Diritto divino dei re: differenze tra le versioni
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[[File:La Martorana-msu-0246.jpg|thumb|right|[[Ruggero II di Sicilia]] investito della [[regalità]] da [[Cristo]] (mosaico della [[Chiesa della Martorana|Martorana]], Palermo).]]
Il '''diritto divino dei re''' è un [[principio giuridico]]
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{{vedi anche|Re sacro}}
Un simbolo di questa dottrina rimane nella cerimonia d'incoronazione del monarca britannico, che viene consacrato con l'[[unzione|olio santo]] dall'[[Arcivescovo di Canterbury]], che con questo gesto lo ''ordina'' alla monarchia. È ulteriormente evidenziato dal tentativo di far risalire la [[genealogia]] dei monarchi europei a [[Davide|Re Davide]] dell'[[Antico Testamento]], che era stato unto [[Regno d'Israele|Re d'Israele]] dal profeta [[Samuele (profeta)|Samuele]] per volere di [[Yahweh]], nell'apparente convinzione che ciò legittimi il governo del presente monarca.<ref>{{cita web|url=http://www.kingdavid.org/genealogy.html|titolo=Genealogy -- Adam, King David, Queen|data=17 giugno 2004|4=lingua0en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20040617105544/http://www.kingdavid.org/genealogy.html|dataarchivio=17 giugno 2004}}</ref> Il re o la regina del [[Regno Unito]] è l'ultimo monarca che si sottopone a tale cerimonia, che in altre nazioni è stata sostituita da altre dichiarazioni.▼
Il concetto
Nel [[mondo occidentale]] la nozione di "diritto divino dei re" sicuramente esisteva già precedentemente al periodo [[medioevale]], avendo il ruolo del re sin dall'antichità un significato [[Re sacro|sacrale]] presso le religioni [[Paganesimo|pagane]], conferito dagli [[Divinità|Dèi]]. In seguito il concetto divenne uno dei fondamenti del [[ghibellinismo]] imperiale, per essere poi anche associato con la fede [[Chiesa cattolica|cattolica]] e di altre confessioni cristiane nate a seguito della [[riforma protestante]].
Nel [[1198]], quando sconfisse i francesi alla [[battaglia di Gisors]], il sovrano inglese [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo Cuor di Leone]] mise in evidenza questo principio usando come [[motto]] di battaglia la frase ''[[Dieu et mon droit]]'' (''Dio e il mio diritto'').▼
▲Il concetto di "diritto divino dei re" è differente dal più ampio "diritto reale concesso da Dio". Contrariamente al concetto cinese di "[[mandato celeste]]", che legittima il rovesciamento di un monarca oppressivo o incompetente, un re europeo non poteva perdere il diritto divino a causa del suo malgoverno. In Giappone, la legittimazione dell'[[Imperatore del Giappone]] era basata sulla credenza della sua discendenza da [[Amaterasu]], la [[Kami|dea]] del [[Sole]] nella religione [[Shintoismo|shintoista]]. Comunque, contrariamente al caso europeo, questa discendenza dalla divinità non si traduceva automaticamente in potere politico.
Nella ''[[Lettera ai Romani]]'', al capitolo 13, San Paolo scrisse che i regnanti in terra, anche nel caso in cui non fossero cristiani, erano nominati da Dio alle loro posizioni di potere, allo scopo di punire i malvagi. Alcuni studiosi biblici ritengono che San Paolo stesse scrivendo, in parte, per rassicurare le autorità romane che governavano il suo mondo, che il movimento cristiano non era politicamente sovversivo. Le difficoltà poste per i successivi cristiani furono dovute al fatto che il [[Nuovo Testamento]] non contiene piani espliciti per il governo di società principalmente cristiane. Esso assume che i cristiani sarebbero sempre stati una minoranza in un mondo pagano, e i suoi consigli politici erano limitati a suggerire di obbedire alla legge e stare alla larga dai governi pagani.▼
▲Nel mondo occidentale il concetto venne ad essere associato con la fede [[Cattolicesimo|cattolica]] e le altre confessioni cristiane, nel periodo della [[riforma protestante]]. La nozione di "diritto divino dei re" sicuramente esisteva già precedentemente al periodo medioevale. Comunque, fu nel [[XVI secolo]] che venne usata intensamente come principale meccanismo politico per incrementare il potere dei re all'interno delle monarchie centralizzate, relativamente ai nobili e ai sudditi. La sua formulazione più esauriente venne data dal [[vescovo]] francese [[Jacques-Bénigne Bossuet]] e dal sovrano protestante inglese [[Giacomo I d'Inghilterra|Giacomo I]], ma la dottrina dei [[monarcomachi]] deve molto agli antichi scritti di [[Agostino d'Ippona]] e [[Paolo di Tarso]].
