Tommaso d'Aquino
«Donami, Signore Dio, la vita senza morte, il gaudio senza dolore, là dove c’è la somma libertà, la libera sicurezza, la sicura tranquillità, la gioconda felicità, la felice eternità, l’eterna beatitudine, la visione e la lode della verità, o Dio! Amen.»
«Adóro te devóte, látens Déitas,
Quæ sub his figúris, vere látitas:
Tibi se cor meum totum súbjicit,
Quia, te contémplans, totum déficit.»
Tommaso d'Aquino (Roccasecca, 1225 – Fossanova, 7 marzo 1274) fu un frate domenicano, esponente della Scolastica, definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei, riconosciuto come il più importante giurista e teologo occidentale del medievo. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che dal 1567 lo considera anche dottore della Chiesa.
San Tommaso d'Aquino | |
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San Tommaso sorretto dagli angeli, del Guercino | |
Dottore della Chiesa | |
Nascita | 1225 |
Morte | 7 marzo 1274 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 18 luglio 1323 da Papa Giovanni XXII |
Ricorrenza | 28 gennaio |
Attributi | abito domenicano, libro, modellino di chiesa, sole raggiato sul petto |
Patrono di | Teologi, accademici, librai, scolari, studenti; della regione Campania e delle città di Aquino, Grottaminarda, Monte San Giovanni Campano, Priverno |
Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: egli è anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica, che ha i suoi fondamenti e maestri in Socrate, Platone e Aristotele, e poi passati attraverso il periodo ellenistico, specialmente in autori come Plotino. Fu allievo di sant'Alberto Magno, che lo difese quando i compagni lo chiamavano "il bue muto" dicendo: «Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un'estremità all'altra della terra!»
Biografia
Tommaso dei conti d'Aquino nacque nel 1225 nella contea di Aquino, territorio dell'odierna Roccasecca[1], nel castello paterno situato nel feudo dei conti d'Aquino, da Landolfo d'Aquino e da Donna Teodora, appartenente al ramo Rossi della famiglia napoletana dei Caracciolo. La sua data di nascita non è certa, ma è calcolata in maniera approssimativa a partire da quella della sua morte. Bernardo Gui, ad esempio, afferma che Tommaso è morto quando aveva compiuto i suoi quarantanove anni e iniziato il suo cinquantesimo anno. Oppure, in un testo un po' anteriore, Tolomeo da Lucca fa eco ad un'incertezza: «Egli è morto all'età di 50 anni, ma alcuni dicono 48». Tuttavia, oggi, sembra che ci sia accordo nel fissare la sua data di nascita tra il 1224 e il 1226.
Da Montecassino a Napoli
Secondo le usanze del tempo Tommaso, essendo il figlio più piccolo, era destinato alla vita ecclesiastica e proprio per questo a soli cinque anni fu inviato come oblato nella vicina Abbazia di Monte Cassino, di cui suo zio era abate, per ricevere l'educazione religiosa. In quegli anni l'abbazia si trovava in un periodo di decadenza e costituiva una preda contesa dal Papa e dall'imperatore. Ma il trattato di San Germano, concluso tra il Papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II il 23 luglio 1230, inaugurava un periodo di relativa pace ed è proprio allora che si può collocare l'ingresso di Tommaso nel monastero. In quel luogo Tommaso ricevette i primi rudimenti delle lettere e fu iniziato alla vita religiosa benedettina. Ma a partire dal 1236 la calma di cui godeva il monastero fu nuovamente turbata e Landolfo, consigliato dal nuovo abate, Stefano di Corbario, volle mettere al riparo il figlio dai disordini e inviò Tommaso, oramai adolescente, a Napoli, perché potesse seguire degli studi più approfonditi. Così nell'autunno del 1239, a quattordici o quindici anni, Tommaso si iscrisse al nuovo Studium generale, l'Università degli studi fondata nel 1224 da Federico II per formare la classe dirigente del suo Impero.
Fu proprio a Napoli, dove nel 1231 era stato fondato un convento, che Tommaso conobbe i Domenicani, ordine in cui entrò a far parte e in cui fece la sua vestizione nell'aprile del 1244.
Ma l'ingresso di Tommaso presso i Frati predicatori comprometteva definitivamente i piani dei suoi genitori riguardo al suo futuro incarico di abate di Montecassino. Così la madre inviò un corriere ai suoi figli, che in quel periodo stavano guerreggiando nella regione di Acquapendente, perché intercettassero il loro fratello e glielo conducessero. Essi, accompagnati da un piccolo drappello, catturarono facilmente il giovane religioso, lo fecero salire su di un cavallo e lo condussero al Castello di Monte San Giovanni Campano, un castello di famiglia, per poi condurlo a Roccasecca. Qui tutta la famiglia tentò di far cambiare idea a Tommaso, ma inutilmente. Tuttavia bisogna precisare che egli non fu né maltrattato né rinchiuso in qualche prigione, si trattava piuttosto di un soggiorno obbligato, in cui Tommaso poteva entrare e uscire a piacimento e anche ricevere visite. Ma prendendo atto che Tommaso era ben saldo nella sua risoluzione, la sua famiglia lo restituì al convento di Napoli nell'estate del 1245.
Gli studi a Parigi e a Colonia (1245-1252)
I Domenicani di Napoli ritennero che non fosse sicuro trattenere presso di loro il novizio e lo inviarono a Roma dove si trovava il maestro dell'Ordine, Giovanni Teutonico, il quale stava per partire alla volta di Parigi, dove si sarebbe celebrato il Capitolo generale del 1246. Egli accolse Tommaso inviandolo prima a Parigi e poi a Colonia, dove c'era un fiorente Studium generale sotto la direzione di fra Alberto (il futuro sant'Alberto Magno), maestro in teologia, il quale era ritenuto sapiente in tutti i campi del sapere.
Nell'autunno del 1245 Tommaso, al seguito di Giovanni Teutonico, si sarebbe dunque messo in viaggio per Parigi e vi avrebbe trascorso gli anni 1246-1247 e la prima parte del 1248, cioè tre anni scolastici. Qui potrebbe aver studiato le arti, sia in facoltà che in convento[2].
