Vespasiano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
m Bot: specificità dei wikilink e modifiche minori |
||
(17 versioni intermedie di 9 utenti non mostrate) | |||
Riga 4:
|nome = Vespasiano
|titolo = [[Imperatore romano]]
|immagine =
|legenda = Busto di Vespasiano
|inizio regno = 1º luglio<ref name="SvetonioVesp6"/> [[69]]
|fine regno = 23 giugno [[79]]<ref name="SvetonioVesp24"/>
Riga 15:
|predecessore = [[Vitellio]]
|successore = [[Tito (imperatore)|Tito]]
|coniuge 1 = [[Flavia Domitilla maggiore|Flavia Domitilla]]<ref name="SvetonioVesp3">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 3.</ref>
|coniuge 2 =
|figli = [[Tito (imperatore)|Tito]]<ref name="SvetonioVesp3"/><ref>John Harvey Kent, ''Corinth VIII.3. The inscriptions, 1926-1950'', Princeton (NJ), American School of Classical Studies at Athens, 1966, n° 84.</ref><br />[[
|dinastia = [[Dinastia flavia|Flavia]]
|padre = [[Tito Flavio Sabino (padre di Vespasiano)|Tito Flavio Sabino]]<ref name="SvetonioVesp1">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 1.</ref>
Riga 50:
|AnnoMorte = 79
|Epoca = 0
|Attività = generale
|Nazionalità = romano
|PostNazionalità = , nato come '''Tito Flavio Vespasiano''' (''Titus Flavius Vespasianus'') e meglio conosciuto semplicemente come '''Vespasiano''',
}} Fondatore della [[dinastia flavia]], nono Imperatore, fu il quarto a salire al trono nel 69 (l'[[guerra civile romana (68-69)|anno dei quattro imperatori]]), ponendo fine a un periodo d'instabilità seguito alla morte di [[Nerone]] e definito dallo storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] ''longus et unus annus'' ("anno lungo e unico"). Comandante delle truppe che erano impegnate fin dal 66 nella [[prima guerra giudaica|repressione in Giudea]], venne acclamato imperatore dalle legioni d'Egitto, Giudea, Siria e Danubio. Al suo arrivo a Roma, il Senato lo riconobbe e lo nominò console per l'anno 70, insieme al figlio [[Tito (imperatore)|Tito]].
Riga 70:
* più tardi divenne [[Questore (storia romana)|questore]] nella [[provincia romana|provincia]] di [[Creta e Cirene]]<ref name="SvetonioVesp2"/> (nel 34 all'età di venticinque anni);
* in seguito ricoprì la carica di [[Edile (storia romana)|edile]], classificandosi al sesto posto, dopo essere stato respinto la prima volta (nel 38<ref name="Dione59.12.3">[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LIX, 12.3.</ref>);<ref name="SvetonioVesp2"/> Svetonio e Dione raccontano un curioso episodio di questo periodo:<ref name="Dione59.12.3"/>
{{Citazione|In séguito, quando Vespasiano rivestiva la carica di edile e [[Caligola|C. Cesare]
* infine [[Pretore (storia romana)|pretore]] (nel 40 all'età di trent'anni), riuscendo tra i primi come ci racconta [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]],<ref name="SvetonioVesp2"/> che aggiunge:
{{Citazione|Da pretore, per non trascurare alcun mezzo di ingraziarsi [[Caligola|Gaio]
Frattanto in questi anni sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Domitilla]], figlia di un [[Ordine equestre|cavaliere]] di [[Ferento]],<ref name="SvetonioVesp3"/> da cui ebbe due figli: [[Tito (imperatore)|Tito]] e [[Domiziano]],<ref name="SvetonioVesp3"/> in seguito imperatori, e una figlia, [[Flavia Domitilla minore|Flavia Domitilla]].<ref name="SvetonioVesp3"/> La moglie e la figlia morirono entrambe prima che diventasse ''[[principato (storia romana)|princeps]]''.<ref name="SvetonioVesp3"/>
Riga 78:
[[File:Roman.Britain.campaigns.43.to.60.jpg|thumb|La [[conquista della Britannia]] (dal 43 al 50), vide Vespasiano partecipare come ''legatus legionis'' della ''legio II Augusta'']]