[[Sant'Agostino]] modificò l'accento nel suo ''[[La città di Dio|De Civitate Dei]]'', per gli scopi del da poco convertito [[Impero Romano]], che si trovava in serie difficoltà politiche e militari. Mentre la "Città degli Uomini" e la "Città di Dio" potevano servire a scopi differenti, entrambe erano state istituite da Dio e servivano alla sua volontà ultima. Anche se la "Città dell'Uomo", il mondo del potere secolare, poteva sembrare empio e governato da peccatori, nonostante ciò, era stato posto sulla Terra per proteggere la "Città di Dio". Quindi i monarchi erano stati posti sul loro trono per gli scopi di Dio, e mettere in discussione la loro autorità equivaleva a mettere in discussione quella di Dio.▼
▲Nella ''[[Lettera ai Romani]]'', capitolo 13, San Paolo scrisse che i regnanti in terra, anche nel caso in cui non fossero cristiani, erano nominati da Dio alle loro posizioni di potere, allo scopo di punire i malvagi. Alcuni studiosi biblici ritengono che San Paolo stesse scrivendo, in parte, per rassicurare le autorità romane che governavano il suo mondo, che il movimento cristiano non era politicamente sovversivo. Le difficoltà poste per i successivi cristiani furono dovute al fatto che il [[Nuovo Testamento]] non contiene piani espliciti per il governo di società principalmente cristiane. Esso assume che i cristiani sarebbero sempre stati una minoranza in un mondo pagano, e i suoi consigli politici erano limitati a suggerire di obbedire alla legge e stare alla larga dai governi pagani.
Durante l'inizio del regno di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], Bossuet portò questo argomento alle sue conclusioni estreme. Rivedendo i precedenti dell'[[Antico Testamento]] riguardo alla scelta dei re, Bossuet concluse che i re erano consacrati come rappresentanti di Dio sulla Terra. Ognuno di essi aveva ricevuto il suo trono da Dio stesso, e ribellarsi contro la loro autorità era come ribellarsi a Dio. Nessun parlamento, nobile, tanto meno il popolo, aveva il diritto di partecipare a questa autorità data da Dio, poiché era stata conferita dalla [[provvidenza]] divina attraverso il diritto di [[primogenitura]].
▲Sant'Agostino modificò l'accento nel suo ''[[La città di Dio|De Civitate Dei]]'', per gli scopi del da poco convertito [[Impero Romano]], che si trovava in serie difficoltà politiche e militari. Mentre la "Città degli Uomini" e la "Città di Dio" potevano servire a scopi differenti, entrambe erano state istituite da Dio e servivano alla sua volontà ultima. Anche se la "Città dell'Uomo", il mondo del potere secolare, poteva sembrare empio e governato da peccatori, nonostante ciò, era stato posto sulla Terra per proteggere la "Città di Dio". Quindi i monarchi erano stati posti sul loro trono per gli scopi di Dio, e mettere in discussione la loro autorità equivaleva a mettere in discussione quella di Dio.
