Papa Innocenzo III: differenze tra le versioni

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Nel frattempo, in Germania, i [[Ghibellino|ghibellini]] e i [[guelfi]] avevano eletto due imperatori rivali, rispettivamente: [[Filippo di Svevia]] e [[Ottone IV di Brunswick|Ottone di Brunswick]]. Nel 1201 il Papa aveva appoggiato apertamente Ottone, riconoscendolo come [[re dei Romani]] e minacciando la [[scomunica]] a tutti coloro che si fossero rifiutati di riconoscerlo. A tale scelta contribuì il fatto che Ottone avesse promesso di cedere alla Santa Sede alcune regioni italiane dell'impero e anche di rinunciare a determinati diritti imperiali, tra cui la corona dell'[[Italia meridionale]], {{sf|annessa a quella imperiale}}.<br />
Il papa rese chiaro ai principi tedeschi, attraverso il decreto ''Venerabilem'' del maggio 1202, quale fosse la sua concezione delle relazioni tra [[Impero]] e [[Papato]] (questo decreto venne in seguito incorporato nel ''[[Corpus Juris Canonici]]''). I punti principali del decreto erano: i principi dell'Impero potevano eleggere liberamente il loro re, ma il diritto di decidere se il re fosse degno della corona imperiale apparteneva al papa; in caso di doppia elezione, i principi dovevano chiedere al papa di fare da mediatore o di pronunciarsi in favore di uno o dell'altro pretendente. Questo diritto derivava dall'atto d'[[incoronazione]] di [[Carlo Magno]] compiuto da [[Papa Leone III|Leone III]].<ref name="Castella">{{de}}Prof. Dr. Gaston Castella: "Papstgeschichte", KOMET MA-Service und Verlaggesellschft mbH, Frechen, Imprimatur Curiae die 17 Decembris 1943, Imprimatur Curiae die 12 Novembris 1965 - ISBN 3-933366-08-9</ref>. Egli assimilava in proposito il [[teoria del Sole e della Luna|Papato al Sole e l'Impero alla Luna]], a significare come la [[potestas|potestà]] di quest'ultimo traesse splendore dall'[[autorità]] del primo.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/duo-luminaria_%28Federiciana%29/|titolo=Duo Luminaria|autore=Diego Quaglioni|opera=[[Enciclopedia federiciana]]|editore=Treccani|anno=2005}}</ref>
 
[[File:Kaiser Friedrich II. - Reutlingen - Kirchbrunnen-7927.jpg|miniatura|upright=0.9|Statua di [[Federico II di Svevia]] a [[Reutlingen]].]]
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Una delle questioni più care a Innocenzo era la volontà di ricomporre lo [[Scisma d'Oriente]] del 1054, per conciliare i latini e greci. In questo senso egli prese più volte i contatti con [[Manuele Comneno]]. Tuttavia le mutue divergenze intorno alla questione del [[primato di san Pietro]], impedirono la riconciliazione.
 