Nel 1248 partì per Colonia con fra' Alberto, presso il quale continuò il suo studio della teologia e il suo lavoro di assistente. Il soggiorno di Tommaso a Colonia, al contrario di quello a Parigi, non è mai stato messo in dubbio, poiché è ben testimoniato dalle fonti. Il 7 giugno 1248 il capitolo generale dei Domenicani riunito a Parigi decise la creazione di uno studium generale a Colonia, città nella quale esisteva già un convento domenicano fondato nel 1221-1222 da fra' Enrico, compagno di Giordano di Sassonia. L'incarico di insegnare venne affidato a fra Alberto, la cui reputazione in quel periodo era già notevole. Questo soggiorno a Colonia costituì una tappa decisiva nella vita di Tommaso. Per quattro anni, dai 23 ai 27 anni, Tommaso poté assimilare profondamente il pensiero di Alberto. Un esempio di questa influenza lo troviamo nell'opera nota con il nome di Tabula libri Ethicorum, la quale si presenta come un lessico le cui definizioni sono molto spesso delle citazioni quasi letterali di Alberto.
Il primo periodo di insegnamento a Parigi (1252-1259)
Quando il Maestro Generale dei Domenicani domandò ad Alberto di indicargli un giovane teologo che potesse essere nominato baccelliere per insegnare a Parigi, Alberto gli propose Tommaso che stimava sufficientemente preparato in scientia et vita. Sembra che Giovanni Teutonico abbia esitato per via della giovane età del prescelto, 27 anni, perché secondo gli statuti dell'Università egli avrebbe dovuto averne 29 per poter assumere canonicamente quest'impegno. Fu grazie alla mediazione del cardinale Ugo di Saint-Cher che la richiesta di Alberto fu esaudita e Tommaso ricevette quindi l'ordine di recarsi subito a Parigi e di prepararsi a insegnare. Egli iniziò il suo insegnamento come baccelliere nel settembre di quello stesso anno, cioè del 1252, sotto la responsabilità del maestro Elia Brunet de Bergerac che occupava il posto lasciato vacante a causa della partenza di Alberto.
A Parigi Tommaso trovò un clima intellettuale meno tranquillo di quello di Colonia. Ancora nel 1250 era vietato commentare i libri di Aristotele, ma tra il 1252 e il 1255, durante la prima parte del soggiorno di Tommaso, la Facoltà delle Arti avrebbe finalmente ottenuto il permesso di insegnare pubblicamente tutti i libri del grande filosofo greco.
Le opere di Aristotele non erano pervenute in una copia originale in lingua greca all'epoca, nel Medioevo erano note con la traduzione e interpretazione del filosofo arabo Averroè. Tommaso studiò l'arabo e lesse le opere di Averroè in lingua originale, ritenendo che il commento di Averroè fosse oggettivamente lontano dalla lettera e dallo spirito delle opere di Aristotele.
Non conoscendo il greco, chiese al confratello domenicano Guglielmo da Moerbeke, un eccellente grecista, di fare una nuova traduzione di Aristotele in latino. Lavorando intensamente con un gruppo di assistenti e segretari, nel corso di soli quattro anni Tommaso commentò l'intero Corpus Aristotelicum parola per parola, con note a margine, e mettendo a confronto i testi paralleli, la traduzione di Guglielmo e il commento di Averroè, per evidenziare dove la tradizione averroista si distanziava dall'originale greco.
Con una sensibilità filologica non comune al suo tempo, Tommaso dichiara fin dall'inizio che il suo intento non è quello di far dire ad Aristotele cose che non ha mai detto, farne un cristiano fuori dal suo tempo o un precursore illuminato da Dio, ma di capire la lettera dei testi e l'intenzione dell'autore per esporre fedelmente il suo pensiero.
Lo studio dei testi antichi, così come di ogni forma del sapere, a sua volta non può essere fine a sè stesso, ma deve essere finalizzato, al servizio della verità. Aristotele non veniva considerato come un'autorità indiscutibile, da prendere interamente a priori per vero. Secondo Tommaso, occorre scegliere criticamente secondo coscienza quanto di vero c'è nella metafisica di Aristotele, e partire da lì per avvicinare il più possibile la ragione alla verità di Dio.[senza fonte]
Il primo ritorno in Italia (1259-1268)
Tra il 1259 e il 1268 fu nuovamente in Italia, impegnato nell'insegnamento e negli scritti teologici: fu prima assegnato a Orvieto, come lettore, vale a dire responsabile per la formazione continua della comunità. Qui ebbe il tempo per completare la stesura della Summa contra Gentiles (iniziata nel 1258) e della Expositio super Iob ad litteram (1263-1265).
Tra il 1265 e il 1268 fu inviato a Roma come maestro reggente. Durante il suo soggiorno, assegnato alla formazione intellettuale di giovani dominicani, Tommaso cominciò a scrivere la Summa Theologiae e compilò numerosi altri scritti su varie questioni economiche, canoniche e morali. Durante questo periodo, ebbe l'opportunità di lavorare con la corte papale (che non era residente a Roma).
Il secondo periodo di insegnamento a Parigi (1268-1272)
Nel secondo periodo di insegnamento a Parigi (1268-1272), la sua occupazione principale fu l'insegnamento della Sacra Pagina e proprio a questo periodo risalgono alcune delle sue opere più celebri, come i commenti alla Scrittura e le Questioni Disputate. Anche se i commenti al Nuovo Testamento restano il cuore della sua attività, egli si segnala anche per la varietà della sua produzione, come ad esempio la scrittura di diversi brevi scritti (come ad esempio il De Mixtione elementorum, il De motu cordis, il De operationibus occultis naturae...) e per la partecipazione alle problematiche del suo tempo: che si tratti di secolari o dell'averroismo vediamo Tommaso impegnato su tutti i fronti. A questa multiforme attività bisogna aggiungere un ultimo tratto: Tommaso è anche il commentatore di Aristotele. Tra queste opere ricordiamo: l' Expositio libri Peryermenias, l' Expositio libri Posteriorum, la Sententia libri Ethicorum, la Tabula libri Ethicorum, il Commento alla Fisica e alla Metafisica. Vi sono poi anche delle opere incompiute, come la Sententia libri Politicorum, il De Caelo et Mundo, il De Generatione et corruptione, il Super Meteora.
