Vespasiano: differenze tra le versioni

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|nome = Vespasiano
|titolo = [[Imperatore romano]]
|immagine = HeadVespasiano, of80 Vespasianusdc inca, Palazzo Massimo (Rome)s.n..jpgJPG
|legenda = Busto di Vespasiano<br/>([[Museo nazionale romano di palazzo Massimo]])
|inizio regno = 1º luglio<ref name="SvetonioVesp6"/> [[69]]
|fine regno = 23 giugno [[79]]<ref name="SvetonioVesp24"/>
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|predecessore = [[Vitellio]]
|successore = [[Tito (imperatore)|Tito]]
|coniuge 1 = [[Flavia Domitilla maggiore|Flavia Domitilla]]<ref name="SvetonioVesp3">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 3.</ref> (morta nel [[69]])
|coniuge 2 =
|coniuge 2 = [[Antonia Caenis|Caenis]]<ref name="SvetonioVesp3"/> (amante e di fatto sua moglie dopo la morte di Domitilla;<ref name="SvetonioVesp3"/> c. [[65]]-[[74]])
|figli = [[Tito (imperatore)|Tito]]<ref name="SvetonioVesp3"/><ref>John Harvey Kent, ''Corinth VIII.3. The inscriptions, 1926-1950'', Princeton (NJ), American School of Classical Studies at Athens, 1966, n° 84.</ref><br />[[DomizianoFlavia Domitilla minore]]<ref name="SvetonioVesp3"/><br />[[Flavia Domitilla minoreDomiziano]]<ref name="SvetonioVesp3"/>
|dinastia = [[Dinastia flavia|Flavia]]
|padre = [[Tito Flavio Sabino (padre di Vespasiano)|Tito Flavio Sabino]]<ref name="SvetonioVesp1">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 1.</ref>
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|AnnoMorte = 79
|Epoca = 0
|Attività = generale
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , nato come '''Tito Flavio Vespasiano''' (''Titus Flavius Vespasianus'') e meglio conosciuto semplicemente come '''Vespasiano''', fuè stato un [[imperatore romano]], regnante dal [[69]] al [[79]], anno della sua morte
}} Fondatore della [[dinastia flavia]], nono Imperatore, fu il quarto a salire al trono nel 69 (l'[[guerra civile romana (68-69)|anno dei quattro imperatori]]), ponendo fine a un periodo d'instabilità seguito alla morte di [[Nerone]] e definito dallo storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] ''longus et unus annus'' ("anno lungo e unico"). Comandante delle truppe che erano impegnate fin dal 66 nella [[prima guerra giudaica|repressione in Giudea]], venne acclamato imperatore dalle legioni d'Egitto, Giudea, Siria e Danubio. Al suo arrivo a Roma, il Senato lo riconobbe e lo nominò console per l'anno 70, insieme al figlio [[Tito (imperatore)|Tito]].
 
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* più tardi divenne [[Questore (storia romana)|questore]] nella [[provincia romana|provincia]] di [[Creta e Cirene]]<ref name="SvetonioVesp2"/> (nel 34 all'età di venticinque anni);
* in seguito ricoprì la carica di [[Edile (storia romana)|edile]], classificandosi al sesto posto, dopo essere stato respinto la prima volta (nel 38<ref name="Dione59.12.3">[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LIX, 12.3.</ref>);<ref name="SvetonioVesp2"/> Svetonio e Dione raccontano un curioso episodio di questo periodo:<ref name="Dione59.12.3"/>
{{Citazione|In séguito, quando Vespasiano rivestiva la carica di edile e [[Caligola|C. Cesare]] [Caligola], adiratosiadirato perché non aveva provveduto a far spazzare le strade, ordinò ai soldati di farlo imbrattare stipando fango nelle pieghe della sua [[toga|pretesta]], non mancarono quelli che interpretarono il fatto come se un giorno lo Stato, calpestato e derelitto per qualche sconvolgimento politico, dovesse rifugiarsi sotto la sua tutela e quasi nel suo grembo.|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 5}}
* infine [[Pretore (storia romana)|pretore]] (nel 40 all'età di trent'anni), riuscendo tra i primi come ci racconta [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]],<ref name="SvetonioVesp2"/> che aggiunge:
{{Citazione|Da pretore, per non trascurare alcun mezzo di ingraziarsi [[Caligola|Gaio]] [Caligola], che era ostile al Senato, in onore della sua vittoria sui Germani sollecitò giochi straordinari e, come aggravante alla pena dei congiurati, stabilì che fossero lasciati senza sepoltura. Lo ringraziò anche davanti al Senato di avergli fatto l'onore di un invito a cena.|Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 2}}
 
