Dadamaino: differenze tra le versioni

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[[File:DadamainoBN537 003.jpg|thumb|right|Dadamaino durante l'installazione della mostra: "AA.VV. Casa degli artisti". Careof, [[Cusano Milanino]], giugno 1994]]
 
{{Bio
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== Biografia ==
=== Infanzia e giovinezza ===
Il 2 ottobre 1930 nasce a Milano Emilia Maino, figlia unica di Giovanni Maino, geometra per il Comune di Milano e per il Genio Civile, ed Erina Saporiti, casalinga.<ref>{{Cita web|http://archiviodadamaino.it/wp-content/uploads/2016/12/2010-Milano.pdf|p.101|23/05/2022}}</ref> Durante i bombardamenti della [[Seconda Guerra Mondiale]] la famiglia Maino sfolla a La Maddalena, frazione di [[Somma Lombardo]], dove vivevano i genitori di Erina Saporiti. La famiglia rimarrà a La Maddalena fino alla fine della guerra. Quando tornano a Milano, in via Vespri Siciliani 18, il padre riprende la professione ed Emilia compie gli studi liceali e si iscrive all'Università, verosimilmente alla facoltà di Medicina.
 
=== Anni Cinquanta e Sessanta ===
Nei primi [[Anni 1950|anni cinquanta]] Dadamaino parte come autodidatta, preferendo spesso i vasi con fiori come soggetto.<ref>{{Cita web|http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/16516/851078-1230229.pdf|tesi di laurea magistrale Ca Foscari-Dadamaino: dai Volumi a Sein und Zeit-pp.7-8|22/05/2022}}</ref> Punto di svolta rappresenta l'incontro con l'opera di [[Lucio Fontana]], nello specifico ''Concetto spaziale'' blu e viola con lustrini, insieme a una mostra di Yves Klein che cambieranno il suo modo di percezione artistica.<ref>{{Cita web|http://archiviodadamaino.it/wp-content/uploads/2016/12/2008-Milano-ilovepdf-compressed.pdf|L'assoluta leggerezza dell'essere p.7|22/05/2022}}</ref>
Nei primi [[anni Cinquanta]] Dadamaino è attratta dalla pittura e dipinge da autodidatta, per lo più vasi di fiori. Conosce l'opera di [[Lucio Fontana]] vedendo per caso un ''Concetto spaziale'' blu e viola con lustrini esposto in un negozio di elettrodomestici tra [[piazza Cordusio]] e [[via Broletto]]: ne rimane impressionata come da una rivelazione improvvisa.
 
Da questo momento Dadamaino fa partire la propria storia artistica eEsordisce nel 1956 esordisce nel mondo dell'arte partecipando al ''Premio di Pittura “Cesare da Sesto”'' a [[Sesto Calende]]. In questo periodo la giovane artista iniziaComincia a farsi chiamare Eduarda, da cui deriva il diminutivo Dada.
Il 4 aprile 1957 la Galleria del Grattacielo di Enzo Pagani inaugura al Circolo della Stampa di Milano il ''Premio per l’autoritratto''., dove Dadamaino partecipa proponendo un suo autoritratto: un dipinto figurativo, dove da uno sfondo colorato e indefinito, emerge un volto femminile, caratterizzato da grandi occhi chiari, naso aquilino e labbra rosse e carnose. Linee bluastre ombreggiano l'ampio ovale. Tra gli altriAltri artisti partecipanti figuranosono [[Enrico Baj]], [[Roberto Crippa]], [[Lucio Fontana]] e [[Piero Manzoni]].
IniziaIn questo periodo inizia a frequentare il [[Bar Jamaica]], all'epoca centro dell'avanguardia milanese, dove conosce, tra gli altri, [[Piero Manzoni]], i fotografi Giovanni Ricci e [[Uliano Lucas]].
 
