1992 (serie televisiva): differenze tra le versioni

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=== Personaggi principali ===
 
*'''Leonardo Notte''', interpretato da [[Stefano Accorsi]]. Pur essendo un personaggio fittizio, frutto cioè dell'immaginazione degli autori, [[Ezio Cartotto]] ha dichiarato però in un 'intervista di riconoscercisi moltissimo, autoidenticandosi dunque come la "base" per la creazione del personaggio.<ref>{{Cita web|url=http://www.lettera43.it/esclusive/ezio-cartotto-leonardo-notte-sono-io_43675168738.htm|titolo=Ezio Cartotto: «Leonardo Notte sono io»|accesso=12 giugno 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150706042328/http://www.lettera43.it/esclusive/ezio-cartotto-leonardo-notte-sono-io_43675168738.htm|dataarchivio=6 luglio 2015|urlmorto=sì}}</ref> È un famoso pubblicitario dal passato oscuro che torna a tormentarlo proprio quando la sua carriera è a una svolta importante. Un anonimo ricattatore costringe Leonardo a confrontarsi con un episodio del suo passato che aveva preferito dimenticare. Conduce una vita sfarzosa che viene sconvolta dall'arrivo di Viola, la sua figlia adolescente. Mentre cerca di liberarsi dalle ombre del suo passato Leonardo si imbatte in un'idea rivoluzionaria che potrebbe cambiare per sempre la sua vita e il suo lavoro. Nasce a [[Bologna]] il [[14 giugno]] [[1954]]. Ufficialmente è figlio di Ottavio Notte, dirigente locale del [[Partito Comunista Italiano]], in realtà il padre biologico è Alberto Muratori, giornalista affiliato al PCI, che fino al 1993 Leo ha sempre creduto un semplice amico di famiglia. Laureando in filosofia, verso la fine degli anni '70 si unisce ai movimenti studenteschi extraparlamentari di orientamento [[Comunismo|comunista]], dei quali diventa, col soprannome di ''Buio'', uno dei leader: in particolare, risultano essere molto apprezzati i suoi comizi. Un pomeriggio, mentre si trova per le strade di Bologna, Leo e due suoi compagni del movimento vengono aggrediti da una squadra di neofascisti, e uno dei suoi amici rimane ucciso. Leonardo, in procinto di vendicarsi, si procura una pistola e cerca di farsi giustizia da solo, ma viene scoperto da colui che crede suo padre, il quale lo fa arrestare con l'accusa di tentato omicidio. A quel punto Alberto Muratori riesce a far scagionare Leo, ricattando il giudice che ne aveva disposto la carcerazione. Il poliziotto che lo ha arrestato, Fabrizio, il quale nutre un odio profondo verso i movimenti studenteschi comunisti ed è disposto a neutralizzarli con ogni mezzo, è incaricato di dare la notizia a Leo, ma rimane indispettito dell'accaduto. Racconta pertanto a Notte, mentendo, che il giudice ha intenzione di condannarlo, e di essere l'unico in grado di liberarlo. In cambio, però, Leo dovrà spacciare eroina fra i membri dei comitati studenteschi, accordo che Notte accetta. Dopo la scarcerazione, Leo accontenta la sorella di Fabrizio, Marina, lesbica e desiderosa di avere un figlio, accettando di dargliene uno a patto che se ne occupi esclusivamente lei. Nasce così nel [[1978]] Viola, che durante la sua infanzia Leo vedrà solamente tre volte. Leo inizia una storia d'amore con Bianca, ragazza di Marina, ma allo stesso tempo, per il rimorso a causa del crimine che sta compiendo verso i suoi compagni, inizia egli stesso a fare uso di eroina per non pensarci. Il tutto culmina quando Leo, un giorno, trova nella sua casa il cadavere di Bianca, morta di overdose dopo avere trovato l'eroina che Notte teneva in casa. A questo punto entra nuovamente in gioco Fabrizio, il quale s'incarica di far sparire ogni singola prova dell'accaduto, purché Leo sparisca per sempre da Bologna. Il Leo Notte del [[1992]] è profondamente cambiato rispetto al passato. Cinico e freddo donnaiolo, è un ricco pubblicitario di successo, affiliato a [[Publitalia '80]], e ha parecchie conoscenze nell'alta società milanese. Si guarda bene dall'avere relazioni sentimentali, preferendo una vita mondana e di eccessi notturni, atta a mascherare il rimorso per la morte di Bianca che ancora lo tormenta. Molto apprezzato