Vite dei Cesari: differenze tra le versioni

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|titoloorig = De vita Caesarum
|titolialt = Vita dei Cesari, Vita dei dodici Cesari
|immagine = Suetonius, De vita Caesarum, Berlin, Ms. lat. fol. 28.jpg
|didascalia = Manoscritto quattrocentesco dell'opera
|annoorig = tra il [[119]] e il [[122]]
|forza_cat_anno = 119
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|lingua = la
|editioprinceps = Roma, [[Giovanni Filippo De Lignamine]], 1470
|immagine = Gold aurei of the Twelve Caesars MET DP143307.jpg
|didascalia = [[Aureo|Aurei]] dei dodici Cesari biografati da Svetonio
}}
 
Le '''''Vite dei Cesari''''' conosciuto anche come '''''Vita dei Cesari''''' o '''''Vite dei dodici Cesari''''' (titolo originale [[lingua latina|latino]] ''De vita Caesarum'') sono un'opera storiografica di [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] ( 69 d.C. -ca. 126 d.C.). Scritta

Suddivisa in 8 libri, essa comprende le biografie di [[Gaio Giulio Cesare]] - (101 a.C.- 44 a.C., Pontifex[[Dittatore Maximus dal 63 a.C. e(storia romana)|dittatore]] dal 49 al 44 a.C.) - e dei seguentiprimi undici [[imperatori romani]]: da [[Ottaviano Augusto]] - nipote, figlio adottivo ed erede designato da Cesare stesso nel proprio testamento, che fu il primo imperatore - si conclude con la morte di [[Domiziano]] - Roma, 24 ottobre 51 – Roma, 18 settembre 96; imperatore dal settembre dell'81 -alla sua morte nel 96, coprendo così un arco temporale di quasi due secoli.

Perduto è l'incipit dell'opera, con la dedica a [[Gaio Setticio Claro]] e l'inizio della biografia di Giulio Cesare. Svetonio fu scrittore prolifico in latino e in greco di un imponente numero di opere, anch'esse perdute.
 
Le fonti a cui l'opera attinge sono i materiali contenuti negli archivi di stato, cui Svetonio aveva accesso nella sua qualità, prima, di "Procurator (segretario) a studiis" sotto [[Traiano]] (imperatore dal 98 al 117), poi "Procurator a bibliothecis" e infine "Procurator ab epistulis", sotto [[Adriano]] (imperatore dal 117 al 138).
 
== Struttura ==
Le vite, scritte durante il regno dell'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]]<ref>Forse iniziate già sotto Traiano, se ad esse si riferisce [[Plinio il Giovane]], V 10, 3, in cui chiede a Svetonio di pubblicare una buona volta l'opera a cui si stava dedicando.</ref>, furono dedicate al [[prefetto del pretorio]] [[Gaio Setticio Claro|C. Setticio Claro]]<ref>Come noto dal trattato ''De magistratibus'' di [[Giovanni Lido]].</ref> e comprendono:
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* Libro I: [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]<ref>Mutila dell'inizio, che comprendeva, probabilmente, anche la dedica a Claro.</ref>
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* Libro VIII: [[Vespasiano]], [[Tito (imperatore)|Tito]], [[Domiziano]]<ref>Secondo E. Noseda, ''Svetonio, la vita e l'opera'', in Svetonio, ''Vita dei Cesari'', Milano, Garzanti, 1977, pp. III ss. i due ultimi libri furono terminati dopo l'allontanamento dal palazzo, nel 122, in quanto la loro brevità e la quasi totale mancanza di citazioni da fonti archivistiche mostrano come Svetonio non avesse più accesso agli archivi palatini.</ref>
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Nell'analisi di ciascun [[imperatore]], Svetonio segue uno schema che, anche se modificabile a seconda delle esigenze dell'autore, rimane sempre lo stesso: descrizione delle origini familiari, carriera prima dell'assunzione del potere, vita pubblica e provvedimenti relativi a [[Roma]], vita privata, aspetto fisico e ultimi giorni prima della [[morte]].
 
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Sebbene, inoltre, non fosse mai stato un [[senatore]], Svetonio sposò il punto di vista del [[Senato romano]] che aveva avuto molti conflitti con i primi imperatori. Ciononostante la sua opera riveste un ruolo importante: ad esempio, è la fonte principale per la vita di [[Caligola]] e su altri aspetti in cui mancano altre fonti, come [[Tito Livio]] o [[Tacito]].
 
La sua opera funse anche da modello per le biografie imperiali scritte nel [[II secolo]] da [[Lucio Mario Massimo Perpetuo Aureliano|Mario Massimo]], che, sebbene sia andata perduta, sembra essere stata una delle principali fonti per la successiva ''[[Historia Augusta]]'', che è considerata una sorta di continuazione delle ''Vite'' di Svetonio, in quanto narra degli imperatori e degli [[usurpatori dell'Impero romano|usurpatori romani]] del [[II secolo|II]] e [[III secolo]].<br>

Ancora, nel [[IX secolo]], [[Eginardo]] prese a modello proprio Svetonio per la sua ''[[Vita et gesta Caroli Magni|Vita di Carlo Magno]]''.
 
== Tradizione manoscritta ==
[[File:Suetonius Lives of the Twelve Caesars 1540.jpg|thumb|Pagina di un'edizione del 1540|328x328px]]
Secondo quanto riportato da [[Giovanni Lido]], nel [[VI secolo]] circolavano versioni di ''Vite dei Cesari'' ancora complete di prefazione con dedica a C.Gaio Setticio Claro, prefetto del pretorio, e dell'inizio della ''Vita di [[Giulio Cesare|Cesare]]''.<ref>Lanciotti, Settimio. Prefazione a ''Vite dei Cesari'', edizione BUR (Biblioteca Universale Rizzoli), Milano, 1982, pag. 23</ref> Tre secoli dopo, quando Servato Lupo, abate del monastero di Ferrières in [[Francia]], sapendo che nel monastero di San Bonifacio a [[Fulda]] in [[Germania]] era conservato un esemplare dei ''Cesari'', chiese che gliene venisse inviata una copia trascritta, l'opera era già mutila del principio. Gli storici ritengono che da questa copia trascritta inviata a Lupo circa nell'anno 884, poi andata perduta insieme al modello di Fulda, discendano tutte le successive copie manoscritte dell'opera.
 
Il manoscritto più antico giunto fino a noi fu prodotto a [[Tours]] alla fine dell'VIII o inizio del [[IX secolo]], ed è conservato attualmente nella [[Biblioteca nazionale di Francia]]. Al manoscritto manca il prologo e la prima parte della vita di Giulio Cesare, come in tutti i manoscritti più recenti.