Claudio Rivera Macías
Claudio Rivera Macías (Alguaire, 5 marzo 1893 – Madrid, 6 agosto 1971) è stato un generale spagnola, decorato con la Croce Laureata dell'Ordine di San Ferdinando per essersi distinto durante il corso della guerra del Rif. Sposato con Olga Alma de Torrontegui y Arriaga, la coppia ebbe tre figli Félix Jesús, Claudio e Mariano, di cui due, Mariano e Claudio, intrapresero la carriera militare.[2].
Claudio Rivera Macías | |
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Nascita | Alguaire, 5 marzo 1893 |
Morte | Madrid, 6 agosto 1971 |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Sant'Isidoro |
Dati militari | |
Paese servito | Regno di Spagna |
Forza armata | Ejército de Tierra |
Arma | Fanteria |
Grado | generale di divisione |
Guerre | Guerra del Rif Seconda guerra mondiale |
Campagne | Fronte orientale (1941-1945) Operazione Barbarossa |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Accademia di Fanteria, Toledo |
dati tratti da Claudio Rivera Macías[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Alguaire, Lerida, il 5 maggio 1893, figlio di Tomás Rivera Gamboa, tenente della Guardia Civil, e María Macías Martín.[2] Entrò nell'esercito nel 1909 come allievo della banda del Reggimento di Toledo, nel quale negli anni successivi ottenne i gradi di secondo caporale, primo caporale e secondo sergente.[1] Nel 1919 studiò presso la Scuola Preparatoria Militare di Burgos, e l'anno successivo ottenne un posto come allievo presso l'Accademia di Fanteria di Toledo.[2] Nel 1923 fu promosso al grado di sottotenente e assegnato al Reggimento di Ceriñola, a Melilla, passando mesi dopo al Gruppo delle Forze Indigene Regolari di Alhucemas, nelle cui fila combatté nel 1924 a Buhafora, Tizzi Aza, Azib de Midar, Issen-Lahssen, Uad Lau, Koba Darsa, Monte Conico e Massiccio del Gorgues; nell'ultima di queste azioni rimase ferito al petto e rifiutò di essere evacuato.[1] Giorni dopo fu nuovamente ferito, questa volta gravemente, per cui dovette essere ricoverato in ospedale.[1] Il suo comportamento in combattimento nel mese di dicembre gli valse la promozione a tenente per meriti di guerra.[1] Nel 1925 prese parte allo sbarco ad Alhucemas e alle operazioni successive.[1] Una volta completata la prima fase delle operazioni concordate alla conferenza di Uazan nel maggio 1926, le azioni furono dirette verso ovest per conquistare il massiccio dello Yeben Hamman.[1] Il 29 maggio le truppe spagnole avanzarono sulla Cabilia di Bocoia, e la colonna del generale González Carrasco, di cui facevano parte il Grupo de Fuerzas Regulares Indígenas de Infantería Alhucemas nº 5, sostennero duri combattimenti nel Zoco e a Had de Tizar, dove resisteva un folto gruppo di ribelli.[1]
Durante l'operazione la sua missione era quella di occupare alcuni crinali, dai quali cacciò il nemico utilizzando bombe a mano e coltelli, proseguendo l'avanzata di propria iniziativa e senza attendere rinforzi, raggiunse una casa in rovina nella quale ricevette l'ordine di fortificarsi.[2] Gli intensi attacchi nemici fecero esitare le truppe, che si ritirarono, permettendo ai ribelli di occupare queste rovine.[2] Con i suoi uomini lanciò un assalto alla casa, che riuscì a riconquistare subendo il 50% di perdite durante questi combattimenti. Per questo fatto fu promosso capitano per meriti di guerra.[1] Fu ferito per la terza volta il 12 giugno 1926 rifiutando nuovamente di essere evacuato e continuò a prestare servizio nelle Fuerzas Regulares Indígenas fino al 1928 quando tornò al Reggimento di Toledo.[1] Il 30 gennaio 1930 fu insignito della Croce laureata dell'Ordine di San Ferdinando.[2] Nel 1930 fu trasferito al Reggimento del Re e l'anno successivo, quando fu proclamata la Repubblica, chiese il pensionamento dall'Esercito, ottenendo il grado di comandante perché insignito della Croce laureata.[1] Fu uno dei primi ad aderire alla Falange Española de las JONS fondata da José Antonio Primo de Rivera.[3]