nell'ambiente lavorativo per via delle sue intuizioni che spesso si rivelano geniali, viene notato dal presidente di Publitalia, [[Marcello Dell'Utri]], che gli affida un compito importante: lo scandalo di ''Tangentopoli'' sta ribaltando completamente il quadro politico italiano, perciò a Leo viene affidato il compito di trovare un nuovo potenziale leader dell'ala moderata che possa opporsi alle sinistre. Gli affida un centro studi, composto da alcuni colleghi e due politici. Svolgendo alcune ricerche, Leo intuisce che il futuro politico italiano può essere rappresentato solamente da un ingresso in politica di una nuova forza guidata da [[Silvio Berlusconi]]. Dell'Utri non condivide affatto l'idea, anzi inizia a diventare sempre più insofferente e diffidente nei confronti di Leo. La sua vita privata viene scombussolata dall'arrivo a [[Milano]] della figlia Viola. Ospitandola per alcuni mesi, le si affeziona, accorgendosi di volerle davvero bene e iniziando a essere un padre maggiormente presente. Scoprendo casualmente che Fabrizio è ormai in fin di vita per via di un cancro, si illude di potersi liberare per sempre dal suo segreto. Vi è invece un'altra persona a conoscenza di esso: un misterioso ricattatore inizia a minacciare Leo telefonicamente. Con l'aiuto di uno spacciatore suo vicino di casa, Leo scopre che si tratta di Rocco Venturi, un poliziotto corrotto che lavora nella squadra di [[Antonio Di Pietro]] e che inoltre possiede la siringa con sopra le impronte di Leo. Dapprima Leo è costretto, sotto ricatto, a dare 100 milioni di lire a Rocco, ma i ricatti cessano quando Leo registra un loro colloquio, minacciando di consegnare la cassetta a Di Pietro. Quando il doppio gioco di Rocco viene scoperto, obbliga Leo a dargli 800 milioni di lire per scappare. Leo dapprima cede al ricatto, cercando di prelevare i soldi da un conto corrente messogli a disposizione da Dell'Utri, ma poi cambia idea. Incontratosi con Rocco in un cantiere del Gruppo Mainaghi, lo uccide a colpi di cric, per poi seppellirlo e bruciare le prove della morte di Bianca, liberandosi per sempre dal suo segreto. Dell'Utri, venuto a conoscenza del tentativo di Leo di prelevare dei soldi da quel conto corrente, lo licenzia. Alla fine della serie, tuttavia, Leo in compagnia di Beatrice Mainaghi, davanti a un cartellone pubblicitario mostrante un bambino recitante la scritta ''Fozza, Itaja'' e da lui definito il futuro, riceve una misteriosa telefonata lavorativa che si conclude con lui visibilmente soddisfatto.
 
*'''Pietro Bosco''', interpretato da [[Guido Caprino]]. È nato nel 1959. La sua situazione familiare è complessa: la madre è morta, così come il fratello minore Milo, di cinque anni più piccolo, al quale Pietro era molto legato. Col padre, invece, ha un rapporto pessimo. Pietro trascorre una gioventù turbolenta passando le sue giornate a ubriacarsi, facendo a botte e giocando a rugby insieme al fratello. Nel 1981 Milo muore, a soli 17 anni, in un incidente d'auto. Passano gli anni, ma Pietro non riesce a trovare un lavoro: così inizia a giocare a rugby in Serie B per sfogare le sue frustrazioni. Stufo della disoccupazione, decide di arruolarsi nella Marina Militare e parte così per la guerra del Golfo. I membri del suo plotone, lui compreso, fanno uso di cocaina, che si procurano, su ordine del loro comandante, intercettando i narcotrafficanti. Durante uno di questi incontri coi trafficanti, un suo compagno rimane ucciso: al processo i suoi commilitoni, su ordine del loro comandante e per paura di ritorsioni, attribuiscono la colpa dell'accaduto al compagno ucciso. Pietro, al contrario, decide di raccontare tutta la verità, ma il suo gesto gli costa caro, perché viene congedato con disonore agli inizi del 1992. Qualche giorno dopo essere tornato a casa, mentre passeggia per la strada di notte, Pietro ha una colluttazione con due albanesi che stavano aggredendo un anziano signore e la moglie. La vittima è Gianni Bortolotti, membro di spicco della Lega Nord che, per riconoscenza, segnala Pietro a Umberto Bossi, che acconsente a