Crociata: differenze tra le versioni
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Il termine '''crociata''' è attribuito primariamente alla serie di [[Guerra|guerre]] promosse dalla [[Chiesa cattolica|Chiesa di Roma]], combattute tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XIII secolo]].
Le più note sono le campagne avvenute nel [[Vicino Oriente]], volte a riconquistare la [[Terra
La [[prima crociata]] (1096-1099) venne proclamata nel 1095 da [[Papa Urbano II]] nel corso di un [[sermone]] durante il [[Concilio di Clermont]]. In esso il Papa invocava un aiuto militare all'[[impero bizantino]] e al suo imperatore [[Alessio I Comneno]], che necessitavano di rinforzi per fronteggiare i [[Selgiuchidi|turchi]] intenti a occupare l'[[Anatolia]] dopo la vittoria di [[Alp Arslan]] sull'Imperatore bizantino [[Romano IV Diogene]] a [[Battaglia di Manzicerta|Manzicerta]]. Lo scopo di Urbano era quello di garantire ai [[Pellegrinaggio in Terrasanta|pellegrini]] il libero accesso alla [[Terrasanta]], dal [[VII secolo]] sotto il controllo musulmano. Gli studiosi non concordano pienamente su ciò: l'intenzione di Urbano potrebbe essere stata anche quella di condurre a riunificare la Chiesa orientale e quella occidentale della cristianità, divise dopo il [[grande Scisma]] del 1054 e di affermarsi come capo della Chiesa riunificata. Il successo iniziale della Crociata permise di istituire i primi quattro [[Stati crociati]]: la [[Contea di Edessa]], il [[Principato di Antiochia]], il [[Regno di Gerusalemme]] e la [[Contea di Tripoli]].
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I volontari diventavano crociati pronunciando un voto pubblico e ricevendo così l'[[indulgenza plenaria]]. Alcuni di essi confidavano in una salita di massa in paradiso a Gerusalemme o nel perdono di Dio per i loro peccati. Altri parteciparono per ottemperare a obblighi feudali, per ottenere gloria e onore o per motivi economici e politici. Per quanto riguarda i musulmani tali conflitti si posero nell'ambito della rapida [[Espansione islamica|espansione politico-religiosa]] dei [[Selgiuchidi]], che nell'XI secolo si proposero di invadere l'[[impero bizantino]]. I Turchi Selgiuchidi, a partire da [[Toghrul Beg]], avevano occupato la [[Persia]], la [[Georgia]], l'[[Armenia]] e alcuni territori bizantini in Anatolia; dopo l'invasione dell'Armenia e la costituzione del [[sultanato di Rum]] arrivarono a progettare l'invasione di tutto l'impero bizantino e quindi della [[penisola balcanica]].
Nei due secoli delle crociate, il tentativo di conquistare e mantenere il controllo della [[Terra
Gli storici moderni hanno espresso opinioni molto differenti riguardo ai crociati. Per alcuni, il loro comportamento si dimostrò incoerente con gli obiettivi dichiarati e con l'autorità morale del papato. Spesso i crociati saccheggiarono città cristiane e i loro comandanti tennero per sé i territori conquistati invece di restituirli ai Bizantini come avevano giurato. Durante la [[crociata dei poveri]], migliaia di ebrei vennero uccisi in quelli che oggi vengono chiamati i [[massacri della Renania]]. Nel corso della [[quarta crociata]] [[Assedio di Costantinopoli (1204)|Costantinopoli venne saccheggiata]]. Le crociate ebbero un profondo impatto sulla civiltà occidentale: riaprirono il [[Mediterraneo]] al commercio e ai viaggi; consolidarono l'identità collettiva della Chiesa romana sotto la guida del papato; fornirono una proficua fonte di racconti di eroismo, cavalleria e pietà che venne galvanizzata nella [[letteratura cavalleresca]], nella [[filosofia medievale|filosofia]] e nella [[letteratura medievale]]. Le crociate, inoltre, rafforzarono la correlazione tra la cristianità occidentale, il [[feudalesimo]] e il [[militarismo]].
