppa furono sistemati due lanciabombe di profondità Type 94 per complessivi trentasei ordigni.[6][7] Tornato operativo il 7 febbraio, si spostò a Tsingtao e ne partì come scorta a una sezione del convoglio Hei no. 1, che stava trasferendo la 20ª Divisione fanteria in Nuova Guinea: fatta tappa il 14 alle isole Palau, l'Isonami fu raggiunto dai cacciatorpediniere Akigumo e Natsugumo, quindi il convoglio riprese il viaggio il 21 febbraio. A Wewak gli uomini furono sbarcati ed entro il 2 marzo i cacciatorpediniere rientravano alle Palau. Nel frattempo la 19ª Divisione era stata riassegnata alla Flotta dell'Area sud-occidentale (25 febbraio), responsabile per le ex Indie orientali olandesi, le Filippine e la Malaysia; l'Isonami, perciò, si mosse il 3 per la città di Soerabaja, raggiunta la settimana seguente. Subito fu coinvolto nella difesa del traffico di convogli verso Singapore, poi dal 23 al 31 marzo scortò altre unità mercantili o da trasporto tra Soerabaja e l'isola di Ambon: durante questi servizi il comando fu assunto dal capitano di corvetta Masami Araki (26 marzo). Il 5 aprile l'Isonami lasciò Soerabaja accompagnando un piccolo convoglio diretto ad Ambon ma il 9 rimase vittima del sommergibile USS Tautog, che lo silurò 35 miglia a sud-est dell'isola di Wangi-wangi nella Celebes sud-orientale (5°26′S 123°04′E ) mentre prestava soccorso ai naufraghi del mercantile Penang Maru. Nell'azione si ebbero appena sedici vittime, inclusi sette morti, e anche il capitano Araki sopravvisse.[5]
Il 1º agosto 1943 l'Isonami fu rimosso dai registri navali della Marina imperiale.[5]
Note
modifica- ^ Stille 2013, Vol. 1, pp. 21-22, 24, 30-32.
- ^ a b (EN) Materials of IJN (Vessels - Fubuki class Destroyers), su admiral31.world.coocan.jp. URL consultato il 20 marzo 2016.
- ^ (EN) Japanese Ships Name, su combinedfleet.com. URL consultato il 20 marzo 2016.
- ^ a b c d e (EN) IJN Tabular Record of Movement: Isonami, su combinedfleet.com. URL consultato il 20 marzo 2016.
- ^ Stille 2014, pp. 262-263.
- ^ (EN) The Pacific War Online Encyclopedia: Fubuki Class, Japanese Destroyers, su pwencycl.kgbudge.com. URL consultato il 20 marzo 2016.
Bibliografia
modifica- Mark E. Stille, Imperial Japanese Navy Destroyers 1919-1945, Vol. 1, Oxford, Osprey, 2013, ISBN 978-1-84908-984-5.
- Mark E. Stille, The Imperial Japanese Navy in the Pacific War, Oxford, Osprey, 2014, ISBN 978-1-4728-0146-3.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Isonami
Collegamenti esterni
modifica- (EN) IJN Tabular Record of Movement: Isonami, su combinedfleet.com.
- (EN) Materials of IJN (Vessels - Fubuki class Destroyers), su admiral31.world.coocan.jp.