Corvo (araldica)
In araldica il corvo simboleggia l'oratoria, l'augurio, l'ingegno acuto e la cautela.[1][2] Quando è nero in campo d'oro denota un acquisto fortunato d'onori e di cospicue grandezze, a cagione di gran merito, in ricordo dei meriti riconosciuti a Marco Valerio Corvo per la vittoria nella battaglia contro i Galli nel 349 a.C. [3][4][5]
La raffigurazione araldica del corvo è molto simile a quella del merlo, ma il primo ha il becco di nero e il secondo, generalmente, d'oro. Nonostante questo, esiste anche la raffigurazione corvo nero con becco e zampe rosse: d'oro, al corvo di nero, beccato e membrato di rosso.[6][7] Questo perché si possono raffigurare differenti specie della stessa famiglia dei corvidi a seconda di come si presentavano gli animali sul luogo di chi assumeva uno stemma: il corvo imperiale (Corvus corax, Linnaeus, 1758) ha il becco nero e dimensioni maggiori rispetto a tutte le altre specie della famiglia; il corvo delle alpi o gracchio (Pyrrhocorax graculus, Linnaeus, 1766) ha invece il becco giallo o rosso e le zampe rosse.
Esiste anche il caso del corvo rappresentato come un uccello acquatico[8]: d'oro, all'uccello acquatico di nero, membrato di rosso.[7][9] Rappresenta probabilmente un Corvus Marinus (in italiano corvo marino[10]) oppure un Cygnus atratus che divenne noto al mondo occidentale solo dopo il 1697, anno della scoperta nel continente australiano da parte dell'esploratore olandese Willem de Vlamingh. Nell'inventario di Luigi Mallé (1965) su Palazzo Madama a Torino è stato classificato come pellicano, anche se l'uccello in questione non ha il becco munito di sacca dilatabile; visto il cognome della famiglia Corvo è facile che si tratti di un cormorano chiamato dai latini proprio corvus marinus.[8][10]
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Corvo nero in campo d'oro (D'Isernia e Corvo)[11]
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Corvo (stemma di Corvo, Portogallo)
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D'oro, a tre corvi di nero (Hœnheim, Francia)
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Quattro corvi (Abrantes, Portogallo)
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Tre teste di corvo di nero, strappate di rosso (Arnouville, Francia)
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Inquartato: nel 1° d'oro, al corvo di nero, illuminato e imbeccato d'argento; nel 2° d'azzurro, alla quercia sradicata d'oro; nel 3° d'azzurro, al covone di grano d'oro; nel 4° d'oro, a due fasce di rosso (Corbreuse, Francia)
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Partito: nel 1° d'oro, al ramo di rosa di verde con quattro rose di rosso; nel 2° d'oro, a tre corvi di nero posti l'uno sull'altro (Rotglà i Corberà, Spagna)
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Stemma dei conti di Schwarzenberg, 1792. Lo scudo è inquartato con un corvo nero che strappa un occhio a un nemico in campo d'oro nel 2º e nel 3º quarto, concessione imperiale fatta per la vittoria sui Turchi a Győr in Ungheria. Va osservato che il corvo rappresentato indossa una sorta di collare. Il corvo è rappresentato con becco e zampe nere, a differenza di altre illustrazioni degli stemmi della medesima famiglia.
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Stemma del ramo dell'Aquila della famiglia Schwarzenberg fino al 1918. Il corvo è rappresentato con becco e zampe rosse, forse per un errore o una noncuranza dell'illustratore.
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Stemma della famiglia Schwarzenberg. Il corvo è rappresentato con becco e zampe nere, forse per un errore o noncuranza dell'illustratore.
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D'oro, al corvo di nero, tenente nel becco un ramo di ulivo di verde e posato sopra un monticello d'azzurro (famiglia Corvino di Venezia)[13]
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Troncato: nel 1° semitroncato scaccato di oro e d'azzurro, alla bordura di rosso; nel 2° d'oro, al merlo di nero (comune di Braine, Francia)
Note
modifica- ^ Ginanni, p. 62.
- ^ Piero Guelfi Camaiani, Dizionario araldico, Milano, Ulrico Hoepli, 1940, p. 210.
- ^ Goffredo di Crollalanza, Enciclopedia araldico cavalleresca: prontuario nobiliare, Pisa, 1876-1877, p. 232.«… i più son d'avviso che dimostri augurio glorioso, e sia l'idea di acuto ingegno e verace cautela. Quando è nero in campo d'oro denota un acquisto fortunato d'onori e di cospicue grandezze, a cagione di gran merito»
- ^ Ginanni, pp. 62, 219, 71, 66,
«[...] dimostra nell'Arme augurio glorioso, ed è l'idea di acuto ingegno, e di verace cautela. Quando è nero in campo denota un acquisto fortunato d'onori, e di cospicue grandezze, a cagion di gran merito.»
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, libri, VII, 26.
- ^ R. Albanese e S. Coates, Araldica cuneese, Cuneo, Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, 1996.
- ^ a b Famiglia Corvo, su Blasonario subalpino.
- ^ a b Scultura di Palazzo Madama, in palazzomadamatorino.it.
- ^ Inventario Generale n. 2775; Inventario Particolare n. 236; L. Mallé, 1965, p. 257, in Museo Civico di Palazzo Madama, Torino.
- ^ a b Il Cormorano, Corvo Marino, su it.biomarmicrobialtechnologies.com.
- ^ Della Famiglia D'Isernia e Corvo, in Discorsi delle famiglie nobili del Regno di Napoli del signor Carlo De Lellis. Libro indirizzato: all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signore Don Pietro Antonio; Raymondo Folch De Cardona olim D'Aragona, Parte Terza, Napoli, 1671, pp. 115-120.
- ^ Laura Giallombardo, Stemmi gentilizi delle più illustri famiglie romane (Manoscritto MS. 4006 della Biblioteca Casanatense di Roma), Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2007, ISBN 978-88-240-1027-6, Numero 173.
- ^ G.B. di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, vol. I, Pisa, presso la direzione del Giornale Araldico, 1888, p. 328.
- ^ (FR) R. Bourse e I. Dufis, Armorial commenté des communes du Gers, Société Archéologique du Gers, ISBN 2-9505900-2-0.
Bibliografia
modifica- Marc'Antonio Ginanni, Corbo, in L'arte del blasone dichiarata per alfabeto, Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756.
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