Frattanto in questi anni sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Domitilla]], figlia di un [[Ordine equestre|cavaliere]] di [[Ferento]],<ref name="SvetonioVesp3"/> da cui ebbe due figli: [[Tito (imperatore)|Tito]] e [[Domiziano]],<ref name="SvetonioVesp3"/> in seguito imperatori, e una figlia, [[Flavia Domitilla minore|Flavia Domitilla]].<ref name="SvetonioVesp3"/> La moglie e la figlia morirono entrambe prima che diventasse ''[[principato (storia romana)|princeps]]''.<ref name="SvetonioVesp3"/>
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[[File:Roman.Britain.campaigns.43.to.60.jpg|thumb|La [[conquista della Britannia]] (dal 43 al 50), vide Vespasiano partecipare come ''legatus legionis'' della ''legio II Augusta'']]
La carriera militare e senatoriale proseguì prima, servendo nel [[Germania superiore|distretto militare germanico]] della [[Gallia Lugdunense|Gallia Lugdunensis]] come ''[[legatus legionis]]'' della ''[[legio II Augusta]]'' (che a quel tempo era di stanza ad ''[[Argentoratae]]''<ref name="Campbell16">{{Cita|Campbell 2006|p. 16}}.</ref>) grazie al favore esercitato da [[Narciso (liberto)|Narciso]] presso l'imperatore.<ref name="SvetonioVesp4">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4.</ref> In seguito partecipò all'[[conquista della Britannia|invasione romana della Britannia]] sotto l'imperatore [[Claudio]], dove si distinse, sempre come comandante della ''II Augusta'', sotto il comando generale di [[Aulo Plauzio]].<ref name="SvetonioVesp4"/><ref name="TacitoAgricola13.5">Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae'' [[Wikisource:Agricola#13|13.5]]</ref> Vespasiano partecipò sia all'importante [[battaglia del Medway|battaglia di Medway]] insieme al fratello Sabino,<ref name="Dione60.20.3">[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LX, 20.3.</ref> sia alla conquista dell'[[isola di Wight]] (''[[Isola di Wight|Vette]]''), penetrando poi fino ai confini del [[Somerset]], in [[Inghilterra]]. Di quest'ultimo periodo militare [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] ricorda:
{{Citazione|[...] ebbe trenta scontri con ilcol nemico. Costrinse alla resa due popolazioni, più di venti [[Oppidum|città fortificate]] e l'isola di [[Isola di Wight|Vette]], che è molto vicina alla [[Britannia]], agli ordini sia del legato consolare Aulo Plauzio sia dello stesso Claudio. Per questo ricevette le [[trionfo|insegne del trionfo]] e, in breve tempo, due [[Sacerdozio (religione romana)|sacerdozi]], e inoltre un consolato che esercitò negli ultimi due mesi dell'anno.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]] aggiunge di un episodio curioso ed eroico in Britannia (poco credibile per l'età che Tito avrebbe avuto a quell'epoca, di soli otto anni):
{{Citazione|SempreAd inun questocerto periodopunto in Britannia [attorno al 47?], Vespasiano venne colto di sorpresa dai barbari, rischiando di essere uccisoabbattuto, ma suo figlio Tito (?), preoccupato per il padre, con una grandeun'inaudita audacia spezzò l'accerchiamento, e dopo aver iniziatopreso aad respingereincalzare i nemici in fuga, ne fece una strage.|{{cita|Cassio Dione|LX, 30.1}}}}
 
