Storia di Novara: differenze tra le versioni

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[[File:– Statuta civitatis Novariae, 1583 – BEIC 10362163.jpg|thumb|Gli statuti del Comune di Novara (''Statuta civitatis Novariae''), 1583]]
 
Il nome [[''Novara]]'' sembra indicare un nuovo insediamento (''Nov'') nella zona dal nome [[celti]]co ''Aria''<ref>{{cita web | url = http://lucio-iuos.blogspot.com/2010/09/toponimi-del-piemonte-di-possibile_29.html?m=1 | accesso = 2023-06-16 | sito = IUOS - Pagine di filologia celtica e indoeuropea (et alia) | titolo = Toponimi del Piemonte di possibile origine celtica (G - O) | data = 2010-09-29 | autore = Lucio Zara }}</ref>.
 
== Le origini ==
 
Secondo alcune interpretazioni la città sarebbe stata fondata dai [[Liguri]] nei secoli precedenti la discesa dei Celti (400 a.C.)<ref>{{cita libro | autore = Plinio il Vecchio | titolo = Naturalis Historia | volume = 3 | p = 123 | url = https://la.m.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia_-_Liber_III#123 | accesso = 2023-06-16 | via = Wikisource }}</ref>. {{senza fonte|La zona allora si sarebbe chiamata ''Aria''}}. Studi più recenti hanno evidenziato che il Novarese era abitato in era preromana da [[Celti]] insediati fra il [[Ticino (fiume)|Ticino]] e il [[Sesia]]: i [[Vertamocori]]<ref name="Chiara17">{{Cita libro|titolo = Breve storia del Piemonte dai Celto-Liguri allo Stato Sabaudo|autore = Pier Angelo Chiara|editore = Graphot editrice|città = Torino|anno = 2020|annooriginale = 2010|edizione = 3|ISBN = 978-88-99781-85-9 | capitolo = Capitolo 2 - Stanziamento in Piemonte dei Liguri e dei Celti | p = 17}}</ref><ref>{{cita web| url = http://www.veveri.it/antico.htm| titolo = La traccia del passato| accesso = 12 aprile 2022| autore = Livio G. Rossetti}}</ref>.
 
In epoca romana Novara divenne un ''[[municipium]]'' della [[Gallia Cisalpina]]. La pianta della città richiama la struttura romana, costruita attorno a due strade principali: il ''cardo'', corrispondente ai corsi Cavour e Mazzini, e il ''decumano'', corrispondente ai corsi Cavallotti e Italia.<ref>{{Treccani
|novara_%28Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica%29
Il nome della città, ''Novaria'', interpretato da alcuni come ''nova ara'', è ricollegabile piuttosto alla nuova fondazione della città, avvenuta attorno all'89 a.C.. La colonia fondata dai [[Roma (città antica)|Romani]] non vide comunque la deduzione di coloni, avvalendosi piuttosto degli antichi abitanti del territorio, convinti a trasferirsi nel nuovo centro urbano.
|Novara
|v =
|accesso = 2023-09-03
|autore = C. Carducci
|capitolo =
|volume =
|data = 1963
}}</ref>. Il nome della città, ''Novaria'', interpretato da alcuni come ''nova ara''<ref>{{cita libro
| url = https://antenati.cultura.gov.it/inventari/Dizionari_storico_geografici/004_Stato_della_Chiesa/Moroni_048.pdf
| accesso = 2023-09-03
| titolo = Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni
| p = 132
| autore = Gaetano Moroni Romano
| volume = 48
| città = Venezia
| anno = 1848
| editore = Tip. Emiliana
| capitolo = Novara
| via = Portale Antenati
Il nome della città, ''Novaria'', interpretato da alcuni come ''nova ara''}}</ref>, è ricollegabile piuttosto alla nuova fondazione della città, avvenuta attorno all'89 a.C.. La colonia fondata dai [[Roma (città antica)|Romani]] non vide comunque la deduzione di coloni, avvalendosi piuttosto degli antichi abitanti del territorio, convinti a trasferirsi nel nuovo centro urbano.<ref>{{cita web
| url = https://www.provincia.novara.it/Editoria/EditoriaDoc/itinerari_archeologici.pdf
| accesso = 2023-09-03
| titolo = Itinerari archeologici in provincia di Novara
| sito = Provincia di Novara
| pp = 12-13
| autore = Angela Deodato
| autore2 = Paola Di Maio
| autore3 = Maria Rosa Fagnoni
}}</ref>.
 
