Assedio di Cartagena: differenze tra le versioni

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Sempre [[Polibio]] racconta che, tra le prigioniere, vi fosse anche la moglie anziana di [[Mandonio]], fratello di [[Indibile]], re degli [[Ilergeti]], la quale si gettò ai piedi di Scipione pregandolo, tra le lacrime, che si prendesse cura della loro dignità più di quanto non avessero fatto i Cartaginesi. Publio, colto da compassione, le chiese cosa le mancasse, la stessa gli fece capire che non era il cibo, ma la sicurezza per lei, le figlie e il suo seguito di giovani principi, di non essere esposti alla violenza dei soldati romani.<ref>{{cita|Polibio|X, 18.8-12}}; {{cita|Livio|XXVI, 49.11-15}}.</ref>
{{Citazione|Publio allora capì cosa intendesse dire la donna e, vedendo la giovane bellezza delle figlie di Indibile e di buona parte degli altri principi, fu colto da commozione, poiché la donna, in poche parole, gli aveva indicato a quali pericoli gli ostaggi erano esposti. Per questo motivo, [...] le prese la mano destra e iniziò ad incoraggiare lei e le altre sue compagne, dicendo loro che avrebbe garantito sulla loro incolumità come se fossero state per lui delle sorelle o figlie e che le avrebbe affidate ad uomini di sua provata fiducia.|{{cita|Polibio|X, 18.13-15}}.}}
{{Citazione|[Scipione] allora affidò le donne ad un uomo di grande integrità morale e gli ordinò di proteggerle con rispetto e con grandissimo riguardo, quasi fossero delle spose e delle madri di ospiti.|{{cita|Livio|XXVI, 49.16}}.}}
 
[[File:Pompeo Batoni - Continenza di Scipione (c.1771).jpg|thumb|upright=1.4|Dipinto che ritrae l'episodio secondo il quale una giovane ragazza di rara bellezza venne riconsegnata al padre, invitandolo a darla in sposa ad un suo concittadino (olio su tel di [[Pompeo Batoni]], 1771/72 circa, [[Museo dell'Ermitage]] a [[San Pietroburgo]])]]