Il 31 maggioNel 1958 inaugura la sua prima mostra personale alla Galleria dei Bossi di Milano a cura di Angel Vargas. Nonuna sonoserie note ledi opere esposteche dall'artistanon sono note, ma Vargasdefinite affermada che DadamainoVargas “presenta nelle opere di nuovissima tendenza un equilibrio di volumi sapientemente costruiti, dove i rapporti spazio-luce raggiungono una propria autonomia, creando elementi convertibili in nuove sensazioni visive ed infine una modernissima dinamica”.
Il 4 aprile 1957 la Galleria del Grattacielo di Enzo Pagani inaugura al Circolo della Stampa di Milano il ''Premio per l’autoritratto''. Dadamaino partecipa proponendo un suo autoritratto: un dipinto figurativo, dove da uno sfondo colorato e indefinito, emerge un volto femminile, caratterizzato da grandi occhi chiari, naso aquilino e labbra rosse e carnose. Linee bluastre ombreggiano l'ampio ovale. Tra gli altri artisti partecipanti figurano [[Enrico Baj]], [[Roberto Crippa]], [[Lucio Fontana]] e [[Piero Manzoni]].
 
È probabile che in questo periodo Piero Manzoni facesse da tramite per alcune delle esposizioni di Dadamaino.
Inizia a frequentare il [[Bar Jamaica]], centro dell'avanguardia milanese, dove conosce, tra gli altri, [[Piero Manzoni]], i fotografi Giovanni Ricci e [[Uliano Lucas]].
 
IlNel 271959 aprile 1959presso la Galleria del Prisma le dedicaavviene la mostra personale ''Maino'', a cura di Enotrio Mastrolonardo. NonAnche sonoqueste noteopere lepresentate operesono esposteignote, persi l'occasionesa solo mache ilnel testo critico di Mastrolonardo descrivesono descritti dei lavori riconducibilivicini all'ambito Informale, caratterizzati da una gamma cromatica chiara, all'interno della qualedove si dispiegano linee e incisioni che penetrano nel colore.
Il 31 maggio 1958 inaugura la sua prima mostra personale alla Galleria dei Bossi di Milano a cura di Angel Vargas. Non sono note le opere esposte dall'artista, ma Vargas afferma che Dadamaino “presenta nelle opere di nuovissima tendenza un equilibrio di volumi sapientemente costruiti, dove i rapporti spazio-luce raggiungono una propria autonomia, creando elementi convertibili in nuove sensazioni visive ed infine una modernissima dinamica”.
<ref>{{Cita web|https://archiviodadamaino.it/documenti/|anni 50-1959-Galleria Prisma-Mastrolonardo|22/05/2022}}</ref><ref>{{Cita web|https://archiviodadamaino.it/biografia/#_ftnref1|Biografia a cura di Cristina Celario|22/05/2022}}</ref>
 
A settembre, con la probabile mediazione di Manzoni, è inclusa in una mostra collettiva alla Galleria del Prisma di Milano; galleria dove a febbraio di quell'anno aveva avuto luogo la mostra ''Manzoni, Castellani, Bonalumi''.
 
Il 27 aprile 1959 la Galleria del Prisma le dedica la mostra personale ''Maino'', a cura di Enotrio Mastrolonardo. Non sono note le opere esposte per l'occasione ma il testo critico di Mastrolonardo descrive dei lavori riconducibili all'ambito Informale, caratterizzati da una gamma cromatica chiara all'interno della quale si dispiegano linee e incisioni che penetrano nel colore.
 
