Ernesto Luigi d'Assia

granduca d'Assia e del Reno

Ernesto Luigi Carlo Alberto Guglielmo d'Assia (in tedesco: Ernst Ludwig Karl Albrecht Wilhelm von Hessen) (Darmstadt, 25 novembre 1868Langen, 9 ottobre 1937) fu granduca dell'Assia e del Reno dal 1892 al 1918.

Ernesto Luigi d'Assia
Ernesto Luigi d'Assia con il collare dell'Ordine della Giarrettiera
Granduca d'Assia e del Reno
Stemma
Stemma
In carica13 marzo 1892 –
9 novembre 1918
PredecessoreLuigi IV
Successoremonarchia abolita
Nome completo(DE) Ernst Ludwig Karl Albert Wilhelm
TrattamentoSua Altezza Reale
NascitaDarmstadt, 25 novembre 1868
MorteLangen, 9 ottobre 1937 (68 anni)
Luogo di sepolturaParco di Rosenhöhe, Darmstadt
Casa realeAssia
PadreLuigi IV d'Assia
MadreAlice di Gran Bretagna
ConsortiVittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha
Eleonora di Solms-Hohensolms-Lich
Figliprime nozze:
Elisabetta
seconde nozze:
Giorgio Donato
Luigi Ermanno
ReligioneLuteranesimo
Motto(DE) Gott, Ehre, Vaterland
(IT) Dio, Onore, Patria

Biografia

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I primi tragici anni

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Ernesto Luigi con la nonna Vittoria del Regno Unito e le sorelle Vittoria, Elisabetta, Irene e Alice due mesi dopo la morte della loro madre e della sorella minore. Per l'occasione tutti indossano ancora il lutto

Ernesto Luigi era figlio quartogenito, ma primo maschio, del granduca Luigi IV d'Assia e della principessa Alice di Gran Bretagna, nonché nipote della regina Vittoria. Egli era pertanto fratello maggiore della zarina Alessandra, moglie dello zar Nicola II di Russia.

Quando aveva appena cinque anni, suo fratello Federico morì, lasciandolo profondamente provato da questa esperienza. I due bambini stavano giocando insieme quando il bambino cadde da una finestra del secondo piano del palazzo. In un primo momento, Federico sembrava solo scosso dall'accaduto, ma si scoprì solo in seguito che era in corso un'emorragia interna al cervello, che era destinata a portarlo rapidamente alla morte, il tutto peggiorato dall'emofilia di cui soffriva. Poco dopo l'incidente cadde in stato di incoscienza e morì nel pomeriggio di quello stesso giorno.

Nel 1878 a Darmstadt si diffuse un'epidemia di difterite e tutti i bambini della famiglia granducale (tranne la principessa Elisabetta, che si trovava da sua nonna paterna, la principessa Elisabetta di Prussia) ed il loro padre si ammalarono. La principessa Alice si prese cura del marito e dei bambini, ma il 16 novembre il più giovane di questi, la principessa May, morì. Alice non rivelò la notizia al marito se non settimane dopo, sapendo quanto egli era affezionato alla bambina.

Per la sua formazione, il principe Ernesto Luigi era stato inizialmente affidato ad un tutore, Hans von Dadelsen; dal marzo del 1879 passò sotto la direzione di Moritz Muther. Apprese anche chimica dal rettore del ginnasio di Darmstadt, Ludwig Münch, e prese lezioni di musica dal direttore dell'orchestra di corte, Willem de Haan. Dal maggio del 1889 all'estate del 1890 studiò giurisprudenza presso l'Università di Lipsia, ove conobbe anche Gustav Römheld, che diverrà poi capo di gabinetto durante il suo governo. Nel semestre invernale 1890/91 passò all'Università dell'Assia a Gießen, ove terminò gli studi nella primavera del 1891.

 
Il granduca Ernesto Luigi con la prima moglie, Vittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha.