Gli ultimi anni e la morte
Nella primavera del 1272 Tommaso lasciò definitivamente Parigi e poco dopo la Pentecoste di quello stesso anno (12 giugno 1272) il capitolo della provincia domenicana di Roma gli affidò il compito di organizzare uno Studium generale di teologia, lasciandolo libero di scegliere il luogo, le persone e il numero degli studenti. Ma la scelta di Napoli era già stata designata da un precedente capitolo provinciale ed è anche verosimile che Carlo I d'Angiò abbia fatto pressione perché venisse scelta la sua capitale come sede e che a capo di questo nuovo centro di teologia venisse insediato un maestro di fama.
Il 29 settembre 1273 egli partecipò al capitolo della sua provincia a Roma in qualità di definitore. Ma alcune settimane più tardi, mentre celebrava la messa nella cappella di San Nicola, Tommaso ebbe una sorprendente trasformazione e dopo questa messa non scrisse e non dettò più nulla e si sbarazzò persino degli strumenti per scrivere. A Reginaldo da Piperno, che non comprendeva ciò che accadeva, Tommaso rispose dicendo: «Non posso più. Tutto ciò che ho scritto mi sembra paglia in confronto con quanto ho visto».
Alla fine di gennaio o all'inizio di febbraio del 1274 Tommaso e il suo socius si misero in viaggio per partecipare al Concilio che Gregorio X aveva convocato per il 1º maggio 1274 a Lione. Dopo qualche giorno di viaggio arrivarono al castello di Maenza dove abitava sua nipote Francesca. È qui che si ammalò e perse del tutto l'appetito. Dopo qualche giorno, sentendosi un po' meglio, tentò di riprendere il cammino verso Roma, ma dovette fermarsi all'abbazia di Fossanova per riprendere le forze. Tommaso sopravvisse a Fossanova per qualche tempo e tra il 4 o 5 marzo, dopo essersi confessato da Reginaldo, ricevette il viatico e pronunciò, com'era consuetudine, la professione di fede eucaristica. Il giorno successivo ricevette l'unzione dei malati, rispondendo alle preghiere del rito. Morì di lì a tre giorni, mercoledì 7 marzo 1274, alle prime ore del mattino dopo aver ricevuto il Corpo del Signore[3].
Le spoglie di Tommaso d'Aquino sono conservate nella chiesa domenicana detta Les Jacobins a Tolosa. La reliquia della mano destra, invece, si trova a Salerno, nella chiesa di San Domenico, l'insigne reliquia del suo cranio si trova custodita e venerata nella Basilica Cattedrale di Priverno mentre la costola è venerata nella Basilica Cattedrale di Aquino.
Il pensiero di Tommaso
Per Tommaso l'anima è creata "a immagine e somiglianza di Dio" (come dice la Genesi), unica, immateriale (priva di volume, peso ed estensione), forma del corpo e non localizzata in un punto particolare di esso, trascendente come Dio e come Lui in una dimensione al di fuori dello spazio e del tempo in cui sono il corpo e gli altri enti. L'anima è tota in toto corpore, contenuta interamente in ogni parte del corpo, e in questo senso legata ad esso indissolubilmente: si veda, sul tema, la questione 76 della Prima Parte della Summa theologiae, questione dedicata appunto al rapporto tra anima e corpo[4].
Secondo Tommaso:
«Ciò che si accetta per fede sulla base della rivelazione divina non può essere contrario alla conoscenza naturale... Dio non può indurre nell'uomo un'opinione o una fede contro la conoscenza naturale... tutti gli argomenti contro la fede non procedono rettamente dai primi principii per sé noti.»
Nella filosofia tomista Dio è predicato e descritto con tutte queste proprietà:
- massimo grado possibile di ogni qualità (che è, è stata o possa essere fra gli enti), fra queste: Sommo Amore e Sommo Bene
- immutabile, semplice e indivisibile: è da sempre e per sempre uguale a Sè stesso, a Lui manca e in Lui nulla cambia.
- eterno: non nasce e non muore, vive da sempre e per sempre
- infinito in atto (non infinito potenziale): non ha limite-confine di tempo o di spazio
- onnisciente
- unico: nessuno, nemmeno Dio può creare un altro Dio
- onnipotente: ma non può fare il male e non può fare un altro Dio
- per sè: non riceve la vita o altre proprietà da alcuno, poteva esistere senza gli enti da Lui creati, che perciò non nascono come parte di Lui e non sono Dio.
- trascendente: Dio non è uno ente qualunque tra gli altri enti, la differenza tra Dio e gli altri enti è una differenza quantitativa, vale a dire stesse qualità ma in un minore grado di completezza e perfezione. Gli enti creati, fra cui gli angeli e l'uomo, in infiniti gradi a Lui somigliano, sono come Dio, ma non sono Dio: non hanno una parte fisica dell’Essere per essenza, poiché l’Essere è semplice, senza parti e indivisibile.
Questo Essere ha molte proprietà in comune con l'essere della filosofia greca, così come lo definì Parmenide: uno e unico, semplice e indivisibile, infinito ed eterno, onnisciente. Ma con la differenza sostanziale che crea gli enti, è più grande della somma di essi, e può esistere senza. Anche nell'ultima forma del pensiero greco, quello di Plotino, troviamo che l'emanazione dall'Essere agli enti è un fatto eterno, ma anche necessario e reversibile, non una libera scelta dellAssoluto, che poteva non manifestarsi.
Se la trascendenza nega il panteismo, nemmeno coincide col deismo degli Illuministi: trascendenza ed essere per sè non significano lontananza inarrivabile. Gli uomini non nascono, ma hanno hanno la possibilità di diventare parte integrante di Dio e, già in questa esistenza terrena, di identificare la propria vita con la vita del Creatore.
