Giovanni Battista De Luca

giurista e cardinale italiano
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Giovanni Battista De Luca (Venosa, 1614Roma, 5 febbraio 1683) è stato un giurista e cardinale italiano. È considerato il fondatore del lessico giuridico italiano.[1]

Giovanni Battista De Luca
cardinale di Santa Romana Chiesa
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1614 a Venosa
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Creato cardinale1º settembre 1681 da papa Innocenzo XI
Deceduto5 febbraio 1683 a Roma
 

Biografia

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Monumento funebre a De Luca nella Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, Roma. Opera di Domenico Guidi.

Di famiglia borghese, Giovanni Battista De Luca nacque nel 1614 a Venosa, in Basilicata. Dopo aver studiato giurisprudenza a Salerno e a Napoli, dove si laureò in utroque nel 1635 ed iniziò l’attività di avvocato presso il Sacro regio consiglio e la Regia Camera della Sommaria. Ancora in giovane età, divenne vicario capitolare della sede episcopale venosina. Nel 1644 De Luca si trasferì a Roma, dove esercitò l'avvocatura, guadagnandosi la fama di valente giureconsulto.[2] Si occupò anche di questioni economiche e finanziarie in un'ottica prevalentemente mercantilista.[3] Nello studio di De Luca si formò, tra gli altri, il famoso giurista ed uditore della Sacra Rota Romana Ansaldo Ansaldi (1651-1719). Dal 1658 fu avvocato a Roma del Re di Spagna.

Consacrato sacerdote in età avanzata, venne nominato da papa Innocenzo XI uditore del Sommo Pontefice e segretario dei Memoriali (1676) e quindi referendario delle due segnature (1677). Papa Odescalchi lo incaricò di predisporre un vasto programma di razionalizzazione e modernizzazione dello Stato della Chiesa. La dura opposizione di una parte del collegio cardinalizio gli impedì però la realizzazione degli interventi più incisivi, come l’abolizione del nepotismo, attenuato certamente, ma ancora forte e dispendioso per la Sede Apostolica. Forti resistenze incontrò anche la riforma dei «patentati» del Sant'Uffizio, di altre istituzioni ecclesiastiche e statali e di cardinali e vescovi (laici che prestavano qualche servizio a queste e altre istituzioni o prelati, che con una «patente» venivano a godere dei privilegi completi o parziali del clero). Per la riforma di costoro fu istituita la «Congregazione particolare» del 1680, che divenne il campo della lotta più dura per il De Luca, quando circolarono diversi scritti anonimi con le accuse più gravi contro di lui.

De Luca partecipò attivamente alla vita culturale romana, frequentando assiduamente l'accademia dalla regina Cristina di Svezia alla quale era molto legato. Nel 1678 divenne Sigillatore della Penitenzieria Apostolica e nel concistoro del 1º settembre 1681 Papa Innocenzo XI lo elevò al rango di cardinale-presbitero del titolo di San Girolamo degli Schiavoni. Morì a Roma il 5 febbraio 1683 all'età di 68 o 69 anni, e fu inumato nella chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani.

Lasciò una vasta produzione giuridica, tra cui il Theatrum veritatis et iustitiae (un'opera in 15 libri con la raccolta delle allegazioni e dei pareri forensi in materia di diritto civile, canonico, feudale e municipale). L'opera divenne una delle principali autorità del tardo ius commune e fu ristampata regolarmente fino alla metà del XVIII secolo.[4]

De Luca adotta un approccio molto originale nell’analisi del diritto comune. I giuristi tradizionali cercavano di individuare regole e principi generali del diritto nel Corpus iuris civilis e nei suoi interpreti più antichi, senza accorgersi che il diritto romano era stato in gran parte accantonato nella prassi privatistica. Le materie trattate nel Theatrum, più che derivare dal diritto romano, sono tratte dalla pratica e dalla giurisprudenza forense. Per De Luca è importante focalizzarsi solo su quegli aspetti del diritto romano che possono essere utili nella pratica contemporanea del diritto, in opposizione all'approccio umanistico della scuola culta, che si impegnava allo studio del diritto romano per capirne il significato originale, senza particolari applicazioni pratiche al diritto contemporaneo.

L'opera più importante di De Luca è il Dottor volgare, un "compendio di tutta la legge civile, canonica, feudale e municipale" in lingua italiana. L'opera, caratterizzata da maggior respiro teorico e maggiormente svincolata dalle esigenze della pratica legale rispetto al Theatrum, era indirizzata ai giuristi di medio livello, ai pubblici funzionari e ai tecnici dell'amministrazione. Il Dottor volgare è la prima trattazione sistematica del diritto in volgare e la base del lessico giuridico italiano.[1][5] Molti termini giuridici usati ancor oggi sono attestati per la prima volta nell'opera di De Luca.[6] L'uso del volgare al posto del tradizionale latino in una trattazione giuridica di alto livello fu molto innovativo per l'Europa dell'epoca. Secondo Scipione Maffei «d'un corpo di ogni materia legale simile a quello dato dal cardinal de Luca nessun altra volgar lingua può far mostra come la nostra.»[7]

