Marcia su Roma: differenze tra le versioni

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|Nome_del_conflitto = Marcia su Roma
|Nome del conflitto =
|Parte_di = delladello [[Rivoluzione fascistasquadrismo]]
|Immagine = March on Rome 1922 - Alle porte di Roma.png
|Didascalia = {{tutto attaccato|Fascisti marciano verso Roma (28 ottobre [[1922]])}}
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* Nascita del [[Governo Mussolini]]
|Schieramento1 = {{tutto attaccato|{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Governo Facta II]]}}
|Schieramento2 = {{tutto attaccato|{{simbolo|Flag of the National Fascist Party (PNF).svg}} [[Partito Nazionale Fascista]]}}
|Comandante1 = {{tutto attaccato|[[VittorioLuigi Emanuele III di SavoiaFacta]]}}<br>[[Marcello /Soleri]]<br>[[LuigiEmanuele FactaPugliese]]
|Comandante2 = [[Benito Mussolini]]<br />[[Emilio De Bono]]<br />[[Italo Balbo]]<br />{{tutto attaccato|[[Cesare Maria De Vecchi]]}}<br />[[Michele Bianchi]]
|Effettivi1 =
|Effettivi2 =
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{{citazione
|Non posso però nascondere un profondo senso di amarezza e di dolore. Quanto è avvenuto mi ha riempito di tristezza, ma anche di umiliazione, perché per la prima volta è entrata nell'esercito italiano, sia pure per fini idealistici, la sedizione. ''(Commenti)''. [...] Altra cosa è un'azione di volontari, altra è la partecipazione di soldati dell'esercito regolare. Il soldato che rompe la disciplina, sia pure per alti fini, è contro la patria. Chi lo induce, con blandizie, sia pure per fini non volgari, sia pure per tendenze idealistiche, ad atti di sedizione, mette il soldato contro la patria.
|[[Francesco Saverio Nitti]], [[PresidentiPresidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia|presidente del Consiglio dei ministri]], discorso alla Camera, 13 settembre 1919<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Atti del Parlamento Italiano. Discussioni della Camera dei Deputati, XXIV Legislatura|volume=XIX|città=Roma|editore=Tipografia Camera dei Deputati|anno=1919|p=21090|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg24/sed388.pdf}}</ref>}}
 