La carriera militare e senatoriale proseguì prima, servendo nel [[Germania superiore|distretto militare germanico]] della [[Gallia Lugdunense|Gallia Lugdunensis]] come ''[[legatus legionis]]'' della ''[[legio II Augusta]]'' (che a quel tempo era di stanza ad ''[[Argentoratae]]''<ref name="Campbell16">{{Cita|Campbell 2006|p. 16}}.</ref>) grazie al favore esercitato da [[Narciso (liberto)|Narciso]] presso l'imperatore.<ref name="SvetonioVesp4">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4.</ref> In seguito partecipò all'[[conquista della Britannia|invasione romana della Britannia]] sotto l'imperatore [[Claudio]], dove si distinse, sempre come comandante della ''II Augusta'', sotto il comando generale di [[Aulo Plauzio]].<ref name="SvetonioVesp4"/><ref name="TacitoAgricola13.5">Tacito, ''De vita et moribus Iulii Agricolae'' [[Wikisource:Agricola#13|13.5]]</ref> Vespasiano partecipò sia all'importante [[battaglia del Medway|battaglia di Medway]] insieme al fratello Sabino,<ref name="Dione60.20.3">[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', LX, 20.3.</ref> sia alla conquista dell'[[isola di Wight]] (''[[Isola di Wight|Vette]]''), penetrando poi fino ai confini del [[Somerset]], in [[Inghilterra]]. Di quest'ultimo periodo militare [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] ricorda:
{{Citazione|[...] ebbe trenta scontri
[[Cassio Dione|Cassio Dione Cocceiano]] aggiunge di un episodio curioso ed eroico in Britannia (poco credibile per l'età che Tito avrebbe avuto a quell'epoca, di soli otto anni):
{{Citazione|
Nel 51 fu [[console (storia romana)|console]] per gli ultimi due mesi dell'anno,<ref name="TPSulp17"/> poi fino a quando non ottenne il [[proconsole|proconsolato]],<ref name="SvetonioVesp4"/> Svetonio di lui disse che:
Riga 97:
Nel 66, quando [[Nerone]] venne informato della sconfitta subita in Giudea dal suo ''[[legatus Augusti pro praetore]]'' di [[Siria (provincia romana)|Siria]], [[Gaio Cestio Gallo]], colto da grande angoscia e timore,<ref name="LegatoAugusti">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.1.</ref> trovò che il solo Vespasiano sarebbe stato all'altezza del compito, e quindi capace di condurre una guerra tanto importante in modo vittorioso.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 1.2.</ref>
{{Citazione|[
{{Citazione|Poiché erano necessari, per domare quella rivolta, un esercito più consistente e un valente comandante al quale affidare, ma senza rischi, una sì ardua impresa, fu prescelto Vespasiano, soprattutto perché uomo di provato valore e tale da non dare ombra in alcun modo, per la modestia delle sue origini e del suo nome.|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
Riga 104:
Ad [[Antiochia di Siria]],<ref name="GFlavioIII.2.4">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.4.</ref> Vespasiano, concentrava e rafforzava l'esercito siriaco (''[[legio X Fretensis]]''), aggiungendo due legioni<ref name="SvetonioVesp4"/> (la ''[[legio V Macedonica]]'' e la ''[[legio XV Apollinaris]]'', giunta dall'[[Egitto (provincia romana)|Egitto]]), otto [[ala (esercito romano)|''ali'' di cavalleria]] e dieci [[coorte|coorti]] [[truppe ausiliarie dell'esercito romano|ausiliarie]];<ref name="SvetonioVesp4"/> attendeva l'arrivo del figlio Tito, nominato suo vice (''[[legatus]]'');<ref name="SvetonioVesp4"/> acquisiva grande popolarità nelle vicine province orientali, per aver riportato con grande rapidità la disciplina nell'armata romana<ref name="SvetonioVesp4"/> e compiva due vittoriose imprese militari, [[assedio di Iotapata|assaltando una fortezza nemica]] ([[Iotapata]]), seppur rimanendo ferito a un ginocchio<ref name="SvetonioVesp4"/> o a un piede.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 7.22.</ref>
Intanto i Giudei, esaltati dal successo conseguito su Cestio Gallo, raccolsero con grande rapidità tutte le loro forze meglio equipaggiate e [[Assedio di Ascalona|mossero contro Ascalona]], città distante circa 90 km da [[Gerusalemme]]. La spedizione era guidata da tre uomini di valore: [[Niger della Perea]], [[Sila di Babilonia]] e [[Giovanni l'Esseno]].<ref name="GFlavioIII.2.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.1.</ref> [[Ascalona]] era circondata da possenti mura, ma con poche truppe: si trattava di una sola [[cohors peditata|coorte di fanteria]] e un'[[ala (esercito romano)|ala di cavalleria]].<ref name="GFlavioIII.2.1"/> Ma ciò risultò sufficiente, poiché il comandante romano, Antonio, riuscì a mettere in fuga i nemici e a ucciderne ben 18 000.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 2.2-2.3.</ref> Secondo Svetonio e Giuseppe Flavio
{{Citazione|In tutto l'Oriente si era diffusa un'antica e persistente credenza secondo cui era scritto nei fati che quanti in quel tempo fossero venuti dalla Giudea si sarebbero impadroniti del [[Imperatore romano|sommo potere]].|[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 4}}