== Novara, un insediamento romano ==
Con l'occupazione romana ([[196 a.C.]]) si chiamò ''Novaria''.
La città era difesa da mura costruite con grandi ciottoli di fiume alternati da corsi di mattoni. Tratti di queste mura sono visibili in piazza Cavour e in largo Solaroli. Le mura erano lunghe più di 2&nbsp; km, in esse si aprivano quattro porte da cui partivano le strade che collegavano: a [[Milano]], [[Vercelli]], [[Tortona]] e [[Genova]] e infine i valichi dell'[[Val d'Ossola|Ossola]]<ref>{{cita web
| url = http://archeocarta.org/novara-citta-romana-di-novaria/
* Novara con [[Milano]],
| accesso = 2023-09-03
* Novara con [[Vercelli]],
| sito = Archeocarta - Carta archeologica del Piemonte
* Novara con [[Tortona]] e [[Genova]],
| autore = Angela Crosta
* verso nord: Novara con i valichi dell'[[Val d'Ossola|Ossola]].
| data = maggio 2014
| titolo = Novara: città romana di "Novaria"
}}</ref>.
 
[[File:Tomba di Atilia Sabina.jpg|thumb|[[Tomba di Atilia Sabina]], sarcofago tardo-imperiale conservato al [[Broletto (Novara)|Broletto]]]]
 
L'esistenza di edifici pubblici e di terme è testimoniata da numerosi reperti conservati nel museoMuseo della Canonica e nel museoMuseo Archeologico<ref>{{cita pubblicazione archeologico.
| titolo = Il Museo Lapidario della Canonica e gli antichi monumenti epigrafici di Novara
| rivista = Bollettino Storico per la Provincia di Novara
| autore = Oreste Scarzello
| data = 1931
| numero = 3
| città = Novara
| editore = Stab. Tip. E. Cattaneo
| p = 175
| url = https://www.calameo.com/read/0072607351e174d9a89f7
| accesso = 2023-09-03
}}</ref>.
 
I più celebri novaresi dell'epoca romana furono [[Gaio Valerio Pansa]], [[procuratore (storia romana)|procuratore]] in [[Britannia romana|Britannia]], e l'[[oratore]] [[Gaio Albucio Silo]] <ref>{{cita | Cognasso, 1952 | ''Novara nella sua storia - Novara romana'', pp. 24-25, 30 | cognasso1952 }}.</ref>.
 
Nel [[49 a.C.]] ottenne da [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]] la cittadinanza romana e divenne ''[[municipium]]'', mentre con la ripartizione territoriale organizzata da [[Ottaviano Augusto]], fu parte della XI regione: la Transpadana, comprendente tutti i territori a nord del fiume [[Po]], chiusi dall'arco alpino fino all'[[Oglio]]. La città era pressoché quadrata divisa da nord a sud dal ''cardo'' massimo e da est a ovest dal ''decumano'' massimo.
 
Da ''Novaria'' iniziava la ''[[via Novaria-Comum]]'', [[Strade romane|strada romana]] che collegava la città con ''Comum'' ([[Como]]) passando per ''Sibrium'' ([[Castelseprio]]). Da Novara, sempre in [[Civiltà romana|epoca romana]], passava la ''[[via delle Gallie]]'', [[strade romane|strada romana]] [[Strade consolari|consolare]] fatta costruire da [[Augusto]] per collegare la [[Pianura Padana]] con la [[Gallia]].
 
== La diffusione del cristianesimo a Novara ==
Alle divinità celtiche, dette ''[[Matres e Matronae|Matronæ]]'', si sovrappose il cristianesimo verso l'anno [[350]] attraverso l'influenza organizzativa di [[sant'Ambrogio]] di Milano e di [[Sant'Eusebio di Vercelli|S. Eusebio]] di Vercelli. Il primo [[diocesi di Novara|vescovo di Novara]] è considerato [[Gaudenzio di Novara|San Gaudenzio]], consacrato nel [[397]].
 
La prima testimonianza di una comunità cristiana a Novara è contenuta in una lettera del [[356]]. scritta da Sant'Eusebio di Vercelli.
 
La tradizione della chiesa novarese colloca l'attività di San Gaudenzio negli anni fra il [[395]] e il [[419]] d.C.
 
