Banksy

artista e writer inglese

Banksy (...) è un artista e writer britannico, considerato uno dei maggiori esponenti della street art, la cui vera identità rimane ancora sconosciuta.

Tag dell'artista

Le sue opere spesso a sfondo satirico affrontano temi come la politica, la cultura e l'etica. È noto anche il suo impegno come attivista, politico e regista.[1] . Le sue creazioni combinano umorismo nero con graffiti eseguiti con la tecnica dello stencil. I suoi murales sono apparsi su strade, muri e ponti di città in tutto il mondo.[2] Il lavoro di Bansky nasce nella scena culturale underground di Bristol, dove ha visto lavorare diversi artisti e musicisti.[3] Banksy afferma di essersi ispirato a 3D, un artista di graffiti che in seguito divenne membro fondatore del gruppo musicale inglese Massive Attack.[4]

Espone la propria arte su superfici visibili in pubblico. Non vende fotografie o riproduzioni su altri supporti dei suoi graffiti, ma è noto che i banditori d'asta cercano di vendere la sua arte di strada sul posto, lasciando nelle mani dell'offerente vincitore l'onere della rimozione.[5]

Identità

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«Fa tutto questo e resta anonimo. Penso che questo sia fantastico. Nei nostri giorni tutti tentano di essere famosi. Ma lui ha l'anonimato»

Sulla reale identità di Banksy continuano i confronti e i dibattiti, e nessuno sa ancora con certezza chi si nasconda dietro questo nome; si ipotizza che Banksy possa essere in realtà una donna o, in alternativa, un collettivo composto da sei artisti riuniti sotto lo stesso nome.[7] In un'intervista del 2003 con Simon Hattenstone di The Guardian, Banksy è stato descritto come "bianco, 28 anni, trasandato casual: jeans, maglietta, un dente d'argento, catena d'argento e orecchino d'argento. Sembra un incrocio tra Jimmy Nail e Mike Skinner dei The Streets".

Secondo uno studio condotto dal Mail on Sunday nel 2008, l'elusivo artista britannico sarebbe Robin Gunningham, già studente della Bristol Cathedral Choir School;[8] i risultati di questa inchiesta sono stati confermati dagli studiosi della Queen Mary University di Londra che, servendosi del metodo di indagine della «profilazione geografica», mutuato dalle tecnologie poliziesche per la ricerca di criminali, hanno fatto corrispondere l'identità di Banksy a Gunningham.[9] Alcuni, anche dopo un involontario accenno fatto dal musicista britannico Goldie durante un'intervista, ritengono che Banksy sia, in realtà, lo stesso 3D, ovvero il musicista e graffitista Robert Del Naja dei Massive Attack.[10] Un'altra ipotesi avanzata è quella che il nome di Banksy dissimuli l'identità dell'artista svizzero Maître de Casson[11], circostanza da quest'ultimo smentita sul suo sito web[12].

Panoramica

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No Ball Games
Sweeper
Falling Shopper

Banksy è considerato uno dei maggiori esponenti di una branca della street art molto famosa, nota come post-graffiti e guerrilla art. La sua arte, infatti, trova espressione nella dimensione stradale e pubblica dello spazio urbano, realizzando pezzi che documentano la povertà della condizione umana. Le sue opere con un taglio ironico e satirico trattano tematiche tra le quali: le assurdità della società occidentale, la manipolazione mediatica, l'omologazione, le atrocità della guerra, l'inquinamento, lo sfruttamento minorile, la brutalità della repressione poliziesca e il maltrattamento degli animali. Per veicolare questo messaggio viene fatto ricorso a un'ampia gamma di soggetti, quali scimmie, topi (celebri ormai i suoi rats), poliziotti, ma anche bambini, gatti e membri della famiglia reale.

Manipolando abilmente i codici comunicativi della cultura di massa, Banksy traspone questi temi atroci in opere piacevoli e brillanti, in grado di sensibilizzare i destinatari sulle problematiche proposte e di trasformare il tessuto urbanistico delle città occidentali in luogo di riflessione. In tal senso, gli stencil di Banksy sono permeati da un'estetica diretta e intelligibile «come quella di un manifesto pubblicitario» che li sottrae alla marginalità e li restituisce alla fruizione di chiunque; la forte incidenza sociale del suo stile, infatti, rende le sue opere leggibili anche da bambini, come riportato dallo scrittore Paul Gough in un aneddoto:[13]

(EN)

«The Banksy work at the bottom of Park Street is a source of fascination for my five year old son and we pass it on the way to school and on the way back. He has multiple questions mainly starting with the word 'why...?' [...] My observation is that public art has the opportunity to provoke a reaction in all of us, regardless of age»

(IT)

«L'opera di Banksy in fondo a Park Street affascina molto mio figlio di cinque anni e ci passiamo davanti quando andiamo a scuola e al ritorno. Fa tante domande, che iniziano perlopiù con la parola 'perché...?' [...] La mia opinione è che l'arte di strada ha la capacità di suscitare una reazione in tutti noi, indipendentemente dall'età.»