Vennero poi sciolte le camere e organizzate nuove elezioni, con nuove minacce eversive da parte fascista.
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[[File:Giuseppe Di Vagno 1921.jpg|thumb|[[Giuseppe Di Vagno]]]]
Nel 1921 crebbe il numero di violenze da parte fascista, tanto che a gennaio e a febbraio si ebbero articoli di giornali di parte governativa che invitavano a interrompere queste azioni, pur volendole giustificare come reazione alle violenze socialiste.<ref>{{cita news|titolo=La politica interna|pubblicazione=La Tribuna|data=1921-02-01|p=1|url=http://www.14-18.it/periodici/IEI0105530/1921/n.27|accesso=30 luglio 2022|dataarchivio=30 luglio 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220730140313/http://www.14-18.it/periodici/IEI0105530/1921/n.27|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|titolo=I partiti e lo Stato|pubblicazione=Il Messaggero|data=1921-02-01|p=1|url=http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/img/giornale/BVE0664750/1921/n.027/original}}</ref>
Durante il periodo delle [[Elezioni politiche in Italia del 1921|elezioni politiche del maggio 1921]] queste violenze però aumentarono ancora e si ebbero sempre più casi di complicità da parte di appartenenti alle forze dell'ordine.<ref>{{cita|Albanese|p. 27}}.</ref> I risultati elettorali segnarono una flessione per i socialisti e l'ingresso di una trentina di fascisti alla Camera (principalmente tramite liste dei [[Blocco Nazionale (1921)|Blocchi nazionali]]), che il 13 giugno aggredirono il deputato [[Francesco Misiano]], che aveva disertato durante la Prima guerra mondiale. Violenze in aula si ebbero durante le sedute del 21 giugno, del 20 luglio e del 22 luglio, con intervento del presidente.<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Atti del Parlamento Italiano. Discussioni della Camera dei Deputati|volume=I|città=Roma|editore=Tipografia Camera dei deputati|anno=1921|p=109|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg26/sed004.pdf}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo=Atti del Parlamento Italiano. Discussioni della Camera dei Deputati|volume=I|città=Roma|editore=Tipografia Camera dei deputati|anno=1921|p=417|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg26/sed013.pdf}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|titolo=Atti del Parlamento Italiano. Discussioni della Camera dei Deputati|volume=I|città=Roma|editore=Tipografia Camera dei deputati|anno=1921|p=506|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg26/sed015.pdf}}</ref> Fallì anche il tentativo di un [[patto di pacificazione]], perché non accettato dai fasci locali; le violenze continuarono e colpirono anche deputati, con l'aggressione di [[Claudio Treves]] e l'omicidio di [[Giuseppe Di Vagno]].<ref>{{cita|Albanese|pp. 29-30}}.</ref>
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[[File:Barricate di Parma, l'erezione in via Bixio.jpg|thumb|[[Fatti di Parma|Barricate antifasciste]] a [[Parma]] a inizio agosto]]
[[File:Angelo Filippetti.jpg|thumb|[[Angelo Filippetti]], sindaco socialista di Milano destituito dal prefetto [[Alfredo Lusignoli]] dopo l'occupazione del palazzo municipale da parte dei fascisti]]
Nel frattempo si intensificarono gli attacchi fascisti contro cooperative e camere del lavoro. In particolare a [[Ravenna]] il 26 luglio si tenne uno sciopero dell'[[Alleanza del Lavoro]], costituita da forze di sinistra; le squadre di [[Italo Balbo]] occuparono la città con nuove violenze, in un momento di crisi di governo. L'Alleanza del Lavoro promosse allora uno [[Sciopero legalitario]] per l'inizio di agosto. Nel tentativo di gestire la situazione, il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò nuovamente l'incarico a Facta per [[governo Facta II|formare un nuovo governo]]. Lo sciopero fu un sostazialesostanziale fallimento e diede il pretesto ai fascisti per occupare altre amministrazioni socialiste.<ref>{{cita|Albanese|pp. 41-43}}.</ref> Ci furono voci di spedizioni di fascisti verso Roma e furono presi provvedimenti per bloccare eventuali "treni sovversivi" diretti a Roma (poi non verificatisi).<ref>{{cita|Albanese|p. 43}}.</ref> A Milano i fascisti distrussero la sede dell{{'}}''Avanti!'' e occuparono il palazzo comunale a guida socialista (anche in questo caso l'amministrazione fu commissariata) e [[Aldo Finzi (politico)|Aldo Finzi]] dichiarò l'intenzione del partito di occupare tutti i comuni socialisti e uccidere una serie di nemici del fascismo. Vista la gravità della situazione tra il 5 e il 6 agosto fu ordinato ai prefetti di [[Ancona]], [[Brescia]], [[Genova]], [[Livorno]], [[Milano]] e [[Parma]] di cedere il potere all'autorità militare per il ripristino della normalità.<ref>{{cita|Albanese|p. 44}}.</ref>
 
{{citazione
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A Roma dal pomeriggio il comando era stato assunto dal generale [[Emanuele Pugliese]], comandante di divisione; egli aveva predisposto il piano di difesa della capitale con blocco degli snodi ferroviari di [[Civitavecchia]], [[Orte]], [[Avezzano]] e [[Segni (Italia)|Segni]] e disposizione di blocchi attorno alla città da parte dell'esercito.<ref>{{cita|Albanese|p. 91}}.</ref>
 
In serata Facta presentò al re (appena tornato a Roma) le dimissioni del proprio governo, dato che il giorno prima [[Vincenzo Riccio (politico)|Vincenzo Riccio]] si era dimesso da ministro.<ref name="civcatt2">{{cita pubblicazione|titolo=Cronaca contemporanea|pubblicazione=La Civiltà Cattolica|data=1922-11-18|pp=350-363|url=https://books.google.it/books?id=4BtKAQAAMAAJ&pg=PA350}}</ref> Nella notte, a causa delle notizie sull'insurrezione fascista, si tenne una riunione presso il ministero della Guerra, con Facta, i ministri Taddei e Soleri, il generale Pugliese e il colonnello [[Ottorino Carletti|Carletti]]. Pugliese respinse le accuse contro l'esercito, denunciando la mancanza di ordini precisi su come rispondere; fu stabilito di convocare subito un consiglio dei ministri., che decretò lo stato d'assedio in tutta Italia dalle ore 12 successive, l'interruzione delle linee ferroviarie, la sospensione del servizio telefonico pubblico e la censura telegrafica. Il mattino successivo ne fu data comunicazione ai prefetti con telegramma delle ore 7:30.<ref name="civcatt2"/><ref>{{cita|Albanese|p. 94-95}}.</ref>
 
