Bruno Fallaci

giornalista italiano

Bruno Fallaci (Firenze, 2 febbraio 1893Firenze, 13 dicembre 1972[1]) è stato un giornalista italiano.

Bruno Fallaci

Biografia

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Proveniente da una famiglia di modeste origini,[2] mostrò fin da giovane un'inclinazione al mestiere di scrivere. Interruppe gli studi per dedicarsi al giornalismo a tempo pieno.[3] Negli anni venti fu responsabile della Terza pagina del quotidiano fiorentino La Nazione, diretto da Aldo Borelli. Negli anni trenta, quando Borelli passò alla direzione del Corriere della Sera, lo volle caporedattore dell'edizione pomeridiana del quotidiano milanese.[2] Dopo l'8 settembre 1943 si diede alla macchia e collaborò ai fogli clandestini della Resistenza toscana.[2]

Dopo la Liberazione tornò a Milano, dove fu tra i fondatori del quotidiano del pomeriggio Corriere Lombardo (1945).[4] Nel 1951 Mondadori lo chiamò alla direzione del settimanale Epoca.[5] La direzione terminò dopo soli tre anni per divergenze di vedute con l'editore.

Bruno Fallaci ebbe un ruolo nella formazione della nipote Oriana,[6][7] di cui fu maestro di scrittura[2]. Fu anche scopritore di talenti: assunse Alberto Cavallari[3] ed Enzo Biagi a Epoca. Aveva conosciuto Biagi a Firenze nei giorni della liberazione del capoluogo fiorentino (1944).[2]

Nel 1920 si sposò con la scrittrice Gianna Manzini, la quale lo lasciò nel 1933.[2] Successivamente fu legato all'attrice Olga Villi.[8] Si sposò in seconde nozze con Anna Desolina Boccellari.

Morì di cancro[9] a Firenze[10] e venne sepolto nel cimitero degli Allori, luogo di sepoltura della famiglia Fallaci.[1]

Nel 2017 è morta la seconda moglie. Gli eredi hanno donato i libri di Bruno Fallaci al comune di Gragnano Trebbiense (PC).[11]

  1. ^ a b Fotografia della tomba
  2. ^ a b c d e f Giuseppe Braga, Quello zio burbero che fece grande l'Oriana, in Libero, 2 novembre 2017.
  3. ^ a b Lo zio che insegnò a Oriana il giornalismo essenziale, su milano.corriere.it. URL consultato il 18 dicembre 2017.
  4. ^ Nato come «Giornale Lombardo» il 2 maggio, assunse la denominazione definitiva il 30 luglio dello stesso anno.
  5. ^ La vita di Oriana Fallaci, su oriana-fallaci.com. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2014).
  6. ^ Vita di Oriana Fallaci, su oriana-fallaci.com. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2014).
  7. ^ L'Oriana di De Stefano: indomita, infelice, inquieta, su avvenire.it. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
  8. ^ Vita e opere di Oriana Fallaci, su brianzapopolare.it. URL consultato il 27 maggio 2014.
  9. ^ Ritratto inedito di Oriana Fallaci: la più grande scrittrice italiana, su archivio.panorama.it. URL consultato l'11 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2015).
  10. ^ Pier Angelo Soldini, Il giardino di Montaigne, 2010, p. 286.
  11. ^ Casaliggio, i libri di Bruno Fallaci, zio di Oriana, donati alla biblioteca, su liberta.it. URL consultato il 18 dicembre 2017.