In effetti Bossuet scrisse non per giustificare l'autorità di una monarchia già autocratica, ma per proteggerla da ulteriori incidenti e tumulti che avevano scosso il trono francese, come la serie di "[[Fronda (movimento)|fronde]]" nelle quali i nobili francesi avevano combattuto insignificanti [[
▲Durante l'inizio del regno di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], Bossuet portò questo argomento alle sue conclusioni estreme. Rivedendo i precedenti dell'[[Antico Testamento]] riguardo alla scelta dei re, Bossuet concluse che i re erano consacrati come rappresentanti di Dio sulla Terra. Ognuno di essi aveva ricevuto il suo trono da Dio stesso, e ribellarsi contro la loro autorità era come ribellarsi a Dio. Nessun parlamento, nobile, tanto meno il popolo, aveva il diritto di partecipare a questa autorità data da Dio, poiché era stata conferita dalla [[provvidenza]] divina attraverso il diritto di [[primogenitura]].
== Evoluzione moderna della dottrina ==
▲In effetti Bossuet scrisse non per giustificare l'autorità di una monarchia già autocratica, ma per proteggerla da ulteriori incidenti e tumulti che avevano scosso il trono francese, come la serie di "[[Fronda (movimento)|fronde]]" nelle quali i nobili francesi avevano combattuto insignificanti [[guerra civile|guerre civili]] contro l'autorità di [[Luigi XIII di Francia|Luigi XIII]] e contro lo stesso Luigi XIV. Gli insegnamenti di Bossuet in definitiva si rivelarono essere la causa di molti tumulti e spargimenti di sangue in Francia. La nozione di diritto divino venne infine spazzata via dalla [[rivoluzione francese]] e il vero atto simbolico fu la morte sulla [[ghigliottina]] della regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], moglie di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]], il 16 ottobre [[1793]], che da accesa sostenitrice di questo principio e implacabile avversaria della causa rivoluzionaria era stata un simbolo del [[dispotismo]] e ostinata roccaforte dell'''[[ancien Régime]]'' fino alla fine.<ref>Lo storico [[Adriano Prosperi]], parlando del famoso schizzo ''Maria Antonietta condotta al patibolo'' di [[Jacques-Louis David]], dice: «La regina Maria Antonietta, ritratta da David mentre, con le mani legate ma col busto orgogliosamente eretto, si avviava al patibolo, fu l'immagine reale della fine dell'[[Ancien Regime|Antico regime]] e l'antesignana delle figure simboliche che incarnarono la nuova idea di giustizia posta sotto il segno della Nazione e amministrata in nome della [[Prima Repubblica francese|Repubblica]]». (Prosperi, ''Giustizia bendata - Percorsi storici di un'immagine'', p. 221)</ref>
Un retaggio di questa dottrina rimane nella cerimonia d'[[incoronazione del sovrano britannico]], che viene consacrato con l'[[Crisma|olio santo]] dall'[[arcivescovo di Canterbury]], che con questo gesto lo "ordina" alla monarchia.
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== Giacomo I d'Inghilterra ==▼
▲Nel
▲=== Giacomo I d'Inghilterra ===
Sia in [[Regno di Scozia|Scozia]] che in [[Regno d'Inghilterra|Inghilterra]], [[Maria Stuarda]] si era sempre considerata un monarca assoluto, responsabile delle sue azioni solo a Dio e non obbligato a consultarsi con nessun altro.<ref>Peter C. Herman, ''Royal Poetrie: Monarchic Verse and the Political Imaginary of Early Modern'', p. 77.</ref> La sua esecuzione fu un duro colpo all'autorità divina dei sovrani e minò la teoria della monarchia assoluta.<ref>Edmund Spenser, ''The Faerie Queene'', 2003, nota 38-50.</ref>
Le motivazioni su questo principio sono esemplificate e portate oltre nel seguente passaggio del capitolo 20 dei ''Lavori'' di
{{quote|Lo stato della monarchia è la cosa più suprema sulla Terra; poiché i re non sono solo i luogotenenti di Dio sulla Terra, e siedono sul trono di Dio, ma anche da Dio stesso vengono chiamati dei. Esistono tre principali similitudini che illustrano lo stato della monarchia: una presa dalla parola di Dio; le altre due dalle basi della politica e della filosofia. Nelle scritture i re sono chiamati dei, e così il loro potere viene comparato al potere divino. I re sono anche paragonati ai padri di famiglia: perché un re è davvero un ''Parens patriæ'', il padre politico del suo popolo. Da ultimo, i re sono paragonati alla testa in quel [[microcosmo]] che è il corpo dell'uomo.
