Gragnano

comune italiano
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Gragnano è un comune italiano di 27 687 abitanti[1] della città metropolitana di Napoli in Campania.

Gragnano
comune
Gragnano – Stemma
Gragnano – Bandiera
Gragnano – Veduta
Gragnano – Veduta
La Chiesa di Santa Maria dell'Assunta, nella frazione di Castello.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Città metropolitana Napoli
Amministrazione
SindacoAniello D'Auria (lista civica Gragnano Hub) dal 4-10-2021
Territorio
Coordinate40°41′20″N 14°31′15″E
Altitudine141 m s.l.m.
Superficie14,64 km²
Abitanti27 687[1] (31-8-2024)
Densità1 891,19 ab./km²
FrazioniAurano, Caprile, Castello, Sigliano, Iuvani, San Nicola Dei Miri, Parco Imperiale
Comuni confinantiAgerola, Casola di Napoli, Castellammare di Stabia, Lettere, Pimonte, Ravello (SA), Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Scala (SA)
Altre informazioni
Cod. postale80054
Prefisso081
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT063035
Cod. catastaleE131
TargaNA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 235 GG[3]
Nome abitantigragnanesi
Patronosan Sebastiano
Giorno festivo20 gennaio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Gragnano
Gragnano
Gragnano – Mappa
Gragnano – Mappa
Posizione del comune di Gragnano nella città metropolitana di Napoli
Sito istituzionale

È conosciuta a livello europeo come la Città della Pasta. In Italia è infatti la città che produce ed esporta la maggior quantità di pasta, soprattutto maccheroni.

Dal 2013, la tipicità della produzione di pasta ha avuto il riconoscimento europeo dell'Indicazione geografica protetta "Pasta di Gragnano"[4].

Geografia fisica

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È situata nella parte sud della città metropolitana di Napoli ai piedi dei Monti Lattari, circondata quasi interamente dai monti: il Monte Muto, Monte Sant'Erasmo, il Colle di Carpeneto e infine il Monte Pendolo.

Le origini e il periodo romano

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I primi insediamenti che diventeranno poi Gragnano risalgono al I secolo a.C., quando qui abitava l'antica popolazione italica degli Osci, che parlavano appunto la lingua osca.

Nell'89 a.C. si assiste alla nascita del primo nucleo urbano vero e proprio. Arrivò il console Lucio Cornelio Silla per domare la rivolta della vicina città di Stabia. Silla eresse in territorio gragnanese una fortificazione, l'oppidum sillanum da cui deriva l'attuale Sigliano. I rivoltosi stabiani si rifugiarono a Gragnano dando vita a un centro urbano che venne chiamato granianum, nome probabilmente derivato dalla gens Grania che qui aveva possedimenti. L'economia del piccolo centro era un'economia agricola. I ritrovamenti di antiche ville romane ci dimostrano che la popolazione era dedita all'agricoltura, in particolare alla coltivazione dell'olivo, della vite, del frumento e della frutta. Nelle località alte, la popolazione si dedicava all'allevamento e alla caccia, grazie alla selvaggina che abbondava nelle fitte foreste montane. Nel 79 d.C. Gragnano fu nuovamente meta di emigranti. La catastrofica eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabiae spinse molti stabiesi a rifugiarsi nel piccolo centro allargando così il nucleo urbano.

Dalle invasioni barbariche al Regno d'Italia

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Il periodo che va dal V al X secolo d.C., epoca successiva al crollo dell'impero romano, è molto travagliato. I gragnanesi, come molte altre popolazioni dell'impero, per difendersi dai continui attacchi delle popolazioni barbariche, si rifugiarono sulle montagne dove costruirono le fortificazioni di Castello e di Aurano. Nel X secolo il territorio venne annesso pacificamente, tramite accordi, alla Repubblica marinara di Amalfi che si munì del castello di Lettere e di Gragnano per difendersi le spalle. Il castello di Gragnano, munito di tre cinta di mura costituiva, con il castello di Pino, il castello di Lettere, la torre Massi, nell'omonimo fondo ad Aurano, ed il castello di Pimonte erano il baluardo difensivo verso nord della zona. Così Gragnano cadde nel 1131 nelle mani dei normanni che conquistarono il Ducato di Napoli.