In modo identico, si può dire che L’essere per san Tommaso non è solo l’esse commune o la piattaforma di tutto ciò che esiste, ma è l’esse ut actus inteso come atto puro che perfeziona ogni altra perfezione (essenza, sostanza, forma). Dio è Atto puro, puro da ogni potenza, limite e imperfezione. Quando l'essere è mischiato o ricevuto in una potenza, allora è atto misto ed è ente finito.
Le cinque vie per dimostrare l'esistenza di Dio
La certezza inoppugnabile che Dio esista ci è data dalla fede, ma la ragione ha il suo percorso che prepara l'adesione libera dell'intelletto e della volontà dell'intera persona umana rendendo plausibile, credibile l'adesione al Dio che si rivela. Ma tra i grandi pensatori cristiani si sono elaborati diversi percorsi razionali: mentre Anselmo d'Aosta, sulla scia neoplatonica di Agostino d'Ippona procedeva sia a simultaneo, cioè dal concetto stesso di Dio, da lui ritenuto id quo maius cogitari nequit (nel Proslogion, cap.2.3), sia a posteriori (nel Monologion) per dimostrare l'esistenza di Dio, l'unico modo per arrivarci, secondo Tommaso, consiste nel procedere a posteriori: partendo cioè dagli effetti, dall'esperienza sensibile, che è la prima a cadere sotto i nostri sensi, per dedurne razionalmente la sua Causa prima. Si tratta di quella che chiama demonstratio quia[5], cioè, appunto dagli effetti, il cui risultato è ammettere necessariamente che esista il punto d'arrivo della dimostrazione, anche se non è pienamente intelligibile, come in questo caso, ed in altri, il perché (demonstratio quid, es. i sillogismi: le premesse esprimono proprietà che sono cause della conclusione: «Ogni uomo è mortale; ogni ateniese è uomo; ogni ateniese è mortale": essere uomo e mortale è necessaria causa della mortalità di ogni ateniese)»
Sulla base di questo sfondo di pensiero Tommaso espone le sue prove dell'esistenza di Dio, non a caso chiamate in latino viae, cioè "percorsi", "cammini" presi come esempi di largo respiro[6]. Tutte e cinque, con piccole variazioni, seguono questa struttura:
1) constatazione di un fatto in rerum natura, nell'esperienza sensibile ordinaria (movimento inteso come trasformazione; causalità efficiente subordinata; inizio e fine dell'esistenza degli esseri generabili e corruttibili, perciò materiali, contingenti nel suo vocabolario, che quindi possono essere e non essere; gradualità degli esseri nelle perfezioni trascendentali, come bontà, verità, nobiltà ed essere stesso; finalità nei processi degli esseri non intelligenti);
2) analisi metafisica di quel dato iniziale esperienziale alla luce del principio metafisico di causalità, enunciato in varie formulazioni ("Tutto ciò che si muove è mosso da un altro"; "È impossibile che una cosa sia causa efficiente di sé stessa"; "Ora, è impossibile che tutte di tal natura siano state sempre, perché ciò che può non essere un tempo non esisteva"; "Ma il grado maggiore o minore si attribuiscono alle diverse cose secondo che si accostano di più o di meno a qualcosa di sommo o di assoluto"; "Ora, ciò che è privo di intelligenza non tende al fine se non perché è diretto da un essere conoscitivo e intelligente");
3) impossibilità di un regressus in infinitum inteso in senso metafisico, non quantitativo, perché ciò renderebbe inintelligibile, inspiegabile pienamente il dato di fatto di partenza esistente ("Ora, non si può in tal modo procedere all' infinito, perché altrimenti non vi sarebbe un primo motore, e di conseguenza nessun altro motore..."; "Ma procedere all' infinito nelle cause efficienti equivale ad eliminare la prima causa efficiente; e così non avremmo neppure l' effetto ultimo, né le cause intermedie..."; "Dunque non tutti gli esseri sono contingenti, ma bisogna che nella realtà ci sia qualcosa di necessario. Ora, tutto ciò che è necessario, o ha la causa della sua necessità in un altro essere oppure no. D'altra parte [in questo genere di esseri] non si può procedere all'infinito..."; questo passaggio manca, per la sua evidenza agli occhi dell' Aquinate manca nella quarta via e nella quinta via, si passa direttamente alla conclusione;
4) conclusione deduttiva strettamente razionale (senza nessuna cogenza di fede) che identifica il 'conosciuto' sotto quel determinato aspetto con quello "che tutti chiamano Dio", o espressioni simili ("Dunque è necessario arrivare ad un primo motore che non sia mosso da altri; e tutti riconoscono che esso è Dio"; "Dunque bisogna ammettere una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio"; "Dunque bisogna concludere all'esistenza di un essere che sia di per sé necessario e non tragga da altri la propria necessità, ma sia causa di necessità agli altri. E questo tutti dicono Dio"; "Ora ciò che è massimo in un dato genere è causa di tutti gli appartenenti a quel genere, come il fuoco, caldo al massimo, è causa di ogni calore, come dice lo stesso Aristotele. Dunque vi è qualcosa che per tutti gli enti è causa dell' essere, della bontà e di qualsiasi perfezione. E questo chiamiamo Dio"; "Vi è dunque un qualche essere intelligente, dal quale tutte le cose naturali sono ordinate ad un fine: e quest'essere chiamiamo Dio".