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Il profeta islamico [[Maometto]] fondò l'[[Islam]] nella [[penisola araba]] e alla sua morte, avvenuta nel 632, una volta sottomesse le vicine tribù pagane, si volsero verso la vicina provincia bizantina di [[Tabuk (Arabia Saudita)|Tabuk]] arrivando presto a unire gran parte dell'Arabia in un unico ordinamento politico. Nel [[636]] i musulmani arabi ottennero una schiacciante vittoria sull'esercito bizantino nella [[battaglia dello Yarmuk]] e completarono in tal modo la conquista dell'intera [[Siria]]. Lo stesso [[ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb]], secondo successore ([[Califfo]]) di Maometto, ricordò le istruzioni relative alle alternative poste ai [[dhimmi]]: la conversione, la sottomissione (riduzione cioè allo stato di ''dhimmi'', concessa inizialmente solo a [[ebrei]], [[cristiani]] e [[Zoroastriani|mazdei]], ma poi estesa anche a [[induismo|induisti]] e [[buddhismo|buddisti]]):
{{citazione|Chiamate gli uomini a Dio: chi risponderà alla vostra chiamata, accettatelo. Ma chi si rifiuterà dovrà pagare la tassa sulla persona in segno di subordinazione e inferiorità. E su coloro che opporranno un ulteriore rifiuto scenderà impietosamente la spada. Temete Dio e assolvete la missione che vi è stata affidata|''The History of al-Tabari'', vol. XII, Albany, NY, State University of New York Press, 1992, p. 167.}}
Caddero poi in breve tempo [[Antiochia di Siria|Antiochia]], [[Gerusalemme]] e tutta la [[Mesopotamia]] bizantina. Da qui gli arabi si diressero in [[Armenia]] mentre contemporaneamente cominciava l'avanzata in [[Egitto]]. Alla flebile resistenza bizantina i musulmani, guidati da [[ʿAmr ibn al-ʿĀṣ|ʿAmr b. al-ʿĀṣ]], risposero con efficienza. Durante l'occupazione dell'isola di Nikiou, secondo un passaggio "ideologico" di [[Bat Ye'or]] della sua opera ''Il declino della cristianità sotto l'Islam'' (''The Decline of Eastern Christianity Under Islam: From Jihād to Dhimmitude''), le donne e i bambini stessi, rifugiati nelle chiese, furono uccisi.<ref group=N>''«Essi occuparono la città e massacrarono chiunque incontrassero per le strade e nelle chiese – uomini, donne e bambini - senza risparmiare nessuno. Quindi raggiunsero altre località, saccheggiando e uccidendo tutti gli abitanti che trovavano».'' Cfr. [[Bat Ye'or]], ''The Decline of Eastern Christianity Under Islam: From Jihād to Dhimmitude'', pp. 271-272.</ref><ref>{{cita|Wickham, 2009|p. 280}}.</ref><ref>{{cita|Lock, 2006|p. 4}}.</ref><ref>{{cita|Hindley, 2004|p. 14}}.</ref> La tolleranza, il commercio e i rapporti politici tra gli arabi e gli stati cristiani europei andarono incontro a periodi altalenanti. Ad esempio, il [[califfo]] [[al-Hakim bi-Amr Allah]] distrusse la [[Basilica del Santo Sepolcro]] a Gerusalemme, ma il suo successore permise all'Impero Bizantino di ricostruirla.<ref>{{cita|Pringle, 1999|p. 157}}.</ref> L'Impero Bizantino riuscì, inoltre, a riconquistare il territorio alla fine del X secolo, tanto che l'imperatore [[Basilio II Bulgaroctono]] trascorse la maggior parte del suo regno nel compiere conquiste. Nonostante i continui scontri, vennero consentiti i [[pellegrinaggio|pellegrinaggi]] nei luoghi sacri e i residenti cristiani nei territori musulmani ricevettero lo status di ''[[Dhimmi]]'', con propri diritti legali e protezione giuridica. A questi cristiani venne consentito di mantenere le proprie chiese e i matrimoni tra appartenenti a diverse confessioni non furono rari.<ref name="cita-Asbridge-2012-p28">{{cita|Asbridge, 2012|p. 28}}.</ref> Le varie culture e credenze coesisterono, tuttavia quando i pellegrini cristiani facevano il loro ritorno nei loro paesi dell'Europa occidentale riferivano che le condizioni tra i porti siriani e Gerusalemme divenivano per loro sempre meno ospitali.<ref name="cita-Asbridge-2012-p28"/>
L'[[Armenia]] cristiana non sarebbe sfuggita alla conquista e Bat Ye'or parla per questo della riduzione in [[schiavitù]] di circa 35.000 persone.
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Cristiani ed ebrei non potevano possedere armi né avere cavalli. Non potevano vendere alcolici o mangiare carne di maiale (alimenti entrambi il cui consumo era vietato ai [[musulmani]]), così come era vietato fare propaganda della propria fede esponendo croci in pubblico, o recitare a voce alta la [[Torah]] e il [[Vangelo]].
Con l'intento di riconquistare la Siria perduta nel VII secolo, l'[[Impero bizantino]] decise di intervenire nella seconda metà del [[X secolo]] con un esercito affidato al ''[[domestikos]]'' bizantino [[Niceforo Foca il vecchio|Niceforo Foca]], che condusse una serie di fortunate campagne contro i musulmani di Siria-Palestina, riassumendo il controllo della [[Cilicia]] e di parte della Siria. Nel [[974]] i bizantini furono accusati
L'autore (980-1066) - che mette in luce le deliberazioni spesso fortemente illogiche di al-Hākim - fu un alto prelato cristiano, contemporaneo e testimone diretto di quanto narrato</ref> volendo convertire tutti i suoi sudditi all'[[Ismailismo]], prese a perseguitare ebrei e cristiani e gli stessi musulmani sunniti, nell'intento probabile di convertirli tutti all'Ismailismo. Stracciò quindi improvvisamente il trattato coi bizantini, ordinando di devastare le chiese, bruciare le croci e impossessarsi dei beni ecclesiastici. In seguito a ciò si disse che fossero rase al suolo 3.000 chiese (un numero troppo alto per essere anche lontanamente verosimile, viste le restrizioni di cui s'è detto precedentemente), molti cristiani si convertirono all'Islam per avere salva la vita e le stesse chiese del [[Basilica del Santo Sepolcro|Santo Sepolcro in Gerusalemme]] e della Resurrezione furono distrutte. Tale evento fece così scalpore nel mondo cristiano che ancora ottanta anni dopo esso fu agitato come un improbabile ''[[casus belli]]'' da parte della Chiesa di Roma, laddove la crociata ebbe invece diverse e non meno convincenti concause. Infine l'[[Imam]] [[Fatimidi|fatimide]] ordinò a [[cristiani]] ed [[ebrei]] di convertirsi all'Islam o di lasciare i suoi domini<ref>Moshe Gil, ''A History of Palestine'', p. 376</ref>.