Nel 1198 Innocenzo III approvò la regola dell'[[Ordine della Santissima Trinità]], un [[ordine religioso]] che si prodigava per la liberazione degli ostaggi cristiani in mano musulmana. Nello stesso anno il pontefice iniziò la [[quarta crociata]], rivolgendosi ai cavalieri e ai nobili in Europa piuttosto che ai re (al tempo [[Riccardo I d'Inghilterra]] e [[Filippo II di Francia]] erano ancora in guerra e diversi principi tedeschi erano nemici del Papa). L'appello fu ignorato fino al 1200, quando nella [[Champagne (regione)|Champagne]] venne finalmente organizzata [[Torneo di Écry|durante un torneo]] una crociata con i [[venezia]]ni, dato che i francesi arrivati per l'imbarco erano inferiori al numero concordato, e dato che vi furono altri problemi relativamente al pagamento dei costi sostenuti da Venezia per l'approntamento della flotta. I Veneziani decisero di sfruttare l'occasione per andare a sedare una rivolta scoppiata a [[Zara (Croazia)|Zara]] nel 1202 e poi a Costantinopoli, dopo aver ricevuto una richiesta del figlio del deposto imperatore d'oriente (che poi decise di non mantenere fede ai patti), ove per questo misero in atto il [[saccoassedio di Costantinopoli (1204)|sacco di Costantinopoli nel 1204]], producendo la fittizia riunificazione delle Chiese greca e latina e la fine dello [[Scisma d'Oriente]]. In risposta Innocenzo scomunicò i veneziani di [[Enrico Dandolo]] ma, sebbene deplorasse i mezzi, accettò il risultato. L'esito della crociata in realtà non fece altro che acuire le incomprensioni tra cattolici e ortodossi, i quali non avrebbero mai perdonato il saccheggio di Costantinopoli durante il quale andarono perduti una quantità impressionante di preziose reliquie e tesori, in parte confluiti a Venezia come i famosi [[cavalli di San Marco]]. L'impero d'oriente fu spartito tra i crociati: a Venezia spettarono ''un quarto e mezzo'' (i tre ottavi) dei territori dell'[[Impero Romano d'Oriente|impero d'oriente]], tra cui Candia ([[Creta (Grecia)|Creta]]) e molte altre [[Isole egee|isole dell'Egeo]]; a [[Baldovino I di Costantinopoli|Baldovino IX delle Fiandre]], importante feudatario francese, spettò invece la corona di imperatore.<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', p. 237</ref>
 
==== La lotta alle eresie ====
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Innocenzo fu il primo a cambiare il tradizionale sospetto verso gli ordini popolari, iniziando una strategia di favore verso quelli che non mettevano in discussione l'autorità gerarchica ecclesiastica.
 
Nel novembre del 1215 Innocenzo convocò il [[IV concilio lateranense]] (il dodicesimo concilio ecumenico), che emanò settanta decreti di riforma. Tra questi venne definitivamente dichiarata la superiorità della Chiesa rispetto a qualunque altro potere secolare, quale unica depositaria della [[Grazia (teologia)|Grazia]] ed esclusiva mediatrice tra Dio e gli uomini. Se da un lato si istituiva il tribunale dell'[[Inquisizione]] contro le eresie, dall'altro si incoraggiava la predicazione popolare legittimando gli [[Ordini mendicanti]].<ref>[[Franco Cardini]] e Marina Montesano, ''Storia Medievale'', p. 272</ref>. In tal modo la Chiesa da un lato si proclama come l'unica e vera sposa di Cristo, e in quanto tale è suprema e santa, dall'altro lato, riconoscendo gli ordini mendicanti (si veda l'attività apostolica del patrono d'Italia, [[san Francesco]]), si riconosce bisognosa di continua purificazione e di più strenui sforzi di evangelizzazione.
Si decise, inoltre, una crociata generale in [[Terra santa]] (la [[quinta crociata]]): [[Gerusalemme]] era infatti sempre nelle mani dei [[musulmani]].
 
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* 1202: [[Arcidiocesi di Riga|Diocesi di Livonia]] (trasferimento da [[Ikšķile|Üxküll]] a [[Riga]]).
====Altre opere====
Nel [[1198]] consacrò il [[Duomo di Spoleto]] .<ref>https://www.duomospoleto.it/luoghi/duomo.html</ref>.
 
=== La morte ===
Il concilio fu il trionfo di Innocenzo e anche il suo ultimo atto. Morì a [[Perugia]], dove risiedeva all'epoca la curia romana,<ref>{{Cita libro|autore = Giancarlo Zizola|titolo = Il conclave- storia e segreti|anno = 1997|editore = Newton|città = |p = 47|pp = |ISBN = 88-8183-425-1}}</ref>, nel 1216, a soli 55 anni. Venne sepolto nella [[cattedrale di Perugia|cattedrale di quella città]], dove il suo corpo rimase fino a quando [[papa Leone XIII]] lo fece trasferire nella [[basilica di San Giovanni in Laterano]], nel dicembre del 1891.
 
== Genealogia episcopale e successione apostolica ==