Nel 51 fu [[console (storia romana)|console]] per gli ultimi due mesi dell'anno,<ref name="TPSulp17"/> poi fino a quando non ottenne il [[proconsole|proconsolato]],<ref name="SvetonioVesp4"/> Svetonio di lui disse che:
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Nel 66, quando [[Nerone]] venne informato della sconfitta subita in Giudea dal suo ''[[legatus Augusti pro praetore]]'' di [[Siria (provincia romana)|Siria]], [[Gaio Cestio Gallo]], colto da grande angoscia e timore,<ref name="LegatoAugusti">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.1.</ref> trovò che il solo Vespasiano sarebbe stato all'altezza del compito, e quindi capace di condurre una guerra tanto importante in modo vittorioso.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.2.</ref>
{{Citazione|[Vespasiano...] un uomo che era invecchiato nei comandi militari [...],esercitati ilfin qualedalla giovinezza e, dopo aver pacificato sotto il dominio di Roma l'Occidenteoccidente sconvolto dai Germani, aveva contribuito ad assoggettareassoggettato la Britannia [...]fino allora pressoché sconosciuta, procurando al padre di Nerone, l'imperatoresuo Claudio, di celebrare il [[trionfo]] su di essa, senza averassoggettarsi compiuto particolari ea personali fatiche.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.2}}
{{Citazione|Poiché erano necessari, per domare quella rivolta, un esercito più consistente e un valente comandante al quale affidare, ma senza rischi, una sì ardua impresa, fu prescelto Vespasiano, soprattutto perché uomo di provato valore e tale da non dare ombra in alcun modo, per la modestia delle sue origini e del suo nome.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
 
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Ad [[Antiochia di Siria]],<ref name="GFlavioIII.2.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.4.</ref> Vespasiano, concentrava e rafforzava l'esercito siriaco (''[[legio X Fretensis]]''), aggiungendo due legioni<ref name="SvetonioVesp4"/> (la ''[[legio V Macedonica]]'' e la ''[[legio XV Apollinaris]]'', giunta dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]]), otto [[ala (esercito romano)|''ali'' di cavalleria]] e dieci [[coorte|coorti]] [[truppe ausiliarie dell'esercito romano|ausiliarie]];<ref name="SvetonioVesp4"/> attendeva l'arrivo del figlio Tito, nominato suo vice (''[[legatus]]'');<ref name="SvetonioVesp4"/> acquisiva grande popolarità nelle vicine province orientali, per aver riportato con grande rapidità la disciplina nell'armata romana<ref name="SvetonioVesp4"/> e compiva due vittoriose imprese militari, [[assedio di Iotapata|assaltando una fortezza nemica]] ([[Iotapata]]), seppur rimanendo ferito a un ginocchio<ref name="SvetonioVesp4"/> o a un piede.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 7.22.</ref>
 
Intanto i Giudei, esaltati dal successo conseguito su Cestio Gallo, raccolsero con grande rapidità tutte le loro forze meglio equipaggiate e [[Assedio di Ascalona|mossero contro Ascalona]], città distante circa 90&nbsp;km da [[Gerusalemme]]. La spedizione era guidata da tre uomini di valore: [[Niger della Perea]], [[Sila di Babilonia]] e [[Giovanni l'Esseno]].<ref name="GFlavioIII.2.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.1.</ref> [[Ascalona]] era circondata da possenti mura, ma con poche truppe: si trattava di una sola [[cohors peditata|coorte di fanteria]] e un'[[ala (esercito romano)|ala di cavalleria]].<ref name="GFlavioIII.2.1"/> Ma ciò risultò sufficiente, poiché il comandante romano, Antonio, riuscì a mettere in fuga i nemici e a ucciderne ben 18&nbsp;000.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.2-2.3.</ref> Secondo Svetonio e Giuseppe Flavio, una profezia:
{{Citazione|In tutto l'Oriente si era diffusa un'antica e persistente credenza secondo cui era scritto nei fati che quanti in quel tempo fossero venuti dalla Giudea si sarebbero impadroniti del [[Imperatore romano|sommo potere]].|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
{{Citazione|CiòMa quello che maggiormente incitòli i Giudeiincitò alla [[prima guerra giudaica|guerra]] fu un'ambigua profezia, che siritrovata trovavaugualmente nelle [[testi sacri|sacre scritture]], secondo le qualicui in quel tempo uno che venivaproveniente dal loro paese sarebbe diventato il dominatore del mondo. Questa profeziaessi la intesero come se riguardassealludesse unoa diun loro connazionale, mae molti sapienti si sbagliarono ad interpretarla innella questosua modointerpretazione, poichémentre la profezia in realtà si riferiva al dominio di Vespasiano, acclamato imperatore in Giudea.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VI, 5.4.312-313}}
 