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[[File:Peter the Hermit.jpg|thumb|left|Un'immagine medievale di [[Pietro l'Eremita]] che conduce cavalieri, soldati e donne verso [[Gerusalemme]]]]
Pochissimo tempo dopo, [[Pietro l'Eremita]] incominciò la predicazione a migliaia di cristiani, principalmente popolani, che poi guidò dall'Europa in quella che divenne nota come [[crociata dei poveri]], la prima ondata di soldati pellegrini verso la [[Terra
[[File:CrusadeLeaders.jpg|thumb|I quattro comandanti della [[Prima crociata]], tra cui [[Goffredo di Buglione]], in un dipinto di [[Alphonse-Marie-Adolphe de Neuville]] del 1883]]
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Sia [[Filippo I di Francia]] sia l'[[imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]] si trovavano in conflitto con papa Urbano e quindi rifiutarono di partecipare alla crociata ufficiale. Tuttavia, i membri dell'alta aristocrazia provenienti dalla Francia, dalla Germania occidentale, dai Paesi Bassi e dall'Italia vennero attratti dall'impresa e guidarono i loro contingenti militari sulla base di semplici legami di signoria, di famiglia, di etnia e di lingua. Tra questi, innanzitutto, vi fu lo statista [[Raimondo IV di Tolosa|Raimondo IV, conte di Tolosa]] e [[Boemondo I d'Antiochia]] accompagnato dal nipote [[Tancredi di Galilea]] provenienti dalla comunità normanna dell'Italia meridionale. Essi si unirono a [[Goffredo di Buglione]] e a suo fratello [[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino]] che guidarono un insieme di uomini provenienti dalla [[Lorena (regione francese)|Lorena]], dalla [[Lotaringia]] e dalla [[Germania]]. Questi cinque principi si rivelarono fondamentali per la campagna crociata a cui successivamente si unì anche un esercito nordico francese guidato da [[Roberto II di Normandia]], [[Stefano II di Blois]] e [[Roberto II di Fiandra]].<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 43–47}}.</ref> Gli eserciti, dei quali si stima che potessero contare ben 100.000 persone compresi i non combattenti, si recarono via terra verso Bisanzio, dove vennero accolti con sospetto dall'imperatore.<ref>{{cita|Hindley, 2004|pp. 30–31}}.</ref> Alessio cercò di persuadere molti principi a giurare fedeltà a lui e che il loro primo obiettivo doveva essere [[Nicea]], che [[Qilij Arslan I]] aveva dichiarato la capitale del [[Sultanato di Rum]]. Avendo già annientato la precedente crociata popolare, il sultano si dimostrò troppo fiducioso e lasciò la città per risolvere una disputa territoriale, permettendo così nel 1097 il [[Assedio di Nicea (1097)|suo assedio]] e la successiva conquista da parte degli eserciti crociati aiutati da un assalto navale bizantino. Ciò segnò un punto fondamentale della cooperazione tra latini e greci e anche l'inizio dei tentativi dei crociati di sfruttare la disunione politica e religiosa che caratterizzava il mondo musulmano.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 52–56}}.</ref>
Il primo scontro che i crociati dovettero affrontare con gli arcieri turchi montanti un cavallo e dotati di armatura leggera si ebbe quando la colonna guidata da Boemondo e Roberto venne [[Battaglia di Dorylaeum (1097)|attaccata a Dorylaeum]]. I normanni resistettero per ore prima che giungesse il resto dell'esercito crociato in loro aiuto sconfiggendo i Turchi.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 57–59}}.</ref> I successivi tre mesi di marcia verso [[Antiochia di Siria|Antiochia]] furono particolarmente gravosi, in quanto i crociati dovettero fare i conti con la fame, la sete e le malattie oltre che con l'abbandono da parte di Baldovino che, accompagnato da 100 cavalieri, si recò a consolidare un proprio territorio a Edessa.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 59–61}}.</ref> Nonostante le difficoltà, i crociati si impegnarono nell'[[Assedio di Antiochia (1098)|assedio di Antiochia]] trovandosi otto mesi dopo in una situazione di stallo. La svolta arrivò grazie a Boemondo che riuscì nell'intento di corrompere una guardia della torre della città affinché aprisse una porta. Una volta entrati, i crociati si dettero al massacro degli abitanti di Antiochia e al saccheggio.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 70–71}}.</ref>
