Ottava crociata

spedizione militare del 1270
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L'ottava crociata fu diretta contro i domini musulmani in Africa settentrionale. Fu Guidata da re Luigi IX, sotto pressione di papa Clemente IV. Il re francese riprese la croce il 24 marzo 1267, anche se ben pochi imitarono il suo gesto; tra questi suo fratello Carlo I d'Angiò, Giacomo I d'Aragona e Enrico III d'Inghilterra.

Ottava Crociata
parte delle Crociate
Miniatura raffigurante i francesi davanti alle mura di Tunisi
Data1270
LuogoTunisia
EsitoVittoria musulmana
  • Morte di Luigi IX
  • Trattato di Tunisi
Schieramenti
Comandanti
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L'obiettivo della crociata non fu Gerusalemme o l'Egitto, ma Tunisi. Lo scopo dichiarato della spedizione sarebbe stata la conversione forzata dei regnanti di Tunisi per far sì che essi si alleassero con i Franchi nella guerra contro i Mamelucchi di Baybars, attaccandone i confini occidentali, confinanti coi domini hafsidi di Muhammad I al-Mustansir.

Da tempi della settima crociata, i Mongoli avevano invaso il Vicino Oriente e conquistato gli emirati di Aleppo e Damasco. Le risposta dei Franchi orientali non è stata né coesa, né unitaria: il Principato di Antiochia e il Regno di Armenia che si sono alleati con i Mongoli, mentre il Regno di Gerusalemme e la Contea di Tripoli si sono alleati con i Mamelucchi. La morte del gran khan Munke riportò temporaneamente i mongoli in patria per risolvere i problemi di successione; Hulagu, il khan mongolo della Persia, al suo ritorno pretese la fedeltà dei Mamelucchi, i quali rifiutarono. Un'altra svolta avvenne quando il sultano mamelucco Qutuz sconfisse i mongoli a 'Ayn Jalut il 3 settembre 1260 e conquistò gli emirati di Damasco e Aleppo, accerchiando gli stati franchi. Qutuz fu detronizzato poco dopo dal sultano Baybars, che non fece mistero del suo desiderio di espellere tutti i Franchi dalla Siria[1].

Baybars attaccò ciò che restava degli Stati crociati e occupò Nazareth, Haifa, Toron e Apollonia nel 1265. Ugo III, re di Gerusalemme, sbarcò a San Giovanni d'Acri per difendere la città, mentre Baybars si spingeva in Armenia, che all'epoca era controllata dai Mongoli[2].

I Franchi d'oltremare, impegnati nelle loro beghe interne e da trent'anni senza un sovrano, rifiutarono di riconoscere l'autorità di Ugo III e reagirono solo debolmente all'avanzata di Baybars e delle sue truppe[3]. Nel 1268, Jaffa fu presa. La guerra basata sugli assedi che aveva prevalso fino ad allora, grazie alle fortezze costruite e restaurate in Terrasanta da Luigi IX durante il suo soggiorno in Outremer negli 1250-1254, si mutò gradualmente in una guerra di posizione[4]. Di fronte a questa situazione, i papi Alessandro IV, Urbano IV e Clemente IV chiamano i sovrani occidentali alla crociata.

La crociata

Nel luglio del 1270 l'esercito francese partì principalmente da Aigues Mortes e da Marsiglia, mentre il sovrano si imbarcò su una nave della Repubblica di Noli; i diversi contingenti fecero tappa in Sardegna e a Cagliari il re rese ufficialmente noto al suo esercito che l'obiettivo sarebbe stato Tunisi. Il re sbarcò a Cartagine e iniziò a porre sotto assedio Tunisi, in attesa dell'arrivo del fratello Carlo d'Angiò e degli inglesi; ma l'assedio si prolungò molto e la peste e la dissenteria decimarono l'esercito, e uccisero prima il secondogenito del re, Giovanni Tristano, e poi il 25 agosto lo stesso re. Carlo d'Angiò, prima di tornare in Sicilia con i resti della sua spedizione, concluse un trattato con il califfo musulmano di Tunisi, grazie al quale otteneva il possesso di Malta e di Pantelleria.

Note

  1. ^ Grousset, pp. 576-604.
  2. ^ (EN) Timothy C. Dowling e Bruce Menning, Russia at war : from the Mongol conquest to Afghanistan, Chechnya, and beyond, 2015, ISBN 978-1-59884-947-9, OCLC 880349770. URL consultato il 1º marzo 2022.
  3. ^ Grousset, pp. 618-638.
  4. ^ Richard, pp. 506-515.

Bibliografia

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  1. ^ (FR) René Grousset, Histoire des croisades et du royaume franc de Jérusalem, III. 1188-1291 L'anarchie franque, 3ª ed., Parigi, Perrin, 2006 [1936].
  2. ^ (FR) Jean Richard, Saint Louis : roi d'une France féodale, soutien de la Terre sainte, Fayard, 1983, ISBN 2-213-01168-0, OCLC 10166410. URL consultato il 1º marzo 2022.