Altra originalità dello stile di Banksy è la sua capacità di giocare sull'esito non scontato dei presupposti narrativi: la linearità delle sue figure, infatti, è sovvertita dalla presenza di elementi di dissonanza, che non invalidano la comprensibilità del messaggio, bensì ne rinforzano il sapore sarcastico e sovversivo. A titolo di esempio, nel murale No Ball Games sono raffigurati due bambini mentre si lanciano un cartello che vieta loro di giocare con la palla, ma che paradossalmente qui assume il valore della palla; è giocando con le contraddizioni impreviste e imprevedibili che si palesa l'ironia di Banksy, e l'opera si carica di forti connotazioni artistiche.[14]

Intervento in Cisgiordania

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Opera di Banksy sulla barriera di separazione israeliana
  Lo stesso argomento in dettaglio: Barriera di separazione israeliana.

La Cisgiordania e lo stato d'Israele sono separati da un muro lungo 70 km e da 670 km di recinzione con filo spinato, costruiti come misura cautelare contro il proliferare di attentati nel territorio israeliano. Questa struttura, come sancito nel 2004 dalla Corte internazionale di giustizia de L'Aia, è contraria al diritto internazionale, e ciò ha spinto Banksy a intervenire fisicamente sul muro[15] con un totale di nove opere lungo il perimetro della struttura. I soggetti effigiati sono per la maggior parte bambini che non vogliono soggiacere alla barriera, e che tentano di aggirarla in volo aggrappati a dei palloncini, o di forarla con paletta e secchiello; se ciò non è possibile, si limitano a guardare i paradisi terrestri presenti al di là del muro attraverso degli squarci resi magistralmente con la tecnica del trompe-l'oeil. Egli ha inoltre allestito un albergo a Betlemme, proprio di fronte al muro, che ha provocatoriamente chiamato "The Walled Off Hotel".[15]

(EN)

«Old man: You paint the wall, you make it look beautiful.
Banksy: Thanks
Old man: We don’t want it to be beautiful, we hate this wall, go home»

(IT)

«Anziano: Hai dipinto il muro, lo fai sembrare bello.
Banksy: Grazie
Anziano: Non vogliamo che sia bello, odiamo questo muro, vai a casa.»

Incursioni nei musei

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Insofferente ai sistemi di diffusione e di produzione usuali, Banksy è un fiero detrattore della mercificazione dell'arte e del feticismo collezionistico:

(EN)

«The Art we look at is made by only a select few. A small group create, promote, purchase, exhibit and decide the success of Art. Only a few hundred people in the world have any real say. When you go to an Art gallery you are simply a tourist looking at the trophy cabinet of a few millionaires»

(IT)

«L'arte che guardiamo è fatta da solo pochi eletti. Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell'Arte. Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo. Quando vai in una galleria d'arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari»

In segno di protesta, quindi, Banksy spesso si reca nelle gallerie d'arte più blasonate e vi appende clandestinamente opere realizzate in perfetto «stile» ma con particolari assolutamente anacronistici.[17] In questo filone si inscrivono:

L'estate veneziana

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L'opera di Banksy a Venezia, ritratta durante un picco di alta marea nel novembre 2019.

Banksy decide di colpire a Venezia durante l'inaugurazione della 58ª Biennale d'arte e la notte dell'8 maggio 2019 realizza il murale Naufrago bambino a sostegno dei migranti che vengono bloccati in mare da una politica di chiusura dei porti molto discussa del governo italiano in carica in quei mesi così come in Europa e nel mondo intero, rappresentando un ragazzo che, con i piedi che ancora sfiorano l'acqua, indossa un giubbotto di salvataggio e alza verso il cielo un razzo segnaletico che emana un fumo denso e rosa.

Lo realizza su un muro scrostato che si affaccia sul rio di San Pantalon - Rio Novo - il canale che costeggiando la sede dell'Università Ca' Foscari sfocia in Canal Grande. L'edificio, a due passi da campo Santa Margherita, è privato e disabitato da tempo e non è di rilievo storico-artistico, ma la Sovrintendenza, come atto dovuto, presenta una denuncia penale a carico di ignoti per violazione del decreto 42/2004 che impone la richiesta di autorizzazione ad intervenire con decorazioni pittoriche sulle pareti dei palazzi vincolati. La stessa Sovrintendenza evidenzia però che il Naufrago bambino è indiscutibilmente un'opera d'arte e perciò va conservata per garantirne la fruizione nel luogo scelto dall'artista e, nel caso in cui il muro dovesse essere ricostruito, il proprietario dell'immobile sarà tenuto a staccarlo per conservarlo.

