Atleta di Lussino: differenze tra le versioni
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{{NN|archeologia|giugno 2022}}
{{opera d'arte
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|titolo=Atleta di Lussino
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L<nowiki>'</nowiki>'''
Secondo l'[[accademico]] Nenad Cambi, dell'[[Università di Spalato]], l'opera sarebbe una copia di [[
Il professor Vincenzo Saladino, dell'[[Università di Firenze]], ritiene invece che il prototipo originale risalga a un'[[arte ellenistica|epoca ellenistica]], intorno al [[300 a.C.]], di cui l'atleta di Lussino costituisce una riproduzione in copia del [[I secolo|I]]-[[II secolo|II secolo d.C.]]<ref name="MinisteroCroato"/>
Un tentativo di attribuzione è stato compiuto dal prof. [[Paolo Moreno]], che ha ricondotto la tipologia della statua a un originale di [[Dedalo di
== Storia ==
[[File:Zagreb Apoxyomenos - head.JPG|thumb
La statua fu scoperta nel 1996 da un turista belga, il sommozzatore René Wouters, presso l'isola di [[Oriule Grande]] (Vele Orjule), a una profondità di circa 45
Ultimati gli interventi conservativi, la statua è stata esposta presso il Museo Archeologico di Zagabria dal 17 maggio al 30 settembre 2006. Dal mese di ottobre 2006, e fino al 30 gennaio 2007, l'opera è stata in tour in Italia: esposta a Firenze nelle sale del [[Palazzo Medici Riccardi]], è stata visitata da circa 80.000 visitatori, facendo registrare un notevole incremento della normale affluenza al museo.
La statua affondò in mare in un'epoca sicuramente non vicina alla data della sua fusione, come è stato rivelato dall'esame del materiale presente nella parte cava del bronzo. Essa - in base alla [[Datazione al radiocarbonio|radio-datazione al carbonio-14]] del materiale organico trovato all'interno della statua (un [[nocciolo (botanica)|nocciolo]] di [[Prunus persica|pesca]] e un rametto) - risalirebbe a un'epoca di prima [[età imperiale]], tra il [[20 a.C.]] e il [[110|110 d.C.]] All'inizio del [[II secolo|II secolo d.C.]] la statua atletica era quindi già antica ed era anche passata per alcune traversie: alcuni danni ne avevano resa necessaria la deposizione in orizzontale per qualche tempo, come dimostrato dall'esistenza, nella parte cava, di una [[Tana (zoologia)|tana]] di [[roditori]]. È possibile che, al momento dell'affondamento, la statua fosse in procinto di essere trasferita in una grande città, come [[Aquileia]], [[Ravenna]] o [[Pola]], viaggiando su una nave che percorreva una [[Rotta navale|rotta]] di [[cabotaggio]].▼
[[File:Apoxyomenos Pio-Clementino Inv1185.jpg|thumb|right|150px|L'Apoxyomenos vaticano (copia romana da originale bronzeo [[Lisippo|lisippeo]] - [[IV secolo a.C.]]).]]▼
Nei pressi del sito di ritrovamento è stata compiuta una ricerca subacquea ad ampio raggio, estesa su un'area di 10.000 metri quadrati, con uso di [[metal detector]] e altri strumenti. È stata effettuata, inoltre, una prospezione con sonde robotiche estesa su una più ampia area di 50.000 metri quadrati, che non ha rilevato tracce di un antico [[naufragio]], ma ha portato alla luce solo parti di ancore romane in piombo, cinque frammenti di [[anfora|anfore]] del II secolo d.C. e la base della statua. Questi risultati fanno presumere che la scultura fosse a bordo di una [[nave mercantile|nave oneraria]] romana, dalla quale sarebbe caduta accidentalmente per la rottura delle corde nel mare agitato, o sarebbe stata deliberatamente abbandonata in mare per alleviare il peso durante una tempesta. Ma l'esatto motivo che avrebbe indotto i marinai a sacrificare proprio
L'atleta di Lussino si presta a un immediato confronto con altri celebri esempi della stessa tipologia dell'[[Apoxyómenos]]. Esso differisce dalla realizzazione di [[Lisippo]], conosciuta da una copia romana ora ai [[Musei Vaticani]], in primo luogo per la diversa impostazione del gesto: l'atleta di Lussino non deterge l'avambraccio sollevato ma, con gli arti rivolti in basso, pulisce lo [[strigile]] con l'altra mano.▼
La tipologia richiama invece un'identica statua bronzea, rinvenuta a [[Efeso]] nel [[1896]], ora esposta al [[Kunsthistorisches Museum]] di [[Vienna]] e dimostratasi essere il calco bronzeo di altra opera in fusione<ref name="ArcheoSub">[http://www.archeosub.it/news2003/news0306.htm «Il bronzo di Lussino potrebbe appartenere a Dedalo di Sicione»], [[Italia Sera (quotidiano)|Italia Sera]] del 17.6.2003 (da archeosub.it)</ref>. ▼
== Descrizione e stile ==
La popolarità di cui, nell'[[antichità]], dovette godere la tipologia iconografica dell'Apoxyómenos, è testimoniata dal gran numero di reperti frammentari che ripropongono il medesimo tipo, forse tutte variazioni sul tema dell'esemplare originario di Lisippo.▼
▲[[File:Apoxyomenos Pio-Clementino Inv1185.jpg|thumb|
▲L'atleta di Lussino si presta a un immediato confronto con altri celebri esempi della stessa tipologia dell'[[Apoxyómenos]]. Esso differisce dalla realizzazione di [[Lisippo]], conosciuta da una copia romana ora ai [[Musei Vaticani]], in primo luogo per la diversa impostazione del gesto: l'atleta di Lussino non deterge l'avambraccio sollevato ma, con gli arti rivolti in basso, pulisce lo [[strigile]] con l'altra mano.
