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=== Le origini ===
{{vedi anche|Celti}}
[[File:Celts in III century BC.jpg|thumb|upright=1.4|La diffusione dei [[Celti]] in Europa all'epoca dell'apogeo della loro civiltà ([[III secolo a.C.]]<ref>Villar, ''op. cit.'', p. 446.</ref>).]]I [[Celti]], probabilmente formatisi come popolo [[Popoli indoeuropei|popolo indoeuropeo]] a sé stante in un'area dell'[[Europa centrale]] compresa tra le attuali [[Germania]] meridionale e [[Francia]] orientale in seno alla [[cultura dei campi di urne]] ([[XIII secolo a.C.|XIII]] - metà dell'[[VIII secolo a.C.]]), si espansero fino alle coste [[Oceano Atlantico|atlantiche]] dell'odierna [[Francia]] e lungo il corso del [[Reno (Germania)|Reno]] tra i secoli [[VIII secolo a.C.|VIII]] e [[V secolo a.C.|V a.C.]], nel corso dell'[[Età del Ferro]] (culture di [[Cultura di Hallstatt|Hallstatt]] e di [[Cultura di La Tène|La Tène]])<ref>Villar, ''op. cit.'', pp. 443-444.</ref>. Più tardi, a partire dal [[400 a.C.]] circa, penetrarono nell'odierna [[Italia settentrionale]], anche se lo storico [[Tito Livio]] riporta di invasioni precedenti, come quella semi-leggendaria capeggiata da [[Belloveso]], e l'archeologia testimonia avvenuti contatti e graduali celtizzazioni di popolazioni preesistenti come [[Reti]] e [[Liguri]].
 
La cultura propriamente gallica emerse gradatamente tra le culture celtiche nel corso del [[I millennio a.C.]] nella temperie della [[Cultura di Hallstatt]], caratterizzata dalla massiccia diffusione della siderurgia e dal controllo dei commerci con l'area mediterranea e nordeuropea. Si pensa che il [[lingua protoceltica|protoceltico]], con tutte le limitazioni di questo approccio di livellamento delle variazioni sociolinguistiche e geografiche, sia stato parlato proprio all'inizio del [[I millennio a.C.]] e che abbia iniziato a frammentarsi verso il [[VI secolo a.C.]]
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Nel ''De bello Gallico'', Cesare descrive la popolazione gallica come un insieme di numerose tribù che si comportano ognuna da stato autonomo in una sorta di organizzazione "a [[città-stato]]", tuttavia la situazione non era così semplice, e neanche recente, dato che è attestata già dai tempi dell'arrivo dei coloni [[Focea|focesi]] in Gallia nel sito di [[Massalia]].
 
L'unità di base era il popolo, ''touta'' in gallico, che poteva includere da qualche decina a qualche migliaia centinaia di persone. Tuttavia nessun popolo riuscì a crescere così tanto da poter controllare tutta la Gallia. Sembra invece che questo frazionamento fosse incentivato, dato che ogni tribù era divisa in 2-3 pagus, entità etniche che mantenevano in parte una propria autonomia culturale, militare ed economica. L'origine di questo sistema è dovuta al funzionamento della vita politica: gli abitanti (solo quelli con il diritto di voto) praticavano una democrazia diretta, e partecipavano alle assemblee pubbliche, in cui non erano presenti più di un migliaio di partecipanti. Una comunità civica comprendente tutti i pagus, molto più numerosa, avrebbe richiesto un sistema di elezione indiretta, tramite l'utilizzo di funzionari, e quindi molto più complesso. A questo si aggiunge il fatto che i galli avessero rapporti clientelari e parentali piuttosto primitivi, preferendo avere rapporti con persone strette, come amici, familiari, padroni, vassalli o nemici. In più i galli non vollero mai delegare ad altri dei settori considerati sacri, come la guerra, la gestione delle terre e delle ricchezze.
 
=== La figura del ''rix'' e la sua evoluzione ===
I grandi aristocratici dell'inizio del [[I millennio a.C.]] godevano di un'autorità data solo dalle loro terre e ricchezze<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=tzU3RIV2BWIC&pg=PA138&lpg=PA138&dq=indoeuropean+cattle+society&source=bl&ots=wYm0Z876cH&sig=ACfU3U2ZOchvliJ-MYzsGJniWvzu9iqtZg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiw7MHQmczzAhWWgP0HHVX_DzMQ6AF6BAgMEAM#v=onepage&q=indoeuropean%20cattle%20society&f=false|autore=Douglas Q. Adams|titolo=Encyclopedia of Indo-European Culture|lingua=en|accesso=15-10-2021}}</ref><ref>Tipico delle società [[IndoeuropeiPopoli indoeuropei|indoeuropee]] era il concetto di potenza e ricchezza fondate sul bestiame (cfr. [[Lingua latina|lat.]] ''pecūnia'' "denaro" vs. ''pecū'' "bestiame")</ref>, e che venne presto messa in discussione dai capi dei guerrieri, capaci di condurre in guerra l'esercito e di combattere al loro posto. I re gallici conservavano il loro potere fino a quando erano in grado di armare e pagare i guerrieri al loro servizio.
 