Con questa sconfitta, l'Islam sunnita incominciò a considerare seriamente la minaccia cristiana e il sultano di [[Baghdad]] inviò un esercito, per recuperare la città, guidata dal generale iracheno [[Kirbogha]]. I Bizantini non aiutarono i crociati nella difesa della città poiché [[Stefano II di Blois|Stefano d'Inghilterra]] asserì che la città fosse oramai persa. In seguito alle ingenti perdite patite nell'attraversamento del deserto e per la carestia accusata nella città assediata, i crociati tentarono di negoziare la resa, ma trovarono il rifiuto di Kirbogha, che voleva annientarli completamente. All'interno della città il morale si rafforzò quando [[Pietro Bartolomeo]] affermò di aver scoperto la [[Lancia Sacra]]. Bartolomeo esortò i compagni che l'unica opzione fosse un combattimento aperto e lanciò un contrattacco contro gli assedianti. Nonostante la superiorità numerica, l'esercito di Kirbogha, diviso in fazioni e sorpreso dall'impegno e dalla dedizione dei Franchi, si ritirò e abbandonò l'assedio.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 72–82}}.</ref> Successivamente, i crociati si fermarono per alcuni mesi per decidere a chi spettasse il territorio catturato. Ciò si concluse solo quando arrivarono le notizie che i fatimidi egiziani avevano preso Gerusalemme dai turchi e quindi divenne imperativo attaccare prima che gli egiziani potessero consolidare la loro posizione. Boemondo rimase in Antiochia, mantenendo la città nonostante il suo precedente giuramento che questa sarebbe tornata sotto il controllo bizantino, mentre Raimondo guidò l'esercito crociato a sud [[Assedio di Arqa|verso la costa a Gerusalemme]].<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 146–53}}.</ref> Un attacco iniziale alla città fallì anche per via della scarsità di risorse dei crociati e l'[[Assedio di Gerusalemme (1099)|assedio]] andò in stallo. Tuttavia, l'arrivo di artigiani e di forniture trasportate dai genovesi a [[Giaffa]] ruppe l'equilibrio a loro favore. I crociati costruirono due grandi [[Armi da assedio medievali|macchine d'assedio]]: quella comandata da Goffredo [[Assedio di Gerusalemme (1099)|riuscì a violare le mura]] della città il 15 luglio 1099. Così, dopo un assedio durato poco più di un mese Gerusalemme capitolò.<ref name="Asbridge96-103"/>
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===Crociate del XII secolo===
{{Vedi anche|Crociata norvegese|Seconda crociata|Guerra tra Zengidi e Crociati|
[[File:C croisade2 Louis7.jpg|thumb|[[Luigi VII di Francia]] durante la [[seconda crociata]]]]
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Morto Norandino nel 1174, i suoi territori andarono incontro a una frammentazione. Nel mentre, Saladino legittimò la sua ascesa proponendosi come difensore dell'Islam sunnita<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 287–88}}.</ref> e nei primi anni riuscì a ottenere senza combattere Damasco e gran parte della Siria, con l'esclusione di Aleppo, già sua.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|p. 292}}.</ref> Dopo aver formato una difesa in grado di resistere al previsto attacco da parte del Regno di Gerusalemme, tuttavia mai concretizzatosi, il primo scontro tra Saladino e i cristiani si rivelò un insuccesso. La sua eccessiva confidenza e alcuni errori tattici causarono al grande condottiero musulmano la sconfitta nella [[battaglia di Montgisard]].<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 307–08}}.</ref>
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Nonostante questo fallimento, grazie a un decennio di azioni politiche, coercitive e militari, Saladino si trovò a regnare su di un territorio che si estendeva dal [[Nilo]] all'[[Eufrate]].<ref>{{cita|Asbridge, 2012|p. 322}}.</ref> Dopo essere sopravvissuto a una malattia che aveva fatto temere per la sua vita, Saladino intraprese una nuova campagna contro i cristiani<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 333–36}}.</ref> e come risposta, il [[re di Gerusalemme]] [[Guido di Lusignano]], mobilitò il più grande esercito che il suo regno avesse mai messo in campo. Saladino, tuttavia riuscì ad attirare l'esercito cristiano in un terreno inospitale e privo d'acqua dove lo circondò sbaragliandolo nella famosa e decisiva [[battaglia di Hattin]]. In seguito alla sconfitta, Saladino offrì ai cristiani la possibilità di vivere in pace sotto il dominio islamico o approfittare di un periodo di grazia di 40 giorni per ritirarsi. Così, gran parte della Palestina venne rapidamente conquistata dalle truppe musulmane, tra cui, dopo un breve [[Assedio di Gerusalemme (1187)|assedio di cinque giorni]], anche Gerusalemme.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 343–57}}.</ref> Secondo quanto raccontato da [[Benedetto di Peterborough]], [[papa Urbano III]], appresa la notizia della sconfitta, morì per il profondo sconforto.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|p. 367}}.</ref> Il suo successore, [[papa Gregorio VIII]] emise una [[bolla papale]], intitolata ''[[Audita tremendi]]'', con cui invocava la [[terza crociata]] perché si riconquistasse la città santa di Gerusalemme. Il 28 agosto 1189, re Guido di Lusignano Guy [[Assedio di San Giovanni d'Acri (1189-1191)|mise sotto assedio]] la città strategica di [[San Giovanni d'Acri]].<ref name="Asbridge 2012 686">{{cita|Asbridge, 2012|p. 686}}.</ref><ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 398–405}}.</ref> Sia l'esercito cristiano sia quello musulmano di Saladino poterono beneficiare di rifornimenti provenienti dal mare e questo fece sì che l'assedio si prolungasse per anni.<ref>{{cita|Asbridge, 2012|p. 424}}.</ref>
