Annone (elefante)
Annone (circa 1510 - 16 giugno 1516) era un elefante bianco domestico, originario dell'isola di Ceylon, di Papa Leone X (nato con il nome di Giovanni de' Medici) e soggetto del libro The Pope's Elephant: An Elephant's Journey from Deep in India to the Heart of Rome di Silvio Bedini.
Storia del dono
Questo fu un regalo del re Manuele d'Aviz di Portogallo per l'incoronazione del Papa; insieme all'enorme pachiderma, afflitto da albinismo, Manuele consegnò al Papa anche un rinoceronte, che verrà poi raffigurato da Albrecht Dürer. L'artista non vide mai l'animale, essendosi infatti fatto fare un'accuratissima descrizione del rinoceronte, raffigurandolo poi in una xilografia destinata a divenire famosa. Si diceva che il Re del Portogallo, a sua volta, aveva ricevuto i due animali come regalo dal re di Cochin; secondo alcune fonti invece, ordinò a Afonso di Albuquerque, suo viceré in India, di prenderli con la forza.
Arrivo e celebrazione
La nave con il rinoceronte naufragò, mentre quella di Annone (chiamato così in onore del generale cartaginese) arrivò da Lisbona a Roma (12 marzo 1514); l'elefante aveva circa quattro anni. Venne portato in processione per le strade della capitale, tra due ali di folla entusiasta, insieme a due leopardi, una pantera, alcuni pappagalli, tacchini rari e cavalli indiani. Il pachiderma aveva sulla groppa un palanchino, fatto d'argento, a forma di castello, contenente un cofano con dei doni reali, tra cui paramenti ricamati in perle e pietre preziose e monete d'oro coniate per l'occasione. Il Papa attendeva l'arrivo del corteo a Castel Sant'Angelo; una volta giunto al suo cospetto, Annone si inginocchiò per tre volte in segno di omaggio, poi, obbedendo ad un cenno del suo custode indiano, aspirò l'acqua con la proboscide da un secchio e la spruzzò non solo contro i cardinali, ma anche contro la folla.
Vita romana
Inizialmente venne posto in una struttura chiusa in un Belvedere, poi venne trasferito in un particolare edificio tra la Basilica di San Pietro e il Palazzo Apostolico, vicino Borgo Sant'Angelo (una strada nel rione di Borgo). Il suo arrivo venne commemorato in poesie e in arte. Pasquale Malaspina scrisse:
«Nel Belvedere prima del grande Pastore
Venne condotto l'addestrato elefante
che danzava con tanta grazia e tanto amore
che difficilmente un uomo avrebbe potuto ballare meglio»
Infatti,i cronisti dell'epoca parlano di lui come di un animale straordinariamente intelligente e che spesso si prestava a balli, spruzzi d'acqua con la proboscide e scherzi vari. Annone divenne una "mascotte" nella corte papale ed era il protagonista nella processioni lungo la città; l'enorme animale, dato in custodia al protonotario Gian Battista Branconio Dell'Aquila, veniva infatti portato spesso in giro per le strade di Roma, suscitando curiosità e ammirazione al suo passaggio. Il suo mantenimento costava cento ducati l'anno e tra i vari incarichi di due tra i più grandi artisti del tempo, Raffaello Sanzio e Pietro Aretino, il quale era meravigliato da questo animale, vi era quello di fargli da custode.
Morte
Due anni dopo il suo arrivo a Roma, si ammalò improvvisamente; i medici cercarono di curarlo ma morì comunque di angina, stroncato dal clima umido della città, l'16 giugno 1516, con il papa al suo fianco; aveva sette anni. Annone venne sepolto nel Cortile del Belvedere.
Raffaello Sanzio compose un affresco memoriale (che non è sopravvissuto); Francisco di Olanda, tra il 1539 e il 1540, lo riprodusse sul suo taccuino:
«L'elefante meritò varie rappresentazioni: lo possiamo vedere nella Fontana dell'elefante del Giardino Pensile di Palazzo Madama a Roma, opera di Giovanni da Udine, che lo aveva rappresentato anche in uno stucco delle Logge vaticane. Queste rappresentazioni come quelle intarsiate sull'interno della porta della Stanza della Segnatura nell'appartamento vaticano di Leone X, dovuta a Giovanni da Verona, derivano da un perduto disegno di Raffaello, conosciuto in copia. Un ritratto di Annone è anche in una lunetta sopra una delle porte della cinta muraria intorno al Vaticano. Certo, si può ipotizzare un garbato sorriso dietro a queste memorie, ma esso ha ormai per noi un più profondo significato. Isabella d'Este ci aiuta ancora, perché ella si mostrò subito molto interessata alla memoria del garbato elefante. Mentre da poco si era spento il pianto straordinario per la morte della cagnetta Aura, ella si interessa alla memoria di Annone e sappiamo dall'agente dei Gonzaga a Mantova, Carlo Agnelli, che il 16 marzo del 1516, la marchesa aveva ottenuto il tanto desiderato ritratto di Annone. Schizzi dell'elefante furono preparati anche da Giulio Romano, che rappresentò l'animale in uno stucco del soffitto nella sala Fetonte al palazzo Te di Mantova.»
Annone fu anche il soggetto della commedia satirica di Pietro Aretino intitolata "le ultime volontà e testamento di Annone, l'elefante." Questa opera conteneva molti richiami e critiche ai personaggi maggiormente famosi dell'epoca, incluso Papa Leone X.
Curiosità
- La Fontana dell'Elefante, al centro del giardino all'italiana del Parco dei Mostri di Bomarzo, è chiamato così per grande testa di elefante, appartenente proprio ad Annone.
- Il poeta Baraballo, nel giorno della sua incoronazione a Roma, che doveva avvenire in Campidoglio, avrebbe dovuto attraversare la città proprio in groppa ad Annone. Ma l'elefante, che secondo i cronisti giudicò il poeta troppo vanesio, se lo scrollò di dosso mentre attraversava il Ponte Sant'Angelo e ritornò dignitosamente nella stalla, scatenando l'ilarità generale.
Fonti
- Silvano A. Bedini, L'elefante del Papa, Carcanet Press, 1997, ISBN 1-85754-277-0
- Robert Greene, The 48 Laws of Power, Viking Penguin, 1998, ISBN 0-14-028019-7