Diocesi di Parenzo e Pola

La diocesi di Parenzo e Pola (in latino: Dioecesis Parentina et Polensis) è una sede della Chiesa cattolica in Croazia suffraganea dell'arcidiocesi di Fiume. Nel 2021 contava 180.357 battezzati su 221.567 abitanti. È retta dal vescovo Ivan Štironja.

Diocesi di Parenzo e Pola
Dioecesis Parentina et Polensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Fiume
 
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoIvan Štironja
Vescovi emeritiIvan Milovan
Presbiteri101, di cui 85 secolari e 16 regolari
1.785 battezzati per presbitero
Religiosi50 uomini, 19 donne
Diaconi1 permanente
 
Abitanti221.567
Battezzati180.357 (81,4% del totale)
StatoCroazia
Superficie2.839 km²
Parrocchie136 (9 vicariati)
 
ErezioneIII secolo (Parenzo)
VI secolo (Pola)
Ritoromano
CattedraleAssunzione di Maria (Parenzo)
ConcattedraleAssunzione di Maria (Pola)
Santi patroniSan Mauro (Parenzo)
San Tommaso (Pola)
IndirizzoPark Juraj Dobrila, 3 - 52440 Parenzo
Sito webwww.biskupija-porecko-pulska.hr
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Croazia
La concattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria a Pola.

Territorio

modifica

La diocesi comprende tutta la regione istriana, che corrisponde a gran parte dell'Istria croata.

Sede vescovile è la città di Parenzo, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, più nota come Basilica Eufrasiana, dal nome del vescovo Eufrasio (530-560) che ne ordinò la costruzione. A Pola si trova la concattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria.

Il territorio si estende su 2.839 km² ed è suddiviso in 136 parrocchie, raggruppate in 9 decanati: Buie, Pinguente, Parenzo, Pisino, Pedena, Rovigno, Albona, Dignano e Pola.[1]

Diocesi di Parenzo

modifica

La diocesi di Parenzo fu eretta attorno III secolo e fu a lungo suffraganea del patriarcato di Aquileia.

I vescovi di Parenzo assunsero il potere temporale dal 933, anno in cui iniziarono ad intitolarsi conti di Orsera. Nel corso del X secolo alcune donazioni estesero i possedimenti vescovili a circa venti feudi. Questa autorità durò per poco: nel 1081 l'imperatore Enrico IV infeudò dell'intero vescovado il patriarca di Aquileia.

Il 10 maggio 1434 la diocesi fu unita a quella di Cittanova con la bolla Cunctis orbis di papa Eugenio IV. Tuttavia, la diocesi di Cittanova rimase soggetta al suo vescovo fino alla morte di lui e l'unione fu abolita nel 1448.

Nel 1784 la diocesi acquisiva le nove parrocchie del territorio di Pinguente, già comprese nella diocesi di Trieste.

Con la soppressione del patriarcato di Aquileia (1751), Parenzo divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Udine. Tra il 1788 e il 1807 fu sottoposta all'arcidiocesi di Lubiana. Nel 1819 passò al patriarcato di Venezia.

Diocesi di Pola

modifica

La diocesi di Pola, istituita nel VI secolo, fu originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna. Dall'inizio del VII secolo dipese dal patriarcato di Grado, quindi entrò, come Parenzo, a far parte della provincia ecclesiastica del patriarcato di Aquileia (1028).

Anche i vescovi di Pola ebbero il titolo di conti: nel 1028 la diocesi di Pola ricevette in feudo dall'imperatore Corrado II il Salico tutta la parte meridionale dell'Istria, compresa Fiume. Altre donazioni si ebbero nei secoli successivi.

Il 16 ottobre 1787 Pola cedette alla diocesi di Segna l'arcidiaconato di Fiume. Nel 1794 perse Chersano e Castua a favore di Trieste.

Con la soppressione del patriarcato di Aquileia, Pola seguì le stesse sorti di Parenzo, divenendo prima suffraganea dell'arcidiocesi di Udine, quindi dell'arcidiocesi di Lubiana, infine del patriarcato di Venezia.

Diocesi di Parenzo e Pola

modifica

Il 30 luglio 1828 con la bolla Locum beati Petri di papa Leone XII le due circoscrizioni sono state unite e la nuova diocesi ha assunto il nome attuale. Contestualmente la sede di Parenzo cedette 11 parrocchie alla diocesi di Trieste.

Il 27 luglio 1830 per effetto della bolla Insuper eminenti Apostolicae dignitatis di papa Pio VIII divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Gorizia.

Il 27 giugno 1969 la diocesi è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Fiume.