Sollecitata dalla Soprintendenza di Roma e dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a compilare una scheda informativa e inviare materiale bio-bibliografico, dichiara che i suoi collezionisti al 24 giugno 1959 sono Lorenzin, Marinino, Simonetti, Centonza, Russoli, Fontana, Mastrolonardo, Jucker, Brinieri, Gastaldelli, Rufi, Riden, Geitlinger, Totti e che suoi disegni risultano al Museo della Grafica dell'Università di Pisa, al Museo Brooklyn e nella raccolta Servolini. Lucio Fontana a quella data ha acquistato già un'opera di Dadamaino, in segno di stima e di incoraggiamento per la giovane artista.
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Nei primi mesi del 1964 prepara le opere da spedire al [[Musée des Arts Décoratifs]] di [[Parigi]] per l'esposizione internazionale ''Nouvelle Tendance'', prevista per i mesi di aprile e maggio. Per l'occasione espone tre opere mai presentate prima: due ''Oggetti ottico-dinamici'', composti da piastrine in alluminio tese su fili di nylon secondo rapporti geometrici che generano effetti ottici, e un ''Oggetto ottico-dinamico indeterminato'', composto da 3 anelli di metallo speculari, di grandezza degradante verso l'interno, che poggiano su un piano circolare a righe bianche e nere. Il piano è illuminato dall'alto e messo in movimento da un motore. In questo modo il disegno ottico del piano si riflette continuamente lungo le superfici specchianti degli anelli, creando dei giochi ottico-cinetici che danno la sensazione che siano proprio gli anelli a muoversi ed intersecarsi.
 
In questi anni realizza anche le ''Spirali rotanti'' - costituite da una serie di anelli sovrapposti con inserite ad incastro delle lamelle, senza alcuna saldatura - con lamelle di diversi materiali: ottone cromato, acciaio inossidabile, alluminio anodizzato e plexiglas; tutti materiali conduttori di luce così da creare oggetti rotanti e luminosi. In estate Dadamaino è invitata con [[Gianni Colombo (artista)|Colombo]], Manzoni, Castellani, Dorazio, Fontana, Klein, Kusama, Mack, Piene, Roth, Soto, Uecker, Verheyen alla rassegna itinerante ''Mikro Zero/Nul. Mikro Nieuw Realisme'' alla Galleria Delta di Rotterdam, Jeugdfestival a [[Velp]] e alla Galerie Amstel 47 di Amsterdam.
 
Il 1964 è anche l'anno in cui muore Erina Saporiti, madre dell'artista.
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Il 5 maggio 1969 Dadamaino è nuovamente a Zagabria per l'inaugurazione di ''Tendencije 4'' con [[Marina Apollonio]], Alberto Biasi, Angel Duarte, Karl Gerstner, Marcello Morandini, il Gruppo MID. Il 1969 è anche l'anno di ''Campo Urbano'', manifestazione organizzata da [[Luciano Caramel]] nelle vie e nelle piazze di Como. In quest'occasione Dadamaino realizza, alle ore 21 del 21 settembre presso il molo di Sant'Agostino, l'environnement ''Illuminazione fosforescente automotoria sull'acqua'', disperdendo sulla superficie del bacino del lago di Como circa mille tavolette di polistirolo ricoperte di vernice fosforescente. Allo spegnimento delle luci del lungo lago, queste emettono luminosità e riflessi lasciandosi ondeggiare sull'acqua riportando l'attenzione della gente al lago, visivamente inosservato nella vita quotidiana.
 
L'intenzione è dunque quella di far riscoprire e possibilmente riproporre il lago stesso sotto un aspetto diverso, estetico, facendo godere agli spettatori un quadro di forme luminose, mosse liberamente e casualmente dall'acqua. L'ultimo progetto al quale l'artista lavora nel 1969, è l’l{{'}}''Environnement lumino-cinetico'' studiato per la Place du Châtelet di Parigi, su invito di [[Frank Popper]] che aveva indetto un concorso per la realizzazione di opere ambientali da collocare lungo le vie e le piazze parigine. Il progetto per l'ambiente prevedeva due percorsi, uno all'esterno e l'altro all'interno di un tunnel, dove gli spettatori sarebbero stati coinvolti fisicamente ed emotivamente. Dadamaino non vince il concorso, ma le tavole del progetto vengono esposte alla mostra ''Environnement lumino-cinétique sur la Place du Châtelet. Interventions artistiques dans la rue'' organizzata sempre da Popper al Centre National d’Art Contemporain di Parigi nel dicembre di quell'anno.
 