Gli storici classici a volte associavano questa figura, chiamato in gallico ''rix'', alla figura del re (''rex'' in latino), tuttavia la sua funzione non era quella di un [[re]] in senso moderno, ma era più simile a quella di una guida spirituale, circondata dalla casta sacerdotale [[Druido|druidica]]. Il ''rix'' spesso proveniva dalle famiglie aristocratiche, ma raramente il potere venivanoveniva trasmesso per via ereditaria (trasmettendo quantomeno un'idea di [[meritocrazia]]), e se questo avveniva la scelta era contestata dal popolo. Accadeva, inoltre, che gli aspiranti al trono venissero spesso messi a morte. Presso molte tribù i ''rix'' vennero sostituiti da magistrati civili e militari, che forse conservavano il titolo ma venivano eletti dai loro pari in un'assemblea ''inter pares'', e nacque allora all'interno di varie tribù, con ruolo particolarmente importante presso gli [[Edui]], la figura del [[vergobret]]<ref>{{Cita web|url=https://www.persee.fr/doc/ccgg_1016-9008_2006_num_17_1_902|autore=Laurent Lamoine|titolo=La funzione di "vergobret": la testimonianza di Cesare confrontata con le epigrafi|lingua=fr|anno=2006|accesso=15-10-2021}}</ref><ref>Il termine ''*wergobretos'' è di derivazione [[Lingua gallica|gallica]], ma è ricostruito attraverso il discendente latino ''vergobretus'', ed è composto da due elementi: ''*wergos'' + ''*bretos''. Il primo [[lessema]] significa "vivo, gagliardo; risoluto" e deriva dal [[Lingua protoindoeuropea|PIE]] ''*werǵ-'' "fare, produrre", da cui anche il [[Lingua greca antica|greco]] ὄργᾰνον ''órganon'' "ciò che lavora, [[organo (anatomia)|organo]]", il [[Lingua pittica|pittico]] ᚒᚏᚏᚐᚉᚈ ''urract'' "(egli) fece", il [[Lingua protoceltica|celtico comune]] ''*wergā'' "passione, rancore" (con una trafila molto simile al greco ὀργή ''orgḗ'' "ardore; [[orgia]]") e il suo derivato [[Lingua gaelica irlandese|irlandese moderno]] ''fearg''; il secondo elemento è di [[etimologia|etimo]] sconosciuto, anche se potrebbe essere legato all'antico irlandese ''bráth'' "giudizio, verdetto" e al protoceltico ''*brātus'' "sentenza": sommando, ''*wergobretos'' significherebbe "(colui) dalla ferma decisione", che ben si attaglia al ruolo di magistrato supremo della comunità.</ref>, citato da Cesare<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber I|I]], 16.</ref> e analizzato nel suo ruolo più volte all'interno dell'opera.
 
{{vedi anche|Vergobret}}
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=== Agricoltura ===
L'agricoltura divenne a partire deldal III secolo un'attività di intenso sfruttamento del territorio, soprattutto nel nord della Gallia.
 
Venivano coltivate principalmente leguminose e cereali come orzo, farro, spelta, piselli e fave. La fertilità in quest'area era assicurata dalla marnatura e la concimazione.
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I recinti presso i galli svolgevano funzione agricole, politiche e religiose, e vennero inizialmente usati per la pastorizia, gli animali erano tenuti lontani dalle abitazioni, dai campi, e dai boschi, in cui si intendeva utilizzare gli alberi. Per cause religiose l'allevamento si impose sulla caccia.
 
Gli animali selvatici, non rientravano nell'alimentazione ed erano considerati sacri e di proprietà degli dei, solo alcuni nobili potevano cacciare la selvaggina e rispettando delle rigide regole; le prede venivano conteggiate e chi le aveva abbattute doveva, a seconda del tipo di animali e in base al numero di animali presi, fare un'offerta alla divinità a cui si riteneva aver sottratto l'animale. PossibileÈ possibile che la ricchezza personale fosse determinata dalle mandrie, e il fatto che gli animali pascolassero su delle terre faceva sì che anche le terre fossero di proprietà dell'allevatore di quel bestiame.
 