Il 17 ottobre 1977, in forza della bolla Prioribus saeculi di papa Paolo VI, la diocesi incorporò i territori delle diocesi di Trieste e di Capodistria che, dalla fine della seconda guerra mondiale, si trovavano in territorio jugoslavo nella Repubblica Socialista di Croazia, e che al termine del conflitto erano stati dati in amministrazione ai vescovi di Parenzo e Pola.

Cronotassi dei vescovi

modifica

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Parenzo

modifica

Vescovi di Pola

modifica

Vescovi di Parenzo e Pola

modifica

Statistiche

modifica

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 221.567 persone contava 180.357 battezzati, corrispondenti all'81,4% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 140.000 140.000 100,0 99 78 21 1.414 28 162 53
1970 100.718 133.570 75,4 55 46 9 1.831 10 70 63
1980 146.245 172.925 84,6 105 92 13 1.392 15 42 130
1990 139.628 192.935 72,4 101 88 13 1.382 14 34 137
1999 170.530 210.613 81,0 101 88 13 1.688 52 37 134
2000 173.705 213.288 81,4 100 87 13 1.737 52 35 134
2001 179.329 219.100 81,8 104 91 13 1.724 52 36 134
2002 178.518 216.834 82,3 99 87 12 1.803 48 35 134
2003 161.132 206.344 78,1 108 91 17 1.491 52 36 134
2004 168.699 208.717 80,8 108 91 17 1.562 49 34 134
2013 164.480 210.114 78,3 107 91 16 1.537 1 51 33 135
2016 176.212 217.663 81,0 105 90 15 1.678 1 48 24 134
2019 181.400 222.150 81,7 106 91 15 1.711 1 49 24 136
2021 180.357 221.567 81,4 101 85 16 1.785 1 50 19 136
  1. ^ Mappa Archiviato il 12 febbraio 2020 in Internet Archive. della diocesi e dei decanati.
  2. ^ Non esiste documento che attesti l'esistenza storica del vescovo Elia; il suo nome appare, dopo Eufrasio, solo in una lista di 29 vescovi parentini inserita nel cosiddetto "diploma eufrasiano", falso storico dell'VIII secolo.
  3. ^ Secondo Lanzoni la data del sinodo di Grado è incerta, mentre per Babudri la data sicura è quella del 579.
  4. ^ Menzionato nel "diploma eufrasiano" come successore di Giovanni; non documentato storicamente.
  5. ^ Assente nel "diploma eufrasiano", è tra i firmatari del sinodo romano del 680.
  6. ^ I vescovi da Lorenzo ad Andrea sono menzionati, nello stesso ordine, nel "diploma eufrasiano"; di questi otto vescovi tuttavia non esiste documentazione storica.
  7. ^ I vescovi da Arno a Vincenzo sono menzionati, nello stesso ordine, nel "diploma eufrasiano"; tuttavia, ad eccezione di Arno, di Adelmaro e di Bertoldo, nessuno degli altri è documentato storicamente; le date con un punto interrogativo sono quelle ipotetiche riferite da Babudri (pp. 215-216).
  8. ^ Fulcherio è l'ultimo vescovo menzionato nel "diploma eufrasiano.
  9. ^ La sede era vacante nel mese di marzo 1328.
  10. ^ La sede era vacante il 18 marzo 1367.
  11. ^ Antonio è il primo vescovo documentato di Pola, menzionato nell'epistolario di Cassiodoro, dove si parla anche di un decessor et predecessor Antonii; tra questi predecessori di Antonio, alcune cronotassi tradizionali inseriscono Venerio, che tuttavia, secondo Lanzoni, fu vescovo di Spello in Umbria.
  12. ^ Documentato da un diploma riconosciuto oggi come spurio; il nome tuttavia potrebbe riferirsi ad un vescovo realmente esistito.
  13. ^ Dopo Adriano, Ughelli inserisce il nome di Massimo, chiamato da altri autori Massenzio, che secondo Lanzoni non fu vescovo di Pola, ma di Zuglio nella Carnia.
  14. ^ Patriarca di Grado dall'803 all'820, si rifugiò a Pola in fuga dai Bizantini e la guidò come vescovo fino a quando poté fare ritorno a Grado.
  15. ^ Il 30 luglio 1572 fu nominato vescovo di Capodistria.
  16. ^ Rimase amministratore apostolico fino al 18 marzo 2023, giorno della presa di possesso di Ivan Štironja.

Bibliografia

modifica

Per la cronotassi di Parenzo

modifica

Per la cronotassi di Pola

modifica

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN305534767 · GND (DE400673-2
  Portale Diocesi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di diocesi