Nei primi decenni del [[V secolo|400]] Novara come [[Milano]] fu occupata dai [[Bizantini]] che intorno alla metà del secolo furono sconfitti dai [[Goti]]. La città andò spopolandosi. Anche il vescovo dovette trasferirsi in un luogo più sicuro, si rifugiò nel castello dell'[[Isola di San Giulio]] ([[Lago d'Orta]]).
 
== Alto Medioevo ==
Nel [[569]] giunsero i [[Longobardi]] che abitarono non nelle città ma sparsi sul territorio. Proprio all'epoca longobarda risalgono le prime testimonianze del culto a San Gaudenzio. Nell'841 si ha notizia di una chiesa, costruita fuori dalle mura, nella quale era custodito il corpo del [[Santo patrono]].
 
Dopo la conquista dei [[Franchi]] di [[Carlo Magno]] il novarese fu diviso in vari comitati;. Novara apparteneva al comitato di [[Pombia]], e il conte non risiedeva in città. Dai nobili Franchi provennero i vescovi che furono sovente uomini sapienti. Presso la cattedrale sorse un centro per copiare gli antichi manoscritti.
Proprio all'epoca longobarda risalgono le prime testimonianze del culto a San Gaudenzio. Nell'[[841]] si ha notizia di una chiesa, costruita fuori dalle mura, nella quale era custodito il corpo del [[Santo patrono]].
 
Nel 1110 un gruppo di cittadini scacciò dalla città il vescovo [[Eppone]], tedesco e amico dell'imperatore [[Enrico V di Franconia|Enrico V]], [[re di Germania]]. Il sovrano vide nel gesto un atto di [[ribellione]] e, sceso in [[Italia]] per recarsi a Roma, assediò Novara incendiandola e distruggendo il lato sud delle mura.
Dopo la conquista dei [[Franchi]] di [[Carlo Magno]] il novarese fu diviso in vari comitati; Novara apparteneva al comitato di [[Pombia]], e il conte non risiedeva in città.
 
Negli anni successivi i cittadini ricostruirono le fortificazioni con nuove torri. [[Enrico V di Franconia|Enrico V]] riconfermò al vescovo il possesso delle mura, ma assegnò quello delle torri ai cittadini, ai quali riconobbe il diritto di amministrare e riscuotere i tributi.
Dai nobili Franchi provennero i vescovi che furono sovente uomini sapienti. Presso la cattedrale sorse un centro per copiare gli antichi manoscritti.
 
Nel [[1110]] un gruppo di cittadini scacciò dalla città il vescovo [[Eppone]], che era un tedesco amico dell'imperatore [[Enrico V di Franconia|Enrico V]], [[re di Germania]].
 
Il sovrano vide nel gesto un atto di [[ribellione]] e sceso in [[Italia]] per recarsi a Roma, assediò Novara incendiandola e distruggendo il lato sud delle mura.
 
Negli anni successivi i cittadini ricostruirono le fortificazioni con nuove torri. [[Enrico V di Franconia|Enrico V]] riconfermò al vescovo il possesso delle mura, ma assegnò quello delle torri ai cittadini, ai quali riconobbe il diritto di amministrare e riscuotere i tributi.
 
== Comune di Novara ==
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Era il riconoscimento di una nuova realtà: quella di una comunità cittadina che si era organizzata in maniera indipendente dando così vita al [[Comune medievale|Comune]].
 
I rappresentanti del Comune furono i [[console (storia medievale)|consoli]] e in seguito i legati dei "''[[ParaticoCorporazioni delle arti e mestieri|paratici]]"'', ossia le associazioni d'arti e mestieri che tutelavano gli interessi delle singole attività artigiane e commerciali.
 
In questo periodo il vescovo [[Litifredo]] arricchì la Canonica di un chiostro, venne consacrata la cattedrale romanica e costruito il nuovo palazzo del Vescovo. Al piano terreno si apre la cappella di [[San Siro di Pavia|San Siro]], primo [[vescovo di Pavia]], riccamente affrescata. Alla metà del [[XII secolo]] a Novara, tra la città e i sobborghi, vi erano una ventina di chiese, tra le quali oggi resta la [[Chiesa di Ognissanti (Novara)|chiesa romanica di Ognissanti]].
 