{{Citazione|
Applicando a sé stessi questa profezia, i Giudei si erano ribellati al governatore romano e lo avevano ucciso, sconfiggendo poi il governatore di Siria [[Gaio Cestio Gallo]], giunto in soccorso del primo, e riuscendo anche a prendergli un'[[aquila (storia romana)|aquila legionaria]].<ref name="SvetonioVesp4"/>
Riga 117:
{{Doppia immagine|left|Vespasian, from Naples, c. AD 70, Ny Carlsberg Glyptotek, Copenhagen (13646730625).jpg|148|Portret van Flavius Josephus, RP-P-1906-2507.jpg|145|Busto di Vespasiano|Ritratto di [[Flavio Giuseppe]]}}
Lo stesso Giuseppe afferma nella sua ''Guerra giudaica'' che, quando Vespasiano dispose di metterlo sotto custodia con ogni attenzione, volendo inviarlo subito dopo a [[Nerone]],<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.8.</ref> Giuseppe dichiarò che aveva da fare un annuncio importante allo stesso Vespasiano, di persona e a quattr'occhi. Quando il comandante romano ebbe allontanato tutti gli altri tranne il figlio Tito e due amici, Giuseppe gli parlò:<ref name="GFlavioIII.8.9">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', III, 8.9.</ref>
{{Citazione|
Sul momento Vespasiano rimase incredulo, pensando che Giuseppe lo stesse adulando per aver salva la vita, ma poi, sapendo che anche in altre circostanze Giuseppe aveva fatto predizioni esatte, fu indotto a ritenere che ciò che gli aveva annunciato fosse vero, avendo egli stesso in passato pensato al potere imperiale e ricevendo altri segnali che gli presagivano il ''[[Imperatore romano|principato]]''. Alla fine non mise in libertà Giuseppe, ma gli donò una veste e altri oggetti di pregio, trattandolo con ogni riguardo anche per le simpatie del figlio Tito.<ref name="GFlavioIII.8.9"/>
Riga 146:
;Giuseppe Flavio
[[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] spiega che Vespasiano tornato a Cesarea, dopo aver devastato la regione vicina a Gerusalemme (maggio del 69), ricevette la notizia della [[guerra civile romana (68-69)|caotica situazione a Roma]] e dell'acclamazione a imperatore di [[Vitellio]]. E sebbene Vespasiano fosse bravo sia nell'ubbidire, sia nel comandare, rimase indignato per come Vitellio si era impossessato del potere a Roma. Afflitto da tanti e tali pensieri sul da farsi, non riusciva a pensare alla [[prima guerra giudaica|guerra che stava conducendo contro i Giudei]].<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.2.</ref> Gli ufficiali, inoltre, lo incitavano a prendere il potere e accettare l'acclamazione a imperatore, sostenendo che:<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.3.</ref>
{{Citazione|Se per governare
I soldati si radunarono tutti insieme e, facendosi coraggio l'un l'altro, acclamarono Vespasiano loro [[Imperatore romano|imperatore]], pregandolo di salvare la ''Res publica''. Al suo iniziale rifiuto, come ci racconta Giuseppe Flavio, sembra che anche i generali cominciassero a insistere, mentre i soldati gli si avvicinavano con le spade in pugno, quasi lo stringessero d'assedio, cominciarono a minacciare di ucciderlo qualora non avesse accettato. E se Vespasiano, in un primo momento, espose le sue ragioni che lo inducevano a rifiutare la porpora imperiale, alla fine non riuscendo a convincerli, accettò l'acclamazione a ''[[imperator]]''.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', IV, 10.4.</ref>
{{Citazione|
Vespasiano decise così di scrivere a [[Tiberio Giulio Alessandro|Tiberio Alessandro]], [[prefetto d'Egitto|governatore dell'Egitto e di Alessandria]], informandolo di essere stato acclamato ''imperator'' dalle truppe in Giudea e che contava sulla sua collaborazione e aiuto. Alessandro, allora, dopo aver dato pubblica lettura al messaggio di Vespasiano, chiese che le legioni e il popolo giurassero fedeltà al nuovo imperatore. In seguito Alessandro si dedicò ai preparativi per accogliere Vespasiano, mentre la notizia si diffondeva in tutto l'Oriente romano e ogni città festeggiava la lieta notizia, compiendo sacrifici per il nuovo imperatore.<ref name="GFlavioIV.10.6" />
Riga 182:
=== Principato (69-79) ===
