Teatro Ambra Jovinelli: differenze tra le versioni

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| Immagine = Ambra Jovinelli.jpeg
| Tipologia = Sala a ferro di cavallo con due gallerie
| Fossa = assente
| Capienza = 800
| Città = Roma
| Periodo = 1909
| Progettista = [[Ulderico Bencivenga]]
| Ingegnere =
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| Proprietario = [[Giovanni Lombardi Stronati]]
| Sito = http://www.ambrajovinelli.org Sito web
|Cittàlink =
}}
 
L''''Ambra Jovinelli''', una volta chiamato unicamente '''Teatro Jovinelli''', è uno dei [[teatri di Roma]], destinato principalmente alle rappresentazioni di [[teatro comico]].
 
Nacque per volontà dell'impresario teatrale [[Giuseppe Jovinelli]], intenzionato a costruire un [[Varietà (spettacolo)|teatro di varietà]] dal volto lussuoso e degno di essere equiparato ad un [[teatro di prosa]], di norma stilisticamente più ricco e nobile.
 
Venne eretto nella scomparsa piazza Guglielmo Pepe, nel [[Esquilino (rione di Roma)|Rione Esquilino]]. Dopo una serie di progetti firmati da [[Pietro Chiodelli]] e [[Giacomo Radiconcini]], i lavori di costruzione iniziarono nel [[1906]]. L'anno seguente subentrò come progettista [[Ulderico Bencivenga]].
 
L'inaugurazione avvenne il [[3 marzo]] del [[1909]]<ref>La data di inaugurazione è stata oggetto di diverse ipotesi. Quella riportata si ricava dagli articoli delle riviste ''Il Café-Chantant'' a. XIII, n. 9, 5 marzo 1909, p. 19 e ''Eldorado Canzonettistico'', n. 3, marzo 1909, p. 8. Cfr. Alessandra Carassiti, ''Il Teatro Jovinelli fra passato e futuro'', citato in bibliografia.</ref>.
 
== La storia del teatro ==
Negli anni precedenti la [[prima guerra mondiale]], il Teatro Jovinelli divenne uno dei più importanti teatri di varietà della capitale. Il programma degli spettacoli comprendeva, in genere, numeri di canzonettiste e duettisti, attori comici e macchiettisti, danzatrici, acrobati e trasformisti.
 
Fra i comici che si esibirono al Teatro Jovinelli nei primi anni furono [[Raffaele Viviani]] che con la sorella [[Luisella Viviani|Luisella]] fu chiamato per l'inaugurazione ed [[Ettore Petrolini]], che ottenne proprio da [[Giuseppe Jovinelli]] la sua prima scrittura importante nel [[1910]]<ref>{{Cita news|autore=Oreste Petrolini|url=|titolo=Lanciato da Don Peppe Jovinelli|pubblicazione=Il Tempo|giorno=martedi 29|mese=ottobre|anno=1959|pagina=7|accesso=|cid=}} I contratti firmati da Petrolini e Jovinelli sono conservati nel Fondo Petrolini presso la [[Biblioteca e Museo teatrale del Burcardo]].</ref>.
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Il teatro di varietà, però, dopo la [[prima guerra mondiale | Grande Guerra]] subì pesantemente la concorrenza del [[cinema]], con il conseguente cambio di cartellone dal varietà all'[[avanspettacolo]]. Il vaglio del [[fascismo]] poi, che impose dure leggi contro il [[teatro dialettale]] e la [[satira]] politica, debilitò fortemente l'offerta del teatro. Gli incentivi per l'[[industria cinematografica]], preferita allo spettacolo non tecnicamente riproducibile, avviarono definitivamente il teatro verso il declino.
 