  1. ^ a b Prima lezione di storia della lingua italiana, Luca Serianni, Giuseppe Laterza & Figli, 2015, [1]
  2. ^ DBI.
  3. ^ Sulla ideologia mercantilistica di de Luca, T. Fornari, Delle teorie economiche nelle Provincie napolitane dal secolo XIII al MDCCXXXIV, Milano 1882, con un giudizio fortemente critico sul Principe pratico, motivato dalle inclinazioni dell'autore, non condivise. Una valutazione ampiamente positiva delle considerazioni finanziarie acute e ingegnose di de Luca, in G. Ricca Salerno, Storia delle dottrine finanziarie in Italia, Palermo 1896, p. 163. Sul compiuto e coerente modello di assolutismo mercantilistico e dirigistico prospettato da de Luca, D. Frigo, La dimensione amministrativa nella riflessione politica (secoli XVI-XVIII) in L'Amministrazione nella storia moderna ( = Istituto per la scienza dell'Amministrazione pubblica. Archivio, n.s., 3) I, Milano 1985, p. 57 ss.
  4. ^ Dani, Alessandro, Giovanni Battista De Luca divulgatore del diritto (PDF), su aracneeditrice.it. URL consultato il 17 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2018).
  5. ^ Europa e linguaggi giuridici, Barbara Pozzo, Marina Timoteo, Giuffrè Editore, 2008, pp. 66-68
  6. ^ Annamaria Santangelo, La Toga e la porpora: quattro biografie di Giovan Battista De Luca, Edizioni Osanna, 1991, p. 34
  7. ^ Osservazioni letterarie, II, Verona, nella stamperia del Seminario, 1738, p. 187.

Bibliografia

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Il dottor volgare, 1673
  • Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, a cura di M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti, Milano, Electa, 2011, pp. 129-132.
  • Piero Fiorelli, Introduzione, in Giovanni Battista De Luca, Se sia bene trattare la legge in lingua volgare, a cura di Piero Fiorelli, Firenze, 1980, pp. 5-20.
  • Andrea Zanotti, Cultura giuridica del Seicento e 'jus publicum ecclesiasticum' nell’opera del cardinale Giovanni Battista De Luca, Milano. 1983.
  • Piero Fiorelli, La lingua giuridica dal De Luca al Buonaparte, in Teorie e pratiche linguistiche nell’Italia del Settecento, a cura di L. Formigari, Bologna, 1984, pp. 127-154.
  • Rodolfo Del Gratta, Giovan Battista De Luca e gli statuti di Piombino, Napoli, 1985.
  • Aldo Mazzacane, Giambattista De Luca e la 'compagnia d’uffizio', in Fisco religione Stato nell’età confessionale, Atti della settimana di studio, 21-25 settembre 1987, a cura di H. Kellenbenz, P. Prodi, Bologna, 1989, pp. 505-530.
  • A. Santangelo (a cura di), La toga e la porpora: quattro biografie di Giovan Battista De Luca, Venosa, 1991.
  • Agostino Lauro, Il cardinale Giovan Battista De Luca: diritto e riforme nello Stato della Chiesa (1676-1683), Napoli, 1991.
  • G. Rossi, «Del modo di deferire l’autorità de’ dottori». Scienza giuridica e 'communis opinio doctorum' nel pensiero di Giovan Battista De Luca, in A Ennio Cortese, a cura di I. Birocchi, M. Caravale, E. Conte, U. Petronio, 3° vol., Roma, 2001, pp. 176-203.
  • Italo Birocchi, Alla ricerca dell’ordine. Fonti e cultura giuridica nell’età moderna, Torino, 2002, pp. 297-315.
  • Italo Birocchi, L’Istituta civile di Giambattista De Luca, in Amicitiae pignus. Studi in ricordo di Adriano Cavanna, a cura di A. Padoa Schioppa, G. di Renzo Villata, G.P. Massetto, 1° vol., Milano, 2003, pp. 87-119.
  • Alessandro Dani, Un’immagine secentesca del diritto comune. La teoria delle fonti del diritto nel pensiero di Giovanni Battista De Luca, Bologna, 2008.
  • Aldo Mazzacane, Giambattista De Luca avvocato e curiale, in G.B. De Luca, Lo stile legale, Bologna, 2010, pp. 19-41.
  • Alessandro Dani, La figura e le prerogative del giudice nell’opera di Giovanni Battista De Luca, in La giustizia dello Stato Pontificio in età moderna. Ricerche e progetti in corso, Atti del Convegno di studi, 9-10 aprile 2010, a cura di M.R. Di Simone, Roma, 2011, pp. 125-148.
  • Gian Luca d'Errico, "Memoria e censura della filosofia politica di Giovanni Battista De Luca." Alla riscoperta del cardinale Giovanni Battista De Luca giureconsulto, Atti del Convegno Nazionale di Studi. Venosa (2014): 5-6.

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