Francesco Alidosi

signore di Castel del Rio, condottiero e cardinale italiano

Francesco Alidosi (Castel del Rio, 1455Ravenna, 24 maggio 1511) è stato un condottiero e cardinale italiano.

Francesco degli Alidosi discendente dagli antichi aignori d' Imola, detto di Castel del Rio dal luogo presso Imola dove nacque. Egli è notissimo nelle storie sotto il nome di Cardinal di Pavia[1]

Biografia

 
Francesco Alidosi

Terzo figlio di Giovanni Alidosi, signore di Castel del Rio e di Masso Alidosio, studio' teologia all' universita' di Bologna. Passo' poi a Roma dove, sotto il patronato di Girolamo Riario, lavoro' per Sisto IV prima come abbreviatore e poi, dal 1493, come segretario apostolico.

Entrato nel seguito del Cardinale Giuliano della Rovere lo accompagno' in Francia e quando il della Rovere fu eletto papa col nome di Giulio II, fu appuntato ciambellano papale, poi tesoriere e ancora vescovo di Pavia nel maggio del 1505 e cardinale il 7 dicembre 1507.

Accompagno' il papa, nel 1506, come comandante militare nelle vittoriose spedizioni contro Perugia e Bologna e fu ricompensato con la nomina a legato papale di Viterbo nel marzo del 1507 e di Bologna il 19 maggio 1508.

Arrivo' a Bologna il 9 giugno 1508 e ci rimase fino a novembre quando fu richiamato a Roma per consultazioni sull' imminente guerra con Venezia. Ritorno' a Bologna nell' aprile del 1509 e in giugno la sua giurisdizione fu estesa alla Romagna e alle Marche. Adotto' una politica fortemente repressiva nei confronti dei partigiani di Bentivoglio e per questo fu richiamato a Roma il 5 gennaio 1510 ma era di nuovo al suo posto in marzo.

Il 7 ottobre 1510 venne arrestato da Francesco Maria della Rovere, duca d' Urbino e comandante delle forze papali, con l' accusa di cospirazione con i francesi ma Giulio II rigetto' le accuse e lo promosse vescovo di Bologna.

Quando Bologna cadde in mano francese nel maggio del 1511 fu costretto alla fuga verso Castel del Rio. Il duca d' Urbino rinnovo' le sue accuse contro di lui a Giulio II, che si trovava a Ravenna, e, quando Alidosi decise di conferire col papa, la vicenda ebbe un tragico epilogo.

Al cardinale Francesco Alidosi vescovo di Pavia fu allora concessa in amministrazione perpetua la chiesa di Bologna ove già sosteneva la dignità di apostolico legato. Ma nel medesimo anno, impadronitosi di Bologna Annibale Bentivogli, andò a querelarsene col papa che si trovava allora in Ravenna. Ivi la sera de 23 maggio 1511, mentre si recava dal papa, fu assalilo ed ucciso dal duca Valentino[2].

Il suo teschio è conservato in una teca nella Biblioteca Classense di Ravenna.

Per sua volontà vennero intraprese le grandi opere monumentali presenti sul territorio di Castel del Rio: il Palazzo Alidosi, Progettato dal Bramante, e il Ponte Alidosi, commissionato a Mastro Guerrieri da Imola per 500 scudi d'oro nel 1499, e monumento nazionale dal 1897 (r.d. n. 535 del 20/11/1897).Alla sua morte, la costruzione del Palazzo subì dei rallentamenti e venne infine sospesa per mancanza di fondi; oggi restano due torrioni ed il corpo centrale di quella che in origine doveva essere una rocca a pianta quadrata con quattro torrioni.

Note

  1. ^ Eugenio Albèri, Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Firenze, 1846, Serie II, Vol. II, pag. 20
  2. ^ Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1845, Vol. III, pag. 531

Bibliografia

  • Giuseppe Cappelletti, Le chiese d'Italia della loro origine sino ai nostri giorni, Vol. III, Venezia, 1845
  • Eugenio Albèri, Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, Serie II, Vol. II, Firenze, 1846
  • Deutscher Thomas Brian, Contemporaries of Erasmus: A Biographical Register of the Renaissance and Reformation, University of Toronto Press, 2003

Collegamento esterno