L'accordo che regnò tra il vescovo e gli uomini del comune permise a Novara un forte sviluppo economico.
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Nella sua espansione sul territorio il comune di Novara si scontrò con i potenti [[conti di Biandrate]], signori della [[Valsesia]] e dei territori intorno ai laghi [[Lago Maggiore|Maggiore]] e [[Lago d'Orta|d'Orta]].
 
Nel [[1154]] [[Federico Barbarossa]], [[imperatore del Sacro Romano Impero]], scese in [[Italia]] per combattere contro [[Milano]], fra i suoigli alleati vi era anche Novara. Il Barbarossa celebrò il [[Natale]] a Novara, ospite del vescovo [[Guglielmo Tornielli]].
La situazione, in seguito, cambiò: il vescovo trattò segretamente con i milanesi e nel [[1168]] tra novaresi e milanesi furono stabiliti patti per combattere i [[conti di Biandrate]] che furono sconfitti. Nel [[1176]], a Legnano, un drappello di trecento novaresi e vercellesi contribuì alla vittoria della [[Lega Lombarda]] sull'Imperatore.
 
Durante il suo primo periodo il Comune fu governato dai [[Console (storia medievale)|Consoli]] che venivano eletti dall'assemblea dei capi famiglia ([[Arengo]]), ma quando all'interno della città venne meno la concordia, si fece ricorso al governo di un [[Podestà (medioevo)|Podestà]] forestiero.
 
All'inizio del [[XIII secolo|1200]] nel recinto del [[Broletto (Novara)|Broletto]] fu edificato il "''Palazzo del Comune"'', nel [[1240]] il "''Palazzo del Podestà"'', nel [[XV secolo]] il "''Palazzo dei Referendari"'' (uffici).
Nella seconda metà del Duecento fu costruito il "''Palazzo dei Paratici"''. L'aumento dei consumi e dei mercati indussero le diverse categorie di [[Artigianiartigiani]] a riunirsi in [[associazioneAssociazione (diritto)|associazioni]] dette "''Paratici"'', forse perché i loro membri sfilavano in parata dietro al gonfalone della loro corporazione.
 
<br>Tra i paratici (mercanti di panni, tessitori, fabbri, formaggiai) molto importanti furono i calzolai,: la città fu a lungo la capitale delle calzature. Il paratico dei calzolai fu chiamato anche: "''Università dei calzolai"''.
 
== Nel Ducato di Milano ==
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Novara, 1980) - BEIC 6330771.jpg|thumb|Lo stemma dei [[Visconti]] sopra l'arco d'ingresso. Foto di [[Paolo Monti]], 1980.]]
Tra il [[XIII secolo|XIII]] e il [[XIV secolo]] Novara era una città ricca di torri costruite a fortificazione dei palazzi nobiliari, e l'area tra corso Cavallotti e via Canobio era indicata nei documenti del tempo come: "''Via delle Torri Lunghe"''.
 
I contrasti interni portarono il comune di Novara a subire il potere di Milano.
Novara, passata sotto la protezione della famiglia [[Visconti]] di Milano e venne conseguentemente annessa al [[Ducato di Milano]]. L'Arcivescovo [[Giovanni Visconti (arcivescovo)|Giovanni Visconti]] scacciò Calcino Tornielli, l'ultimo Signore sconfitto nella [[Battaglia di Parabiago]] (21 febbraio [[1339]]) ove era alleato di [[Lodrisio Visconti]], ed iniziò la costruzione di un castello per difendersi da possibili ribellioni. Con l'estinzione del ramo ducale dei [[Visconti]], nel [[1448]], Novara passò agli [[Sforza]] in perenne lotta con la Francia. [[Ludovico il Moro]], nell'aprile del 1500 subì la [[Assedio di Novara|sconfitta in Novara]] per il tradimento dei mercenari svizzeri, cui seguì la prigionia in Francia.
 
Nel [[1512]] [[Massimiliano Sforza]], figlio di Ludovico, recupera il [[Ducato di Milano]] e Novara torna sotto il controllo milanese. Nel [[1513]] [[Luigi XII]] fa assediare ancora la Città,città e Massimiliano per contrastarlo assolda un considerevole esercito di svizzeri e dà battaglia ai francesi in località Ariotta (da qui il nome della battaglia, detta anche [[Battaglia di Novara (1513)|Battaglia dell'Ariotta]]), dove le truppe francesi vengono sconfitte.
 