L'ascesa al trono e il regno

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Nel 1892 successe al padre come granduca. Nel 1894 sposò la cugina, la principessa Vittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha, figlia di suo zio il duca Alfredo di Sassonia-Coburgo-Gotha. Era questo un matrimonio essenzialmente d'interesse che mirava ancora una volta a legare saldamente il Granducato d'Assia al Regno Unito e come tale non fu mai un vero matrimonio d'amore e si concluse con un divorzio nel 1901. Secondo alcune indiscrezioni, negli anni del matrimonio il granduca Ernesto Luigi ebbe altre relazioni con donne e anche con uomini.[1]

Nel 1896 siglò un accordo con la Prussia per un comune sistema ferroviario, inaugurando così la Hessische Ludwigsbahn.

Ossessionato dai tragici avvenimenti che avevano segnato la sua infanzia in famiglia, tra i suoi primi atti nel 1903 vi fu la commissione di un nuovo mausoleo di famiglia, che venne poi consacrato il 3 novembre 1910 alla presenza del granduca, di tutta la sua famiglia, dello zar Nicola II, della zarina Alessandra, della granduchessa Elisabetta, del principe Luigi di Battenberg e di sua figlia Luisa, del principe Enrico di Prussia.

Nel 1905 Luigi si risposò con la principessa Eleonora di Solms-Hohensolms-Lich.

Durante la prima guerra mondiale, il granduca si schierò con l'Esercito tedesco e fu ufficiale al quartier generale del kaiser Guglielmo II. Nel luglio del 1918, ad appena sei mesi dalla rivoluzione di febbraio che forzò suo cognato Nicola II ad abdicare, due sorelle di Ernesto in Russia, Elisabetta (che era divenuta monaca dopo l'assassinio di suo marito, il granduca Sergej nel 1905) e Alessandra, la zarina, vennero uccise dai bolscevichi. Durante la rivoluzione del 1918, quando gli fu chiesto di abdicare, rifiutò nettamente. Perse il trono con l'abolizione della monarchia tedesca.

Morì nell'ottobre del 1937 al castello di Wolfsgarten, presso Darmstadt. Il 16 novembre di quello stesso anno ricevette i funerali di Stato e venne solennemente sepolto di fianco alla figlia, Elisabetta, in una nuova tomba costruita a fianco del mausoleo da lui fatto erigere quasi trent'anni prima, nel parco di Rosenhöhe.

La Colonia degli artisti di Darmstadt

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Luigi I
Figli
Luigi II
Luigi III
Luigi IV
Ernesto Luigi I
Figli
Luigi V
Filippo I
Maurizio I
Figli
  • Mafalda
  • Enrico Donato I
  • Elena
  • Filippo
Enrico Donato I
Figli
  • Paolina
  • Maurizio
  • Augusto
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  Lo stesso argomento in dettaglio: Colonia degli artisti di Darmstadt.

Nel 1901 sorse a Darmstadt la Colonia di artisti, patrocinata dallo stesso Ernesto Luigi d'Assia. Lo spirito animatore di tale istituto fu vittoriano, non solo perché il granduca era nipote della regina Vittoria e aveva ricevuto una educazione prettamente inglese, ma anche perché questi tentò di realizzare quell'idea della "Guild of handicrafts" perseguita dai più tipici vittoriani, da Ruskin a Morris, fino ai seguaci di quest'ultimo Baillie Scott e Ashbee, che possono considerarsi per i loro lunghi soggiorni a Darmstadt i consiglieri del granduca e forse gli ideatori stessi della Colonia di artisti. Ernesto Luigi auspicava con questo progetto di incrementare la produzione, di migliorare la qualità, aumentare le committenze dell'artigianato assiano; pertanto gli artisti da lui chiamati a Darmstadt dovevano operare in tal senso, essere insieme modelli insuperati e maestri fecondi. Il significato della Colonia di artisti di Darmstadt va visto all'interno di questo campo di tensione fra pura esteticità e calcolo economico. Ernesto Luigi perseguiva uno scopo in sé preciso: far coincidere la nuova visione estetica della vita con la ripresa economica dell'Assia[2].

Matrimoni ed eredi

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Ernesto appariva ancora devastato, ricordando la morte della figlia prediletta, trent'anni dopo. "La mia piccola Elisabetta" -scriveva nelle sue memorie- "era il sole della mia vita"[3].