Negli [[Anni 1940|anni quaranta]] e [[Anni 1950|cinquanta]] fu anche una sorta di [[Arena coperta|palasport]] ''ante litteram'', ospitando moltissime riunioni di [[pugilato]], anche con tanti grandi campioni che si sfidavano e combattevano sul ring lì predisposto, sport diffusissimo e assai praticato in quel tempo, e ottenendo un successo eccezionale per l'accoglienza ricevuta e per il grandissimo numero di spettatori amanti della [[boxe]] che vi accorsero e per il rilievo che tale iniziativa ebbe sui giornali sportivi di allora.
 
Votato definitivamente all'avanspettacolo alternato alle sole proiezioni cinematografiche, lo Jovinelli si trasformò in [[cinema-teatro|cinema-varietà]] negli [[anni 1950|anni cinquanta]], assumendo il nome Ambra Jovinelli. La motivazione era semplicemente quella di dare al teatro maggiore visibilità nei tamburini dei giornali che, vista l'iniziale, lo avrebbero collocato nei primissimi posti della lista dei cinematografi capitolini.<ref>Ipotesi fantasiose sono circolate sull'origine del nuovo nome, come riportato in Alessandra Carassiti, ''Il Teatro Jovinelli tra passato e futuro'', pp. 125-126. La realtà era tuttavia molto più semplice e prosaica.</ref> Spesso, tuttavia, venivano organizzati incontri di [[boxe]], concorsi canori, [[cabaret (spettacolo)|cabaret]] e [[avanspettacolo]].
 
[[File:Giuseppe-Jovinelli.JPG|thumb|left|150px|L'impresario [[Giuseppe Jovinelli]], fautore del teatro romano.]]
Con il progressivo avanzare del tempo e la concorrenza di [[cinema]] prima e di [[televisione]] poi, l'Ambra Jovinelli ripiegò prima sulle sole proiezioni cinematografiche, poi sugli spettacoli di [[spogliarello]] seguiti da film erotici di gusto affine. Negli [[Anni 1970|anni settanta]] era diventato definitivamente un cinema a [[luci rosse]].
 
Il [[29 aprile]] [[1982]] un incendio, causato da un malfunzionamento tecnico, bruciò l'intera struttura, decretandone la definitiva chiusura e abbandono. La famiglia Jovinelli mise in vendita lo stabile, acquistato nel [[1990]] da una società milanese che non rese noti i progetti futuri per cui lo aveva acquistato.
 
Nel [[luglio]] del [[1996]] un gruppo di giovani artisti ed intellettuali si animò per il recupero del teatro, organizzando all'interno della fatiscente costruzione una serie di spettacoli teatrali e mostre monografiche con l'intento di destare attenzione nell'opinione pubblica.
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== Lo stabile ==
[[File:Teatro_Iovinelli_(esterno).jpg|thumb|250px|Il Teatro Jovinelli all'epoca dell'inaugurazione]]
Originale e innovativo nelle linee d’abbellimento, il teatro è l'unico, a Roma, costruito in [[stile liberty]], caratterizzato dal corpo centrale a due piani con ampie aperture, coronato dal [[frontone]] a linee arcuate<ref>Marina Sennato, ''I teatri di Roma dal 1870 al 1945'' in Fabrizio Aggarbati ''et al.'', ''L’architettura dei teatri di Roma, 1513/1981'', Roma, Edizioni Kappa, 1987, p. 61.</ref>. Foto dell'epoca mostrano una costruzione su due piani dai colori chiari e dalle linee sontuose. Il pian terreno presentava tre porte con [[arco a tutto sesto]], dalle quali si accedeva al [[foyer]] che immetteva gli spettatori direttamente in sala, sita sul piano stradale. Due finestre ai lati del prospetto frontale della struttura riprendevano la linea delle porte, ma erano da queste ultime staccate dalle bacheche per le locandine.
 
