Alessandro Casali

militare italiano

Alessandro Casali (Piacenza, 5 ottobre 1894Volkovniak, 26 ottobre 1917) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.

Alessandro Casali
NascitaPiacenza, 5 ottobre 1894
Mortependici del Volkovniak, 26 ottobre 1917
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
RepartoI Battaglione
82º Reggimento
Brigata fanteria "Torino"
Anni di servizio1915 - 1917
GradoCapitano di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
BattaglieBattaglia di Caporetto
Comandante di3ª Compagnia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Piacentini in grigioverde[1]
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Biografia

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Nacque a Piacenza il 5 ottobre 1894,[1] in una delle più importanti famiglie piacentine, i Marchesi Monticelli d'Ongina, figlio di Vittorio e della contessa Maria Dolores Marazzani Visconti.[N 1]

Nel maggio 1915, con l'entrata in guerra dell'Italia lasciò il Politecnico di Torino dove studiava per arruolarsi volontario nel Regio Esercito. Dopo aver frequentato il corso Allievi Ufficiali di complemento, fu assegnato con il grado di sottotenente, al 92º Reggimento di fanteria della Brigata "Basilicata", con la quale combatté sul Col di Lana,[1] fronte dolomitico. Trasferito all’82º Reggimento della Brigata "Torino",[N 2] inquadrata nella 31ª Divisione,[N 3][2] passò nella zona carsica, meritandosi un encomio solenne e la promozione da tenente a capitano per merito di guerra.[1] Il 26 ottobre 1917[3] il suo Battaglione subì un forte attacco sulle pendici del Volkovniak. Colpito due volte, nonostante le ferite, assunse il comando dei sopraggiunti rinforzi, appartenenti all'81º Reggimento fanteria, ma rimase ferito mortalmente nel tentativo di riconquistare le posizioni perdute. In sua memoria fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[4] Una piazza di Piacenza porta il suo nome.

Onorificenze

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«Accerchiata dal nemico e fatta in gran parte prigioniera la propria compagnia, rimase gravemente e ripetutamente ferito. Medicato alla meglio, postesi delle bombe sul braccio ferito sospeso al collo, serenamente disposto al sacrificio di sé, si metteva alla testa dei sopraggiunti rinforzi, e, fulgido esempio di valore, li guidava alla riconquista della trincea ove cadeva gloriosamente colpito in fronte. Volkowniak, 26 ottobre 1917.[4]»
— Decreto Luogotenenziale 16 agosto 1918[5]

Annotazioni

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  1. ^ La coppia ebbe altri quattro figli, Giustina, Alfonso, Angiola e Stefano.
  2. ^ Che dal 28 aprile 1915 al 5 giugno 1916 fu al comando del maggiore generale Carlo Castellazzi.
  3. ^ Appartenente all'XI Corpo d'armata del generale Carlo Petitti di Roreto.
  1. ^ a b c d Filippo Lombardi, Piacentini in grigioverde, Marvia Editrice, Voghera, 2014.
  2. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 206.
  3. ^ Cavaciocchi, Ungari 2014, p. 235.
  4. ^ a b http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12553
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1918, disp.51.

Bibliografia

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  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Roberto Giardina, 1914 la grande guerra: L'Italia neutrale spinta verso il conflitto, Reggio Emilia, Imprimatur s.r.l., 2014, ISBN 88-6830-159-8.
  • Filippo Lombardi, Piacentini in grigioverde, Voghera, Marvia Editrice, 2014.
  • (EN) John R. Schindler, Isonzo: The Forgotten Sacrifice of the Great War, Westport, Praeger Publishers, 2001, ISBN 0-275-97204-6.
  • Mario Vianelli e Giovanni Canacchi, Teatri di guerra sulle Dolomiti, Milano, Oscar Storia Mondadori, 2009.