Oratorio dei Vanchetoni: differenze tra le versioni

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{{Edificio religioso
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[[en:|Nome = Oratorio dei Vanchetoni]]
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|[[Immagine: = Oratorio dei vanchetoni 11.JPG|thumb|left|200px|La facciata]]
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L<nowiki>'</nowiki>'''Oratorio dei Vanchetoni''' è la sede dell'Arciconfraternita di San Francesco, situato in [[via Palazzuolo]] 17 a [[Firenze]].
|Regione = [[Toscana]]
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|InizioCostr = [[1602]]
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L{{'}}'''oratorio dei Vanchetoni''' è un [[chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[cattolicesimo|cattolico]] situato in [[via Palazzuolo]] 17 a [[Firenze]], la sede dell'Arciconfraternita di San Francesco.
 
==Storia eStoria architettura==
{{vedi anche|Congregazione della Dottrina Cristiana}}
Il tessitore [[Ippolito Galantini]] (sul portale si trovava un suo busto seicentesco, oggi in deposito) si dedicò all'insegnamento della dottrina cristiana, fondando la [[Congregazione della Dottrina Cristiana]] ed i membri della Compagnia ebbero l'appellativo di ''Vanchetoni'', per il modo di camminare cheti e silenziosi, e di ''bacchettoni'', in riferimento alla bacchetta usata a scopo penitenziale (tutt'oggi ''bacchettone'' indica una persona moralista o dotata di eccessivo zelo religioso).
 
Il fondatore fece costruire dal [[1602]] l'oratorio e la sede della confraternita su disegno probabilmente di [[Matteo Nigetti|Matteo]] e [[Giovanni Nigetti]], grazie aglia aiutiun munificiterreno diconcesso [[Maria Maddalena d'Austria]],dai mogliefrancescani di [[CosimoOgnissanti II(Firenze)|Ognissanti]], e dell'arcivescovofu [[papa Leone XI|Alessandro de' Medici]], futuro [[papa Leone XI]], che poseposta la prima pietra, il [[14 giugno]] di quell'anno. NelIl [[1604]]4 eraottobre concluso1603 efu ilofficiato Galantini fondavaper la Congregazioneprima volta in onore alla festa di Sansan Francesco, dellaanche Dottrinase Cristiana.la conclusione ufficiale dei lavori si ebbe soltanto nel 1604.
 
Nel [[1619]] il fondatore scomparvemorì, e da allora i confratelli, che erano laici al pari dello stesso Ippolito, si dedicarono all'assistenza dei poveri e all'educazione evangelica dei bambini, godendo di grande prestigio per tutto il [[Seicento]] e il [[Settecento]]. Nel 1620, grazie agli aiuti munifici di [[Maria Maddalena d'Austria]], moglie di [[Cosimo II]], e dell'arcivescovo [[papa Leone XI|Alessandro de' Medici]], futuro [[papa Leone XI]], che pose la prima pietra il 4 novembre di quell'anno, si aggiunsero il vestibolo e la facciata su via Palazzuolo, forse su progetto di [[Matteo Nigetti]] coadiuvato dal fratello Giovanni. La lunga sala dove si riunivano i confratelli, dotata di una specie di coro ligneo su tre lati, fu affrescata fra il [[1633]] e il [[1640]] da alcuni dei migliori artisti sulla scena fiorentina.
 
Nel 1785 la confraternita fu una delle nove in tutto il Granducato a non venire soppressa da [[Pietro Leopoldo]]. Nel 1825, durante i festaggiamenti per la beatificazione del fondatore, venne aggiunto il [[campanile a vela]].
La lunga sala dove si riunivano i confratelli, dotata di una specie di coro ligneo su tre lati, fu affrescata fra il [[1633]] e il [[1640]] da vari artisti.
 