La cittadina fu continuamente saccheggiata e, fino all'ascesa al trono di Napoli di Guglielmo II, sopravvisse come regio demanio, qui cominciò un periodo di prosperità economica, caratterizzato dalla nascita dei primi pastifici, periodo che non mancò di catastrofi, come l'epidemia di peste del 1656 e i terremoti del 1684 e 1694, che provocarono molti morti e ingenti danni.

Dal Regno d'Italia ai giorni nostri

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Antica veduta di via Roma

Nel 1861 Gragnano, a seguito della sconfitta del Regno delle Due Sicilie, passò sotto il controllo del sabaudo Regno d'Italia. Come in tutto il territorio del regno napoletano tra il 1861 e il 1869, anche qui si verificarono molti episodi del cosiddetto brigantaggio. I briganti (che erano in realtà partigiani del Re Francesco II di Borbone e strenui oppositori del nuovo regno dei Savoia) si rifugiavano infatti sulle montagne circostanti per scampare all'esercito piemontese. Gli anni della prima guerra mondiale misero in crisi l'economia locale e la cittadina ebbe 300 caduti per la patria. La seconda guerra mondiale fu altrettanto catastrofica. Gragnano fu pesantemente bombardata dagli alleati, che distrussero Piazza Trivione e San Vito. Anche il dopoguerra fu un periodo difficile. La situazione di generale arretratezza del Meridione colpì anche la cittadina. Molte attività economiche, come i pastifici, chiusero e molti gragnanesi furono costretti ad emigrare al nord in cerca di lavoro. Nonostante ciò la popolazione continuò a crescere e il boom demografico portò Gragnano da piccolo centro agricolo qual era alla cittadina attuale di circa trentamila abitanti. L'urbanizzazione che incalza dagli anni settanta in poi riguarda tutto il territorio comunale e in particolare l'area di via Castellammare. Il 1980 fu un anno importante: la frazione di Santa Maria la Carità si staccò diventando un comune autonomo, mentre il 23 novembre dello stesso anno Gragnano venne colpita dal terremoto dell'Irpinia che provocò ingenti danni. Il 9 gennaio 2024 Gragnano è stata insignita del titolo di città con decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Simboli

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Stemma

Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 1º febbraio 1936.[5][6]

«Partito: al primo, campo di cielo, al castello, accostato da un cipresso, terrazzato su una campagna di verde, il tutto al naturale; al secondo, di rosso, al destrocherio di carnagione vestito di bianco, impugnante cinque spighe di grano. [Capo del Littorio] Ornamenti esteriori da Comune.[7][6]»

Gonfalone

«Drappo di rosso…[6]»

Bandiera

«Drappo tagliato di giallo e di azzurro caricato dello stemma comunale con la scritta sottostante "Comune di Gragnano".[6]»

Onorificenze

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«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 9 gennaio 2024

Monumenti e luoghi d'interesse

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Sul territorio sono presenti mura di cinta, cinque torri e due porte che testimoniano l'antichità di questa città. Tali ruderi fanno risalire ad un castello risalente, secondo alcuni, alla fine del XII secolo. È presente anche l'unico arco napoleonico di tutta la Campania, tra l'altro recentemente ristrutturato per mantenere lo stato in essere, sito in via Quarantola.

 
La Valle dei Mulini di Gragnano

Da visitare è il famoso artistico presepe situato nella Valle dei Mulini, realizzato dalla passione e dall'ingegno degli artigiani locali, i quali, spinti dall'amore per la tradizione natalizia, hanno dato vita al primo presepio nel 1969. Il presepio allora, ubicato in una posizione e area del paese dall'ambiente rurale, contribuì a dare un tocco realistico al complesso.

