Francesco Caracciolo (ammiraglio)

ammiraglio italiano (1752-1799)

Francesco Caracciolo (Napoli, 18 gennaio 1752Napoli, 30 giugno 1799) è stato un ammiraglio italiano.

Francesco Caracciolo
NascitaNapoli, 18 gennaio 1752
MorteNapoli, 30 giugno 1799
Cause della morteCondanna a morte per impiccagione
Luogo di sepolturaChiesa di Santa Maria della Catena, Napoli
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli

Repubblica Napoletana

Forza armataReal Marina del Regno di Napoli
Marina repubblicana
ArmaMarina
GradoAmmiraglio
GuerreGuerre rivoluzionarie francesi
Guerre napoleoniche
BattaglieAssedio di Tolone
Battaglia di Capo Noli
Frase celebreSbrigati: è ben grazioso che, mentre io debbo morire, tu debba piangere
[1]
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L'ammiraglio Francesco Caracciolo chiede cristiana sepoltura. Olio su tela opera di Ettore Cercone (1850-1896). Museo di San Martino[2]

Biografia

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Nacque a Napoli il 18 gennaio 1752 da Michele dei Caracciolo di Brienza, creato duca da Carlo di Borbone.

Sin da giovanissimo fu avviato alla carriera marinara in quanto allievo della Real Accademia di Marina, rivelandosi ben presto, per le sue qualità umane e militari, valente ufficiale della Real Marina del Regno di Napoli.

Il potenziamento della marina in atto in quegli anni ad opera del nobile inglese John Acton giunto a Napoli al servizio del sovrano Ferdinando IV di Borbone, portò Caracciolo nei massimi ranghi della flotta, dopo un periodo di pratica sul vascello inglese HMS Marlborough.

Nel 1782 divenne tenente di vascello, mentre l'anno successivo era già capitano di fregata a combattere i pirati del Mar Mediterraneo, prendendo parte nel 1793 all'assedio di Tolone.

Il 14 marzo 1795, al comando della nave di linea da 74 cannoni Tancredi, fece parte della flotta anglo-napoletana, che agli ordini dell'ammiraglio William Hotham, combatté nella battaglia di Genova impedendo alla flotta francese rivoluzionaria di effettuare uno sbarco in Corsica. In quell'occasione fu assieme a Orazio Nelson, che al comando della nave di linea da 64 cannoni Agamennone ricevette il battesimo del fuoco attaccando e catturando la nave francese di classe superiore Ça Ira.

Nel dicembre del 1798 scortò con la sua fregata, la Sannita, il convoglio navale guidato dall'ammiraglio Nelson che trasportava re Ferdinando e la consorte Maria Carolina, in fuga verso Palermo per l'arrivo delle truppe francesi a Napoli. Pietro Colletta descrive come magnifica la sua navigazione, pur col medesimo mare in tempesta che invece tormentava l'andamento del vascello reale affidato al Nelson.

Nel 1799, autorizzato dal re, rientrò a Napoli, dove nel frattempo si era costituita la Repubblica Partenopea filofrancese, per attendere ai suoi affari personali, in una città in cui persino le classi aristocratiche sembravano infatuate dai nuovi ideali rivoluzionari portati dai francesi; egli stesso iniziò a simpatizzare per quelle idee.

Con l'approssimarsi della restaurazione borbonica a Napoli, Caracciolo combatté quindi contro la stessa flotta reale borbonica di ritorno a Napoli per scacciare i francesi, colpendo fra l'altro, nel corso degli scontri, la nave Minerva dell'ammiraglio borbonico Giuseppe de Thurn.

La sua successiva fuga lo portò a Calvizzano (Rione Case Nuove, oggi Via Carlo Levi), un tempo feudo della famiglia, dove però fu scoperto a causa del tradimento da parte di un servo[3] e, il 29 giugno 1799, fu arrestato e condotto sulla nave di Nelson, il Foudroyant, per essere sottoposto ad un processo sommario. La condanna all'ergastolo che ne seguì fu mutata in condanna a morte per volere dello stesso Nelson ed eseguita il 30 giugno per impiccagione: il corpo dell'ammiraglio rimase appeso ad un pennone della Minerva e quindi gettato in mare[4]. Alcuni giorni dopo il cadavere riemerse dalle acque malgrado il peso legato alle gambe, e apparve proprio mentre il superstizioso re Ferdinando, allora sotto custodia inglese, era in mare: il sovrano se lo vide "venire incontro" emergendo dal fianco in su; la salma fu così recuperata.[5]

Le esequie di Caracciolo furono celebrate nella Chiesa di Santa Maria della Catena nella via di Santa Lucia, dove il corpo fu tumulato. Un epitaffio, posto dal municipio di Napoli nel 1881, ne ricorda la morte, fissata al 29 giugno 1799, procuratagli «dall'astio d'ingeneroso nemico»: Nelson infatti aveva mutato, di propria iniziativa, l'iniziale condanna alla prigionia in impiccagione immediata.