Applicando a sé stessi questa profezia, i Giudei si erano ribellati al governatore romano e lo avevano ucciso, sconfiggendo poi il governatore di Siria [[Gaio Cestio Gallo]], giunto in soccorso del primo, e riuscendo anche a prendergli un'[[aquila (storia romana)|aquila legionaria]].<ref name="SvetonioVesp4"/>
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{{Doppia immagine|left|Vespasian, from Naples, c. AD 70, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen (13646730625).jpg|148|Portret van Flavius Josephus, RP-P-1906-2507.jpg|145|Busto di Vespasiano|Ritratto di [[Flavio Giuseppe]]}}
Lo stesso Giuseppe afferma nella sua ''Guerra giudaica'' che, quando Vespasiano dispose di metterlo sotto custodia con ogni attenzione, volendo inviarlo subito dopo a [[Nerone]],<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.8.</ref> Giuseppe dichiarò che aveva da fare un annuncio importante allo stesso Vespasiano, di persona e a quattr'occhi. Quando il comandante romano ebbe allontanato tutti gli altri tranne il figlio Tito e due amici, Giuseppe gli parlò:<ref name="GFlavioIII.8.9">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.9.</ref>
{{Citazione|''Tu credi, Vespasiano, di aver catturatopreso con Giuseppe soltanto un prigioniero, mentre io sono qui per annunciartiannunziarti un grandiosopiù radioso futuro.; Sese non avessi avuto l'questo incarico dadal Diodio, conoscevoben benesapevo qualela sortelegge spettavadei agiudei mee income qualitàdebbono dimorire comandante,i secondo la legge dei Giudei: la mortecomandanti. TuMi vorrestimandi inviarmi daa Nerone? PerE quale motivoperché? Quanto dureranno ancora Nerone ede i suoi successori, di Nerone prima di te? Tu, o Vespasiano, sarai Cesare e imperatore, tu e tuo figlio. Fammi pureora legare ancor più forte, mae custodiscimi per te stesso.; [...]perché tu, Cesare, non sei soltanto il mio padrone, ma il padrone anche della terra e tidel mare e di tutto il genere umano, e io chiedo di essere punito con una prigionia ancor più rigorosa se sto mentendo,scherzando davantifinanche acon Dio''dio.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.9.400-402}}
 
Sul momento Vespasiano rimase incredulo, pensando che Giuseppe lo stesse adulando per aver salva la vita, ma poi, sapendo che anche in altre circostanze Giuseppe aveva fatto predizioni esatte, fu indotto a ritenere che ciò che gli aveva annunciato fosse vero, avendo egli stesso in passato pensato al potere imperiale e ricevendo altri segnali che gli presagivano il ''[[Imperatore romano|principato]]''. Alla fine non mise in libertà Giuseppe, ma gli donò una veste e altri oggetti di pregio, trattandolo con ogni riguardo anche per le simpatie del figlio Tito.<ref name="GFlavioIII.8.9"/>
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;Giuseppe Flavio
[[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] spiega che Vespasiano tornato a Cesarea, dopo aver devastato la regione vicina a Gerusalemme (maggio del 69), ricevette la notizia della [[guerra civile romana (68-69)|caotica situazione a Roma]] e dell'acclamazione a imperatore di [[Vitellio]]. E sebbene Vespasiano fosse bravo sia nell'ubbidire, sia nel comandare, rimase indignato per come Vitellio si era impossessato del potere a Roma. Afflitto da tanti e tali pensieri sul da farsi, non riusciva a pensare alla [[prima guerra giudaica|guerra che stava conducendo contro i Giudei]].<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.2.</ref> Gli ufficiali, inoltre, lo incitavano a prendere il potere e accettare l'acclamazione a imperatore, sostenendo che:<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.3.</ref>
{{Citazione|Se per governare erasi necessariarichiedeva l'esperienza degli anni maturi, questaallora siessi trovava inavevano Vespasiano padre, se il vigore della giovinezza, questaallora siavevano trovavaTito: nelsi figlio Tito,sarebbero sommandosiinfatti cosìassommati i pregi dell'età di entrambi. Ai nuoviAgli eletti, cipoi, sarebberoavrebbero statedato comevalido sostegno, non soltanto iloro, soldatie si trattava di tre legioni insiemecon allegli truppeausiliari alleateinviati deidai re, ma avrebbero anche quelle dicollaborato tutto l'Orienteoriente, oltre allele province europee,dell'Europa abbastanza lontane daper non temereaver paura di Vitellio, gli alleati in d'Italia, un fratello di Vespasiano ([[Tito Flavio Sabino (console 47)|Titofratello Flaviodi SabinoVespasiano]]) e un [[Domiziano|altro figlio ([[Domiziano]]).|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.3.597-598.}}
 
