Santuario della Madonna di Valverde (Rezzato)

edificio religioso di Rezzato

Il santuario della Madonna di Valverde di Rezzato in provincia di Brescia nasce vicino al luogo dell'apparizione mariana del 1399, l'unica della storia che vede l'apparizione contemporanea del Cristo e della Madonna.

Santuario della Madonna di Valverde
Esterno
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàFile:Rezzato-Stemma.png Rezzato
IndirizzoVia Santuario, 75
Coordinate45°31′25.14″N 10°18′52.45″E
ReligioneCattolica
DiocesiDiocesi di Brescia
Consacrazione1642
Stile architettonicoBarocco
Inizio costruzione1601
Completamento1615

Storia

L'apparizione

Le condizioni sociali del secolo che precede l'apparizione erano disastrose. Potere civile e religioso erano in balia di crescenti forze disgregatrici. La Chiesa era dilaniata da gravi contrasti interni. Dal Comune si passa alla Signoria. Tale passaggio implica lotte tra fazioni e fazioni. I costumi sono guasti. A ciò si aggiungono le calamità volute dagli uomini e dalla natura. Crisi economiche, carestie, pestilenze e guerre. Considerando questo quadro fosco si può meglio comprendere l'avvenimento dell'apparizione di Gesù e della Madonna.

Durante la primavera avanzata dell'anno 1399, un contadino sta arando il suo campo; ad un tratto si imbatte in un uomo vestito di rosso che gli ordina di gettare i tre pani che ha nella bisaccia in un laghetto poco distante da lì. Arrivato al laghetto il bifolco viene fermato dalla Madonna, in piedi sulla riva del lago, che lo incarica di tornare dal Signore affinché questo ritiri l'ordine di gettare i tre pani nel laghetto. Dopo essere stato dal Signore, l'uomo torna deciso a gettare i pani nell'acqua ma la Madonna gli spiega che i tre pani significano tre castighi: guerra, fame e peste. La Madonna lo rimanda dal Redentore, e al suo ritorno l'uomo getta nel laghetto un solo pane simbolo della peste. Grazie al Signore fame e guerra erano state evitate.

Avvenimenti attorno al periodo dell'apparizione - Le Confraternite

Successivamente all'evento anche la regione fu interessata da movimenti religiosi che manifestavano la loro spiritualità anche con processioni penitenziali itineranti di luogo in luogo, organizzate appunto da penitenti chiamati con diversi nomi (flagellanti, poiché si sottoponevano a mortificazioni corporali mediante flagellazione sulla viva carne dei "battuti" stessi, Bianchi, perché indossavano tuniche bianche di umile panno che richiamava la tunica di Cristo e la veste penitenziale di biblica memoria, ecc.)[1]. I Bianchi in particolare avevano uno speciale rapporto con l'apparizione poiché il loro movimento avrebbe avuto origine in Nord Europa proprio a seguito di una apparixione del tutto simile a quella di Valverde (vedi "Cronaca dei Disciplinanti" di Luca Dominici, notaio pistoiese che seguì il movimento e ne raccolse per scritto le testimonianze). Questi uomini e donne costituirono i predecessori delle Confraternite laicali cattoliche giunte fino ad oggi, la maggior parte delle quali ha abito tuttora bianco a memoria di questi loro fatti. Muovendosi in gruppo, essi toccarono quasi tutto il "vecchio continente". Il loro abito bianco era ed è corredato di cappuccio per garantire l'anonimato delle buone opere. Sul cappuccio e sul lato del cuore questi abiti recavano (qualcuno lo conserva) una croce rossa, da "croce-signati" ossia da segnati dal sangue (rosso) dell'Agnello Immolato (Cristo Crocifisso). I riferimenti biblici sono chiarissimi. Dunque anche i Bianchi si recarono in massa verso la zona dell'apparizione, intonando canti di lode (le "laude") e affollando la piccola Rotonda[1].

Nel corso del Quattrocento il culto si espande e si rafforza, tanto che nel 1580 arriva persino San Carlo Borromeo in visita alla cappella del laghetto. È solo il caso di ricordare che San Carlo è considerato pure compatrono delle Confraternite, per le quali scrisse una apposita Regola dei Disciplinanti tuttora valida[2].

Edifici ed edificazioni

Distante circa 500 m dal lago era posta una piccola chiesa in stile romanico riconducibile per caratteristiche costruttive al Duomo Vecchio di Brescia. Questa era chiamata Rotonda e, successivamente all'apparizione, fu circondata da altari e porticati. Fu San Carlo Borromeo che nel 1580 ordinò la distruzione degli altari e incitò i maggiorenti del paese a costruire una nuova chiesa più spaziosa. Il 5 marzo 1601 si decise la costruzione di una nuova chiesa adiacente alla piccola Rotonda. La chiesa è terminata nel 1615, la facciata e il campanile vengono aggiunti nel 1642 e la strada che dal paese si reca al santuario viene completata nel 1635. Il piazzale e la fontana risalgono al 1637[2].

La cappella del laghetto viene fatta costruire nel 1400, restaurata nel 1580 e nel 1712, dopo la seconda apparizione.

La seconda apparizione

Avvenne giovedì 1º ottobre 1711, quando due bambini che raccoglievano castagne sul Colle San Pietro videro brillare la Madonna d'oro posta sulla cappella del laghetto, sentendo anche la voce di una donna che li rassicurò. Il giorno seguente era fissata infatti una solenne celebrazione sulle rive del laghetto per chiedere alla Madonna di debellar la peste che in quei giorni aveva colpito il paese[2].

Processione storica

Ogni anno, l'ultima domenica di luglio, il miracolo del 1399 viene rievocato con una processione storica di santi che partono dalla parrocchiale di San Giovanni Battista per recarsi al laghetto, dove il bifolco si getta nell'acqua per riprendere i pani gettativi dentro.

Durante tutta la settimana che precede questa processione, al Santuario si svolgono funzioni solenni che terminano la sera del venerdì, durante la quale l'immagine della Madonna viene portata in processione fino alla parrocchia di San Giovanni dove resterà fino alla domenica della processione.

Bibliografia

  • Domenico Piccinotti e Vincenzo Pialorsi, Rezzato attraverso i secoli, 1984
  • Mario Taccolini, Rezzato. Storia di una comunità, 2000

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ a b "Rezzato, materiali per una storia", Paolo Corsini e Gianbattista Tirelli, 1986.
  2. ^ a b c "Rezzato, storia di una comunità" di Mario Taccolini, Fondazione terre Bresciane, 2000

Altri progetti