Sempre a Venezia Banksy realizza una performance in evidente sostegno dei comitati che chiedono la fine del passaggio delle grandi navi da crociera nel bacino San Marco e il canale della Giudecca e lo intitola Venice in Oil sia perché realizzato ad olio sia riferendosi all'inquinamento prodotto dalle grandi navi.[18][19] Si finge un pittore ambulante e sul suo cavalletto espone nove tele ad olio che rappresentano in stile settecentesco una nave da crociera che con le sue gigantesche e mostruose dimensioni blocca la vista dei monumenti della fragile città. Chiaramente ispirate ai dipinti del Canaletto sono incorniciate da legno dorato in stile barocco. Il venditore, in impermeabile lungo e con un gran cappello che gli copre il viso, tenta di esporre in tre diverse zone della città, puntualmente allontanato dai vigili urbani perché sprovvisto di licenza e perché pare non essere un ospite gradito della Biennale. Il 22 maggio 2019, pubblicherà il video del suo intervento sul suo profilo Instagram con questa didascalia: Settin out my stall at the Venice Biennale. Despite being the largest and most prestigious art event in the world, for some reason I’ve never been invited. Espone in Piazza San Marco, sotto i portici delle Prigioni Nuove vicino al Palazzo Ducale e in Via Garibaldi, vicinissimo alle due sedi in cui si sta svolgendo la vernice della kermesse internazionale.

Tecnica

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Per realizzare quest'opera Banksy ha fatto ricorso alla tecnica dello stencil (nell'immagine, la Madonna con la pistola in piazza Gerolomini, a Napoli)
(EN)

«A wall is a very big weapon. It's one of the nastiest things you can hit someone with»

(IT)

«Un muro è una grande arma. È una delle cose peggiori con cui colpire qualcuno»

Il nome di Banksy è indissolubilmente legato alla tecnica utilizzata per i suoi murales, lo stencil, del quale è uno dei principali interpreti contemporanei. Si tratta di un genere già da tempo conosciuto e apprezzato dagli artisti associati alla sfera della street art, quali Blek le rat, Tristan Manco ed El Chivo: fu Banksy, tuttavia, il primo ad usare la stencil art con tale frequenza e creatività tanto da diventarne il punto di riferimento, e da fare raggiungere alla tecnica grande popolarità globale.[20]

L'adozione della tecnica dello stencil si rese necessaria, per Banksy, per via della lentezza nella realizzazione dei murales, attività che richiede grande rapidità per scongiurare l'intervento della polizia;[21] fu proprio nello stencil che Banksy individuò la soluzione a queste problematiche. Questa tecnica, infatti, si avvale di una «maschera in negativo dell'immagine che si vuole creare [ricavata] su un supporto rigido»[20]; il writer poi non deve fare altro che poggiare la sagoma sulla superficie muraria che si è scelto di dipingere e spruzzare il colore negli spazi vuoti. In questo modo si concilia la rapidità di esecuzione stradale (Banksy, per dipingere un'opera, impiega solo quindici minuti, trascorrendo la maggior parte del tempo in studio a ritagliare la mascherina normografica)[21] con una grande meticolosità e con l'eventualità di serializzare l'opera, che può essere riprodotta in modo identico tante volte quante si vuole.[20]

Banksy si è espresso in questo modo sulla propria tecnica pittorica:

(EN)

«I use whatever it takes. Sometimes that just means drawing a moustache on a girl’s face on some billboard, sometimes that means sweating for days over an intricate drawing. Efficiency is the key»

(IT)

«Io uso quello che serve. A volte questo significa solo disegnare un paio di baffi sul volto di una ragazza su qualche cartellone, talvolta invece significa sudare per giorni su un disegno intricato. La chiave è l'efficienza»

Di seguito vengono riportate alcune opere di Banksy:

Nel maggio 2019 smentisce ufficialmente di aver realizzato l'opera chiamata Panda with Guns, precedentemente attribuitagli dalla critica.

