Oratorio dei Vanchetoni: differenze tra le versioni

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Il fondatore fece costruire dal [[1602]] l'oratorio e la sede della confraternita su disegno probabilmente di [[Giovanni Nigetti]], grazie a un terreno concesso dai francescani di [[Ognissanti (Firenze)|Ognissanti]], e fu posta la prima pietra il 14 giugno di quell'anno. Il 4 ottobre 1603 fu officiato per la prima volta in onore alla festa di san Francesco, anche se la conclusione ufficiale dei lavori si ebbe soltanto nel 1604.
 
Nel 1619 il fondatore scomparvemorì, e da allora i confratelli, che erano laici al pari dello stesso Ippolito, si dedicarono all'assistenza dei poveri e all'educazione evangelica dei bambini, godendo di grande prestigio per tutto il [[Seicento]] e il [[Settecento]]. Nel 1620, grazie agli aiuti munifici di [[Maria Maddalena d'Austria]], moglie di [[Cosimo II]], e dell'arcivescovo [[papa Leone XI|Alessandro de' Medici]], futuro [[papa Leone XI]], che pose la prima pietra il 4 novembre di quell'anno, si aggiunsero il vestibolo e la facciata su via Palazzuolo, forse su progetto di [[Matteo Nigetti]] coadiuvato dal fratello Giovanni. La lunga sala dove si riunivano i confratelli, dotata di una specie di coro ligneo su tre lati, fu affrescata fra il [[1633]] e il [[1640]] da alcuni dei migliori artisti sulla scena fiorentina.
 
Nel 1785 la confraternita fu una delle nove in tutto il Granducato a non venire soppressa da [[Pietro Leopoldo]]. Nel 1825, durante i festaggiamenti per la beatificazione del fondatore, venne aggiunto il [[campanile a vela]].
La lunga sala dove si riunivano i confratelli, dotata di una specie di coro ligneo su tre lati, fu affrescata fra il [[1633]] e il [[1640]] da alcuni dei migliori artisti sulla scena fiorentina.
 
Nel 1785 la confraternita fu una delle nove in tutto il Granducato a non venire soppressa da [[Pietro Leopoldo]].
 
Nel 1825, durante i festaggiamenti per la beatificazione del fondatore, venne aggiunto il [[campanile a vela]].
 
Ai confratelli, che nel frattempo avevano venduto una parte del patrimonio artistico mobile (oggi in alcuni famosi musei del mondo), restò l'oratorio, alcuni appartamenti e l'obbligo della [[preghiera]]. Nel 2008 la confraternita è stata oggetto di un tentativo di soppressione per alcune irregolarità, che non rispettavano più le finalità religiose dello Statuto. Ne è nato un contenzioso con la diocesi che si è protratto per un decennio, e che ha segnato una lunga chiusura dell'oratorio, sebbene nel frattempo interessato da restauri. Conclusa la vertenza con il mantenimento della confraternita, l'oratorio è stato riaperto solennemente il 4 ottobre 2019.
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Al centro è il grande affresco raffigurante lo [[stemma mediceo]] opera di [[Pietro Liberi]] che occupa lo spazio più vasto ed importante del soffitto.
 
Nella parte più vicina all'altare, nell'ottagono a sinistra il [[Volterrano]] eseguì invece i ''Santi Giovanni Evangelista, Giovanni Battista e Filippo Neri'',<ref>{{Cita libro|autore=Maria Cecilia Fabbri, Alessandro Grassi, Riccardo Spinelli|titolo=Volterrano|anno=2013|città=Firenze|pp=110-111}}</ref> in quello a destra [[Cecco Bravo]] dipinse ''i Santi Zanobi, Antonino e Carlo Borromeo'', del 1639,<ref>{{Cita libro|autore=Anna Rosa Masetti|titolo=Cecco Bravo, pittore toscano del Seicento|anno=1962|città=Venezia|pp=86-87}}</ref> inframezzati dal rettangolo nel quale è la menzionata ''Morte del Beato Galantini'' del [[Domenico Pugliani|Pugliani]].
 
Subito sotto il soffitto corre un fregio affrescato che gira tutto intorno all'oratorio, con ''Virtù'', ''Allegorie'', e ''Storie bibliche'', eseguito nel 1734 da [[Niccolò Nannetti]] e [[Rinaldo Botti]].<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-nannetti_%28Dizionario-Biografico%29/|titolo=NANNETTI, Niccolò}}</ref>