candidarlo come deputato alle imminenti elezioni politiche. Fiducioso nel fatto che la candidatura possa dare una svolta alla sua vita, Pietro vede vacillare le sue speranze nel momento in cui una lettera anonima inviata a un quotidiano rivela che l'ex militare è stato congedato con disonore per la vicenda nel Golfo Persico. Per questo motivo, il suo nome viene relegato in fondo alla lista e viene annullata la sua partecipazione a un comizio della Lega, per il quale si stava faticosamente preparando. Nonostante lo sconforto iniziale, Pietro si presenta ugualmente al comizio, improvvisando un discorso che entusiasma gli ascoltatori e stupisce lo stesso Bossi, che acconsente di restituirgli la posizione che aveva inizialmente nella lista. Le elezioni si tengono il 5 e il 6 aprile e Pietro risulta eletto; parte quindi per Roma, iniziando a svolgere il nuovo lavoro di deputato. I suoi compagni di partito, tuttavia, non hanno molta considerazione di lui e Bortolotti, che sceglie le commissioni, lo assegna alla Commissione Cultura, quella meno influente. Pietro affitta una casa nel centro di Roma: lì ha modo di conoscere Gaetano Nobile, suo vicino, deputato di lungo corso della Democrazia Cristiana, che inizia a dargli una serie di consigli su come muoversi in Parlamento. Per prima cosa gli consiglia di farsi assegnare alla Commissione Difesa, ritenendola l'unica adatta a un ex militare. Pietro riesce a ottenerla ricattando Bortolotti, dopo averlo visto uscire da un ristorante proibito ai parlamentari leghisti. Una sera, partecipando a una festa a casa di Nobile, incontra Veronica Castello, un'aspirante showgirl che aveva già conosciuto qualche mese prima a Milano e che lo aveva snobbato. Bosco invita Veronica ad andare a vivere con lui, promettendole di prendersi cura di lei e di farle ottenere una conduzione in Rai; la donna, dopo qualche giorno, accetta. Pietro, nel frattempo, riceve la visita di un ex commilitone, Massimo Lorenzon, che gli racconta di essersi ammalato di tumore al sangue a causa dell'uranio impoverito utilizzato in guerra. Pietro, deciso a sottoporre la questione alla Commissione Difesa, viene avvicinato dal comandante della Marina Maggioni, che gli intima di non andare avanti con l'inchiesta, ma non se ne dà per inteso. Il giorno in cui è chiamato a testimoniare in Commissione, Massimo non si presenta. Quella stessa mattina è stato prelevato da tre ufficiali, che lo hanno portato in Svizzera in una clinica privata per farlo curare. Pietro vi si reca per chiedere spiegazioni a Lorenzon, ma questi gli rivela di essersi inventato tutto per farsi pagare le cure. Tornato a Roma, Pietro, grazie a Gaetano Nobile, riesce a ottenere per Veronica il posto di co-conduttrice a ''[[Scommettiamo che...?]]''. Per sdebitarsi, però, Pietro sarà costretto ad approvare, in Commissione Difesa, un rifornimento all'Esercito di armi prodotte da Locetra, imprenditore camorrista amico del parlamentare democristiano, contravvenendo alle indicazioni del partito. Per questo motivo Marco Formentini, furioso, gli rimprovera di avere tradito la fiducia della Lega, e gli comunica che non sarà più candidato per le prossime elezioni: Bortolotti, inoltre, informa Pietro che la legislatura non durerà fino al 1997, ma molto probabilmente non arriverà nemmeno a metà mandato, quindi non potrà nemmeno percepire il vitalizio. Veronica è nel frattempo rimasta incinta: questo potrebbe causarle l'impossibilità di partecipare al programma, ma Pietro si dimostra fortemente contrario a un eventuale aborto. Qualche giorno dopo, Formentini convoca nuovamente Pietro, concedendogli una seconda chance: se vorrà essere ricandidato alle prossime elezioni, dovrà esprimere un voto palese favorevole all'arresto di Gaetano Nobile. Pietro, dopo averci riflettuto, decide di assecondare la richiesta. Tornando a casa dalla votazione, scopre che Veronica ha abortito. Pietro, colto da un violento raptus, fa per strangolarla, fermandosi appena in tempo prima che la ragazza muoia. Veronica, dopo essersi ripresa, fugge via terrorizzata, lasciando Pietro per sempre.