Ai confratelli, che nel frattempo avevano venduto una parte del patrimonio artistico mobile (oggi in alcuni famosi musei del mondo), restò l'oratorio, alcuni appartamenti e l'obbligo della [[preghiera]]. Nel 2008 la confraternita è stata oggetto di un tentativo di soppressione per alcune irregolarità, che non rispettavano più le finalità religiose dello Statuto. Ne è nato un contenzioso con la diocesi che si è protratto per un decennio, e che ha segnato una lunga chiusura dell'oratorio, sebbene nel frattempo interessato da restauri. Conclusa la vertenza con il mantenimento della confraternita, l'oratorio è stato riaperto solennemente il 4 ottobre 2019.
L'attività spirituale della confraternita era divisa in quattro "tornate", ed aveva regole dure e rigide. Le loro scuole erano aperte anche agli adulti ed esisteva anche una scuola del "noviziato", dove venivano formati i nuovi catechisti. A capo della congregazione era eletto un Guardiano a vita. L'attività simbolo della confraternita, divenuta nel frattempo Arciconfraternita poiché a capo di altre sedi in [[Toscana]] e in [[Emilia]] , era la "cena dei cento poverelli", dal rigido cerimoniale: l'ultima domenica di [[carnevale]] venivano invitati nella sede fiorentina cento poveri del quartiere, di età superiore ai cinquanta anni, e dopo essere stati rasati, rivestiti dell'abito della congregazione, confessati e comunicati, venivano fatti sedere ad un tavolo riccamente apparecchiato, dove consumavano una cena in silenzio mentre ascoltavano musica e letture cristiane.
 
== Descrizione ==
Nel [[1785]] [[Pietro Leopoldo]] soppresse tutte le confraternite religiose, con pochissime eccezioni quali l'[[Arciconfraternita della Misericordia]] e l'Arciconfraternita della Dottrina Cristiana, appunto.
[[File:Oratorio dei vanchetoni, aula, 03.jpg|thumb|Interno dell'oratorio]]
La sala principale dell'oratorio, che ne fa il più grande di Firenze, reca nel soffitto una serie di affreschi realizzati tra [[1639]] e [[1640]], che rappresenta un importante compendio della pittura fiorentina degli anni trenta del Seicento. Al centro è un grande ovale con lo [[stemma mediceo]] di [[Pietro Liberi]], mentre tutt'intorno si dispongono, in scomparti rettangolari, ottagonali allungati e mistilinei, affreschi incorniciati a fingere ''quadri riportati'', caratterizzati dalla ricerca diversificata sull'illusionismo prospettico.
 
[[Domenico Pugliani]], forse appartenente alla confraternita e coordinatore o capo dell'impresa pittorica, realizzò più scene e tra le più importanti, il ''San Francesco in Gloria'' vicino all'ingresso, l'affresco con le ''Sante Lucia, Caterina'' ''e'' ''Maddalena'' poco più avanti a sinistra provenendo dall'ingresso, e la ''Morte del Beato Ippolito Galantini'' nella parte più centrale. Sempre nella parte anteriore, nello scomparto rettangolare [[Giovanni Martinelli (pittore)|Giovanni Martinelli]] dipinse la ''Predica del Beato Ippolito Galantini con i santi'' ''Ignazio, Domenico, Giuseppe e Bernardino da Siena,'' con veduta di [[Porta al Prato]] e del luogo dove poi sorse l'oratorio) del 1639-1640, mentre nell'ottagono a destra [[Lorenzo Lippi]] affrescò le ''Sante Caterina, Agata e Cecilia'', probabilmente del 1639-40.<ref>{{Cita libro|autore=Chiara d'Afflitto|titolo=Lorenzo Lippi|anno=2002|città=Firenze|p=216}}</ref>
L'usanza della "cena dei cento poverelli", assieme ad altre, rimase in auge almeno fino all'inizio della [[seconda guerra mondiale]] , dopo la quale le attività caritatevoli diminuirono, fino ad arrestarsi negli [[anni Settanta]]. Ai confratelli, che nel frattempo avevano venduto una parte del patrimonio artistico mobile (oggi in alcuni famosi musei del mondo), restò l'oratorio, alcuni appartamenti e l'obbligo della [[preghiera]]. Recentemente la confraternita è stata oggetto di una polemica con il Comune e la Regione che l'ha dichiarata sopressa, in quanto non più rispettante le finalità dello Statuto circa l'insegnamento della dottrina cristiana e le opere di beneficenza. La vicenda, che è ancora oggi in contenzioso, è legata soprattutto al possesso di appartamenti nel centro città che vengono affittati a canoni irrisori a parenti e conoscenti dei confratelli.
 