E mentre Tito [[assedio di Gerusalemme (70)|stringeva d'assedio Gerusalemme]], Vespasiano si imbarcò ad Alessandria su una nave da carico, per poi approdare all'isola di [[Rodi]]; da qui continuò il viaggio su [[trireme|triremi]] ricevendo accoglienze festose in qualunque città egli decidesse di fermarsi lungo il percorso. Dalla Ionia, infine, passò in Grecia, poi all'isola di ''[[Corfù|Corcira]]'' e da qui al [[santa Maria di Leuca|promontorio Iapigio]], da dove proseguì via terra per la capitale.<ref>Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 2.1.</ref> [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] racconta che Vespasiano fu accolto festosamente in tutte le città d'[[Italia romana|Italia]], ma soprattutto a [[Roma (città antica)|Roma]] dove ricevette accoglienze entusiastiche sia da parte del popolo sia delle più importanti personalità cittadine, provandone una grandissima soddisfazione.<ref name="GFlavioVII.4.1">Giuseppe Flavio, ''La guerra giudaica'', VII, 4.1.</ref>
{{Citazione|
{{Citazione|Quando
Giunto così a Roma<ref name="SvetonioVesp8">[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''Vita di Vespasiano'', 8.</ref> nella primavera del 70, Vespasiano dedicò fin dall'inizio ogni sua energia a riparare i danni causati dalla guerra civile. Restaurò la disciplina nell'esercito che sotto Vitellio era stata piuttosto trascurata, e con la cooperazione del Senato, riportò il governo e le finanze su solide basi.
Riga 257:
==== Politica estera e provinciale ====
{{vedi anche|Limes romano|province romane|regno cliente (storia romana)}}
Ridusse nuovamente a provincia l'[[Acaia (provincia romana)|Acaia]] (abrogando il provvedimento di Nerone che le aveva concesso l'indipendenza), unì le due province di [[Licia e Panfilia
===== In Oriente =====
Riga 304:
=== Morte ===
Fu capace di scherzare anche nei suoi ultimi momenti di vita, quando esclamò: «''Purtroppo temo che mi stia trasformando in un Dio''» (in [[Lingua latina|latino]]: "''Vae, puto deus fio"'').<ref name="SvetonioVesp23"/> Egli continuava, però, a compiere i suoi doveri di imperatore, ricevendo anche le legazioni mentre stava a letto. Sentendosi infine morire per un improvviso attacco di dissenteria, esclamò: «''Un imperatore deve morire in piedi''». E mentre tentava di alzarsi, spirò tra le braccia di chi lo stava aiutando, il 23 giugno del 79, all'età di sessantanove anni,
=== Successione ===
Riga 335:
{{Albero genealogico | | | | | | | | | | | VES | | | | DOM | | | | | | | | |VES=Vespasiano|DOM=Domiziano }}
{{Albero genealogico/fine}}
== Famiglia ==
Vespasiano sposò [[Flavia Domitilla maggiore|Flavia Domitilla]], figlia di [[Flavio Liberale]] e nota amante di [[Statilio Capella]], un ''[[Ordine equestre|equestrus]]'' di [[Sabratha (sito archeologico)|Sabratha]]. Domitilla morì prima del 69, dopo aver dato a Vespasiano due figli e una figlia:<ref name="SvetonioVesp3"/>
* [[Tito (imperatore)|Tito Flavio Vespasiano]] (39 - 81), imperatore dopo suo padre;
* [[Flavia Domitilla minore]] (45 - 66), sposò [[Quinto Petilio Ceriale]] ed ebbe tre figli, fra cui [[Flavia Domitilla (figlia di Domitilla minore)|Flavia Petilia Domitilla]];
* [[Domiziano|Tito Flavio Domiziano]] (51 - 96), imperatore dopo suo fratello.
Dopo essere rimasto vedovo, Vespasiano visse apertamente con la sua concubina [[Antonia Caenis|Antonia Cenide]], con cui aveva una relazione da diversi anni già durante il matrimonio e che proseguì fino alla morte di lei nel 75.<ref name="SvetonioVesp3"/>
== Monetazione imperiale del periodo ==
Line 394 ⟶ 403:
|}
Il grande storico [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]
{{Citazione|[...]
[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] lo descrive come un uomo giusto, onesto, molto legato alle sue origini famigliari, con la sola pecca di essere avido di denaro:<ref name="SvetonioVesp16">Svetonio, ''Vita di Vespasiano'', 16.</ref>
Line 419 ⟶ 428:
Militare di carriera, dimostrò di avere notevoli doti tattico-strategiche, evitando di esporre il proprio esercito a inutili rischi, quando non fosse strettamente necessario, come racconta [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] nel corso della [[prima guerra giudaica]]:
{{Citazione|«Se qualcuno
=== Autori moderni ===
|