Nel gennaio 1970 muore il padre Giovanni Maino, al quale l'artista era particolarmente legata.
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Nella prima metà del 1970 Dadamaino si dedica a studi sistematici per la ''Ricerca del colore'' in cui utilizza i sette colori dello spettro ricercando il cromovalore medio tra questi - oltre che il bianco, il nero e il marrone (dieci colori). Espone i ''Componibili'', un ''Oggetto cinetico'' circolare, l'intera ''Ricerca del colore'' - composta di 100 tavolette 20 x 20&nbsp;cm con 4000 tonalità differenti - e i ''Fluorescenti'' in una personale alla galleria Diagramma di Milano. Questa mostra preparata sin dall'anno precedente segna una nuova svolta nel percorso creativo dell'artista. I ''Fluorescenti'' sono costituiti da strisce di plastificato fluorescente su tavola, che aumentano di dimensione dall'alto al basso e che possono essere eccitati da luce di Wood e mossi con un ventilatore o con le mani, per verificare l'esperienza cromo-tattile cinetica. Nel 1974 Dadamaino con Gonschior, Letto, Ludwig e Tornquist costituisce il gruppo "Team Colore"; come sottolineato da Luciano Caramel, il punto comune degli artisti del gruppo è la ricerca del colore con un atteggiamento analitico e matematico. Nel mese di maggio, durante la prima collettiva del gruppo presso la galleria Team Colore di Milano, l'artista espone un ''Cromorilievo''.
 
Nel 1976 Dadamaino concepisce l’l{{'}}''Alfabeto della mente'': rimasta profondamente colpita dall'eccidio di palestinesi raccolti nel villaggio libanese di Tall el Zaatar, inizia a tracciare piccoli segni che descrivano la sua protesta impotente. Segni verticali e orizzontali si alternano in maniera ossessiva, una sorta di “h” muta, che tende a riempire completamente lo spazio bianco del foglio - che si sviluppano fino a creare una sorta di alfabeto illeggibile e personale. Tele e fogli sono invasi da questi grafemi, senza soluzione di continuità. L'artista lavora a mano libera, con una penna, ripetendo un solo segno per superficie senza legarlo agli altri. Nel dicembre 1977 il Salone Annunciata di Milano inaugura la personale ''Dadamaino. Dall’“Inconscio razionale” all’“Alfabeto della mente”. 1975-1977'' e pubblica una brochure con uno scritto di Dadamaino dove l'artista spiega la svolta degli ultimi lavori, vicini alla ''tabula rasa'' del 1958 avvenuta con la realizzazione dei ''Volumi''. Nel 1978 inizia a lavorare all'opera ''I fatti della vita'': una stanza interamente gremita di fogli di diverse dimensioni e colori, dove ogni foglio presenta il ripetersi ossessivo dei grafemi concepiti con l’l{{'}}''Alfabeto della mente'', cadenzati da intervalli e spazi bianchi. Le pareti della stanza diventano una sorta di diario dell'artista, dove nelle diverse vibrazioni della penna sembra di scorgere diversi momenti: pensieri, emozioni, umori, ma anche spunti di cronaca e riferimenti a semplici fatti quotidiani.
 
Nel 1980 l'artista partecipa alla ''Biennale di Venezia'' con una sala personale all'interno del Padiglione Italia. Curatore del Padiglione è [[Vittorio Fagone]] che propone artisti di punta della ricerca artistica italiana negli anni Settanta: Agnetti, Bartolini, Battaglia, Carpi, Dadamaino, Griffa, Olivieri, Patella, Vaccari, Verna, Zaza. La sala dedicata a Dadamaino apre l'esposizione con ''I fatti della vita'' - esposta pochi mesi prima allo Studio Grossetti di Milano - ampliata da centosessanta a quattrocentosessantuno fogli, che saturano completamente tre pareti della sala.
 