I soldati si radunarono tutti insieme e, facendosi coraggio l'un l'altro, acclamarono Vespasiano loro [[Imperatore romano|imperatore]], pregandolo di salvare la ''Res publica''. Al suo iniziale rifiuto, come ci racconta Giuseppe Flavio, sembra che anche i generali cominciassero a insistere, mentre i soldati gli si avvicinavano con le spade in pugno, quasi lo stringessero d'assedio, cominciarono a minacciare di ucciderlo qualora non avesse accettato. E se Vespasiano, in un primo momento, espose le sue ragioni che lo inducevano a rifiutare la porpora imperiale, alla fine non riuscendo a convincerli, accettò l'acclamazione a ''[[imperator]]''.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.4.</ref>
{{Citazione|E poichéPoiché [[Gaio Licinio Muciano|Muciano]] ede gli altri generali sollecitavanolo affinchéincitavano [Vespasiano]a esercitasseintraprendere illa poteresua comeazione ''princeps''da principe, anchementre dal canto suo l'esercito lo incitavaspronava ada esseremettersi condottoalla asua testa per combattereabbattere qualunque rivale. Vespasiano, alloraVespasiano per prima cosa, rivolse la sua attenzione ad [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]],: poichéegli ben sapeva che l'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]] costituivarappresentava una delle regioni più importanti dell'impero per l'[[Cura annonae|approvvigionamento del grano]], credettee contava che, una volta assicuratosene il controllo, avrebbe alla lunga costretto Vitellio ad arrendersi, poichéperché lail popolazionepopolo di [[Roma (città antica)|Roma]] avrebbenon patitosi sarebbe assoggettato a patir la fame. Mirava,Inoltre inoltre,mirava ad avereattirare comedalla suesua alleateparte le due legioni presentidi adstanza in Alessandria, ede a fare di quellaquel provinciapaese un baluardoriparo contro lai colpi cattivadella sortefortuna.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.5.605-607.}}
 