Banksy ha pubblicato diversi libri che contengono fotografie delle sue opere accompagnate da alcune annotazioni:

Banksy ha creato un film documentario, Exit Through the Gift Shop, definito "il primo disastro del mondo dell'arte di strada", che ha fatto il suo debutto al Sundance Film Festival del 2010.[22] Il film è uscito nel Regno Unito il 5 marzo 2010 e nel gennaio 2011 è stato candidato all'Oscar al miglior documentario. Nel 2014 è stato premiato come Person of the Year ai Webby Award 2014.[23][24]

  1. ^ Holzwarth, Hans W. (2009). 100 Contemporary Artists A-Z (Taschen's 25th anniversary special ed.). Köln: Taschen. p. 40..
  2. ^ "The Banksy Paradox: 7 Sides to the World's Most Infamous Street Artist, 19 July 2007, su weburbanist.com.
  3. ^ Baker, Lindsay (28 March 2008). "Banksy: off the wall – Telegraph". The Daily Telegraph. London: Telegraph Media Group., su telegraph.co.uk.
  4. ^ "Frequently Asked Questions", su banksy.co.uk (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2012).
  5. ^ "Banksy fans fail to bite at street art auction". meeja.com.au. 30 September 2008., su meeja.com.au (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2008).
  6. ^ Paul Vallely, Banksy: The joker, The Independent, 23 settembre 2006. URL consultato il 30 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2008).
  7. ^ Kriston Capps, Why Banksy is (Probably) a Woman, su Citylab, The Atlantic, 4 novembre 2014. URL consultato il 9 novembre 2014.
  8. ^ (EN) Andrew Anthony, Banksy: the artist who's driven to the wall, The Guardian, 20 aprile 2014. URL consultato il 30 luglio 2016.
  9. ^ Michelle V. Hauge, Mark D. Stevenson, D. Kim Rossmo e Steven Le Comber, Tagging Banksy: using geographic profiling to investigate a modern art mystery, in Journal of Spatial Science, 3 marzo 2016, DOI:10.1080/14498596.2016.1138246, ISSN 1449-8596 (WC · ACNP).
  10. ^ Un dj ha svelato l'identità di Banksy. Forse, Agi, 24 giugno 2017. URL consultato il 26 giugno 2017.
  11. ^ (DE) Hans-Heiner Dobke, Ist Banksy der Leipziger Maler Maître de Casson?, su TRENDKRAFT, 9 dicembre 2019. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  12. ^ Maître de Casson, su maitredecasson.com. URL consultato il 23 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).
  13. ^ Cruciata, p. 57.
  14. ^ Saracino, p. 11.
  15. ^ a b Michele Martini, Banksy in Cisgiordania: graffiti sul limite (PDF), su ec-aiss.it, Associazione Italiana Studi Semiotici. URL consultato il 30 luglio 2016.
  16. ^ Martin Kornberger, Brand Society: How Brands Transform Management and Lifestyle, Cambridge University Press, 2010, p. 241, ISBN 0-521-89826-9.
  17. ^ (ITEN) Cecilia Cecchini, Banksy: Urban Guerrilla Art, su academia.edu, pp. 80-84. URL consultato il 30 luglio 2016.
  18. ^ (EN) Alexander Araya Lopez, Saint Mark's square as contested political space: protesting cruise tourism in Venice, in Shima Journal, vol. 15, n. 1.
  19. ^ (EN) Emiliano Guaraldo, Resisting the Tourist Gaze. Art Activism Against Cruise Ship Extractivism…, su edizionicafoscari.unive.it. URL consultato il 14 marzo 2022.
  20. ^ a b c stencil art, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 luglio 2016.
  21. ^ a b Gilardino, p. 41.
  22. ^ Banksy film to debut at Sundance, su news.bbc.co.uk.
  23. ^ Webby Person of the Year, su webbyawards.com.
  24. ^ Banksy's Exit Through the Gift Shop up for Oscar award, su news.bbc.co.uk (archiviato dall'url originale il 21 aprile 2017).

Bibliografia

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  • Duccio Dogheria, Banksy, 2021, ISBN 8809786432.
  • Marco Horak, Follie e paradossi del mercato dell'arte: i casi Banksy e Belamy, in "Panorama Musei", anno XXIV, n.1, aprile 2019.
  • Karin Cruciata, L'arte di Banksy: una critica al "sistema" contemporaneo, 2014, ISBN 605-03-0544-7.
  • Will Ellsworth-Jones, L'uomo oltre il muro, L'Ippocampo, 2014.
  • Letizia Francesca Gilardino, Banksy: un comunicatore sociale, Università degli studi di Torino, 2010.
  • Claudio Saracino, La semiotica nell'arte contemporanea. Banksy, Università per Stranieri di Siena.
  • Andrea Del Monte, Rebus Banksy. L’uomo dall’arte ribelle. Banksy, Ensemble editore, 2023, ISBN 979-1255710813.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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