Francesco Cavadini

militare italiano, medaglia d'oro al valor militare

Francesco Cavadini (Boiano, 1894Bardia, 3 gennaio 1941) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Francesco Cavadini
NascitaBoiano, 1894
MorteBardia, 3 gennaio 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
RepartoXXXVI Battaglione
116º Reggimento fanteria "Treviso"
62ª Divisione fanteria "Marmarica"
Anni di servizio1915 - 1941
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Campagna di Albania
BattaglieInvasione italiana dell'Egitto
Operazione Compass
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia

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Nacque a Boiano, in provincia di Campobasso, nel 1894, figlio di Angelo ed Elena Lombardi.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito, iniziò a frequentare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì con il grado di sottotenente il 30 maggio 1915, a guerra con l'Impero austro-ungarico già iniziata.[1] Partecipò alla Grande Guerra sul fronte albanese, in servizio presso il 10º Reggimento bersaglieri,[1] venendo decorato con una medaglia di bronzo e una croce di guerra al valor militare.[1] Rientrato in Italia nel luglio 1920 col grado di capitano, prestò successivamente servizio presso il comando del Corpo d'armata di Trieste, nel 74º Reggimento fanteria "Lombardia" ed infine nel 67º Reggimento fanteria "Legnano", dove rimase per circa dieci anni.[1] Promosso maggiore dal 1º novembre 1936 e trasferito al Distretto Militare di Cremona, pochi mesi dopo chiese di far parte del 116º Reggimento fanteria motorizzato della 62ª Divisione fanteria "Marmarica", allora in fase di costituzione, destinata ad operare in Africa Settentrionale Italiana.[1] Accolta la sua domanda, fu trasferito al 36º Reggimento fanteria "Pistoia" per la organizzazione e l'addestramento del battaglione ceduto al 116º Reggimento e con esso partì per la Cirenaica nel settembre 1937.[1] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatté durante l'invasione italiana dell'Egitto e la successiva controffensiva lanciata dagli inglesi (Operazione Compass).[1] Cadde in combattimento il 3 gennaio 1941, quando il caposaldo al suo comando venne attaccato dal nemico con l'uso di carri armati e fanteria, appoggiati dal tiro d'artiglieria effettuato da unità navali e da incursioni aeree.[1] Visto crollare la difesa assunse il comando del plotone arditi e si lanciò al contrassalto cadendo sul campo.[1] Per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Era stato promosso tenente colonnello due giorni prima della morte.[1]

Onorificenze

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«Comandante di un caposaldo di battaglione in una piazzaforte, durante venti giorni d’estenuante assedio, sotto continuo bombardamento, seppe tenere alto, nonostante le privazioni e le gravi perdite, il morale dei suoi uomini, mercé la costante presenza incitatrice e l’esemplare contegno di fronte al pericolo. Attaccato da soverchianti forze corazzate ed appiedate nemiche, dopo un terrificante bombardamento da terra, dal mare e dal cielo durato oltre due ore, condusse la difesa con accanita tenacia, impiegando con intelligenza e bravura gli scarsi mezzi a sua disposizione. Accerchiato da ogni parte, con calma e grande coraggio personale, incitò i suoi uomini a combattere fino all’estremo limite delle umane possibilità, portandosi continuamente ove più grave si presentava la minaccia. Visti crollare ad uno ad uno i suoi reparti, nonostante il disperato valore e quando ormai era perduta ogni speranza di frenare l’impeto nemico, in un supremo gesto di dedizione alla Patria, condusse personalmente al contrassalto il plotone arditi del battaglione e cadde eroicamente alla testa dei suoi prodi. Sublime esempio di elette virtù militari e di cosciente sacrificio per l’onore delle armi d’Italia. Africa Settentrionale, 16 dicembre 1940-3 gennaio 1941.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 28 marzo 1948.[5]
«Con slancio ed abilità seppe rioccupare con la propria compagnia una importante posizione abbandonata da nostri reparti che ripiegavano e caduta già nelle mani del nemico che la difendeva con quattro mitragliatrici. Organizzata quindi con intelligenti disposizioni la posizione stessa, ne manteneva quindi saldamente il possesso, benché costantemente tormentata da vivo bombardamento e da raffiche di mitragliatrici avversarie. Kuci (Albania), 31 luglio 1918
«Si offriva volontario pel recapito di un ordine e per la cattura di un aeroplano nemico, abbattuto e giacente in zona battuta da fuoco avversario, Monte Val Bella, 23-30 gennaio 1918

Annotazioni

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  1. ^ a b c d e f g h i j k Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 520.
  3. ^ Corriere di Saluzzo.
  4. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 7 aprile 1948, registro Esercito 7, foglio 231.

Bibliografia

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  • Associazione nazionale volontari di guerra, Albo della gloria : 610 medaglie d’oro al valor militare caduti in combattimento 1859-1943, Roma, G. Volpe, 1976.
  • Gaetano Carolei (testi di) e Mario Ravagli, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 520.
  • Istituto Nastro Azzurro. Federazione regionale del Molise, Medaglie d’oro al valor militare del Molise, Campobasso, Arti grafiche la Regione, 2000.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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