Estinzione: differenze tra le versioni

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L''''estinzione''' nella [[biologia]] è la scomparsa di una determinata [[specie]] di [[Organismo vivente|organismi viventi]]: è contrapposta alla [[speciazione (evoluzione)|speciazione]], il processo opposto per cui una nuova specie nasce a partire da una preesistente.
 
Le cause principali di un'estinzione possono essere diverse: un mutamento improvviso dell'ambiente in cui vive la specie, tanto che gli esemplari non riescono ad adattarsi; la comparsacompanirsa di una specie concorrentespecieconcorrente (per il cibo) o di una [[Predatori|specie predatrice]]. I campanelli d'allarme che segnalano il rischio di estinzione di una specie sono due: la diminuzione dello spazio vitale, cioè dei territori e [[habitat]] che questa specie occupa, e la diminuzione del numero di esemplari della specie stessa. In linea di massima, una popolazione di 5.000 esemplari e/o un habitat limitato a solo uno o due siti sono considerati i limiti al di sotto dei quali una specie corre un serio rischio di estinzione.
 
Per questo motivo le specie considerate più "fragili", che cioè sono potenzialmente più esposte a questo pericolo, sono quelle più specializzate e che occupano particolari e ristrette [[nicchia ecologica|nicchie ecologiche]], per esempio perché si nutrono esclusivamente di un particolare cibo, come il [[Ailuropoda melanoleuca|panda]], o perché vivono solo su certe particolari isole, come le [[Chelonoidis nigra|tartarughe giganti]] delle isole [[Galápagos]]. All'altro estremo, specie onnivore estremamente diffuse e adattabili, come i [[topo|topi]], le [[Mosca (zoologia)|mosche]], gli [[scarafaggio|scarafaggi]] e l'[[Homo sapiens sapiens|uomo]], non corrono rischi di estinguersi a meno di eventi straordinari su scala planetaria.