Isaiah Berlin: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Isaiah
|Cognome = Berlin
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|Attività2 = politologo
|Attività3 = diplomatico
|Nazionalità =
|NazionalitàNaturalizzato = britannico
|PostNazionalità = , teorico di un [[liberalismo]] inteso soprattutto come limitazione dell'ingerenza [[Stato|statale]] nella vita [[società (sociologia)|sociale]], [[economia|economica]] e [[cultura]]le dei singoli e delle [[comunità]]
|Immagine = IsaiahBerlin1983.jpg
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}}
È considerato uno dei maggiori pensatori liberali del [[XX secolo]]. Nato a [[Riga]]
Nel [[1979]] ricevette il ''Jerusalem Prize'' per le sue opere riguardanti la libertà individuale nella società. Fu un eccellente saggista, conversatore e [[
I suoi saggi di storia della cultura, tra i quali si ricorda "''The Hedgehog and the Fox''", hanno illuminato, nel solco della tradizione liberale, aspetti cruciali della cultura illuministica e romantica, del marxismo, delle dottrine utopiche e del problema dei valori. Delle dottrine utopiche, in linea con [[Karl Popper|Popper]], Berlin ha messo in evidenza le pericolose conseguenze sia sul piano individuale, comportando la perdita del principio di responsabilità personale, che sul piano politico, arrivando a trascurare il valore della vita umana per la realizzazione dei presunti "fini" della storia. L'interesse per il concetto di libertà è stato sempre affiancato dall'interesse per la molteplicità di valori che guidano le azioni umane e ne causano la conflittualità: l'azione politica, per Berlin, dovrà essere orientata al pluralismo di valori, nel tentativo di ridurre la sofferenza umana nel contemperamento delle esigenze dei singoli.
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Isaiah Berlin era l'unico figlio sopravvissuto di una famiglia ebraica benestante, figlio di Mendel Berlin, commerciante di legname, e diretto discendente di [[Shneur Zalman]] (fondatore di [[Chabad|Chabad Hasidim]]), e sua moglie Marie Volshonok. Per parte di madre, Berlin era parente del grande violinista [[Yehudi Menuhin]]. Berlin trascorse la sua infanzia a [[Riga]], per trasferirsi poi a [[Andreapol']] (una piccola località vicino [[Pskov]], che era sostanzialmente una delle proprietà della famiglia per i suoi commerci) e infine a [[San Pietroburgo]], dove la famiglia ebbe modo di assistere ai moti di febbraio e alla [[Rivoluzione di Ottobre]] del [[1917]]. Questi eventi segnarono profondamente la riflessione politica di Berlin, come ebbe modo lui stesso di ammettere più volte.
Sentendosi sempre più oppressa dalla vita sotto il nuovo potere [[Bolscevico]], la famiglia lasciò [[San Pietroburgo]] tre anni dopo, il 5 ottobre del [[1920]], per [[Riga]], divenuta capitale della neonata Repubblica di [[Lettonia]]; ma l'incontro con il diffuso [[antisemitismo]] e difficoltà con le autorità lettoni li convinsero a partire per
Berlin studiò dapprima alla [[Saint Paul's School]] di [[Londra]] e poi al [[Corpus Christi College (Oxford)|Corpus Christi College]] di [[Oxford]], dove in un primo momento si dedicò allo studio delle ''Literae Humaniores'', un severo corso di studio focalizzato sulle [[lingue classiche]], la [[storia antica]] e la [[filosofia]]. Si laureò con lode e ottenne il ''John Locke Prize'' per la sua performance negli esami di filosofia, superando il suo compagno di studi, [[Alfred Jules Ayer]]. A questo punto dei suoi studi, Berlin si trovò a considerare numerose possibilità di carriera, fra cui, per un breve periodo, la possibilità di intraprendere l'avvocatura. L'evento decisivo fu un colloquio per il "''Manchester Guardian''", diretto da [[C. P. Scott]], al quale Berlin partecipò su consiglio del presidente del Corpus Christi College. Scott stava cercando un classicista, interessato di politica estera, per collaborare con la sua testata; requisito fondamentale era una naturale capacità di scrivere. Scott chiese a Berlin se aveva questa capacità; Berlin rispose di no: fu di conseguenza rifiutato e i dubbi circa la sua carriera futura furono sciolti<ref>{{Cita libro|autore = Michael Ignatieff|titolo = Isaiah Berlin: A Life|anno = 2011|editore = |città = }}</ref>.