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Nel 1198 [[Papa Innocenzo III]], all'indomani della propria elezione al [[papato|soglio pontificio]], incominciò a predicare, soprattutto in Francia ma anche in Inghilterra e Germania, a favore di una mobilitazione militare che porterà alla [[quarta crociata]].<ref>{{cita|Tyerman, 2006|pp. 502–508}}.</ref> Riunitasi a [[Venezia]] una delegazione di crociati, il [[Doge (Venezia)|doge]] [[Enrico Dandolo]] e [[Filippo di Svevia]] pensarono di utilizzare la spedizione militare per perorare le proprie laiche ambizioni. A ciò contribuirono anche le insufficienti truppe disponibili per attaccare l'Egitto, che fu l'obiettivo teorico della crociata dopo che venne scartata l'ipotesi iniziale di recarsi a liberare Gerusalemme, come auspicato dal Papa. Le reali intenzioni di Dandolo furono invece rivolte a espandere il potere di Venezia nel Mediterraneo orientale, mentre Filippo intendeva rimettere sul trono di Bisanzio il cognato esiliato [[Alessio IV Angelo]] insieme con il padre [[Isacco II Angelo]] rovesciando il governo di [[Alessio III Angelo]], zio di Alessio IV.<ref name="Davies 1997 359–360">{{cita|Davies, 1997|pp. 359–60}}.</ref><ref name="CRUSADERS AND HISTORIANS">{{Cita web|url=https://www.firstthings.com/article/2005/06/crusaders-and-historians|titolo=CRUSADERS AND HISTORIANS|cognome=Madden|nome=Thomas F.|data=giugno 2005|editore= ''First Things''|accesso= 6 giugno 2017}}.</ref> Quando i cavalieri crociati giunsero nella città lagunare in un numero così esiguo da non essere in grado di pagare per avere una flotta per recarsi in Egitto, essi dovettero accettare di deviare a Costantinopoli e spartire poi con i veneziani, a titolo di pagamento, ciò che avrebbero saccheggiato.
Salpati verso la fine del 1202, i crociati durante il viaggio fecero tappa nella città cristiana di [[Zara]], mettendola sotto assedio, suscitando le ire del pontefice che prontamente scomunicò la spedizione.<ref name="Lock 2006 158–159">{{cita|Lock, 2006|pp. 158–159}}.</ref> Tuttavia, i diversi baroni crociati dichiararono di essere stati ricattati e costretti da Venezia alla sciagurata azione; il papa allora tolse loro la scomunica che andò completamente a carico dei veneziani.<ref name="Lock 2006 158–159"/> Finalmente giunti, il 23 giugno 1203, a Costantinopoli ne incominciarono [[Assedio di Costantinopoli (1203)|un primo assedio]] che si concluse con la salita al trono di Alessio IV Angelo che promise ai crociati ricche ricompense. Tuttavia, le casse dell'[[impero bizantino]] erano vuote e il malcontento cominciò a serpeggiare tra i crociati con conseguente moltiplicarsi degli atti di ostilità verso la popolazione. Alessio IV venne assassinato e gli succedette [[Alessio V Ducas]] che immediatamente rifiutò qualsiasi pagamento ai crociati e ai veneziani. Non accettando di far ritorno in Europa a mani vuote, questi [[Assedio di Costantinopoli (1204)|assediarono nuovamente la città]] arrivando infine a saccheggiarla, spogliando le chiese dei loro tesori e facendo strage degli abitanti. L'Impero bizantino venne spartito tra i crociati, con le principali piazzeforti commerciali in [[Morea]] e alcune isole adriatiche assegnate a Venezia stessa, dando poi inizio al cosiddetto [[Impero latino di Costantinopoli|Impero latino d'
[[File:ConquestOfConstantinopleByTheCrusadersIn1204.jpg|thumb|upright=1.2|Conquista di Costantinopoli, nel 1204, da parte dei crociati]]
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[[File:NikopolisSchlacht.jpg|thumb|La battaglia di Nicopolis in una [[miniatura]] di [[Jean Colombe]] intitolata ''Les Passages d'Outremer'', 1475 circa]]
Nel [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo]] vennero promosse diverse crociate con lo scopo di contrastare l'espansione degli [[impero ottomano|ottomani]] nei [[Penisola balcanica|Balcani]]. Nel 1309, circa 30.000 contadini provenienti dall'Inghilterra, dalla Francia nordorientale e dalla Germania si recarono fino ad [[Avignone]], ma li giunti si dispersero.<ref>{{cita|Lock, 2006|pp. 187–88}}.</ref> [[Pietro I di Cipro]] conquistò e saccheggiò [[Alessandria]] nel 1365, in quella che poi divenne nota come [[crociata alessandrina]]; egli fu spinto sia da scopi commerciali sia religiosi.<ref>{{cita|Lock, 2006|pp. 195–96}}.</ref> Nel 1390, [[Luigi II di Borbone]] condusse la [[Crociata di Mahdia (1390)|crociata berbera]] nell'Africa del nord contro pirati musulmani. Dopo un assedio di dieci settimane, i Crociati siglarono una tregua di dieci anni.<ref>{{cita|Lock, 2006|p. 199}}.</ref>