Al centro è il grande affresco raffigurante lo [[stemma mediceo]] opera di [[Pietro Liberi]] che occupa lo spazio più vasto ed importante del soffitto.
==Opere d'arte==
Al centro della sala principale, che ne fa il più grande oratorio di Firenze, spicca un grande [[stemma mediceo]] di [[Pietro Liberi]], mentre tutt'intorno si trovano pitture a ''quadri riportati'' di [[Giovanni Martinelli]] (''Predica del Beato Ippolito Galantini'' - con veduta di [[Porta al Prato]] e del luogo dove poi sorse l'oratorio - i ''Santi Ignazio, Domenico, Giuseppe e BErnardino da Siena''), [[Domenico Pugliani]] (''Morte del Beato Galantini, San Francesco in Gloria, Santa Lucia, Santa Caterina'' e la ''Maddalena''), il [[Volterrano]] (''San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista, San Filippo Neri''), [[Cecco Bravo]] e [[Lorenzo Lippi]].
 
Nella parte più vicina all'altare, nell'ottagono a sinistra il [[Volterrano]] eseguì invece i ''Santi Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Filippo Neri'',<ref>{{Cita libro|autore=Maria Cecilia Fabbri, Alessandro Grassi, Riccardo Spinelli|titolo=Volterrano|anno=2013|città=Firenze|pp=110-111}}</ref> in quello a destra [[Cecco Bravo]] dipinse ''i Santi Zanobi, Antonino e Carlo Borromeo'', del 1639,<ref>{{Cita libro|autore=Anna Rosa Masetti|titolo=Cecco Bravo, pittore toscano del Seicento|anno=1962|città=Venezia|pp=86-87}}</ref> inframezzati dal rettangolo nel quale è la menzionata ''Morte del Beato Galantini'' del [[Domenico Pugliani|Pugliani]].
Un cappella dietro l'altare conserva un grande Crocifisso cinquecentesco, mentre nella cappella del beato si trovano numerosi [[ex-voto]]. Notevoli sono gli antichi armadi di sagrestia intarsiati.
 
Subito sotto il soffitto corre un fregio affrescato che gira tutto intorno all'oratorio, con ''Virtù'', ''Allegorie'', e ''Storie bibliche'', eseguito nel 1734 da [[Niccolò Nannetti]] e [[Rinaldo Botti]].<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-nannetti_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=NANNETTI, Niccolò}}</ref>
==Bibliografia==
 
UnUna cappella dietro l'altare conserva un grande Crocifisso cinquecentesco, mentre nella cappella del beato si trovano numerosi [[ex- voto]]. Notevoli sono gli antichi armadi di sagrestia intarsiati.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*Anna Barsanti, ''Una Confraternita dimenticata'', in ''Paradigma'', 2, 1978, pagg. 115-133.
*Ludovica Sebregondi, ''Arciconfraternita della Dottrina Cristiana detta di San Francesco “dei Vanchetoni”'', in Francesca Carrara, Ludovica Sebregondi, Ulisse Tramonti, ''Gli Istituti di beneficenza a Firenze. Storia e architettura'', Alinea Editrice, Firenze, 1999, pp.&nbsp;61–69.
*''Guida d'Italia, Firenze e provincia'' ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.
*''Quando i "cento poveri" arrivavano in via Palazzuolo'', articolo del Corriere Fiorentino, 19 febbraio 2009, pag. 3.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sull'}}
{{ip|commons=Category:Vanchetoni (Florence)}}
 
== Collegamenti esterni ==
*[{{cita web|http://web.rete.toscana.it/Fede/index.htm |Fonte: I Luoghi della Fede a cura della Regione Toscana]}}
 
{{Ognissanti}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Architettura|cattolicesimo|Firenze}}
 
[[Categoria:Chiese di Firenze|Vanchetoni]]
 
[[en:Oratorio dei Vanchetoni]]