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Io concludo quindi a questo punto toccando il potere dei re con questo assioma di divinità, che come contestare ciò che Dio può fare è blasfemia, così è sedizioso per i sudditi disputare ciò che un re può fare in virtù del suo potere. Ma solo i re saranno sempre pronti a dichiarare cosa vorranno fare, se non vorranno incorrere nella maledizione di Dio. Non sarò contento che il mio potere venga contestato; ma sarò sempre volenteroso nel far apparire le ragioni di tutti i miei atti, e governare le mie azioni in base alle mie leggi.
}}
I sudditi di Giacomo non erano disposti a sottomettersi a queste affermazioni. Sorse una dottrina contraria, formulata da giudici come Sir [[Edward Coke]], secondo cui il re d'Inghilterra era la creazione della legge inglese, e soggetto a questa. Tale dottrina trovò aderenti nel Parlamento, spronata da precedenti anti-monarchici come la rivolta dei nobili che portò alla [[Magna Carta]]. [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni Senzaterra]], che aveva firmato questo documento sotto coercizione e combattuto i ribelli con la benedizione del [[Papa Innocenzo III]] fino alla morte, fu di fatto l'ultimo vero sovrano teocratico, anche se molti discendenti riuscirono con successo a restaurare la monarchia assoluta.<ref>{{cita web|url=http://www.epertutti.com/diritto/LE-MONARCHIE-CRONOLOGIA-DEI-RE52744.php|titolo=Le Monarchie - Cronologia dei Regnanti d'Inghilterra - Re Plantageneti}}</ref>▼
▲I sudditi di Giacomo non erano disposti a sottomettersi a queste affermazioni. Sorse una dottrina contraria, formulata da giudici come Sir [[Edward Coke]], secondo cui il re d'Inghilterra era la creazione della legge inglese, e soggetto a questa. Tale dottrina trovò aderenti nel Parlamento, spronata da precedenti anti-monarchici come la rivolta dei nobili che portò alla ''[[Magna Carta]]''. [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni Senzaterra]], che aveva firmato questo documento sotto coercizione e combattuto i ribelli con la benedizione del [[Papa Innocenzo III]] fino alla morte, fu di fatto l'ultimo vero sovrano teocratico, anche se molti discendenti riuscirono con successo a restaurare la monarchia assoluta.<ref>{{cita web|url=http://www.epertutti.com/diritto/LE-MONARCHIE-CRONOLOGIA-DEI-RE52744.php|titolo=Le Monarchie - Cronologia dei Regnanti d'Inghilterra - Re Plantageneti}}</ref>
Questo conflitto infine culminò nella [[Rivoluzione inglese|guerra civile inglese]] del [[1640]], che venne vinta dalle forze rappresentanti il Parlamento, e l'esecuzione di [[Carlo I d'Inghilterra|Carlo I]], figlio di Giacomo I e fervente sostenitore del diritto divino dei re, come la nonna paterna. La vittoria dei Parlamentari, confermata dalla [[Gloriosa Rivoluzione]] del [[1688]], fu il rintocco a morto del diritto divino dei re in Inghilterra, e stabilì fermamente il principio della [[monarchia costituzionale]], in cui l'autorità massima era il Parlamento, non il monarca.▼
▲Questo conflitto infine culminò nella [[Rivoluzione inglese|guerra civile inglese]] del
== Note ==
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== Voci correlate ==
* ''[[Dieu et mon droit]]''▼
* [[Assolutismo monarchico]]
▲* ''[[Dieu et mon droit]]''
* [[Ghibellinismo]]
* [[Re sacro]]
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
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