▲== Circostanze dell'affondamento o dell'abbandono della statua ==
▲La statua affondò in mare in un'epoca sicuramente non vicina alla data della sua fusione, come è stato rivelato dall'esame del materiale presente nella parte cava del bronzo. Essa - in base alla [[Datazione al radiocarbonio|radio-datazione al carbonio-14]] del materiale organico trovato all'interno della statua (un [[nocciolo (botanica)|nocciolo]] di [[Prunus persica|pesca]] e un rametto) - risalirebbe a un'epoca di prima [[età imperiale]], tra il [[20 a.C.]] e il [[110|110 d.C.]] All'inizio del [[II secolo|II secolo d.C.]] la statua atletica era quindi già antica ed era anche passata per alcune traversie: alcuni danni ne avevano resa necessaria la deposizione in orizzontale per qualche tempo, come dimostrato dall'esistenza, nella parte cava, di una [[Tana (zoologia)|tana]] di [[roditori]]. È possibile che, al momento dell'affondamento, la statua fosse in procinto di essere trasferita in una grande città, come [[Aquileia]], [[Ravenna]] o [[Pola]], viaggiando su una nave che percorreva una [[Rotta navale|rotta]] di [[cabotaggio]].
▲La tipologia richiama invece un'identica statua bronzea, rinvenuta a [[Efeso]] nel [[1896]], ora esposta al [[Kunsthistorisches Museum]] di [[Vienna]] e dimostratasi essere il calco bronzeo di altra opera in fusione<ref name="ArcheoSub">[http://www.archeosub.it/news2003/news0306.htm «Il bronzo di Lussino potrebbe appartenere a Dedalo di Sicione»], [[Italia Sera (quotidiano)|Italia Sera]] del 17.6.2003 (da archeosub.it)</ref>.
▲Nei pressi del sito di ritrovamento è stata compiuta una ricerca subacquea ad ampio raggio, estesa su un'area di 10.000 metri quadrati, con uso di [[metal detector]] e altri strumenti. È stata effettuata, inoltre, una prospezione con sonde robotiche estesa su una più ampia area di 50.000 metri quadrati, che non ha rilevato tracce di un antico [[naufragio]], ma ha portato alla luce solo parti di ancore romane in piombo, cinque frammenti di [[anfora|anfore]] del II secolo d.C. e la base della statua. Questi risultati fanno presumere che la scultura fosse a bordo di una [[nave mercantile|nave oneraria]] romana, dalla quale sarebbe caduta accidentalmente per la rottura delle corde nel mare agitato, o sarebbe stata deliberatamente abbandonata in mare per alleviare il peso durante una tempesta. Ma l'esatto motivo che avrebbe indotto i marinai a sacrificare proprio un parte così preziosa del carico rimane ancora oggi oscuro.
▲La popolarità di cui, nell'[[antichità]], dovette godere la tipologia iconografica dell'Apoxyómenos, è testimoniata dal gran numero di reperti frammentari che ripropongono il medesimo tipo, forse tutte variazioni sul tema dell'esemplare originario di Lisippo.
== Restauro ==
[[File:Αποξυόμενος Firenze.jpg|thumb
A causa della lunga permanenza in [[acqua di mare]], l'
La statua presentava una serie di grandi fessurazioni e danni nell'[[nervo sciatico|area ischiatica]] della gamba destra, che hanno richiesto un intervento di ricomposizione
Il [[piedistallo]] originale della statua si presenta decorato da ornamenti quadrati e da [[svastica|svastiche]].
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Nella cavità interna della statua sono stati trovati diversi materiali organici, come pezzi di legno, rami, semi, pezzi di frutta, [[nocciolo (botanica)|noccioli]] di [[oliva|olive]] e [[Ciliegia|ciliegie]], e un nido di piccoli roditori, che, studiati da esperti dei [[Museo archeologico Paolo Giovio|Musei civici di Como]] e dell'[[Università di Zagabria]], hanno fornito importanti informazioni sulle vicende e sulla datazione dell'opera.
Fin dalla scoperta della statua, gli archeologi sono divisi sulla questione se il [[Modello (professione)|modello]] utilizzato dallo scultore fosse [[mancinismo|mancino]] o [[destrorso]]. Il [[
L'intervento di restauro sull'Apoxyomenos ha ricevuto dall'[[Unione europea]] il premio [[Europa Nostra]] per la tutela del [[patrimonio culturale]].
== Il museo ==
ll 30 aprile 2016 a Lussinpiccolo è stato inaugurato il museo appositamente ideato per l'esposizione dell'Apoksiomen. La statua ha fatto così ritorno nell'isola il cui mare l'ha conservata per così lungo tempo.
== Note ==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Scultura greca]]
* [[Scultura ellenistica]]
* [[Apoxyómenos]]
* [[Atleta di Fano]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
== Collegamenti esterni ==
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20080510044032/http://www.h-r-z.hr/index_en.asp?news=290 Il restauro dell'Apoxyomenos croato].
*
* [[Paolo Moreno]], ''Croazia: Il [[tassello fantasma]]'', in ''Il Giornale dell'Arte'', 19, n. 222, giugno 2003 ([https://web.archive.org/web/20101125144539/http://www.archeomedia.net/archeologia-subacquea/33350.html online su archeomedia.net])
{{Portale
[[Categoria:Sculture ellenistiche]]
[[Categoria:Sculture bronzee]]
[[Categoria:Sculture in Croazia]]
[[Categoria:Opere d'arte a Zagabria]]
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