Vespasiano decise così di scrivere a [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio Alessandro]], [[prefetto d'Egitto|governatore dell'Egitto e di Alessandria]], informandolo di essere stato acclamato ''imperator'' dalle truppe in Giudea e che contava sulla sua collaborazione e aiuto. Alessandro, allora, dopo aver dato pubblica lettura al messaggio di Vespasiano, chiese che le legioni e il popolo giurassero fedeltà al nuovo imperatore. In seguito Alessandro si dedicò ai preparativi per accogliere Vespasiano, mentre la notizia si diffondeva in tutto l'Oriente romano e ogni città festeggiava la lieta notizia, compiendo sacrifici per il nuovo imperatore.<ref name="GFlavioIV.10.6" />
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=== Principato (69-79) ===
E mentre Tito [[assedio di Gerusalemme (70)|stringeva d'assedio Gerusalemme]], Vespasiano si imbarcò ad Alessandria su una nave da carico, per poi approdare all'isola di [[Rodi]]; da qui continuò il viaggio su [[trireme|triremi]] ricevendo accoglienze festose in qualunque città egli decidesse di fermarsi lungo il percorso. Dalla Ionia, infine, passò in Grecia, poi all'isola di ''[[Corfù|Corcira]]'' e da qui al [[santa Maria di Leuca|promontorio Iapigio]], da dove proseguì via terra per la capitale.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 2.1.</ref> [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] racconta che Vespasiano fu accolto festosamente in tutte le città d'[[Italia romana|Italia]], ma soprattutto a [[Roma (città antica)|Roma]] dove ricevette accoglienze entusiastiche sia da parte del popolo sia delle più importanti personalità cittadine, provandone una grandissima soddisfazione.<ref name="GFlavioVII.4.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 4.1.</ref>
{{Citazione|IlE così il [[senato romano|senato]], a conoscenzamemore dei tragici eventi che avevano portatoaccompagnato adi uncambiamenti continuo cambiamento didegli imperatori, premevaauspicava affinchél'avvento ci fossedi un ''princeps''principe diornato dalla gravità dell'età matura e ricopertodalla gloria di gloriaimprese militareguerresche, la cui auraesaltazione ben sapevano che sarebbe stataservita utilesolo ad assicurare lail pacebene ai cittadinidei romanisudditi.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 4.1.65.}}
 
{{Citazione|Quando giunsepoi arrivò la notizia che era vicino, [...]e quelli che erano andati avanti riferirono la cordialità del suo tratto con chiunque, allora tutto il resto della popolazione, insiemecon ale mogli e i figli, losi atteserodisposero lungoad iattenderlo sui margini della strada e, quando passavaegli [...]passava, per la contentezza di vederlo e per la mitezza del suo aspetto tutti lanciavano ogni generesorta di grida festose, acclamandolo benefattore, salvatore e unico signore degno signore di [governare] Roma. Tutta la città, poi, era piena di corone e d'incensi come un tempio. ConA grande fatica, aper causa dellala folla strabocchevole che gli erasi venutaaccalcava incontro, riuscì ada entrare anel palazzo, dovee celebrò i dovuti sacrifici di ringraziamentopersona alle divinità domestiche sacrifici di ringraziamento per essereil tornato.ritorno, Frattantomentre il popolo iniziavadava iinizio ai festeggiamenti e, banchettando diviso per [[tribù (storia romana)|tribù]], per ''[[gens|gentescasate]]'' e per ''clientes''vicinati, ingraziandosisupplicava glicon dèilibagioni conil sacrificidio, affinché mantenesse Vespasiano a capo dell'impero romano il più a lungo possibile, eVespasiano chealla testa dell'impero romano e conservasse incontrastato il potere per iai suoi figli ede a tutti i loro discendenti.|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 4.1.70-73.}}
 
Giunto così a Roma<ref name="SvetonioVesp8">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 8.</ref> nella primavera del 70, Vespasiano dedicò fin dall'inizio ogni sua energia a riparare i danni causati dalla guerra civile. Restaurò la disciplina nell'esercito che sotto Vitellio era stata piuttosto trascurata, e con la cooperazione del Senato, riportò il governo e le finanze su solide basi.
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==== Politica estera e provinciale ====
{{vedi anche|Limes romano|province romane|regno cliente (storia romana)}}
Ridusse nuovamente a provincia l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] (abrogando il provvedimento di Nerone che le aveva concesso l'indipendenza), unì le due province di [[Licia e Panfilia|Licia]] e [[Panfilia]] <ref>{{CIL|10|6321}}, {{AE|1975|403}}, {{AE|1986|686}}.</ref>, annesse [[Rodi]], [[Samotracia]], [[Bisanzio]] e [[Samo (isola)|Samo]], e fece lo stesso con la [[Cilicia (provincia romana)|Cilicia Trachea]] e la [[Regno di Commagene|Commagene]],<ref name="GFlavioVII.7.1"/><ref name="GFlavioVII.7.2"/> che fino ad allora erano state governate da re.<ref name="SvetonioVesp8"/>
 