Nel 1981 inaugura una importante personale alla Galerie Walter Storms di Villingen dove, oltre all’all{{'}}''Alfabeto della mente'' e a ''I fatti della vita'', espone per la prima volta le ''Costellazioni'', opere dove il segno grafico diventa sempre più piccolo, perde ogni riferimento ad un ipotetico alfabeto mentale e tende ad addensansi o disperdersi, simulando moti molecolari e galassie stellari. In questi lavori riappare il colore, utilizzato comunque in modo monocromatico su ogni singolo foglio. Le ''Costellazioni'' sono esposte per la prima volta in Italia nell'agosto 1982, al Museo Butti di Viggiù in una personale a cura di [[Flaminio Gualdoni]].
 
Dal 28 gennaio al 28 febbraio 1983 il PAC di Milano organizza una doppia personale dedicata a Dadamaino e all'artista cecoslovacco [[Stanislav KolibalKolíbal]]. L'esposizione, a cura di Mercedes Garberi, rientra in un ciclo di proposte culturali dal titolo ''Installazioni'', dedicato ad artisti che non sono mai rientrati interamente in una scuola o tendenza. Per l'occasione Dadamaino presenta un'ampia selezione dei suoi lavori, dai ''Volumi'' alla ''Ricerca del colore'', dall’dall{{'}}''Alfabeto della mente'' alle ultime ''Costellazioni''.
 
Nel 1987 Dadamaino inizia a lavorare al ciclo ''Il movimento delle cose,'' sottili segmenti tracciati con una china nera su fogli di plastica trasparente. Questi piccoli segni si moltiplicano in maniera dinamica sull'intera superficie dei fogli, generando gorghi, sinuosità, percorsi. Nel 1989 l'artista tiene una mostra personale allo Studio Reggiani di Milano curata da Flaminio Gualdoni, dove espone le ultime opere appartenenti alla serie ''Passo dopo passo''.
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Nel 1990 prende nuovamente parte alla ''Biennale di Venezia'' con una sala personale all'interno del Padiglione Italia. I curatori del padiglione Laura Cherubini, Flaminio Gualdoni e [[Lea Vergine]] propongono diciassette artisti: Anselmo, Benati, Boetti, Dadamaino, De Dominicis, De Maria, Gallo, Garutti, Guerzoni, Mainolfi, Mariani, Maraniello, Olivieri, Pisani, Tatafiore, Tirelli e Trotta. Dadamaino, unica presenza femminile, espone due lavori del ciclo ''Il movimento delle cose'', delle dimensioni di 1,22 x 18 metri ciascuno: enormi fogli in poliestere sospesi in aria con due zanche, che seguono due direzioni differenti all'interno della sala.
 
Il 1991 è caratterizzato da tre rilevanti mostre personali, la prima delle quali è una antologica inaugurata nel mese di giugno presso lo Studio d'Arte Contemporanea Dabbeni. Dal 12 al 30 ottobre Elena Pontiggia cura la mostra ''Dadamaino. Interludio 1981'' alla galleria Il Triangolo Nero di [[Alessandria]], dove sono presentate una serie di carte inedite del 1981 dal titolo ''Interludio'' in cui alcuni grafemi concepiti con l’l{{'}}''Alfabeto della mente'' si fanno sempre più piccoli e nervosi, ora disperdendosi in spazi vuoti ora addensandosi. Queste opere rappresentano un periodo di riflessione dell'artista dopo ''I fatti della vita'' e prima dell'avvio del ciclo ''Costellazioni''. Dal 18 ottobre al 6 dicembre Dadamaino tiene inoltre una mostra a Napoli al Framartstudio, dove espone dieci lavori appartenenti al ciclo ''Il movimento delle cose''. La personale alla Framartstudio è poi replicata nella sede milanese della galleria nel 1992, dove a causa degli spazi ristretti della sede milanese rispetto a quella napoletana, Dadamaino realizza pannelli più piccoli accostabili sempre al ciclo ''Il movimento delle cose''.
 