== L'occupazione spagnola e austriaca ==
Con l'occupazione spagnola voluta da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], Novara conobbe momenti drammatici: miseria e guerre per le lotte ancora contro la Francia. Nel [[1553]] venne decisa la trasformazione della Città in piazzaforte; parecchi edifici periferici furono abbattuti per favorire la costruzione di mura in parte ancora esistenti che si protrasse fino all'anno 1606. L'occupazione spagnola continuò fino ai primi anni del [[secolo XVIII]]. <br>

La ripresa economica della Cittàcittà avveniva intanto con l'inizio della coltivazione di due cereali: il riso ed il granoturco.
 
Le vicende per la successione del trono di Spagna dopo la morte di [[Carlo II di Spagna|Carlo II]] coinvolsero anche Novara che si vide occupata dal [[duca di Savoia]] [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], spalleggiato dall'Austria, governata prima dall'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo]], che aveva occupato il Ducato di Milano, e poi da [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe I]], favorevole all'ingrandimento del Ducato di Savoia verso oriente con la concessione di città come [[Alessandria]] e [[Valenza (Italia)|Valenza]], e interi territori: la [[Valsesia]] e la [[Lomellina]], quale compenso per la collaborazione fornita contro la Francia.
 
Nel [[1729]] una nuova lega tra Francia, Spagna e Inghilterra, alla quale si era unito anche il [[Regno di Sardegna]] (dal 1720), si metteva contro l'imperatore Carlo VI d'Austria, succeduto a [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe I]], per la sistemazione dell'ex Ducato di Milano. Carlo Emanuele III, succeduto a [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Vittorio Amedeo II]], nel 1733 occupò la Lombardia.
 
L'anno seguente Novara fu assediata dalle truppe franco-savoiarde: era l'ora del passaggio al Regno di Sardegna il cui nuovo confine verso la Lombardia e gli Stati asburgici (dal [[1804]] [[impero austriaco]] e dal [[1867]] [[impero austro-ungarico]]) sarebbe stato il [[Ticino (fiume)|fiume Ticino]]. Iniziava un periodo di pace e di laboriosità che metteva la Cittàcittà in condizione di progredire economicamente ed artisticamente come è dimostrato dallo sviluppo edilizio del periodo con l'accettazione abbondante dello stile neoclassico. Così fino al 1798 quando fu occupata dalle truppe francesi che si ritirarono l'anno seguente per lasciare il campo agli austro-russi.
 
=== Il Contado ===
Tra il [[1478]] e il [[1775]] ebbe vita il Contado: un'istituzione mediante la quale i borghi e le comunità rurali del territorio novarese si diedero un'organizzazione unitaria, di limitato autogoverno, per far fronte al pesante fiscalismo dell'autorità e all'ingerenza della città. Sopravvisse per molti anni, anche dopo l'annessione del Novarese allo stato sabaudo, nel quale non esistette un'istituzione analoga prima della rivoluzione francese. Fu soppresso con regio editto il 15 settembre 1775.<ref>{{Cita pubblicazione
|titolo = Ricerche sul "Contado" novarese nel XVII secolo (1645-1675). Parte istituzionale
|autore = Valeria Gnemmi
Line 111 ⟶ 151:
|anno = 1982
|pp = 248-253
}}</ref>.
 
== Da Napoleone al Regno d'Italia ==
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Alla fine del maggio 1800 [[Napoleone I]] prese il possesso di Novara. Con l'ordinamento napoleonico la Città divenne capoluogo del [[dipartimento dell'Agogna]] e fece parte del [[Regno d'Italia]] (1805) mentre il [[Piemonte]], dalla sinistra del fiume [[Sesia]], fu incorporato nell'Impero Francese.
 
Con lo sfasciarsi dell'egemonia napoleonica le truppe francesi abbandonarono la Città ([[1814]]) che ritornò al Regno di Sardegna, governato da [[Vittorio Emanuele I]].
 
Novara partecipò al movimento risorgimentale. Il suo nome è però soprattutto legato alla sconfitta ed all'abdicazione del re [[Carlo Alberto]] nella sera del 23 marzo [[1849]] dopo la [[Battaglia di Novara (1849)|battaglia della Bicocca]]. La Cittàcittà rimase in mano agli austriaci fino al mese di agosto dello stesso anno: poi ritornarono le truppe piemontesi.
 