I cinque percorsi indicati da San Tommaso sono:
- Ex motu et mutatione rerum (tutto ciò che si muove esige un movente primo perché, come insegna Aristotele nella Metafisica: "Non si può andare all'infinito nella ricerca di un primo motore");
- Ex ordine causarum efficientium (cioè "dalla causa efficiente", intesa in senso subordinato, non in senso coordinato nel tempo. Tommaso non è, per sola ragione, in grado di escludere la durata indefinita nel tempo di un mondo creato da Dio, la cosiddetta creatio ab aeterno: ogni essere finito, partecipato, dipende nell'essere da un altro detto causa; necessità di una causa prima incausata);
- Ex rerum contingentia (cioè "dalla contingenza". Nella terminologia di Tommaso la generabilità e corruttibilità sono prese come segno evidente della possibilità di essere e non essere legata alla materialità, sinonimo, nel suo vocabolario di "contingenza", ben diverso dall'uso più comune, legato ad una terminologia avicenniana, dove "contingente" è qualsiasi realtà che non sia Dio. Tommaso, in questa argomentazione della Summa Theologiae distingue attentamente il necessario dipendente da altro (anima umana e angeli) e necessario assoluto (Dio). L' esistenza di esseri generabili e corruttibili è in sé insufficiente metafisicamente, rimanda ad esseri necessari, dapprima dipendenti da altro, quindi ad un essere assolutamente necessario);
- Ex variis gradibus perfectionis (le cose hanno diversi gradi di perfezioni, intese in senso trascendentale, come verità, bontà, nobiltà ed essere, sebbene sia usato un 'banale' esempio fisico legato al fuoco ed al calore; ma solo un grado massimo di perfezione rende possibile, in quanto causa, i gradi intermedi);
- Ex rerum gubernatione (cioè "dal governo delle cose": le azioni di realtà non intelligenti nell'universo sono ordinate secondo uno scopo, quindi, non essendo in loro quest'intelligenza, ci deve essere un'intelligenza ultima che le ordina così).
Processo conoscitivo
Tommaso, che riteneva la conoscenza acquisibile solo attraverso la sensibilità, rifiuta la visione della conoscenza di Agostino, che pensava che questa avvenisse tramite l'illuminazione divina.
La conoscenza degli universali però appartiene solo alle intelligenze angeliche; noi, invece, conosciamo gli universali post-rem, ossia li ricaviamo dalla realtà sensibile. Soltanto Dio conosce ante rem.
La conoscenza è, quindi, un processo di adeguamento dell'anima o dell'intelletto e della cosa, secondo una formula che dà ragione del sofisticato platonismo di Tommaso:
«Veritas: Adaequatio intellectus ad rem. Adaequatio rei ad intellectum. Adaequatio intellectus et rei.»
«Verità: Adeguamento dell'intelletto alla cosa. Adeguamento della cosa all'intelletto. Adeguamento dell'intelletto e della cosa.»
La Creazione secondo Tommaso
Tommaso spiega che l'uomo può stabilire a partire dalla ragione il rapporto creaturale di dipendenza dell'universo da Dio ovvero la creatio ex nihilo intesa come totale dipendenza dell'essere creato, anche quello sostanziale, dall'Essere divino. Ció che la sola ragione non può stabilite è se il mondo è eterno o se è stato creato nel tempo ovvero se ha un cominciamento. La veritá della seconda alternativa (la creazione con un inizio temporale) può essere conosciuta solamente per fede a partire dalla Rivelazione divina[8].
Nelle opere di Tommaso l'universo (o cosmo) ha una struttura rigorosamente gerarchica: posto al vertice da Dio che viene posto come al di là della fisicità, governa da solo il mondo al di sopra di tutte le cose e gli enti; al di sotto di Dio troviamo gli angeli (forme pure e immateriali) ai quali Tommaso attribuisce la definizione di intelligenze motrici dei cieli anche esse ordinate gerarchicamente tra di loro; poi un gradino più in basso troviamo l'uomo, posto al confine tra il mondo delle sostanze spirituali e il regno della corporeità, in ogni uomo infatti si ha l'unione del corpo (elemento materiale) con l'anima intellettiva (ovvero la forma, che secondo Tommaso costituisce l'ultimo grado delle intelligenze angeliche), l'uomo è l'unico ente in contatto sia con il mondo fisico, sia con il mondo spirituale. Tommaso crede che la conoscenza umana cominci con i sensi, l'uomo non avendo il grado di intelligenza degli angeli non è in grado di apprendere direttamente gli intelligibili, ma può apprendere solamente attribuendo alle cose una forma e quindi solamente grazie all'esperienza sensibile.
Un'altra facoltà necessaria che caratterizza l'uomo è la sua tendenza a realizzare pienamente la propria natura ovvero compiere ciò per cui è stato creato. Ciascun uomo infatti corrisponde all'idea divina su cui è modellato di cui l'uomo è consapevole e razionale, conscio delle proprie finalità, alle quali si dirige volontariamente avvalendosi dell'uso dell' intelletto (l'uomo prende le proprie decisioni sulla base di un ragionamento pratico con cui tra due beni sceglie sempre quello più consono al raggiungimento del suo fine).
Al di sotto dell'uomo troviamo le piante e le varie molteplicità degli elementi.
Importanza ed eredità
San Tommaso fu uno dei pensatori più eminenti della filosofia Scolastica, che verso la metà del XIII secolo aveva raggiunto il suo apogeo. Egli indirizzò diversi aspetti della filosofia del tempo: la questione del rapporto tra fede e ragione, le tesi sull'anima (in contrapposizione ad Averroè), le questioni sull'autorità della religione e della teologia, che subordina ogni campo della conoscenza.
Tali punti fermi del suo pensiero furono difesi da diversi suoi seguaci successivi, tra i quali Reginaldo da Piperno, Tolomeo da Lucca, Giovanni di Napoli, il domenicano francese Giovanni Capreolus e Antonino di Firenze. Infine però, con la lenta dissoluzione della Scolastica, si ebbe parallelamente anche la dissoluzione del Tomismo, col conseguente prevalere di un indirizzo di pensiero nominalista nel successivo sviluppo della filosofia, e una progressiva sfiducia nelle possibilità metafisiche della ragione,[9] che indurrà Lutero a giudicare quest'ultima «cieca, sorda, stolta, empia e sacrilega».[10]
Oggigiorno il pensiero di Tommaso d'Aquino trova ampio consenso anche in ambienti non cattolici (studiosi protestanti statunitensi, ad esempio) e perfino non cristiani, grazie al suo metodo di lavoro, fortemente razionale ed aperto a fonti e contributi di ogni genere: la sua indagine intellettuale procede dalla Bibbia agli autori pagani, dagli ebrei ai musulmani, senza alcun pregiudizio, ma tenendo sempre il suo centro nella Rivelazione cristiana, alla quale ogni cultura, dottrina o autore antico faceva capo.
Il suo operato culmina nella Summa Theologiae (cioè "Il complesso di teologia"), in cui tratta in maniera sistematica il rapporto fede-ragione ed altre grandi questioni teologiche.