Nonostante questi sforzi, gli Ottomani riuscirono a conquistare la maggior parte dei Balcani e, dopo la vittoria nella [[battaglia della Piana dei Merli]] del 1389, a ridurre l'influenza bizantina alla sola area di Costantinopoli. [[Nicopoli]] venne conquistata dallo ''zar'' dei [[Bulgaria|Bulgari]] [[Ivan Šišman di Bulgaria|Ivan Šišman]] nel 1393 e un anno dopo [[Papa Bonifacio IX]] proclamò una nuova crociata contro i turchi, anche se lo [[scisma d'occidente]] aveva diviso il papato.<ref name="Davies 1997 448">{{cita|Davies, 1997|p. 448}}.</ref> Questa crociata fu guidata da [[Sigismondo di Lussemburgo]], Re d'Ungheria a cui si unirono molti nobili francesi, tra cui il comandante militare della spedizione, [[Giovanni di Borgogna]]. Nonostante Sigismondo consigliò ai crociati di adottare una strategia cauta e difensiva, quando essi raggiunsero il [[Danubio]] tentarono di assediare la città di Nicopolis dove [[Battaglia di Nicopoli|vennero sconfitti]] dagli ottomani il 25 settembre patendo gravi perdite.<ref>{{cita|Lock, 2006|p. 200}}.</ref>
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==Stati crociati==
{{Vedi anche|Stati crociati}}
[[File:LatinEmpire2.png|thumb|upright=
A seguito della conquista di Gerusalemme nella prima Crociata e la vittoria ad [[Ascalona]], la maggior parte dei crociati considerò il proprio pellegrinaggio completato e fece ritorno in Europa. Goffredo di Buglione venne lasciato con soli 300 cavalieri e 2.000 soldati a difendere il territorio conquistato. Tra i principi crociati, solo Tancredi rimase in Terra Santa con lo scopo di stabilire un suo dominio.<ref name="cita-Asbridge-2012-p106"/> A questo punto i "Franchi" mantennero solo Gerusalemme e due grandi città siriane: Antochia ed Edessa ma non i territori circostanti. Così, nella prima metà del XII secolo, si consolidarono quattro Stati crociati: la [[Contea di Edessa]] (1098-1149), il [[Principato di Antiochia]] (1098-1268), il [[Regno di Gerusalemme]] (1099-1291) e la [[contea di Tripoli]] (1104-1289, sebbene la città di [[Tripoli]] fosse rimasta sotto il controllo musulmano fino al 1109).<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 147–50}}.</ref> Questi Stati furono generalmente conosciuti come [[Terre d'Oltremare]]{{cita|Riley-Smith, 2005|pp. 50–51}}, o ''Outremer''.<ref>.</ref>
La [[quarta crociata]] portò alla costituzione dell'[[Impero latino di Costantinopoli]] frutto della spartizione tra i partecipanti del territorio bizantino in Europa. L'imperatore latino controllava un quarto del territorio bizantino, la [[Repubblica di Venezia]] il trecentesimo (compresi i tre ottavi della città di Costantinopoli), e il resto venne diviso tra gli altri comandanti della Crociata. Ciò dette inizio al periodo della [[storia della Grecia|storia greca]] conosciuto come ''Frankokratia'' o ''Latinokratia'' ("dominio franco [o latino]"), in cui i nobili cattolici dell'Europa occidentale - principalmente
==Finanziamenti==
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Le crociate consolidarono la guida papale della Chiesa latina, rafforzando il legame tra la cristianità occidentale, il [[feudalesimo]] e il [[militarismo]] e aumentando la tolleranza del clero alla violenza.<ref name="Davies 1997 359–360"/> L'affermarsi del sistema delle [[indulgenza|indulgenze]] divenne uno dei motivi che portarono alla [[Riforma Protestante]] dei primi anni del XVI secolo.<ref>{{cita|Housley, 2006|pp. 147–49}}.</ref> Le crociate ebbero anche un ruolo fondamentale nella creazione e nell'istituzionalizzazione degli ordini militari e [[ordine domenicano|domenicani]] e dell'[[inquisizione medievale]].<ref name="cita-Strayer-1992-p143">{{cita|Strayer, 1992|p. 143}}.</ref>
Molti storici sostengono che l'interazione tra le culture cristiane occidentali e quelle islamiche fu un fattore significativo, in definitiva positivo, nello sviluppo della civiltà europea e del [[rinascimento]].<ref name="cita-Strayer-1992-p143"/> Le molte interazioni tra gli europei e il mondo musulmano portarono a una migliore percezione della cultura islamica, ma resero anche difficile per gli storici identificare la fonte specifica delle varie fecondazioni culturali.<ref name="Asbridge 2012 667–668">{{cita|Asbridge, 2012|pp. 667–68}}.</ref> L'arte e l'architettura delle Terre di Oltremare mostrano evidenti testimonianze della fusione culturale, ma è difficile tenere traccia delle [[miniatura|miniature]] che si trovano nei manoscritti e degli stili di progettazione dei [[castello|castelli]].<ref name="Asbridge 2012 667–668"/> Le fonti testuali sono più semplici e le traduzioni fatte ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]] sono notevoli, ma tuttavia considerate secondarie in importanza rispetto alle opere provenienti dalla Spagna musulmana e dalle testimonianze della cultura ibrida siciliana. Inoltre, le biblioteche musulmane contenevano testi classici greci e romani che permisero all'Europa di riscoprire la filosofia, la scienza e la medicina pre-cristiana.<ref>{{cita|Nicholson, 2004|pp. 93–94}}.</ref>