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=== 29 ottobre ===
Mussolini non aveva partecipato alla marcia, ma era rimasto a Milano, dove si trovava il cd. "covo del fascismo" (la sede del giornale "''[[il Popolo d'Italia]]")''; nellala nottesera tra ildel 27 e il 28 si recò come spettatore al [[teatro Manzoni (Milano)|teatro Manzoni]], ostentando sicurezza sulla riuscita della marcia. Secondo un'altra fonte, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre si era portato a [[Cavallasca]], nella villa di [[Margherita Sarfatti]], per poter fuggire in Svizzera in caso di fallimento dell'azione armata.<ref>{{cita news|titolo="Mussolini impaurito dalla Marcia su Roma"|url=https://www.laprovinciadicomo.it/stories/cultura-e-spettacoli/101028_mussolini_impaurito_dalla_marcia_su_roma/|rivista=La Provincia di Como|data=2009-11-12}}</ref>
 
Visto lo stallo della situazione politica, però, il giorno 29 fu contattato da Roma per raggiungere la capitale e poter ricevere l'incarico dal re per formare il governo; partì in treno la sera stessa.<ref name="civcatt2"/>
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La mattina del 30 le squadre dei fascisti avevano raggiunto le vicinanze della capitale, dove erano ancora presenti i blocchi ordinati dal governo. Mussolini giunse a Roma in mattinata e incontrò il re per l'incarico di formare il [[Governo Mussolini|nuovo governo]] e l'elenco dei ministri fu presentato al sovrano la sera stessa; il re acconsentì anche a una sfilata delle squadre fasciste al monumento per il [[Milite Ignoto (Italia)|Milite ignoto]] e di fronte al Quirinale; le strade furono liberate dai blocchi attorno alle ore 13. Le colonne di fascisti si misero perciò in moto per entrare in Roma, ancora armate (soprattutto con armi cedute da membri dell'esercito o sottratte).<ref>{{cita|Albanese|pp. 111-113}}.</ref>
 
Non si fermarono però le violenze fasciste. La sede socialista in Via Seminario fu invasa e in serata fu devastata l'abitazione dell'onorevole [[Giuseppe Mingrino]]. AlVerso passaggiole della17:30 mentre la colonna guidatadi dafascisti [[Giuseppeabruzzesi capeggiata da Bottai]] attraversoentrava ilin città passando incolume da [[San Lorenzo (Roma)|quartiere di San Lorenzo]] cigrazie furonoad alcuniun colpiaccordo dsiglato con l'armaesercito dae fuoco;gli neantifascisti, seguìgruppi unadi battagliasquadristi pertoscani tuttoassaltarono il quartiere operaio per compiere una rappresaglia contro la popolazione, che standonei allemesi notizieprecedenti dellsi era distinta per la resistenza contro le violenze fasciste. Gli squadristi, fiancheggiati dai militari che avrebbero dovuto garantire l'epocaordine provocòpubblico, setteiniziarono così a sparare contro sedi politiche, sindacali, osterie e case di antifascisti. A fine giornata si conteranno 8 morti e numerosi13 feriti;<ref nelloname=Polo-83>{{cita|Polo|p. stesso83}}.</ref>. quartiereI sifascisti ebberoferiti nuovefurono violenzequattro<ref anchename=Polo-83>{{cita|Polo|p. il83}}.</ref>. giornoLa successivosera seguente uno squadrista sparerà contro un gruppo di antifascisti uccidendone uno e ferendone tre<ref name=Polo-75>{{cita|Polo|p. 75}}.</ref>. <ref name="civcatt2"/>
 