Gli animali più allevati erano maiali, capre, e pecore, buoi; la carne dei primi tre era quella più consumata, mentre i buoi utilizzati per arare i campi, venivano consumati solo dai ricchi o in occasioni speciali. Diverse razze di cane erano allevate in base allo loro funzione: c'erano cani da guerra, e cani da caccia come i levrieri. La carne di cane era consumata spesso e la pelle veniva utilizzata per coprire letti e pavimenti.
 
== Società ==
 
=== La donna ===
La condizione delladelle donnadonne gallicagalliche era decisamente migliore dell'omologadi romanaquelle romane e grecagreche: occupavaoccupavano una posizione riconosciuta, e Cesare documenta che le donne avevano un'indipendenza finanziaria ed erano padrone delle loro vite. Potevano divorziare, e inse casoil dimarito mortemoriva del marito, recuperavarecuperavano la sualoro dote con aggiunta degli interessi prodotti dagli anni di matrimonio. Questa condizione riguardava solesolo le donne di classe agiata e si spiega con l'importante ruolo che possedevano all'interno della loro famiglia. Inoltre erano le donne a dirigere i terreni dei nobili, mentre i mariti erano impegnati in guerra per buona parte dell'anno. Le donne si occupavano dei lavori agricoli più degli uomini. Secondo quanto riporta Plutarco, i Galli (probabilmente solo alcune tribù) facevano partecipare le donne alle assemblee nel caso di questioni belliche e di trattati di pace.
 
La funzione politica delle donne era perlopiù indiretta: erano queste con i loro matrimoni a suggellare le unioni tra diversi popoli.
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==== I guerrieri ====
{{vedi anche|Organizzazione militare dei Galli}}
Il potere politico e - soprattutto - militare era appannaggio della classe dei guerrieri, che si mobilitava in massa nelle frequenti scaramucce che opponevano tribù a tribù. Unica virtù riconosciuta da questo ceto è quella militare<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber VI|VI]], 15.</ref>. I Galli, pur essendo dei guerrieri coraggiosi, mancavano delle qualità essenziali perché l'esercito potesse prevalere sulle armate romane: la disciplina, l'organizzazione e l'unità di comando. In quest'ultimo caso è raro il caso di [[Vercingetorige]] a cui fu affidato il comando supremo nel corso dello scontro con i [[Repubblica romana|Romani]] durante la [[conquista della Gallia]] da parte di [[Gaio Giulio Cesare]]. Gli eserciti gallici, di norma, non erano omogenei. Al contrario, ognuna delle tribù che li componevano, si batteva prima di tutto per i propri interessi. Erano, infatti, individualisti ed indisciplinati, anche se dotati di un coraggio non comune, tanto da essere riusciti in più occasioni a battere gli stessi Romani. La cavalleria era considerata il reparto d'élite e i suoi componenti portavano una cotta di maglia di ferro o un'armatura in cuoio, oltre ad uno scudo di dimensioni inferiori rispetto a quello della fanteria, che al contrario era molto grandi e composti di assicelle di legno, vimini intrecciati e ricoperti di cuoio. Erano inoltre armati, come la fanteria, di una lunga [[spada celtica|spada]] ed una [[lancia (arma)|lancia]]. I cavalli erano dotati, inoltre, di ferri o di zoccoli mobili di metallo, fissati con stringhe di cuoio.<ref>Erik Abranson e Jean-Paul Colbus, ''La vita dei legionari ai tempi della guerra di Gallia'', Milano, 1979, pp. 34-35.</ref> Alcuni fanti indossavano sul petto piastre di ferro, mentre altri combattevano nudi. Le lunghe spade che portavano erano ancorate a catene di ferro o bronzo, che pendevano lungo il loro fianco destro, e le loro lance avevano delle punte di ferro della lunghezza di un [[cubito]] e di poco meno di due palmi di larghezza, e i loro dardi avevano punte più lunghe delle spade degli altri popoli.<ref>{{cita libro|autore=[[Diodoro Siculo]]|titolo=Bibliotheca historica|volume=II}}</ref>
 
==== I druidi ====
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=== Aspetto fisico ===
Descritti dalla fonti classiche come di costituzione fisica alta e robusta (che secondo i parametri dei Romani si aggirava intorno al metro e settanta), spesso con occhi, pelle e capelli chiari, i Galli indossavano tuniche dai colori sgargianti e manichebrache edi brachelana.<ref>Villar, ''op. cit.'', pp. 448-449.</ref>
 
Lo storico greco [[Diodoro Siculo]] li descrive così: «Eccedono di molto le dimensioni comuni, il loro aspetto è terribile, sono alti di statura, con una muscolatura guizzante sotto la pelle chiara. Hanno i capelli biondi di natura e quando ciò non avviene se li schiariscono lavandoli in acqua di gesso. Taluni si radono la barba, altri ostentano guance rase e baffi che coprono l'intera bocca».<ref>Diodoro Siculo, ''Bibliotheca historica'', V, 28-30.</ref>
 
