Elisabetta Benato Beltrami
Elisabetta Benato Beltrami (Padova, 23 ottobre 1812 – Padova, 18 febbraio 1888) è stata una pittrice italiana seguace del Neoclassicimo.
Biografia
modificaNata in una famiglia della media borghesia, in anni di grave crisi economica, dovuta all’alternarsi delle dominazioni, austriaca e francese, alle continue guerre e alla forte pressione fiscale che aveva messo in ginocchio le attività commerciali e manifatturiere, mostrò fin da bambina una forte predilezione per il disegno, realizzando copie molto apprezzate da artisti famosi.
Poté frequentare, grazie a una sottoscrizione di alcuni cittadini padovani, l’Accademia di belle arti di Venezia, dove seguì i corsi di scultura di Luigi Zandomeneghi e di pittura di Lipparini e Politi. Allora per le donne era molto difficile, se non impossibile, entrare in istituzioni pubbliche dove poter approfondire la preparazione artistica, infatti nella delibera di accettazione dell’Accademia fu precisato che si trattava di una eccezione, da non prendersi come esempio. Si distinse subito per le sue capacità, rivelando una sua ben precisa personalità per la morbidezza del disegno e la delicatezza dei colori. Il 26 novembre 1840 sposò Luigi Beltrami, figlio di Giovanni Beltrami, artista molto noto, specializzato nella lavorazione di cammei e pietre dure. Col marito trascorse un breve periodo a Cremona, dove poté frequentare artisti come Giovanni Carnovali detto il Piccio. Nel 1843 tornò a Padova.
Pur avendo terminato gli studi accademici, non poté utilizzare, in quanto donna, il titolo per insegnare, si dedicò allora a lezioni private, presso l’Istituto delle Dame del Sacro Cuore. Rimasta vedova nel 1854, condusse una vita discreta e lontana dalla mondanità, eppure fu pittrice nota e apprezzata dai suoi contemporanei[1]
Opere
modifica- ’Anima che sale al cielo, L’Assunta e la Malinconia risalgono agli ultimi anni dei suoi studi. Il suo genere preferito fu il ritratto, condotto con estrema cura dei particolari e sottile introspezione psicologica.
- L’Autoritratto con il fidanzato Luigi Beltrami è conservato al Museo Civico di Padova. Nello stesso museo si conservano altre sue opere tra cui Il Ritratto di fanciulla, realizzato dopo la morte del marito. Eseguì anche un Ritratto del Nobile Ruggero Manna insigne Maestro di Musica.
- Oltre ai ritratti ottenne anche commissioni di un certo impegno per pale d’altare. Per la parrocchia di Tribano realizzò nel 1847 una Deposizione e per la chiesa di San Siro di Bagnoli eseguì nel 1850 una Beata Vergine con Bambino e Santi. Per quest’ultimo lavoro, il compenso fu pagato al marito, secondo la consuetudine che fossero i mariti a gestire il patrimonio delle mogli. Dopo gli anni ’50 si dedicò anche alla realizzazione di miniature in avorio.
- Eseguì anche Un Incontro tra Petrarca e Laura, un S. Sebastiano. Il Ritratto di Francesco Marzolo, opera di piccole dimensioni, eseguita con la tecnica del pastello, fu forse l’ultima sua opera.
Note
modifica- ^ Anna Lanaro, 'Elisa Benato Beltrami (Padova 1812-1888), in Caterina Limentani Virdis (a cura di), Le tele svelate, Antologia di pittrici venete dal Cinquecento al Novecento, Venezia, 1996, pp. 179-187.
Bibliografia
modifica- Anna Lanaro, Percorso artistico di Elisabetta Benato Beltrami, in Bollettino del Museo Civico di Padova, 1984, pp. 205-214.
- M. Rizzoli, ElisabettaBenato Beltrami, pittrice padovana dell’800, in “Padova e la sua provincia”, n. 4, 1962, pp 47-51
- R. Santi, Inediti di Elisa Benato Beltrami, in “Bollettino del Museo Civico di Padova”, 1999, pp 103-114
- Roberta Lamon, Le donne nella storia di Padova, Padova 2013, pp 91-94
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