Nel 1859 Novara vide il passaggio di [[Vittorio Emanuele II]] e di [[Napoleone III]] prima della [[battaglia di Magenta]], che segnò l'avvio decisivo all'Unità d'Italia. Tutto il secolo XIX fu poi positivo per iolo sviluppo demografico e urbanistico della Cittàcittà.
 
== Il XX secolo ==
La [[prima guerra mondiale|guerra 1915-1918]] portò lutti in 692 famiglie; l'avvento del fascismo fu causa di lotte e di vittime in entrambi gli schieramenti. Con la [[seconda guerra mondiale]] conobbe gli allarmi per incursioni nemiche, il razionamento dei viveri e la partenza dalle sue caserme di soldati destinati ai vari fronti.
 
Nel periodo fascista la frazione di [[Lumellogno]] subì una rappresaglia del regime che provocò 6 morti tra la popolazione<ref>{{Cita news | url = https://www.lastampa.it/novara/2022/07/16/news/lumellogno_il_paese_che_per_primo_con_i_forconi_si_ribello_ai_fascisti-5446739/ | accesso = 2023-09-03 | titolo = Lumellogno, il paese che per primo con i forconi si ribellò ai fascisti | autore = Barbara Cottavoz | rivista = La Stampa | data = 2022-07-16 }}</ref>:
 
{{Onorificenze
Durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] la Città fu turbata da rappresaglie fasciste e tedesche, come l'[[eccidio di Vignale]] e la [[strage di Novara]], contro i partigiani e coloro che si erano schierati con le truppe alleate in avanzata verso il nord d'Italia.
|immagine=Merito civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al merito civile
|collegamento_onorificenza=merito civile
|motivazione=La popolazione di Lumellogno, "Frazione Rossa" del Comune di Novara, animata da profondi ideali di libertà e di democrazia, si rese protagonista di un eroico episodio di resistenza ad un raid punitivo di fascisti, sopportando la perdita di alcuni dei suoi figli migliori. Nobile esempio di spirito di sacrificio e di elevate virtù civiche. 15/16 luglio 1922 - Fraz. Lumellogno (NO)<ref>{{Cita web|url=https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/306103|titolo=Medaglia d'oro al merito civile}}</ref>
|data=3 aprile 2007
}}
 
Con la [[seconda guerra mondiale]] conobbe gli allarmi per incursioni nemiche, il razionamento dei viveri e la partenza dalle sue caserme di soldati destinati ai vari fronti. Durante la [[Resistenza italiana|Resistenza]] la Cittàcittà fu turbata da rappresaglie fasciste e tedesche, come l'[[eccidio di Vignale]] e la [[strage di Novara]], contro i partigiani e coloro che si erano schierati con le truppe alleate in avanzata verso il nord d'Italia.
Con la fine della guerra la Città si è sviluppata ancora con l'edilizia e il commercio, con nuove industrie e nuove istituzioni nell'ambito dell'amministrazione democratica.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | url = https://books.google.it/books?id=uWYpAAAAYAAJ | via = Google Libri | accesso = 2022-08-31 | titolo = Le cose rimarchevoli della città di Novara: precedute da compendio storico | autore = Francesco Antonio Bianchini | wkautore = Francesco Antonio Bianchini | editore = Girolamo Miglio | anno = 1828 | città = Novara}}
* {{Cita libro | titolo = Novara e il suo territorio | editore = Banca Popolare di Novara | città = Novara | anno = 1952 | url = https://www.byterfly.eu/islandora/object/librib%3A511695#mode/1up | via = Byterfly | accesso=2022-08-05 | cid = cognasso1952 | autore = Francesco Cognasso | autore2 = Costantino Baroni | autore3 = Luigi Fassò | autore4 = Libero Lenti | autore5 = Aldo De Maddalena | autore6 = Sergio Martinelli | autore7 = Mario Bonfantini }}
* {{Cita libro | titolo = La storia di Novara - Dalla preistoria ai giorni nostri | autore = Silvia Giani | editore = Typimedia editore | collana = CommunityBook - La Storia d'Italia | volume = Nº3/2021 | città = Roma | anno = 2021 | ISBN = 978-88-3626-029-4 | ISSN = 2704-9744 | cid = Giani | url = https://idoc.pub/documents/la-storia-di-novara-dalla-preistoria-ai-giorni-nostri-wl12ovd99v4j | via = IDOCPUB | accesso = 2022-09-04}}