Similmente scriveva lo storico romano del tardo impero [[Ammiano Marcellino]]: «Quasi tutti i Galli sono di statura alta, carnagione chiara e arrossata: terribili per la severità dei loro occhi, molto litigiosi e di grande orgoglio e insolenza. Un intero squadrone di stranieri non sarebbe in grado di resistere a un solo gallo se questi chiamasse in sua assistenza sua moglie, che è in genere molto forte e dagli occhi azzurri.»<ref>{{Cita libro|cognome=Marcellinus |nome=Ammianus |wkautoreautore=[[Ammianus Marcellinus]] |data=1862 |titolo=The roman history of Ammianus Marcellinus: during the reigns of the emperors Constantius, Julian, Jovianus, Valentinian, and Valens, Volume 1 |url=https://books.google.com/books?id=c6oZAQAAMAAJ |città= |pagina=80 |editore=[[Henry George Bohn|H. G. Bohn]] |accesso=2 novembre 2013 }} Trad. ing.: «Nearly all the Gauls are of a lofty stature, fair and ruddy complexion: terrible from the sternness of their eyes, very quarrelsome, and of great pride and insolence. A whole troop of foreigners would not be able to withstand a single Gaul if he called his wife to his assistance who is usually very strong and with blue eyes…»</ref>
 
=== Abbigliamento ===
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==== Armamento ====
[[File:Replica della Spada con fodero sbalzato e decorato da Saliceta S. Giuliano, Museo Civico di Modena, foto V. Pastorelli.jpg|thumb|400px|Replica della [[Spada con fodero da Saliceta San Giuliano|spada con fodero sbalzato e decorato da Saliceta S. Giuliano]], [[Museo Civicocivico di Modena]]]]La spada venne utilizzata principalmente di punta fino al III secolo, quando si allungò e la punta venne smussata per essere usata più efficacemente dai cavalieri. La spada era riposta in un fodero in metallo, spesso riccamente decorato con articolate incisioni. Il fodero era assicurato ai fianchi da una cintura di cuoio che terminava vicino al fodero con degli anelli di bronzo e poi di ferro. L'arma più diffusa era la lancia che poteva essere da urto, da lancio (come un giavellotto), oppure con entrambe le due funzioni Erano anche utilizzate archi e fionde come armi da getto. Lo scudo, di forma ovale o quadrangolare era costruito in principalmente in materiali organici di origine animale e vegetale, solo la spina, che si trovava dietro l'impugnatura era rivestita da una parte in metallo: l'umbone.
 
Gli elmi originariamente erano utilizzati solo dai più ricchi e avevano funzione decorativa principalmente, come protezione del torace erano usate armature come la [[lorica hamata]], corazza fatta ad anelli metallici uniti tra loro, simile ad una cotta di maglia, che venne poi utilizzata dai romani.
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== Diritto ==
Il diritto matrimoniale gallico prevedeva un patrimonio comune tra gli sposi, determinato dalla somma della [[Dote (diritto)|dote]] della moglie e di un equivalente esatto in denaro portato dal marito. Il patrimonio veniva amministrato congiuntamente; in caso di vedovanza, l'intero ammontare, incluse le rendite maturate, spettava al coniuge superstite<ref name="ReferenceA"/>.
 
La giustizia veniva amministrata dai druidi, che avevano piena discrezionalità sulla segretezza delle sentenze<ref>Cesare, ''De bello Gallico'', [[s:la:Commentarii de bello Gallico - Liber VI|VI]], 20.</ref>
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==== Architettura ====
{{vedi anche|Dun (archeologia)}}
Gli insediamenti abitativi sorgevano generalmente sopra sommità di facile difesa. In gallico erano chiamati ''dunon''. Si trattava di [[Fortezza di collina|fortezze di collina]], secondo uno schema tipicamente [[Popoli indoeuropei|indoeuropeo]], che [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] chiamava ''[[oppidum]]''; le mura erano costruite con la tecnica del ''[[murus gallicus]]''.
 
==== Oreficeria ====
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== I Galli nella cultura moderna ==
{{vedi anche|Asterix}}
Una rappresentazione vivida ed efficace dei Galli, anche se storicamente poco attendibile, dei Galli è stata realizzata da [[René Goscinny]] e [[Albert Uderzo]] nelle loro avventure a [[fumetti]] dedicate ad ''[[Asterix|Asterix il gallico]]''.
 
== Note ==
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== Altri progetti ==
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==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Indoeuropei}}