Agostino vedeva il rapporto fede-ragione come un circolo ermeneutico (dal greco ermeneuo, cioè "interpreto") in cui credo ut intelligam et intelligo ut credam (ossia "credo per comprendere e comprendo per credere"). Tommaso porta la fede su un piano superiore alla ragione, affermando che dove la ragione e la filosofia non possono proseguire inizia il campo della fede ed il lavoro della teologia. Dunque, fede e ragione sono certamente in circolo ermeneutico e crescono insieme sia in filosofia che in teologia. Mentre però la filosofia parte da dati dell'esperienza sensibile o razionale, la teologia inizia il circolo con i dati della fede, su cui ragiona per credere con maggiore consapevolezza ai misteri rivelati. La ragione, ammettendo di non poterli dimostrare, riconosce che essi, pur essendo al di sopra di sé, non sono mai assurdi o contro la ragione stessa: fede e ragione, sono entrambe dono di Dio e non possono contraddirsi. Questa posizione esalta ovviamente la ricerca umana: ogni verità che io posso scoprire non minaccerà mai la Rivelazione anzi, rafforzerà la mia conoscenza complessiva dell'opera di Dio e della Parola di Cristo. Si vede qui un esempio tipico della fiducia che nel Medioevo si riponeva nella ragione umana. Nel XIV secolo queste certezze andranno in crisi, coinvolgendo l'intero impianto culturale del periodo precedente.
La teologia, in ambito puramente speculativo, rispetto alla tradizione classica, è considerata una forma inferiore di sapere, poiché usa le armi della filosofia senza partire da qualcosa che abbia la forza della necessità filosofica, ma Tommaso fa notare, citando Aristotele, che non si può mai dimostrare tutto (sarebbe necessario un processo all'infinito), ed anche che si possono distinguere due tipi di scienze: quelle che esaminano i propri principi e quelle che ricevono i principi da altre scienze, costruendo sopra di essi come su dati validi. La teologia, rivalutata, si costruisce le basi della sua substantia. L'ideale, per uno spirito concreto come Tommaso, sarebbe superare la fede e raggiungere la conoscenza ma, sui misteri fondamentali della Rivelazione, questo non è possibile nella vita terrena del corpo. Avverrà nella vita eterna dello spirito.
Il sapere teologico è più elevato per l'importanza assoluta e fondamentale delle sue "ipotesi", da cui parte poi a ragionare e sulle quali cresce il suo essere; esso è un moto a spirale della conoscenza che muove da un'ipotesi, cioè un atto di fede, guardando Dio e l'eternità. Era necessario per la salvezza dell‘uomo che, oltre alle discipline filosofiche oggetto di indagine razionale, ci fosse un‘altra dottrina procedente dalla divina rivelazione: prima di tutto perché l‘uomo è ordinato a Dio come a un fine che supera la capacità della ragione, se l'uomo cade nello gnosticismo,. rinuncia alla rivelazione divina e si limita alle sole verità razionali, la stessa ragione resta incompiuta e non consegue il fine per cui è stata creata, essere una scala verso Dio. Per l'uomo è più importante dei ragionamenti necessari che un filosofo è riuscito a dimostrare. La filosofia è dunque ancilla theologiae e regina scientiarum, primo fra i saperi delle scienze. Il primato del sapere teologico non è nel metodo, ma nei contenuti divini che affronta, per i quali è sacrificabile anche la necessità filosofica.
Distinguiamo la teologia che fa parte della dottrina sacra che differisce secondo il genere dalla teologia che rientra nelle discipline filosofiche: come La diversità di princìpi o di punti di vista causa la diversità delle scienze, queste due teologie trattano gli stessi oggetti, ma la filosofia con la luce della ragione naturale, mentre l'altra scienza procede alla luce della rivelazione.
Il punto di discrimine fra filosofia e teologia è la dimostrazione dell'esistenza di Dio; dei due misteri fondamentali della Fede (Trinitario e Cristologico), la ragione può dimostrare solamente e in parte il primo, l'esistenza di Dio, mentre non può dimostrare che questo Dio è necessariamente Trinitario. Ciò non è un paradosso razionale, perché da una premessa falsa non possono che derivare nel sillogismo conseguenze false, è più semplicemente qualcosa che la ragione non può spiegare: un Dio Uno e Trino. Il maggior servizio che la ragione può fare alla fede è che non è possibile nemmeno dimostrare il contrario, che Dio non è Trinitario, che la negazione non dimostrabile della Trinità a sua volta porta conseguenze paradossali e contradditorie, laddove invece la Sua affermazione per fede è feconda di verità e conseguenze non contraddittorie. La ragione non può entrare nella parte storica dei misteri religiosi, può mostrare solo prove storiche che tal "profeta" è esistito, ma non che era Dio, e il senso della Sua missione, che è appunto un dato, un fatto a cui si può credere o meno.
Il primato della teologia verrà fortemente discusso nei secoli successivi, ma sarà anche lo studio praticato da tutti i filosofi cristiani nel Medioevo e oltre, tant'è che Pascal fece la sua famosa "scommessa" ancora nel XVII secolo. La teologia era questione sentita dal popolo nelle sacre rappresentazioni, era il mondo dei medioevali e degli zelanti studenti che attraversavano a piedi le paludi di Francia per ascoltare le lectiones dell'Aquinate nella prestigiosa Università della Sorbonne di Parigi, incontrandosi da tutta Europa .
Gli storici della filosofia richiamano l'attenzione anche sulla prevalenza dell'intelletto rispetto ad una prevalenza della volontà nella vita intellettuale/spirituale dell'uomo. La prima è seguita da San Tommaso e dalla sua scuola, mentre l'altra è propria di San Bonaventura e della scuola francescana. Per Tommaso il fine supremo è "vedere Dio", mentre per Bonaventura fine ultimo dell'uomo è "amare Dio". Quindi per Tommaso la categoria più alta è "il vero", mentre per Bonaventura è "il bene". Per ambedue però, "il vero" è anche "il bene", e "il bene" è anche "il vero".