Lo storico [[Jonathan Riley-Smith]] ritiene che gran parte della comprensione popolare delle Crociate derivi dai romanzi di [[Walter Scott]] e dagli scritti di [[Joseph-François Michaud]]. Le crociate contribuirono enormemente all'affermarsi della letteratura medievale, del [[romanticismo]] e della filosofia.<ref name="Davies 1997 359–360"/>
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[[File:Passages d'outremer Fr5594, fol. 19r, Concile de Clermont.jpg|thumb|Illustrazione del Concilio di Clermont, opera di [[Jean Colombe]], 1475 circaFsia]]
Esistono ben cinque importanti fonti riguardo all'[[Appello di Clermont|concilio di Clermont]] che portò alla prima crociata: l'opera anonima ''[[Gesta Francorum et aliorum Hierosolymitanorum]]'' datata 1100-01, [[Fulcherio di Chartres]] che partecipò al concilio, [[Roberto il Monaco]] che potrebbe essere stato anch'egli presente, [[Baudri de Bourgueil]] [[diocesi di Dol|arcivescovo di Dol]] e [[Guiberto di Nogent]] abate e storico. Queste fonti differiscono notevolmente.<ref>{{cita|Strack, 2012|pp. 30–45}}.</ref> Nella sua ''Historia Iherosolimitana'' (1106–07), Roberto il Monaco scrisse che Papa Urbano chiese ai cristiani cattolici occidentali di accorrere in aiuto dell'Impero bizantino ortodosso perché
Durante la [[Riforma protestante|Riforma]] e la [[Controriforma]] del [[XVI secolo]], gli storici occidentali giudicarono le crociate attraverso l'obiettivo delle proprie credenze religiose. I [[protestantesimo|protestanti]] le considerarono una manifestazione dei mali del papato, mentre i cattolici le ritennero degli sforzi per il bene.<ref>{{cita|Lock, 2006|p. 259}}.</ref> Gli storici [[illuminismo|illuministici]] del [[XVIII secolo]] tendevano a considerare il [[Medioevo]] in generale e le crociate in particolare, come degli sforzi di civiltà barbariche guidate dal fanatismo. Questi studiosi misero l'accento sulla bassa condotta morale dei crociati e criticarono i mutamenti degli obbiettivi delle crociate, con riferimento in particolare a quello della [[quarta crociata]] che finì per attaccare l'impero bizantino cristiano anziché l'Islam. Questo fatto concluse qualsiasi possibilità di riconciliare lo [[scisma d'Oriente]] e contribuendo alla successiva caduta di Costantinopoli a favore degli [[Ottomani]]. Nel saggio ''[[Declino e caduta dell'Impero romano]]'' dello storico inglese del XVIII secolo [[Edward Gibbon]], l'autore scrisse che gli sforzi dei crociati avrebbero potuto essere più orientati verso il miglioramento dei propri paesi.<ref name="Davies 1997, p. 358">{{cita|Davies, 1997|p. 358}}.</ref>
Il XX secolo vennero realizzate tre importanti opere di analisi storica riguardo alle crociate: una di [[Steven Runciman]], un'altra di [[René Grousset]] e un lavoro di più autori pubblicato da [[Kenneth Setton]].<ref name="cita-Kolbaba-2000-p49">{{cita|Kolbaba, 2000|p. 49}}.</ref><ref name="cita-Vasilev-1952-p408">{{cita|Vasilev, 1952|p. 408}}.</ref> In questo periodo, gli storici spesso rispecchiano le critiche già espresse in età illuministica: Runciman scrisse negli [[anni 1950]] che
Fino al XVI secolo il mondo musulmano dimostrò scarso interesse verso la cultura europea e incominciò a occuparsi delle crociate dalla metà del [[XIX secolo]]. La prima storia delle crociate tradotta in [[lingua araba|arabo]] risale al 1865 e nessuno studio di autori musulmani è stato pubblicato prima del 1899.<ref>{{cita|Nicholson, 2004|p. 95}}.</ref> Alla fine del XIX secolo, i cristiani siriani arabi avevano cominciato a tradurre la storia della Francia in arabo, portando alla sostituzione del termine "guerre dell'Ifranj", guerre franche, con ''al-hurub al Salabiyya'', guerre della Croce. Namik Kamel pubblicò la prima biografia di Saladino nel 1872. Nel 1898 la visita a Gerusalemme del ''Kaiser'' [[Guglielmo II di Germania]] promosse ulteriori interessi tanto che Sayyid Ali al-Harri pubblicò la prima storia araba delle Crociate. Gli intellettuali musulmani, i politici e gli storici tracciarono paralleli tra le crociate e gli sviluppi politici contemporanei, quali il [[mandato francese della Siria e del Libano]], il [[mandato britannico della Palestina]] e il fondamento del mandato delle [[Nazioni Unite]] per lo Stato di [[Israele]].<ref>{{cita|Asbridge, 2012|pp. 674–75}}.</ref>
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* {{cita libro|autore=Jacques Le Goff|wkautore=Jacques Le Goff|titolo=Il Basso Medioevo|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=1967|isbn=no|cid=Le Goff, 1967}}