Titoli nobiliari

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Duca di Brienza e Patrizio Napoletano dal 1797 al 1799.

Onorificenze

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Cavaliere dell'Ordine di Malta nel Priorato di Capua nel 1769.

Riconoscimenti

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La Regia Marina diede il nome dell'Ammiraglio Caracciolo ad una classe di corazzate dreadnought , armate con pezzi da 381 mm corazzate Classe Caracciolo. La classe avrebbe dovuto essere formata da 4 unita' con la prima delle stesse intitolata al Caracciolo, ma i lavori per la costruzione delle navi, iniziati poco prima dell'ingresso dell'Italia nel Primo Conflitto Mondiale, vennero interrotti durante la guerra e mai più ripresi.

  1. ^ V. Cuoco, Saggi storici sugli avvenimenti della fine del secolo XVIII, Tip. Vincenzi, Modena 1801, p. 235; A. Dumas, I Borboni di Napoli, vol III: Ferdinando I, Napoli 1862, p. 104
  2. ^ La Repubblica Napoletana del 1799
  3. ^ Giacomo Di Maria, Calvizzano 1799: la cattura dell'ammiraglio Francesco Caracciolo, Calvizzano, VI.ESSE.TI, 1999.
  4. ^ B. Croce, Il Nelson e la capitolazione, in Idem, La Rivoluzione napoletana del 1799. Biografie, racconti, ricerche, Laterza, Bari 1926 (IV ed.), pp. 266-267. Lo stesso riporta anche che per il Caracciolo fu, di fatto, una vera e propria "soppressione"; tant'è vero che la regina scriveva il 19 giugno al Ruffo, «insinuando a costui la necessità di metterlo a morte: "Fra i rei scellerati l'unico che desidererei non andasse in Francia è l'indegno Caracciolo: questo ingratissimo uomo conosce tutte le cale e buchi di Napoli e Sicilia, e potrebbe molto molestare, anzi mettere la sicurezza del Re in pericolo: cosa che mi fa temere". E il giorno dopo il Re faceva eco al sentimento della moglie» (Ivi, pp. 259-260).
  5. ^ La data relativa alla vicenda del riaffioramento del cadavere di Caracciolo cambia spesso a secondo degli autori:
    Il Marinelli nel suo Diario annotò: «e Addì 3 Agosto sabbato 1799. Si dice che ieri comparve a fior d'acqua vicino alla nave del Re, ch'era in rada, il cadavere di Caracciolo, poco questo o niente alterato. Fu tolto e seppellito in S. Lucia.» in Pietro Colletta, La storia del reame di Napoli, Sansoni, Firenze, 1890 da questi ripreso, citandolo da p. 143 in Luigi Conforti: Diario del Marinelli riportato in Napoli nel 1799, Napoli, 1889 ovvero dai Giornali di Diomede Marinelli.
    In Mariano d'Ayala invece, a p. 197 del Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli 1799 di Vincenzo Coco e sulla vita dell'autore, Lombardi, Napoli, 1863, si riporta: «Si vide Caracciolo sospeso come un infame all'antenna della fregata Minerva; il suo cadavere fu gittato in mare. Il re era ad Ischia, e venne nel giorno susseguente, stabilendo la sua dimora nel vascello dell'ammiraglio Nelson. Dopo due giorni il cadavere di Caracciolo apparve sotto il vascello, sotto gli occhi del re...fu raccolto dai marinari che tanto l'amavano, e gli furono resi gli ultimi offici nella chiesa di s. Lucia che era prossima alla sua abitazione».
    Angelo De Gubernatis, ne La vita italiana. Rivista illustrata, del 1895, pone il riaffioramento del cadavere al 10 luglio.

Bibliografia

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  • Mario Battaglini, Francesco Caracciolo: la misteriosa tragica avventura del grande ammiraglio di Napoli, Napoli, G. Procaccini, 1997.
  • Benedetto Croce, La rivoluzione napoletana del 1799. Biografie, racconti e ricerche, Bari, Laterza, 1912, 1961.
  • Giuseppe De Gregorio, La fine di Francesco Caracciolo, Milano, 1938
  • Alessandro Dumas, Storia dei Borboni di Napoli, Napoli, 1863.
  • Alessandro Dumas, La Sanfelice, Milano, Adelphi, 1999.
  • Allessandro Dumas, Il Corricolo, Milano, Rizzoli, 1963.
  • Mario Forgione, I Dieci anni che sconvolsero Napoli, Napoli 1991.
  • Enzo Striano, Il resto di niente. Storia di Eleonora de Fonseca Pimentel e della rivoluzione napoletana del 1799, Napoli, 1986; Milano, Rizzoli, 2001, 2004.
  • Pietro Colletta , Storia del reame di Napoli, Torino, UTET, 1979.
  • Vincenzo Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli, Milano, Rizzoli, 1966.
  • Nico Perrone, La Loggia della Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza massonica e altri documenti, Palermo, Sellerio, 2006.
  • Giuseppe Porcaro, Francesco Caracciolo, Napoli, Arturo Berisio editore, 1967.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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