Ernesto Luigi sposò in prime nozze la cugina, la principessa Vittoria di Edimburgo, dalla quale nacquero due figli:

Nel 1901 i coniugi divorziarono, a causa dell'evidente incompatibilità di carattere che da sempre si era manifestata. La regina Vittoria rimase molto dispiaciuta quando venne a sapere di questa volontà del granduca da parte di sir George Buchanan, suo chargé d'affaires, ma per via proprio della figlia Elisabetta che la coppia aveva avuto, la regina si rifiutò di permettere al nipote di divorziare. La sovrana britannica si mise personalmente in gioco per cercare di riappacificare la coppia, ma senza successo e quando infine la stessa Vittoria morì nel gennaio del 1901 l'unica grande opposizione a questa separazione venne meno e i due divorziarono il 21 dicembre 1901 con un verdetto della Suprema Corte d'Assia.

Nel 1905 Ernesto Luigi si risposò con la principessa Eleonora di Solms-Hohensolms-Lich. Da questo matrimonio nacquero due figli:

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi II d'Assia e del Reno Luigi I d'Assia e del Reno  
 
Luisa d'Assia-Darmstadt  
Carlo d'Assia  
Guglielmina di Baden Carlo Luigi di Baden  
 
Amalia d'Assia-Darmstadt  
Luigi IV d'Assia e del Reno  
Federico Guglielmo Carlo di Prussia Federico Guglielmo II di Prussia  
 
Federica Luisa d'Assia-Darmstadt  
Elisabetta di Prussia  
Maria Anna d'Assia-Homburg Federico V d'Assia-Homburg  
 
Carolina d'Assia-Darmstadt  
Ernesto Luigi d'Assia e del Reno  
Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld  
 
Augusta di Reuss-Ebersdorf  
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha  
Luisa di Sassonia-Gotha-Altenburg Augusto di Sassonia-Gotha-Altenburg  
 
Luisa Carlotta di Meclemburgo-Schwerin  
Alice di Gran Bretagna  
Edoardo Augusto di Hannover Giorgio III del Regno Unito  
 
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz  
Vittoria del Regno Unito  
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld  
 
Augusta di Reuss-Ebersdorf  
 

Onorificenze

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Onorificenze assiane

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— 13 marzo 1892 - 9 novembre 1918 (abdicazione; continua come ordine dinastico concesso solo ai membri della famiglia[4])
— 13 marzo 1892 - 9 novembre 1918 (abdicazione)
— 13 marzo 1892 - 9 novembre 1918 (abdicazione)
— 13 marzo 1892 - 9 novembre 1918 (abdicazione)

Onorificenze straniere

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  1. ^ (EN) John van der Kiste, Princess Victoria Melita, Sutton Publishing, p. 54, ISBN 0-7509-3469-7.
  2. ^ Renato De Fusco, Storia del design, Bari, Laterza, 1985, ISBN 88-420-2647-6.
  3. ^ (EN) John Van der Kiste, Princess Victoria Melita, Grand Duchess Cyril of Russia, Sutton Publishing, 1991, p. 64, ISBN 978-0-86299-815-8.
  4. ^ (EN) Leone d’Oro, su icocregister.org, 2001. URL consultato il 10 marzo 2023.
  5. ^ a b (EN) Supplement, in London Gazette, n. 25773, 5 gennaio 1888, p. 191. URL consultato il 10 marzo 2023.
  6. ^ (EN) Order of the Garter, su archive.org, p. 69. URL consultato il 10 marzo 2023.
  7. ^ (ES) Parte Official | Presidencia del Consejo de Ministros (PDF), in Gaceta de Madrid, n. 198, Regno di Spagna ― Bollettino Ufficiale di Stato, 17 luglio 1910. URL consultato il 10 marzo 2023.

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Controllo di autoritàVIAF (EN20471635 · ISNI (EN0000 0000 2636 898X · ULAN (EN500317349 · LCCN (ENn86042531 · GND (DE118530933 · BNF (FRcb127702490 (data) · J9U (ENHE987007280847105171