Durante il corso della Guerra civile spagnola fu imprigionato in zona repubblicana e alla fine del conflitto gli fu conferita la Medalla de Sufrimientos por la Patria e nel settembre 1940 fu reintegrato in servizio attivo con l'incarico di comandante, assegnato al Battaglione ciclistico n. 1.[1] Durante la seconda guerra mondiale fu comandante del 1° Battaglione del 262° Reggimento, 250. Infanterie-Division, nella campagna di Russia.[1] Insignito della Croce di Ferro di seconda classe, nel 1944 fu promosso tenente colonnello e fu assegnato alla Scuola di Applicazione e Tiro, per poi comandare il Battaglione Cacciatori di Montagna di La Albuera.[2][1] Nel 1949 frequentò la Scuola di Applicazione e di Tiro della Fanteria, dove rimase fino alla sua promozione a colonnello nel 1955, quando gli fu affidato il comando del Reggimento di San Quintino e del Reggimento delle Asturie l'anno successivo.[1] Fu promosso generale di brigata nel 1958 e l'anno successivo passò alla riserva, dove gli fu conferita il rango di generale di divisione.[1] Si spense a Madrid il 6 agosto 1971.[1]
Onorificenze
modificaOnorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modificaFonti
modificaBibliografia
modifica- (FR) Vincent Courcelle-Labrousse e Nicolas Marmié, La guerre du Rif, Maroc 1921-1926, Paris, Tallandier, 2008, ISBN 978-2-84734-253-6.
- (ES) Pablo La Porte, El desastre de Annual y la Crisis de la Restauración en España 1921-1923 (PDF), Madrid, Universitad Complutense, 1997.
- (EN) Stanley G. Payne, Franco and Hitler: Spain, Germany and World War II, Yale University Press, 2008, ISBN 978-0-300-15021-6.
- (ES) J. L. Isabel Sánchez, Caballeros de la Real y Militar Orden de San Fernando. Infantería, t. I, Madrid, Ministerio de Defensa, 2001.
- Periodici
- (EN) Gerald R. Kleinfeld e Lewis A. Tambs, North to Russia: The Spanish Blue Division in World War II, in Military Affairs, vol. 32, n. 4, Arizona State University, ottobre 1973.
- (EN) Arnold Krammer, Spanish Volunteers Against Bolshevism: the Blue Division, in The Russian Review, vol. 37, n. 1, Wiley, febbraio 1973.
- (EN) Bernard Norling, Hitler's Spanish Legion, in The Review of Politics, vol. 42, n. 3, Cambridge University Press, luglio 1980.
- Francesco Tamburini, Annual 1921, in Storia Militare, n. 189, Parma, Ermanno Albertelli Editore, giugno 2009, pp. 10-21, ISSN 1122-5289 .
- Francesco Tamburini, I gas nella guerra del Rif (1923-1927), in Storia Militare, n. 145, Parma, Ermanno Albertelli Editore, settembre 2005, ISSN 1122-5289 .
Voci correlate
modificaCollegamenti esterni
modifica- (ES) Claudio Rivera Macías, su Real Academia de la Historia. URL consultato l'11 agosto 2024.
- (ES) Excmo. Sr. D. Claudio Rivera Macías, General de División Laureado (PDF), su Maestranza de Caballeria de San Fernando. URL consultato il 23 giugno 2024.
- (ES) Claudio Rivera Macías – Un Laureado en la Falange, su Laverdadnitemeniofende. URL consultato il 23 giugno 2024.