Il pensiero di Tommaso ebbe influenza anche su autori non cristiani, a cominciare dal famoso pensatore ebreo Hillel da Verona.
A partire dal secondo Novecento poi il suo pensiero viene ripreso nel dibattito etico da autori cattolici e non, quali Gertrude Elizabeth Margaret Anscombe, Alasdair MacIntyre, Philippa Ruth Foot.
Culto
Fu canonizzato nel 1323 da papa Giovanni XXII. La sua memoria viene celebrata dalla Chiesa cattolica il 28 gennaio, la luterana, invece, lo ricorda l'8 marzo.
San Tommaso d'Aquino è patrono dei teologi, degli accademici, dei librai e degli studenti. È patrono della città e della diocesi privernate.
L'11 aprile 1567 papa Pio V lo dichiarò dottore della Chiesa con la bolla Mirabilis Deus. Il 29 giugno 1923, nel VI centenario della canonizzazione, papa Pio XI gli dedicò l'enciclica Studiorum Ducem.
Opere di San Tommaso
- Sintesi teologiche
Scriptum super libros Sententiarum
Summa contra Gentiles
Summa Theologiae
- Questioni disputate
Quaestiones disputatae de Veritate
Quaestiones disputatae De potentia
Quaestio disputata De anima
Quaestio disputata De spiritualibus creaturis
Quaestiones disputatae De malo
Quaestiones disputatae De uirtutibus
Quaestio disputata De unione uerbi incarnati
Quaestiones de Quodlibet I-XII
- Commenti biblici
Expositio super Isaiam ad litteram
Super Ieremiam et Threnos
Principium “Rigans montes de superioribus” et “Hic est liber mandatorum Dei”
Expositio super Iob ad litteram
Glossa continua super Evangelia (Catena Aurea)
Lectura super Mattheum
Lectura super Ioannem
Expositio et Lectura super Epistolas Pauli Apostoli
Postilla super Psalmos
- Commenti ad Aristotele
Sentencia Libri De anima
Sentencia Libri De sensu et sensato
Sententia super Physicam
Sententia super Meteora
Expositio Libri Peryermenias
Expositio Libri Posteriorum
Sententia Libri Ethicorum
Tabula Libri Ethicorum
Sententia Libri Politicorum
Sententia super Metaphysicam
Sententia super Librum De caelo et mundo
Sententia super Libros De generatione et corruptione
- Altri commenti
Super Boetium De Trinitate
Expositio Libri Boetii De ebdomadibus
Super Librum Dionysii De divinis nomibus
Super Librum De Causis
- Scritti polemici
Contra impugnantes Dei cultum et religionem
De perfectione spiritualis vitae
Contra doctrinam retrahentium a religione
De unitate intellectus contra Avveroistas
De aeternitate mundi
- Trattati
De ente et essentia
De principiis naturae
Compendium theologiae seu brevis compilatio theologiae ad fratrem Raynaldum
De regno ad regem Cypri
De substantiis separatis
- Lettere e pareri
De emptione et venditione ad tempus
Contra errores Graecorum
De rationibus fidei ad Cantorem Antiochenum
Expositio super primam et secundam Decretalem ad Archidiaconum Tudertinum
De articulis fidei et ecclesiae sacramentis ad archiepiscopum Panormitanum
Responsio ad magistrum Ioannem de Vercellis de 108 articulis
De forma absolutionis
De secreto
Liber De sortibus ad dominum Iacobum de Tonengo
Responsiones ad lectorem Venetum de 30 et 36 articulis
Responsio ad magistrum Ioannem de Vercellis de 43 articulis
Responsio ad lectorem Bisuntinum de 6 articulis
Epistola ad ducissam Brabantiae
De mixtione elementorum ad magistrum Philippum de Castro Caeli
De motu cordis ad magistrum Philippum de Castro Caeli
De operationibus occultis naturae ad quendam militem ultramontanum
De iudiciis astrorum
Epistola ad Bernardum abbatem casinensem
- Opere liturgiche, prediche, preghiere
Officium de festo Corporis Christi ad mandatum Urbani Papae
Inno Adoro te devote
Collationes in decem precepta
Collationes in orationem dominicam
in Symbolum Apostolorum
in salutationem angelicam
Opere di san Tommaso pubblicate
Lo specchio dell'anima, La sentenza di Tommaso d'Aquino sul "De anima" di Aristotele, Traduzione e testo latino a fronte , Ed. San Paolo, Milano 2012. (È tradotto anche il testo dell'Aristotele latino).