Berlin decise dunque di prendere una seconda laurea ad [[Oxford]], questa volta dedicandosi allo studio di ''Philosophy, Politics & Economics'', un corso, al tempo, di recente introduzione. Dopo la laurea fu nominato "tutor" del [[New College (Oxford)|New College]] di [[Oxford]] e ben presto ottenne anche una borsa di studio per studiare nell'istituzione più prestigiosa dell'Università di Oxford, l'[[All Souls College]]. Berlin partecipò all'esame, per sua stessa ammissione, senza sapere nulla riguardo all'All Souls e al suo funzionamento, ma qui ebbe modo di incontrare figure chiave del mondo culturale, e in particolare politico, di quegli anni.
Mentre Berlin era ancora uno studente, si legò in amicizia con [[Alfred Jules Ayer|Ayer]] (con il quale condivideva una rivalità amichevole), [[Stuart Hampshire]], [[Richard Wollheim]], [[Maurice Bowra]], [[Stephen Spender]], [[J. L. Austin]] e [[Nicolas Nabokov]]. Nel [[1940]], presentò un saggio ad una conferenza, cui partecipava anche [[Ludwig Wittgenstein]], alla [[Cambridge University]]. Wittgenstein dissentì con Berlin riguardo alle soluzioni proposte, ma lo lodò per la sua onestà e integrità intellettuale. Berlin sarebbe rimasto ad Oxford per il resto della sua vita, ad eccezione di un periodo trascorso negli [[Stati Uniti d'America]], lavorando per il [[British Information Service]], a [[New York]], dal [[1940]] al [[1942]] e poi per l'ambasciata
Nel [[1956]], Berlin sposò Aline Halban Gunzbourg, che non solo era la precedente sposa di un suo collega ad Oxford e vincitrice del campionato francese femminile di golf, ma proveniva, da parte del padre, da una famiglia aristocratica russa, esiliata a seguito dei moti di Ottobre, e, da parte di madre, da una famiglia ebraica di banchieri e commercianti di petrolio, famiglia che aveva ottenuto anche titoli nobiliari e viveva a Parigi (sua madre era Yvonne Deutsch de la Meurthe, nipote di [[Henri Deutsch de la Meurthe]]).
[[File:Wolfson College Oxford Berlin Quad.jpg|thumb|387x387px|Wolfson College]]
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=== "Due concetti di libertà" ===
Berlin è particolarmente noto per il suo saggio "Due concetti di libertà", risalente al 1958 come testo della lezione inaugurale tenuta dall'autore al momento in cui fu chiamato a ricoprire la cattedra di Teoria politica a Oxford<ref>in ''Quattro saggi sulla libertà'', 1989, Feltrinelli, Milano</ref>. Egli definì il concetto di libertà "negativa" come assenza di limitazioni o interferenze nei riguardi di ciò che un soggetto è capace di fare (''libertà da''). Maggiore "libertà negativa" significa minori restrizioni delle possibili azioni del soggetto. Berlin associò la libertà "positiva" con l'idea di padronanza di se stessi, ovvero la capacità di auto-determinazione, essere padroni del proprio destino. Nonostante
Berlin sostenne che sotto l'influenza di [[Jean-Jacques Rousseau]], [[Immanuel Kant]] e [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] (tutti sostenitori del concetto positivo di libertà ''libertà di''), i filosofi europei della politica spesso hanno posto sullo stesso piano la libertà e le forme di disciplina o imposizione politica. Tutto ciò divenne politicamente pericoloso allorché nel XIX secolo le nozioni di libertà positiva vennero usate per difendere il nazionalismo, l'auto-determinazione e l'idea comunista del controllo collettivo sul destino degli uomini. Berlin affermò che l'adesione a tale linea di pensiero avrebbe paradossalmente trasformate le richieste di libertà in richieste di controllo e disciplina collettiva — ritenute necessarie per l'"auto-controllo" o auto-determinazione delle nazioni, delle classi sociali, delle comunità democratiche e, addirittura, dell'umanità intera. Quindi, per Berlin, esiste un'elettiva affinità tra libertà positiva e [[totalitarismo]].
