Electric Dreams
Electric Dreams è un film del 1984 diretto da Steve Barron e interpretato da Lenny von Dohlen e Virginia Madsen.
Electric Dreams | |
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Lenny von Dohlen in una scena del film | |
Titolo originale | Electric Dreams |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1984 |
Durata | 95 min |
Genere | commedia, fantascienza |
Regia | Steve Barron |
Sceneggiatura | Rusty Lemorande |
Produttore | Richard Branson, Larry DeWaay |
Casa di produzione | Metro-Goldwyn-Mayer |
Fotografia | Alex Thomson |
Montaggio | Peter Honess |
Musiche | Giorgio Moroder + AA.VV. |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Commedia fantascientifica con sfumature sentimentali, vede il primo "triangolo amoroso" tra un ragazzo, una ragazza e un computer, il dispettoso Edgar, che prende vita per un particolare incidente. Con la colonna sonora, tra gli altri, di Giorgio Moroder e di Boy George, è stato uno dei primi film finanziato a fini pubblicitari da una multinazionale, la Virgin Records di Richard Branson. Steve Lee, membro della consociata Virgin Games, ha anche realizzato in parte le animazioni computerizzate.
Trama
modificaMiles Harding è un giovane, brillante architetto di San Francisco. Il suo limite è che non ne vuol sapere di elettronica, finché l'ennesimo ritardo sul lavoro lo spinge a procurarsi un'agenda elettronica con la quale pianificare i propri appuntamenti. Ma sopraffatto dalla commessa del negozio di elettronica, finisce per comprare un computer completo dell'ultima generazione, con relativi accessori. Oltre che a servirsene come agenda, Miles inizia ad utilizzarlo per velocizzare il processo di creazione di un nuovo particolare mattone antisismico di sua invenzione e, collegandovi stereo, televisione, elettrodomestici e sistema di apertura della porta, crea la casa elettronica. Mentre festeggia il suo ingresso negli anni '80 dell'elettronica, Miles versa inavvertitamente lo spumante sui circuiti del computer. Invece di distruggersi, questo inaspettatamente si anima, e all'insaputa del proprietario, comincia a captare i suoni della vita che lo circondano.
La prima persona con cui il computer autoconsapevole entra in contatto non è, però, Miles, ma la sua nuova graziosa vicina di casa, la violoncellista Madeline Robistat. Mentre Miles è al lavoro, infatti, Madeline è in casa a provare per un imminente concerto; Edgar (il nome che il computer si è dato) capta i suoni del violoncello, e la accompagna con i propri suoni, metallici ma armoniosi. La ragazza, ovviamente, pensa che lo strumentista elettronico di casa Harding sia Miles, e incontratolo al supermarket, si complimenta per il concerto improvvisato. Miles abbozza, poi al ritorno scopre la novità quando Edgar gli si presenta (chiamandolo Moles, talpa). Scoperte le capacità artistiche del computer, Miles lo istruisce sui sentimenti e l'amore, facendogli conoscere anche le soap opera, in modo che il computer possa unire le parole ai suoni, e creare canzoni d'amore per Madeline, di cui Miles si è innamorato subito.
Nonostante le interferenze del borioso Bill, che suona nell'orchestra di Madeline, Miles e la ragazza si innamorano, grazie soprattutto alle canzoni di Edgar. Dopo una gita all'isola di Alcatraz, Miles e Madeline si dichiarano il proprio amore, ma i due non hanno fatto i conti con Edgar. Il computer, infatti, si è innamorato della ragazza, e dopo aver giustamente rinfacciato a Miles che gran parte del merito del suo fidanzamento è da attribuire alle canzoni da lui create, decide di mettere i bastoni tra le ruote del padrone. Lo blocca in casa, gli azzera il conto in banca, gli fa fare brutte figure in pubblico; ma poi, con la sua nuova sensibilità, capisce che non potrà mai esistere amore tra una donna e i circuiti di silicio, e decide di mettere fine alla propria esistenza, facendosi arrivare una scarica elettrica ad altissima tensione via telefono. Prima di "morire", Edgar lascia un ultimo ricordo ai due innamorati, la canzone Together in Electric Dreams, che viene irradiata da tutte le radio della zona.
Colonna sonora
modifica- P. P. Arnold – Electric Dreams (Boy George)
- Culture Club – Karma Chameleon (Boy George)
- Helen Terry – Now You're Mine (Giorgio Moroder)
- UB40 – Johnny Too Bad (W.Bailey, D.Crook & R.Beckford)
- The Duel (Giorgio Moroder)
- Phil Collins – You Can't Hurry Love (E.Holland, L.Dozier, B.Holland)
- Jeff Lynne – Video (Jeff Lynne)
- Culture Club – Love Is Love (Culture Club)
- Culture Club – The Dream (Culture Club)
- Jeff Lynne – Let It Run (Jeff Lynne)
- Culture Club – Do You Really Want to Hurt Me (Culture Club)
- Heaven 17 – Crushed by the Wheels of Industry (C.Marsh, M.Ware, G.Gregory)
- Heaven 17 – Chase Runner (C.Marsh, M.Ware, G.Gregory)
- Madeline's Theme (Giorgio Moroder)
- Philip Oakey – Together in Electric Dreams (Giorgio Moroder)
Bibliografia
modifica- Electric Dreams: quando il terzo incomodo è un computer (JPG), in Videogiochi, n. 21, Milano, Gruppo Editoriale Jackson, dicembre 1984, p. 33, ISSN 0392-8918 .
Collegamenti esterni
modifica- Electric Dreams, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- (EN) Electric Dreams, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Electric Dreams, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Electric Dreams, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Electric Dreams, su FilmAffinity.
- (EN) Electric Dreams, su Box Office Mojo, IMDb.com.