Il secondo piano, che ospitava uffici e camerini e, nel [[soprapalco]], le attrezzature di scena, possedeva tre porte identiche a quelle del pian terreno. L'intera facciata era percorsa da [[lesena|lesene]] in stucco decorate in basso da fiori in [[gesso]], mentre le due [[lesena|lesene]] centrali terminavano sul tetto, dove erano poste due sculture a forma di aquila. La [[trabeazione]] sulla sommità dell’edificio si presentava come una sinuosa onda dallo stile tipicamente floreale, al cui centro campeggiava una conchiglia con un volto umano. Poco al di sotto di essa, una targa con su scritto ''Teatro Jovinelli''.
 
Pagato il biglietto d'ingresso, si accedeva in una sala curata e di ricercato lusso: la [[platea (teatro)|platea]] contava più di 600 poltrone rivestite in [[velluto]] rosso. Una fila di palchi sovrastava la sala a forma di [[ferro di cavallo]], come ad imitare la struttura dei grandi teatri, mentre una galleria sovrastante i palchi con gradoni ascendenti completava lo spazio per gli spettatori.
 
La capienza totale toccava i 1000 posti. Colonnine in [[ghisa]] decoravano la struttura interna, chiudendosi in archi ricchi di decorazioni floreali alla sommità della galleria. [[Velluto]] rosso ricopriva tutti gli interni, e grandi lampadari illuminavano la sala. Sulla sommità dell'[[arcoscenico]], una targa ancor oggi visibile: "G. Jovinelli, 1909". La modernità era la parola d'ordine sotto la quale il teatro era stato progettato: erano presenti impianti di ventilazione e di riscaldamento, mentre l’illuminazione era totalmente elettrica.
 
Negli [[anni 1950|anni cinquanta]], dopo la trasformazione in [[cinema]], alcuni interventi cambiarono il volto e gli interni della struttura. La facciata che mostrava i segni del tempo fu radicalmente modificata: la parte superiore conservò i tratti ''liberty'' che la distinguevano; vennero però eliminate le aquile di [[gesso]] dai cornicioni e i due pennoni che si alzavano sulla sommità della [[trabeazione]]. La parte inferiore fu la parte maggiormente colpita dai lavori di ammodernamento.
 
Per costruire la pensilina in [[calcestruzzo armato|cemento]] che caratterizzava il prospetto frontale dei cinema e dei cinema-varietà si rese necessaria la distruzione dei tre archi che garantivano l'accesso degli [[spettatore|spettatori]] all'interno. Al loro posto vennero inserite tre comuni porte a vetri dotate di [[saracinesca|saracinesche]] come quelle degli esercizi commerciali intervallate da quattro bacheche per le locandine. Gli stucchi e le [[lesena|lesene]] della parte inferiore vennero totalmente cancellati e al loro posto dei lastroni di [[travertino]] fungevano da cornice estetica al nuovo ingresso.
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*[[Teresa Di Sorbo]], ''Giuseppe Jovinelli e il suo teatro'', Benevento, Edizioni Torre della Biffa, 1997.
*[[Nicola Fano]], ''Il teatro Jovinelli: varietà, avanspettacolo, attrazioni nel teatro più popolare di Roma'', Roma, Officina Edizioni, 1985.
*[[Totò]], ''Siamo uomini o caporali?: diario semiserio di Antonio de Curtis'', a cura di Matilde Amorosi e [[Alessandro Ferraù]], Roma, Newton Compton, 1993. ISBN 88-7983-278-6
*[[Ettore Petrolini]], ''Modestia a parte'' in [[Giovanni Antonucci]] (a cura di), ''Facezie autobiografie e memorie'', Roma, Newton Compton, 1993. ISBN 88-7983-030-9
*Alessandra Carassiti, [http://www.evolutionbook.com/old-site/eBook/Download.php?file=eBook%2FVOI_Carassiti_Alessandra%2FTesi.pdf&opera_ID=105 ''Il Teatro Jovinelli tra passato e futuro''], Università degli studi di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di laurea in Lettere, Tesi di laurea in Storia del teatro e dello spettacolo, Anno Accademico 2000-2001, relatrice prof. Silvia Carandini, correlatrice dott. Paola Bortolone.