- Catena aurea, Glossa continua super Evangelia
- Commento ai Libri di Boezio, Super Boetium De Trinitate, Expositio Libri Boetii De Ebdomadibus, Bologna, 1997
- Commento ai Nomi Divini di Dionigi, Super Librum Dionysii de Divinis Nominibus
- vol. 1, Bologna 2004
- vol. 2, (comprende anche De ente et essentia), Bologna, 2004
- Commento al Corpus Paulinum, Expositio et lectura super Epistolas Pauli Apostoli
- Commento al Libro di Giobbe, Bologna, 1995
- Commento all' Etica Nicomachea di Aristotele, Sententia Libri Ethicorum, in 2 volumi, Bologna, 1998
- Commento alla Fisica di Aristotele, Sententia super Physicorum
- vol. 1, Bologna, 2004
- vol. 2, Bologna, 2004
- vol. 3, Bologna, 2005
- Commento alla Metafisica di Aristotele, Sententia super Metaphysicorum
- vol. 1, Bologna, 2004
- vol. 2, Bologna, 2005
- vol. 3, Bologna, 2005
- Commento alla Politica di Aristotele, Sententia Libri Politicorum, Bologna, 1996, ISBN 88-7094-231-7
- Commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, Scriptum super Libros Sententiarum in 10 volumi, Bologna, Ed. ESD, 2002
- Compendio di teologia, Compendium theologiae, Bologna, 1995
- I Sermoni e le due Lezioni inaugurali, Bologna, 2003
- La conoscenza sensibile, Commenti ai libri di Aristotele: Il senso e il sensibile; La memoria e la reminiscenza, Bologna, 1997
- La perfezione cristiana nella vita consacrata, Bologna, 1995
- La Somma contro i Gentili, Summa contra Gentiles
- vol. 1, (traduzione Tito Centi), Bologna, 2000
- vol. 2, (traduzione Tito Centi), Bologna, 2001
- vol. 3, (traduzione Tito Centi), Bologna, 2001
- La Somma Teologica, Summa Theologiae, in 35 volumi
- La Somma Teologica, Summa Theologiae, in 6 volumi, Bologna, Ed. ESD
- Le Questioni Disputate, Quaestiones Disputatae
- vol. 1, La Verità, Bologna, 1992
- vol. 2, La Verità, Bologna, 1992
- vol. 3, La Verità, Bologna, 1993
- vol. 4, L'anima umana, Bologna, 2001
- vol. 5, Le virtù, Bologna, 2002
- vol. 6, Il male, Bologna, 2002
- vol. 7, Il male, Bologna, 2003
- vol. 8, La potenza divina, Bologna, 2003
- vol. 9, La potenza divina, Bologna, 2003
- vol. 10, Questioni su argomenti vari, Bologna, 2003
- vol. 11, Questioni su argomenti vari, Bologna, 2003
- Logica dell'enunciazione, Commento al libro di Aristotele Peri Hermeneias, Expositio Libri Peryermenias, Bologna, 1997
- Opuscoli politici: Il governo dei principi, Lettera alla duchessa del Brabante, La dilazione nella compravendita, Bologna, 1997
- Opuscoli spirituali: Commenti al Credo, Padre Nostro, Ave Maria, Dieci Comandamenti, Ufficio e Messa per la Festa del Corpus Domini, Le preghiere di san Tommaso, Lettera a uno studente, Bologna, 1999
- Pagine di Filosofia: I principi della natura, De principiis naturae ad fratrem Silvestrum, sola trad. it., e antologia ragionata e commentata di altri brani filosofici di antropologia, gnoseologia, teologia naturale, etica, politica e pedagogia
Note
- ^ M. Sgarbossa, 2000, pag. 63. Secondo alcune tesi, minoritarie, datate e di stampo localistico, san Tommaso sarebbe nato a Belcastro. Fra queste, si segnalano quelle di fra' Giovanni Fiore da Cropani, storico calabrese del XVII secolo, che lo scriveva nella sua opera Della Calabria illustrata, di Gabriele Barrio nella sua opera De antiquitate et situ Calabriae e di padre Girolamo Marafioti, teologo dell'ordine dei Minori Osservanti, nella sua opera Croniche ed antichità di Calabria.
- ^ Fino a pochi anni fa gli storici avevano dei dubbi sulla veridicità del soggiorno di Tommaso a Parigi nel periodo immediatamente successivo a quello in cui la sua famiglia lo restituì all'Ordine. Dallo studio delle fonti, Walz-Novarina e Pietro Calo concludono che il viaggio di Tommaso in compagnia di Giovanni Teutonico «... senza essere certo, può considerarsi probabile... », ma erano più riservati circa la questione degli studi a Parigi. Grandi eruditi come Denifle e De Groot si associano a questa opinione, ma altri come Mandonnet, Chenu e Glorieux, osservano che il viaggio a Parigi non avrebbe avuto alcun senso se Tommaso non avesse dovuto svolgervi i suoi studi, questo perché lo studium generale di Colonia non era funzionante prima del 1248, data della sua apertura dovuta a fra Alberto al momento del suo ritorno in questa città.
- ^ Jean-Pierre Torrell, Amico della verità, p. 392
- ^ Quaestio 76 della Parte I della Summa Theologiae di San Tommaso d’Aquino. A cura di Marcello Landi
- ^ S. Th. I, q.2, a.2, c. e luoghi paralleli nei commenti aristotelici
- ^ Cf. Summa Theologiae, Iª q. 2 a. 3
- ^ Cf. Quaestio disputata de anima, a. 3 ad 1; Summa Theologiae, Iª q. 16 aa. 1-2.
- ^ Summa contra gentiles, libro II, 31-37 e Summa theologiae, pars I quaestio 46
- ^ «Né prima né dopo, si è pensato con tanta precisione, con tanta intima sicurezza logica, quanto nell'epoca dell'alta Scolastica. L'essenziale è che allora il puro pensiero si svolgeva con matematica sicurezza di idea in idea, di giudizio in giudizio, di conclusione in conclusione» (Rudolf Steiner, La filosofia di Tommaso d'Aquino, II, Opera Omnia, 74). Steiner aggiungeva che «il nominalismo è il padre di tutto lo scetticismo moderno» (conferenza del marzo 1908, cit. in Posizione dell'antroposofia nei confronti della filosofia, O.O., 108).
- ^ Martin Lutero, Servo arbitrio, WA 51, 126.
Bibliografia
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Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
Biografia
- San Tommaso d'Aquino, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it.
- Biografia dall'Enciclopedia Italiana Treccani
- (EN) La voce "St. Thomas Aquinas" dal sito della Catholic Encyclopedia
- (EN) Tommaso d'Aquino dall'Enciclopedia inglese di Filosofia in Internet
Le sue opere
- (LA) Opera omnia di san Tommaso d'Aquino
- (EN) Aquinas in Inglese
- (LA, IT, EN, FR, ES, DE, PT) Opera omnia di san Tommaso d'Aquino
- Opere di Tommaso d'Aquino: testo con concordanze e lista di frequenza
- Traduzione italiana del trattato De Ente et Essentia
- Traduzione italiana del De Ente et essentia in formato epub
- Traduzione parziale della Lettera alla Duchessa di Brabante, sui rapporti con gli Ebrei
- Amici di San Tommaso d'Aquino - Catechesi facili basate sulle opere di san Tommaso d'Aquino
Su Tomismo
- (EN) Tommaso nella Stanford Enciclopedia di Filosofia
- (PT) Instituto Teológico São Tomás de Aquino - Brasile
- Presentazione globale del pensiero filosofico di Tommaso
- Scheda su san Tommaso a cura di Marcello Landi.
- Le cinque vie di Tommaso
- Il pensiero e le opere di Tommaso in breve, su geocities.com (archiviato dall'url originale ).
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