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Nel [[1609]] ritornò a [[Venezia]] dove venne richiesto dal [[Nunziatura apostolica|nunzio ponteficio]] come [[ambasciatore]] veneziano a [[Roma]], perchè ritenuto il più moderato politico veneziano nei rapporti con [[Roma]]. Il [[17 marzo]] [[1611]] divenne ''provveditore ed inquisitore in Terraferma'' soprattutto per dirimere la questione di [[Ceneda]], reclamata come proprietà da [[Roma]].
 
L'incarico di maggior prestigio lo ebbe quando venne eletto [[ambasciatore]] straordinario in [[Francia]]. Doveva convincere i francesi a permettere l'arruolamento oltre alpe di soldati, e convincere gli [[austriaci]] ad abbandonare la [[pirateria]] degli [[uscocchi]] nel mar [[adriatico]]. Capì che non avrebbe avuto successo quando Maria de’ Medici si appoggiò agli spagnoli, e il nunzio di [[Francia]], [[cardinale]] Ubaldini, pose il veto sull'aurolamento di francesi a [[Venezia]].
 
Nel giugno [[1617]] cominciò a trattare con la [[Spagna]] per convincere il Vicerè di [[Napoli]] ad abbandonare la pirateria. Il [[6 settembre]] [[1617]] ottenne la pace, ma questa non fu rispettata, e questo gli costò un processo in patria. Fu l'inizio di uno scontro con l'antico amico [[Paolo Sarpi]], ma il fatto che fu scagionato gli permise di ritornare in senato.
 
Morì [[19 dicembre]] [[1623]]. Fu ricordato soprattutto per la sua fede nel [[Papa]], per il suo [[pacifismo]], e per le doti di [[diplomatico]]. Purtroppo visse in un periodo in cui [[Venezia]] viveva una profonda crisi economica e diplomatica.
 
== Bibliografia ==
 
Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni [[Treccani]], Roma, 1969, pp. 421-24.