* {{cita libro|cognome=Musarra|nome=Antonio|titolo=Acri 1291. La caduta degli stati crociati|editore=il Mulino|città=Bologna|anno=2017|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Asbridge|nome=Thomas|wkautore=Thomas Asbridge|titolo=The Crusades: The War for the Holy Land|url=https://archive.org/details/crusades0000thom|anno=2012|editore=Simon & Schuster|isbn=978-1-84983-688-3|cid=Asbridge, 2012|lingua=en}}
* {{Cita libro|nome=Norman F|cognome=Cantor|titolo=Church. Kingship, and Lay Investiture in England: 1089–1135|url=https://archive.org/details/churchkingshipla0000cant|editore=Princeton University Press|anno=1958|isbn=1-4008-7699-0|cid=Norman, 1958|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Caspi-Reisfeld|nome=Keren|curatore-cognome=Edington|curatore-nome=Susan B.|curatore-cognome2=Lambert|curatore-nome2=Sarah|anno=2002|capitolo=Women Warriors during the Crusades 1095–1254|titolo=Gendering the Crusades|editore=Columbia University Press|isbn=978-0-231-12598-7|cid=Caspi-Reisfeld, 2002|lingua=en}}
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* {{Cita libro|cognome=Lock|nome=Peter|titolo=Routledge Companion to the Crusades|editore=Routledge|anno=2006|isbn=0-415-39312-4|cid=Lock, 2006|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Mayer|nome=Hans Eberhard|titolo=The Crusades|url=https://archive.org/details/crusades0000maye_x9b7|edizione=Second|editore=Oxford University Press|anno=1988|isbn=0-19-873097-7|cid=Mayer, 1988|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|cognome=Nicholson|nome=Helen |titolo=Women on the Third Crusade |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-medieval-history_1997-12_23_4/page/335|rivista=Journal of Medieval History |volume=23 |numero=4 |p=335 |anno=1997 |doi=10.1016/S0304-4181(97)00013-4 |cid=Nicholson, 1997|lingua=en | issn = 0304-4181}}
* {{Cita libro|cognome=Nicholson|nome=Helen|titolo=The Crusades|url=https://archive.org/details/crusades00nich|editore=Greenwood Publishing Group|anno=2004|isbn=978-0-313-32685-1|cid=Nicholson, 2004|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Nicolle|nome=David|titolo=The Fourth Crusade 1202–04: The Betrayal of Byzantium|anno=2011|editore=Osprey Publishing|isbn=1-84908-821-7|cid=Nicolle, 2011|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Owen|nome=Roy Douglas Davis|titolo=Eleanor of Aquitaine: Queen and Legend|url=https://archive.org/details/eleanorofaquitai0000owen|editore=Blackwell Publishing|anno=1993|isbn=90-474-3259-2|cid=Owen, 1993|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Pierson|nome=Paul Everett|titolo=The Dynamics of Christian Mission: History Through a Missiological Perspective|url=https://books.google.com/books?id=_OSJIyW7q2MC&pg=PA103|anno=2009|editore=WCIU Press|isbn=978-0-86585-006-4|cid=Pierson, 2009|accesso=4 ottobre 2016|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=The Arabs in Antiquity: Their History from the Assyrians to the Umayyads|cognome=
* {{cita libro|cognome=Pringle|nome=Denys|titolo=Architecture in Latin East|pubblicazione=The Oxford History of the Crusades|curatore=Riley-Smith, Jonathan|editore=Oxford University Press|anno=1999|isbn=0-19-280312-3|cid=Pringle, 1999|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Riley-Smith|nome=Jonathan|titolo=The Crusading Movement and Historians|enciclopedia=The Oxford History of the Crusades|curatore=Riley-Smith, Jonathan|editore=Oxford University Press|anno=1999|isbn=0-19-280312-3|cid=Riley-Smith, 1999|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Riley-Smith|nome=Jonathan|wkautore=Jonathan Riley-Smith|titolo=The Crusades: A Short History|url=https://archive.org/details/00book837650140|edizione=Second|editore=Yale University Press|anno=2005|isbn=0-300-10128-7|cid=Riley-Smith, 2005|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Riley-Smith|nome=Jonathan|titolo=What Were the Crusades?|url=https://archive.org/details/whatwerecrusades0000rile_r4g0|editore=Palgrave Macmillan|anno=2009|isbn=978-0-230-22069-0|cid=Riley-Smith, 2009|lingua=en}}
* {{Cita libro|titolo=The Crusades: Idea and Reality, 1095–1274|url=https://archive.org/details/crusadesideareal0000unse|nome1=Louise|cognome1=Riley-Smith|nome2=Jonathan|cognome2=Riley-Smith|serie=Documents of Medieval History|volume=4|editore=E. Arnold|anno=1981|isbn=0-7131-6348-8|cid=Riley-Smith, 1981|lingua=en}}
* {{Cita libro|nome=Jay|cognome=Rubenstein|titolo=Armies of Heaven: The First Crusade and the Quest for Apocalypse|url=https://archive.org/details/armiesofheavenfi0000rube|editore=Basic Books|anno=2011|cid=Riley-Smith, 1981|isbn=0-465-01929-3|lingua=en}}
* {{Cita libro|cognome=Runciman|nome=Steven|wkautore=Steven Runciman|titolo=A History of the Crusades: The Kingdom of Acre and the Later Crusades|url=https://archive.org/details/historyofcrusade0002runc|anno=1951|edizione=reprinted 1987|isbn=978-0-521-06163-6|editore=Cambridge University Press|cid=Runciman, 1951|lingua=en}}
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