Per contro, la libertà negativa rappresenta una diversa, forse più sicura, interpretazione del concetto di libertà. Coloro che proposero questo concetto (vedi [[Jeremy Bentham]] e [[John Stuart Mill]]) sostennero che la restrizione e la disciplina erano l'antitesi della libertà e per questo furono (e lo sono i contemporanei) meno propensi a confondere libertà e restrizione come invece fanno i moderni filosofi portavoce del moderno totalitarismo.
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Il saggio di Berlin dal titolo "Historical Inevitability" (1953) focalizzava una controversia sorta nell'ambito della [[filosofia della storia]]. Secondo Berlin, la scelta da fare è tra la credenza secondo cui "le vite di interi popoli e delle [[società (sociologia)|società]] siano state influenzate in modo decisivo da parte di straordinari individui" o, viceversa, ritenere che tutto ciò che accade non è altro che il risultato di forze estranee all'uomo e ignare delle sue intenzioni. Berlin è anche conosciuto per i suoi scritti sulla storia intellettuale della Russia, raccolti principalmente in ''Russian Thinkers'' (1978), un libro in cui l'autore concentra la propria attenzione sulla Russia dell'Ottocento e di tale periodo sa darci una descrizione viva della situazione storica, politica e culturale, elaborando un'avvincente e veridica storia dell'''intelligencija'' russa.
Gli scritti critici di Berlin sull'[[Illuminismo]], per i quali Berlin usava il termine
Prima di passare alla sezione Bibliografia è bene precisare alcuni punti per il lettore che desideri incontrare Isaiah Berlin, superbo saggista della storia intellettuale dell'uomo. La mancanza di un ''opus magnum'' in cui venga esposta una teoria berliniana è da attribuire a due fattori, innanzitutto alla sua particolare comunicativa che lo portava a trasmettere il suo pensiero attraverso conferenze che spesso non venivano neanche stampate e mediante molteplici saggi che invece erano disseminati in disparate pubblicazioni. In secondo luogo, è da tener presente il suo profondo credo nel pluralismo quale fondamento dei valori liberali intesi nel loro senso più classico. Berlin tracciò una netta distinzione tra ''monisti'', cioè i pensatori che pongono a guida della loro vita un singolo principio dell'agire dell'uomo e della sua storia, e ''pluralisti'', cioè i pensatori che credono nella molteplicità di concetti, ugualmente validi se pur a volte reciprocamente incompatibili, sul come vivere ed evitano di imporre all'umanità un'immagine onnicomprensiva della realtà. Come ben sanno gli appassionati degli scritti berliniani, bisogna ancora una volta esser grati al curatore Henry Hardy, il benemerito studioso che ha sempre avuto grandissima familiarità con gli scritti di Berlin provvedendo a pubblicarne diverse raccolte.
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{{Onorificenze
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* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://berlin.wolf.ox.ac.uk/|Isaiah Berlin Virtual Library, a cura di Henry Hardy}}
* {{cita web|http://www.corriere.it/romano/07-11-28/01.spm|Ricordo di Berlin di Sergio Romano e Tommaso Milani da ''Corriere.it''}}
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[[Categoria:Ebrei inglesi]]
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[[Categoria:Vincitori del Premio Erasmo]]
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