Il 20 marzo 1993 inaugura la sua personale antologica alla Casa del Mantegna di [[Mantova]] ''Dadamaino. Opere 1958-1993'', organizzata dal Gruppo 7 e in seguito si tiene ''Trilogia 3. Dadamaino, Gastini, Bertasa'' a [[Perugia]] presso il Centro Espositivo della Rocca Paolina. in occasione della quale viene pubblicato un catalogo a cura di Giorgio Bonomi. In ottobre Francesca Pasini cura la doppia personale ''Disegni. Giovanni Anselmo. Dadamaino'' alla Galleria Federica Inghilleri di Milano, dove [[Giovanni Anselmo|Anselmo]] propone una serie dei suoi disegni dal titolo ''Particolare della scritta infinito, ingrandita all'infinito'', e Dadamaino presenta due lavori di grande formato del ciclo ''Il movimento delle cose''. Sempre ad ottobre lo Stiftung für Konkrete Kunst di Reutlingen inaugura ''Dadamaino. Werke 1958-1993'' e realizza un catalogo con testi di Gabriele Kübler e Tommaso Trini.
 
Dall'11 febbraio al 9 aprile 1994 Dadamaino torna ad esporre allo Studio D'Arte Contemporanea Dabbeni in una mostra personale. Dopo l'antologica del 1991, l'artista propone ora tre nuovi lavori di grandi dimensioni appartenenti al ciclo ''Il movimento delle cose'' e sei ''Rilievi'' in cartoncino datati 1961. Nello stesso anno espone nella mostra ''Dadamaino, François Morellet, Günther Uecker'' che inaugura l'attività della galleria A arte Studio Invernizzi a Milano.
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Nel 2000 il Museum Bochum di [[Bochum]], in collaborazione con la galleria A arte Invernizzi di Milano, dedica a Dadamaino un'ampia mostra antologica dal titolo ''Dadamaino. Retrospektive 1958-2000'' a cura di Francesco Tedeschi.
 
Il 13 aprile 2004 Dadamaino muore a Milano dopo un periodo di malattia. Le sue ceneri riposano nel piccolo cimitero di La Maddalena, frazione di [[Somma Lombardo]], accanto alle spoglie dei genitori.
 
== Dadamaino nei musei ==
 
* [[Fondazione Biscozzi Rimbaud]] [[Lecce]]
* [[GAM]] Torino|GAM di Torino]]
* [[MAMbo]] di Bologna
* Museo Cantonale d'Arte di Lugano
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* [[Museo del Novecento]] di Milano
* [[Palazzo Fortuny|Museo Fortuny]] di Venezia
*[https://www.guggenheim-venice.it/it/ Collezione Guggenheim] di Venezia
*Collezione Roberto Casamonti, Firenze
*[[Tate Modern]] di Londra
*[[Philadelphia Museum of Art]], Philadelphia
*[[Museo di Grenoble|Musée de Grenoble]], Grenoble
*[[Centro Georges Pompidou|Centre Pompidou]] di Parigi
*[https://www.hiltiartfoundation.li/en/collection/ Hilti Art Foundation], Liechtenstein
 
==Note==
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* [http://archiviodadamaino.it/ Archivio Dadamaino] su archiviodadamaino.it/
* [http://www.artribune.com/tag/dadamaino/ Articoli su Dadamaino] su www.artribune.com
* [{{Collegamento interrotto|1=https://dadamaino.eyael.com/ Dadamaino]}} su Dadamaino dadamaino.eyael.com - sito dedicato all'artista in collaborazione con l'Archivio Dadamaino
* [https://web.archive.org/web/20180511012625/http://www.guggenheim-venice.it/collections/artisti/biografia.php?id_art=200 Dadamaino e la Peggy Guggenheim Collection di Venezia]
* {{cita web|https://www.videomuseum.fr/fr/search/DADAMAINO%20(MAINO%20Eduarda%20Emilia%2C%20dit)%E2%86%B9DADAMAINO%20(MAINO%20Eduarda%20Emilia%2C%20dit)|Opere di Dadamaino nelle collezioni pubbliche francesi d'arte moderna e contemporanea |lingua=fr}}