Ceionio Rufio Albino (prefetto 389)
Ceionio Rufio Albino (latino: Ceionius Rufius Albinus; fl. 389-391) è stato un politico romano di età imperiale.
Biografia
modificaAlbino era il figlio di Gaio Ceionio Rufio Volusiano Lampadio e di Cecina Lolliana, e suo nonno era Ceionio Rufio Albino, console nel 335; dalla moglie cristiana ebbe Rufio Antonio Agrypnio Volusiano, citato da Rutilio Claudio Namaziano.[1] La sua famiglia aveva una proprietà a Tubursicubure, nei pressi di Hippo Regius.[2]
Albino era un pagano, e Ambrogio Teodosio Macrobio, che lo stimava come uno degli uomini più colti della sua epoca, lo mise tra gli oratori dei suoi Saturnalia;[3] aveva interesse nelle questioni metriche[4] ed è forse l'Albino autore del trattato De metris;[5]
Fu praefectus urbi di Roma nel 389-391; in tale qualità dedicò una statua a Termanzia,[6] la defunta madre dell'imperatore Teodosio I.
Note
modifica- ^ Rutilio Claudio Namaziano, De reditu suo, i.168.
- ^ CIL VIII, 25990
- ^ Ambrogio Teodosio Macrobio, Saturnalia, vi.1.1; i.2.16, i.24.19, iii.14.1.
- ^ Ambrogio Teodosio Macrobio, Saturnalia, i.24.19.
- ^ Gaio Mario Vittorino, Grammatica latina, vi.211.23; Rufino di Antiochia, Grammatica latina, vi.565.1.
- ^ CIL VI, 36960
Bibliografia
modifica- «Ceionius Rufius Albinus 15», PLRE I, p. 37-38.
Collegamenti esterni
modifica