Vi sono poi la chiesa di Santa Maria dell'Assunta, ex sede dell'arcipretura ove è conservata un'antica scultura romanica, la chiesa della Madonna del Carmine, la chiesa del Corpus Domini, la parrocchia di Sant'Erasmo e la chiesa di San Sebastiano, sede della parrocchia di San Giovanni Battista, conosciuta anche come chiesa del Rosario, in quanto è annessa all'omonima Congrega, e il santuario della Madonna Incoronata.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[8]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2023 vi erano 340 residenti stranieri, pari all'1,27% della popolazione.[9]

Economia

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Gragnano città della pasta

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La pasta di Gragnano
  Lo stesso argomento in dettaglio: Pasta di Gragnano.

La produzione della pasta, in particolare dei maccaroni, che ha reso famosa Gragnano nel mondo, risale alla fine del XVI secolo quando compaiono i primi pastifici a conduzione familiare. Gragnano era allora già famosa per la produzione dei tessuti (da qui piazza Aubry deve il nome popolare di "piazza Conceria"). La produzione dei maccaroni diventò veramente importante solo a partire dalla metà del XVII secolo quando la maggior parte dei gragnanesi si dedicò alla produzione della pasta. La produzione dell'"oro bianco" era ed è favorita da particolari condizioni climatiche, come una leggera aria umida che permette la lenta essiccazione dei maccaroni, e la qualità dell'acqua sorgiva che alimentava i mulini e contribuiva a conferire un gusto particolare all'impasto[10]. L'industria pastaia venne aiutata da ben 30 mulini ad acqua, i ruderi di alcuni di questi si possono ammirare nella "Valle dei Mulini".

Intanto il settore dell'industria tessile entrava in crisi e chiuse definitivamente nel 1783 per una morìa dei bachi che bloccò la produzione della seta. Da allora i gragnanesi si dedicarono alla "manifattura della pasta". L'epoca d'oro della pasta di Gragnano è l'Ottocento. In questo secolo sorsero grandi pastifici a conduzione non familiare lungo via Roma e piazza Trivione che diventarono così il centro di Gragnano. I pastifici infatti esponevano i maccheroni ad essiccare proprio in queste strade. La produzione dei maccaroni non rallentò dopo l'Unificazione, anzi. Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l'apice, al punto che il comune divenne il secondo polo molitorio e pastario del sud dopo Torre Annunziata.[11] Gragnano addirittura ottenne l'apertura di una stazione ferroviaria per l'esportazione dei maccheroni che collegava Gragnano a Napoli e quindi all'intero Paese. Il 12 maggio 1885, all'inaugurazione erano presenti nientemeno che il re Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savoia. Successivamente i pastifici si ammodernarono. Arrivò l'energia elettrica e con questa i moderni macchinari che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano, al punto che l'Azienda Garofalo, con due stabilimenti nella cittadina e di proprietà del gragnanese Alfonso Garofalo, sindaco nel periodo 1906-1910, divenne il primo pastificio per estensione e capacità produttiva della Campania.[11] Il Novecento fu però un secolo difficile per la città della pasta. Le due Guerre Mondiali fecero entrare in crisi la produzione della pasta gragnanese che nel Dopoguerra dovette affrontare la concorrenza dei grandi pastifici del Nord Italia, che disponevano di capitali maggiori. Il terremoto del 1980 aggravò la situazione e ridusse il numero di pastifici a sole 8 unità. Nonostante i tanti problemi, Gragnano continua a essere la città della pasta. Oggi i pastifici puntano ad una produzione di qualità e propongono itinerari turistici alla scoperta della produzione di quella pasta che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo.

Gragnano città del vino

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Gragnano è anche famosa per la produzione di vino. Il più conosciuto è senz'altro il Gragnano extra DOC.

Gragnano città dei tessuti e dei costumi da bagno

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Gragnano vanta anche una produzione di tessuti, in particolar modo di costumi da bagno. I costumi, la cui produzione arrivò ad ammontare a circa il 20% della produzione nazionale tra gli anni 70 e 90, vengono prodotti in piccoli laboratori artigianali a conduzione familiare sparsi sul territorio comunale[12].