=== 31 ottobre ===
[[File:Giuseppe Lemmi 1922.jpg|thumb|Giuseppe Lemmi, aggredito e dileggiato per le strade dai fascisti]]
Il 31 ottobre sul quotidiano ''Il Popolo d'Italia'' fu pubblicato l'ordine di smobilitazione.<ref>{{cita news|titolo=L'ordine di smobilitazione|rivista=Il popolo d'Italia|data=31 ottobre 1922|p=1|url=http://teca.bsmc.it/pub/images/materiale_a_stampa/periodico/Popolo%20d%60Italia%28Il%29/CUB0706991_1922_00010/CUB0706991_1922_00010_135.jpg}}</ref> Ci furono però nuove violenze, con bastonature e somministrazioni di olio di ricino e con attacchi contro le abitazioni di [[Nicola Bombacci]], di [[Francesco Saverio Nitti]] e di [[Elia Musatti]];. Presso la [[stazione di Roma Termini|stazione Termini]] è assassinato l'invalido di guerra Attilio Battaglini<ref name=Polo-75>{{cita|Polo|p. 75}}.</ref>. Vicino al Viminale Giovan Battista Capra, un cameriere pavese, è riconosciuto da gruppo di fascisti della sua città e ucciso<ref name=Polo-75>{{cita|Polo|p. 75}}.</ref>. L'ex capo degli Arditi del Popolo [[Argo Secondari]] è aggredito e ridotto in fin di vita da una squadraccia. La sera stessa uno squadrista inoltratosi a San Lorenzo sparerà contro un gruppo di antifascisti uccidendone uno e ferendone tre<ref name=Polo-75>{{cita|Polo|p. 75}}.</ref>. fatti simili furono registrati anche nei giorni successivi, come nel caso dell'aggressione al comunista Giuseppe Lemmi il 1º novembre.<ref name="civcatt2"/>
 
{{citazione
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|dall'intervento di Filippo Turati alla Camera dei deputati<ref>{{cita libro|capitolo=Tornata di venerdì 17 novembre 1922|titolo=Atti parlamentari. Camera dei deputati|volume=IX|città=Roma|editore=Tipografia Camera dei deputati|anno=1923|pp=8421-8422 e 8424|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg26/sed189.pdf|accesso=1º giugno 2022}}</ref>}}
 
Durante il ventennio, la marcia su Roma fu presentata dal regime e da Benito Mussolini come la "rivoluzione fascista" e ogni anno veniva numerato a partire da quell'evento ("anno I della rivoluzione fascista" etc). Invece, durante la [[Repubblica Sociale Italiana]], Mussolini sostenne che la marcia su Roma non costituì una rivoluzione, perché era stato mantenuto il re come capo dello stato, richiamando in parte le parole di Turati.
 
{{citazione
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[[File:Nascita di una dittatura - Umberto Terracini.jpg|thumb|''[[Nascita di una dittatura]]''. Intervista a [[Umberto Terracini]]]]
* ''[[Nascita di una dittatura]]'' (1972) è una trasmissione televisiva in sei puntate condotta da [[Sergio Zavoli]] in occasione del cinquantesimo anniversario dalla presa del potere fascista; nella quarta puntata sono presenti varie interviste ([[Tullio Benedetti]], [[Lando Ferretti]], [[Giovanni Gronchi]], [[Umberto Guglielmotti]], [[Rachele Guidi]], Agostino Iraci, [[Arturo Carlo Jemolo]], [[Roberto Lucifero d'Aprigliano|Roberto Lucifero]], [[Emilio Lussu]], [[Giovanni Battista Migliori]], [[Pietro Nenni]], [[Giorgio Pini]], [[Paolo Rossi (politico 1900)|Paolo Rossi]], [[Aldo Rossini]], [[Giuseppe Spataro]], [[Umberto Terracini]], Dante Maria Tuninetti), legate anche alla marcia su Roma.
* ''[[Tecnica di un colpo di Statostato: la marcia su Roma]]'' (1978) è una miniserie TV in quattro puntate diretta da [[Silvio Maestranzi]] andata in onda su [[Rai 2|TV2]] tra dicembre 1978 e gennaio 1979.<ref>{{cita web|url=https://www.teche.rai.it/sceneggiati-e-fiction-1978-1980/|titolo=Sceneggiati e Fiction 1978 - 1980|sito=Teche Rai|accesso=31 ottobre 2021}}</ref>
 
=== Brani musicali ===
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* {{cita libro|autore=G.F. Venè|wkautore=Gian Franco Venè|titolo=La lunga notte del 28 ottobre 1922|città=Milano|anno=1972|cid=Venè 1972|sbn=IT\ICCU\PUV\0181224}}
* {{cita libro|autore=G.F. Venè|titolo=Il golpe fascista del 1922. Cronaca e storia della marcia su Roma|città=Milano|anno=1975|altri= prefazione di [[Pietro Nenni]]|cid=Venè 1975|sbn=IT\ICCU\LIA\0189879}}
* {{cita libro | autore= [[Gabriele Polo]]| titolo= Assalto a San Lorenzo: la prima strage del fascismo al potere| anno= 2024| editore= [[Donzelli Editore]]| città= [[Roma]]}}
 
== Voci correlate ==