===== In Oriente =====
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=== Morte ===
Fu capace di scherzare anche nei suoi ultimi momenti di vita, quando esclamò: «''Purtroppo temo che mi stia trasformando in un Dio''» (in [[Lingua latina|latino]]: "''Vae, puto deus fio"'').<ref name="SvetonioVesp23"/> Egli continuava, però, a compiere i suoi doveri di imperatore, ricevendo anche le legazioni mentre stava a letto. Sentendosi infine morire per un improvviso attacco di dissenteria, esclamò: «''Un imperatore deve morire in piedi''». E mentre tentava di alzarsi, spirò tra le braccia di chi lo stava aiutando, il 23 giugno del 79, all'età di sessantanove anni, unsette mesemesi e sei giorni.<ref name="SvetonioVesp24">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 24.</ref> Morì nella sua [[villa romana|villa]] presso le [[Aquae Cutiliae|terme di Cotilia]], nell'attuale [[provincia di Rieti]], dove ogni anno era solito trascorrere l'estate.<ref name="SvetonioVesp24"/> Verrà [[Apoteosi|divinizzato]], in seguito, dal figlio Tito.<ref>[[Gaio Plinio Cecilio Secondo]], ''[[Panegirico di Traiano]]'', 11.1.</ref>
 
=== Successione ===
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{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | VES | | | | DOM | | | | | | | | |VES=Vespasiano|DOM=Domiziano }}
{{Albero genealogico/fine}}
 
== Famiglia ==
Vespasiano sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Flavia Domitilla]], figlia di [[Flavio Liberale]] e nota amante di [[Statilio Capella]], un ''[[Ordine equestre|equestrus]]'' di [[Sabratha (sito archeologico)|Sabratha]]. Domitilla morì prima del 69, dopo aver dato a Vespasiano due figli e una figlia:<ref name="SvetonioVesp3"/>
 
* [[Tito (imperatore)|Tito Flavio Vespasiano]] (39 - 81), imperatore dopo suo padre;
* [[Flavia Domitilla minore]] (45 - 66), sposò [[Quinto Petilio Ceriale]] ed ebbe tre figli, fra cui [[Flavia Domitilla (figlia di Domitilla minore)|Flavia Petilia Domitilla]];
* [[Domiziano|Tito Flavio Domiziano]] (51 - 96), imperatore dopo suo fratello.
 
Dopo essere rimasto vedovo, Vespasiano visse apertamente con la sua concubina [[Antonia Caenis|Antonia Cenide]], con cui aveva una relazione da diversi anni già durante il matrimonio e che proseguì fino alla morte di lei nel 75.<ref name="SvetonioVesp3"/>
 
== Monetazione imperiale del periodo ==
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|}
 
Il grande storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] di Vespasiano scrisse:
{{Citazione|[...] erail dotatoprincipale dipromotore talidella [[mosrestrizione maiorum|severidei costumi]], dafu esserne considerato l'iniziatoreVespasiano, egli stesso uomoche per educazioneprimo eosservava perl'[[mos modomaiorum|austerità diantica]] viverenelle similevesti aglie antichinell'alimentazione.|Tacito, ''Annales'', III, 55.4}}
 
[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] lo descrive come un uomo giusto, onesto, molto legato alle sue origini famigliari, con la sola pecca di essere avido di denaro:<ref name="SvetonioVesp16">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 16.</ref>
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Militare di carriera, dimostrò di avere notevoli doti tattico-strategiche, evitando di esporre il proprio esercito a inutili rischi, quando non fosse strettamente necessario, come racconta [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] nel corso della [[prima guerra giudaica]]:
{{Citazione|«Se qualcuno crederitiene» disse Vespasiano «che la gloria della vittoria sarà meno belladolce senza combattere, prenda in considerazioneconsideri che lail vittoriasuccesso ottenutariportato senza correreesporsi a pericoli è migliorepiù rispettovantaggioso a quella che nedi conseguequello passandoconseguito attraverso l'incertezzaincerta dellaprova delle battagliaarmi. E non sono da ritenere meno gloriosi di chi si distingue in combattimento coloro che raggiungono gli stessi risultati insapendosi combattimento,dominare riuscendoe acon dominarsi conil freddo calcolo».|Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 6.2.372-373.}}
 
=== Autori moderni ===