Gragnano città del Panuozzo

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Il panuozzo è la più recente tra le tradizioni di Gragnano; esso è una specialità alimentare nata nella metà degli anni ottanta e si colloca tra i prodotti da forno. In quel periodo a Gragnano si contavano meno di 10 pizzerie, che, con l'avvento della novità gastronomica, quindi con un aumento vertiginoso della clientela proveniente da tutta l'area circostante della Città metropolitana di Napoli, ma non solo, in appena due decenni hanno superato le 50 unità di numero. Per celebrare la nascita, la diffusione e la bontà del Panuozzo ogni anno ricorre la famosa Festa, o Sagra, del Panuozzo.

Geografia antropica

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Frazioni

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  • Aurano: Situata alle pendici del monte Sant'Erasmo. Vi sono due chiese: quella dedicata a Sant'Aniello e la chiesa di Sant'Erasmo ormai chiusa e in disuso.
  • Caprile: Sorge ad un'altitudine di 180m s.l.m. È presente la chiesa di San Ciro.
  • Castello: L'antico castrum fortificato del ducato amalfitano. Secondo lo storico amalfitano Pansa ebbe tre cinte murarie. Il primo documento che ne parla risale al 1077, anche se una lapide a oggi dispersa e citata da Liguori, riporta l'esistenza di un'arcipretura e di un probabile insediamento già nel IX secolo. È presente la chiesa di Santa Maria Assunta.
  • Juvani (o Iuvani): la strada più importante su cui si arrampica il centro abitato è via Aiellara. Questa frazione confina con Franche, frazione di Pimonte.
  • San Nicola dei Miri: qui si trova la chiesa della Madonna del Carmine ed è la frazione più vicina al centro di Gragnano. Conta anche un rione: Rione del Carmine.

Località

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Le principali località del comune di Gragnano, oltre al centro cittadino, sono:

  • Ogliaro
  • Ponte Carmiano
  • Ponte Trivione ("Ponte di Ferro")
  • Saletta
  • Sigliano (sviluppata sulla S.S. Per Agerola Ex SS366)
  • Madonna Delle Grazie
  • Parco Imperiale

Infrastrutture e trasporti

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Gragnano raggiungibile tramite lo svincolo sulla strada statale 145 var (una diramazione a scorrimento veloce della strada statale 145 Sorrentina).

Ferrovie

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Gragnano e Stazione di Madonna delle Grazie.

Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l’apice. Gragnano addirittura ottenne l’apertura di una stazione ferroviaria per l’esportazione dei maccheroni che collegava Gragnano a Napoli e quindi all’intero Paese. Il 12 maggio 1885 all’inaugurazione erano presenti il Re Umberto I e sua moglie, la Regina Margherita di Savoia. [13]Gragnano era raggiunta dalla ferrovia Torre Annunziata - Castellammare di Stabia - Gragnano fino al 2010, quando a causa dello scarso traffico di passeggeri è stata chiusa in via provvisoria. La stazione si trova al centro della città e un'altra stazione, sempre sulla stessa linea si trovava al confine con Castellammare di Stabia e prendeva il nome di "Madonna delle Grazie".

 
La Stazione di Madonna delle Grazie

Mobilità urbana

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Da Gragnano tramite il servizio di autobus fornito dalla Sita Sud è possibile raggiungere i vari comuni limitrofi, mentre alcuni autobus della compagnia Universal la collegano all'Università degli studi di Fisciano garantiti. È inoltre presente il servizio taxi.

Amministrazione

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Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo Comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1988 1992 Antonio Di Massa Democrazia Cristiana Sindaco [14]
1992 1993 Giovanni Di Nola Democrazia Cristiana Sindaco [14]
1993 1997 Sergio Troiano - Sindaco [14]
1997 1999 Sergio Troiano Partito Democratico della Sinistra Sindaco [14]
1999 2000 Guglielmo My Comm. straordinario [14]
2000 2004 Michele Serrapica centro-destra Sindaco [14]
2004 2005 Paola Spena Comm. straordinario [14]
2005 2009 Michele Serrapica Forza Italia Sindaco [14]
2009 2009 Umberto Cimmino Comm. pref. [14]
2009 2012 Annarita Patriarca centro-destra Sindaco [14]
2012 2014 Francesco Greco, Salvatore La Rosa, Rosalia Mazza Comm. straordinario [14]

