Allardia Decne., 1841 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Asian-southern African grade) e sottotribù Handeliinae.[1][2][3]

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Allardia
Immagine di Allardia mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAnthemideae
cladeAsian-southern African grade
SottotribùHandeliinae
Genere Allardia
Decne., 1841
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAnthemideae
Genere Allardia
Specie
(Vedi testo)

Etimologia

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Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Joseph Decaisne (1807-1882) nella pubblicazione " Voyage dans l'Inde pendant les annees 1828 a 1832. Publie sous les auspices de M. Guizot. Paris" ( Voy. Inde [Jacquemont] 4(Bot.): 87.) del 1841.[4]

Descrizione

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Portamento. Le specie di questo genere sono delle erbe perenni, da glabre a densamente tomentose. L'indumento può essere formato da peli basifissi.[5][6][7][3][8][9]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alternato. La lamina varia da lobata (apice con 3 - 5 lobi) a pennatosetta o pennatopartita. Le foglie sono ravvicinate e talvolta sono rosulate. Le forme variano da spatolate a cuneate.

Infiorescenza. Le sinflorescenze comprendono capolini solitari. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale di tipo radiato, normalmente con fiori eterogami (raramente omogami). La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro, con forme emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, piatte, a consistenza erbacea (ampiamente scariose sui margini), sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 3 a 4). Il ricettacolo è convesso/emisferico e privo di pagliette a protezione della base dei fiori.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono femminili (neutri, fertili o anche sterili) disposti su una sola serie; la forma è ligulata (zigomorfa); a volte possono mancare o essere sterili;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi e fertili.
*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [10]
  • Corolla: le corolla sono ligulate (quelle del raggio) o tubolari terminanti con 5 lobi (quelle centrali). I colori sono bianco, rosa o violetto per i fiori periferici, e giallo o blu-violetto per quelli centrali.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi (con collari larghi/snelli); gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le basi delle antere sono ottuse con appendice apicale ovato-lanceolata. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre non polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma lineare-troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo (a volte il pappo può mancare). La forma degli acheni è ob-conica ricurva con sezione trasversale circolare. I fianchi sono percorsi da 5 - 10 coste longitudinali. La superficie può contenere delle ghiandole sessili. Il pappo è formato da una coroncina apicale con 25 - 50 setole simili a scaglie. Il pericarpo, glabro o densamente peloso, non ha le cellule mucillaginifere (le sacche resinose sono sempre assenti).

Biologia

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Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[6][7]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo genere sono distribuite in Asia centrale.[2]

Sistematica

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La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[11], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[12] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[13]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][8]

Filogenesi

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Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Allardia (insieme alla sottotribù Handeliinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[3].

Storicamente nella struttura interna della sottotribù si individuano due gruppi principali: (1) "Handelia Group" e (2) Cancrinia Group; il genere di questa voce fa parte del Cancrinia Group.[8] In questo gruppo sono state individuate alcune sinapomorfie: habitus compatto, portamento scaposo e brattee involucrali con margini marrone scuro.[9]>

I caratteri distintivi del genere sono:[8]

  • il portamento è erbaceo perenne;
  • la corolla dei fiori del disco ha 5 lobi terminali;
  • all'apice degli acheni si trovano 25 - 50 scaglie di uguale lunghezza.

Elenco delle specie

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Questo genere ha 9 specie:[2]

Sinonimi

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Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Waldheimia Kar. & Kir.

Nota: uno studio recente sulla tribù Anthemideae e sulle sue sottotribù (come Handeliinae) ha proposto la riabilitazione del genere Waldheimia con 4 specie (proposta non ancora accetta da alte checklist).[3] La data esatta di pubblicazione di Allardia è incerta, ma le prove esistenti suggeriscono che fosse nel 1841, quindi antecedente a quella del genere Waldheimia, che fu pubblicato nel 1842.[14]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 17 agosto 2024.
  3. ^ a b c d Oberprieler et al. 2022
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 17 agosto 2024.
  5. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  6. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  7. ^ a b Judd 2007, pag.517
  8. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 360.
  9. ^ a b c Funk & Susanna, pag. 644.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Judd 2007, pag. 520.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  13. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  14. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 17 agosto 2024.

Bibliografia

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Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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