[15]

2014 2016 Paolo Cimmino lista civica Sindaco [14]
2016 2016 Donato Giovanni Cafagna Comm. pref. [14]
2016 2021 Paolo Cimmino lista civica Sindaco [14]
2021 in carica Aniello D'Auria lista civica Sindaco [14]
  1. ^ a b Bilancio demografico anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Regolamento (CE) nº 969/2013 della Commissione del 2 ottobre 2013 recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette "Pasta di Gragnano (IGP)" - Gazzetta ufficiale dell'Unione europea L 270/1 dell'11 ottobre 2013.
  5. ^ Gragnano, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 21 marzo 2023.
  6. ^ a b c d Gragnano, su araldicacivica.it. URL consultato il 15 aprile 2021.
  7. ^ Lo stemma in uso differisce leggermente da quanto descritto nel decreto di riconoscimento e si può blasonare: partito: nel primo, campo di cielo con torre accostata ad un cipresso, a sua volta terrazzato su una campagna di verde, il tutto al naturale; nel secondo, di rosso, all'avambraccio, vestito, impugnante un mazzo di cinque spighe di grano e pasta lunga, il tutto al naturale. Lo scudo è circondato da due rami di vite fruttiferi, annodati da un nastrino azzurro e timbrato da una corona aurea a sette punte visibili.
  8. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  9. ^ Bilancio demografico popolazione straniera e popolazione residente straniera per sesso al 31 dicembre 2023, su demo.istat.it.]
  10. ^ L'oro “bianco” di Napoli, su ventosociale.org. URL consultato il 30 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2014).
  11. ^ a b Alfonso Garofalo, su imprese.san.beniculturali.it.
  12. ^ Sulle spiagge di tutta Italia c'è un pezzo di Gragnano: il costume da bagno, su la Repubblica, 6 settembre 2021. URL consultato il 1º gennaio 2024.
  13. ^ Storia del Prodotto, su Consorzio di Tutela della Pasta di Gragnano IGP. URL consultato il 14 aprile 2023.
  14. ^ a b c d e f g h i j k l m n o http://amministratori.interno.it/
  15. ^ In un solo giorno il Consiglio dei ministri scioglie sette comuni per mafia, su il Fatto Quotidiano, 23 marzo 2012. URL consultato il 26 giugno 2024 (archiviato il 27 marzo 2012).

Bibliografia

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  • Francesco Saverio Liguori, Cenni storico critici della città di Gragnano e luoghi convicini, Napoli, Tipografia Spinelli, 1863.
  • Alfonso Liguori, Gragnano: memorie archeologiche e storiche, Pompei, Scuola tip. pontificia, 1955.
  • Giovanni Celoro Parascandolo, L'Incoronata di Gragnano e il suo santuario, Scafati, La Nuova stampa, 1982.
  • Gragnano dei maccaroni: profilo storico, Gragnano, Biblioteca Comunale, 1983.
  • Domenico Camardo, Matilde Esposito, Le frontiere di Amalfi: I castelli stabiani dal Ducato indipendente alla dominazione angioina; Analisi delle fabbriche del castello-cattedrale di Lettere, Castellammare di Stabia, Eidos, 1995.
  • Giovanni Celoro Parascandolo, Gragnano sacra, Castellammare di Stabia, Istituto Superiore di Scienze Religiose Mons. Raffaele Pellecchia, 2011.
  • Domenico Camardo, Mario Notomista, Gragnano: dalla Valle dei Molini alla città della pasta: trasformazioni di un centro urbano tra il 18. e il 20. secolo, Amalfi, Centro di cultura e storia amalfitana, 2013.
  • Domenico Camardo, Giolinda Irollo, Mario Notomista, Carta del potenziale archeologico e del patrimonio edilizio storico del Comune di Gragnano, Amalfi, Centro di cultura e storia amalfitana, 2016.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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